Per tornare sull'esempio di MM... secondo me è il formato che lo ha fregato.
Credo che il problema di MM sia stato che allora non è stato considerato. Oggi è molto ricercato, nelle fiere e nelle fumetterie, ma allora, visto anche il diffuso pregiudizio nei confronti del personaggio Topolino, è stato molto snobbato, complice anche la scarsa pubblicizzazione (PKNA all'inizio era stato quasi sovraesposto, e le vendite dei primi numeri lo hanno premiato...). Quello che lucalucki (o come si chiama) non capisce è che le vendite di un oggetto qualsiasi non corrispondono alla sua effettiva qualità. Non me ne frega niente che il "pubblico" non abbia comprato MM. Anzi, probabilmente non ne ha mai sentito parlare. Noto invece che le persone che lo hanno preso sono state colpite dall'alta qualità delle sue storie, diatribe sull'effettiva disneyanità della serie a parte.
E ti faccio ancora un esempio: quante copie pensi che abbia venduto la recente ristampa del Ritorno del Cavaliere Oscuro di Miller? O quella di Watchmen di Moore? Di quante copie vendute si potrà fregiare V for Vendetta, piuttosto che From Hell, dello stesso autore? Non credo ci avvicineremo alle vendite del Topolino con allegato il Topobinocolo, forse in alcuni casi nemmeno alle vendite di Winny The Pooh. Eppure sull'effettiva qualità di quei fumetti non si discute.
E quello che ancora non capisci è che la qualità delle storie è probabilmente uno degli ultimi motivi per cui la serie vende oppure no (e di questo molti autori si rammaricano, e anch'io, come all'epoca delle vendite milionarie del Topo). I motivi si possono trovare nella pubblicità, nella mentalità (quanti ragazzini al giorno d'oggi non leggono Topolino perché stupidamente lo considerano legato solo all'infanzia...), nell'economia come diceva Luciano, nella società (che oggi porta più verso computer, televisione e videogiochi che non alla lettura). E se i giornali con gli inserti vendono bene non è certo una nota di merito né per i giornali né tantomeno per i compratori.
I giornali infatti utilizzano questi "mezzucci" per attirare a sé clienti piuttosto che contare sulla qualità e sull'obiettività dell'informazione (ci sono state anche storie del Papersera su questo
).
Il pubblico dimostra invece di essere gretto e pecoreccio, preferendo spendere pochi centesimi per un libro allegato ad una rivista, o comprato al supermercato, piuttosto che andare in libreria. E non solo il mercato dei libri ci rimette: quello delle videocassette e dei dvd, o di qualunque altro allegato.
Certo, sta a parte il mercato fumettistico, essendo più "di nicchia", ma il pubblico che avrebbe dovuto essere attirato verso quei lidi grazie a queste iniziative lì si è fermato, dato che chi approfondisce solitamente è già un appassionato. E le vendite, comunque, non salgono.
Perciò, caro luca, dietro i tuoi discorsi sul mercato, mi sembri molto poco oggettivo, e molto più illuso.
(e, per favore, impara a quotare)