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Floyd Gottfredson

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Maximilian
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    Re: Floyd Gottfredson
    Risposta #270: Sabato 31 Dic 2016, 12:31:14
    Da quando ho scoperto la versione originale non posso più farne a meno. Le battute in inglese mi danno l'impressione di essere pronunciate con più enfasi e naturalezza.

    E poi mi divertono troppo espressioni come "Blankety-blank so and so"!

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    Bramo
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      Re: Floyd Gottfredson
      Risposta #271: Domenica 5 Mar 2017, 22:29:12

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      Maximilian
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        Re: Floyd Gottfredson
        Risposta #272: Martedì 4 Lug 2017, 18:30:02
        Vado decisamente ot, ma pazienza.

        Mi sono più volte chiesto: ma a cosa serviva quella specie di manovella posta davanti alle automobili in alcune delle sue prime storie?

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        raes
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          Re: Floyd Gottfredson
          Risposta #273: Martedì 4 Lug 2017, 20:17:06
          la manovella serviva a caricare il motore per poter partire

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          Maximilian
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            Re: Floyd Gottfredson
            Risposta #274: Lunedì 18 Set 2017, 14:01:43
            una delle differenze forse fondamentali tra l'era Disney Classica (da Gottfredson agli anni Settanta) e quella moderna (però solo italiana): in molte delle migliori storie lunghe classiche (fa in parte eccezione Missaglia) l'umorismo è nei nodi della trama. In molte delle migliori storie lunghe moderne la trama, se riportata così com'è, è seria. E l'umorismo viene iniettato a corredo.
            Curiosamente, per me è l'esatto contrario. Le storie di Gottfredson (che siano sceneggiate da sè stesso, da Osborne o da De Maris) mi sembrano quelle che più di tutte le altre hanno una trama seria con l'umorismo come condimento.

            Per chiarirmi meglio, faccio un esempio preso da un fumetto che mi pare tu abbia letto: Il mistero dell'uomo nuvola.
            L'episodio a cui mi riferisco è l'entrata in scena di Enigm: si tratta chiaramente di un nodo fondamentale della trama. Innegabilmente si tratta anche di un momento comico (data dalla reazione di Pippo). Tuttavia, tale trovata umoristica, sebbene presente e perfettamente incastrata nel contesto, è vista da me come aggiunta; infatti essa non è funzionale alla (e non ha conseguenze sulla) trama. Ciò che intendo è che se questa gag non ci fosse, la storia proseguirebbe allo stesso identico modo.

            In altre storie, invece, abbiamo un umorismo un po' diverso ma sempre del tipo "trama seria + comicità a contorno"; penso soprattutto a I topi d'albergo (ma in misura minore anche a I piombatori): l'umorismo utilizzato per presentare i personaggi. Ovvero quando uno di essi viene introdotto per la prima volta, per far subito capire al lettore che tipo è, vengono prodotte delle gag sulla sua personalità (non a caso le due vicende citate vedono Topolino avere a che fare sostanzialmente una schiera di personaggi nuovi, mentre i comprimari già noti hanno una funzione molto marginale).
            Quindi le gag non influiscono sulla trama: ciò non significa che siano inutili (come appena spiegato, hanno una specifica funzione) ma che la singola gag non ha conseguenze sugli eventi successivi.

            Infine, esiste ancora un altro tipo di umorismo, ben visibile in L'illusionista: ciò che fa ridere/sorridere non sono tanto gli eventi o le battute ma le espressioni e le movenze che i personaggi assumono. In quest'ultima storia l'abilità di disegno di Gottfredson raggiunge picchi immensi e riesce  a muovere i suoi "attori" in modo indescrivibile (e comico). Ciò non significa che essi diventino ridicoli; anzi divengono credibili in una maniera che non ho mai visto in un fumetto.
            Mi rendo conto di non essermi spiegato bene, ma credo che il modo migliore per capire sia leggere la storia. Però anche in questo caso l'umorismo non è nella trama ma aggiunto a corredo.

            Preciso che quanto esposto vale in linea generale: esistono anche casi in cui la comicità è intrinsecamente legata alla storia che si vuole raccontare; tuttavia questi ultimi fanno parte della minoranza.

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            Ser Soldano
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              Risposta #275: Lunedì 18 Set 2017, 14:42:00
              Questo perché la struttura delle storie era a striscia giornaliera, e quindi ogni 4 vignette doveva succedere qualcosa: un colpo di scena, un cliffhanger o, per l'appunto, una gag.
              La cosa è stata ripresa molte volte da Scarpa e ora da Casty: ci sono molte gag senza le quali la storia andrebbe avanti lo stesso, ma volete mettere il senso di familiarità che esse provocano?

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              Maximilian
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                Risposta #276: Martedì 19 Set 2017, 15:43:19
                Penso che quanto scritto nel mio intervento precedente sia dovuto che l'autore inventava trame sostanzialmente serie, delegando allo sceneggiatore di turno l'inserimento dell'umorismo.

                Ripensandoci, mi è venuta in mente una tipologia di umorismo ancora diverso, emblematico ne Il boscaiolo. In questa vicenda, la comicità non porta avanti la storia; al contrario la blocca.
                Per farla breve per chi non l'avesse letta, Topolino cerca continuamente una cosa e, ogni volta che trova una pista da seguire, esso si rivela un buco nell'acqua. Il lettore è portato a pensare che la trama stia procedendo quando invece quello che sembrava un indizio si trasforma in una gag. Mi rendo conto che situazioni del genere si trovano sparse anche in storie precedenti, tuttavia qui diventano predominanti.

                Noto che in Gottfredson l'umorismo è parte integrante della trama principalmente nelle vicende quotidiane, mentre nelle avventure esso assurge a condimento.
                Ho riscontrato due interessanti eccezioni a questa regola in Il paese dei califfi e in Robinson Crusoe.

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                Tapirlongo Fiutatore
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                  Re:Floyd Gottfredson
                  Risposta #277: Venerdì 1 Dic 2017, 19:23:15
                  Domanda: per Natale avevo intenzione di comprare il cofanetto della Fantagraphics contenente March of the zombies/Land of tomorrow. Consigliereste il volume a qualcuno che ha appena una discreta conoscenza dell'inglese?
                  Sérait-t-il impossible de vivre debout?

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                    Re:Floyd Gottfredson
                    Risposta #278: Sabato 2 Dic 2017, 10:54:50
                    Domanda: per Natale avevo intenzione di comprare il cofanetto della Fantagraphics contenente March of the zombies/Land of tomorrow. Consigliereste il volume a qualcuno che ha appena una discreta conoscenza dell'inglese?
                    Ti consiglio di iniziare a leggere in originale storie che già conosci in italiano: in questo riesci a calarti nell'ottica del tempo e a cogliere meglio lo stile, i modi di dire e le espressioni dell'epoca (io ho fatto così).

                    Con il requisito di avere delle versioni italiane tradotte bene.
                    « Ultima modifica: Sabato 2 Dic 2017, 12:09:07 da Eli »

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                      Risposta #279: Sabato 2 Dic 2017, 11:31:43
                      Domanda: per Natale avevo intenzione di comprare il cofanetto della Fantagraphics contenente March of the zombies/Land of tomorrow. Consigliereste il volume a qualcuno che ha appena una discreta conoscenza dell'inglese?
                      Ti consiglio di iniziare a leggere in originale storie che già conosci in italiano: in questo riesci a calarti nell'ottica del tempo e a cogliere meglio lo stile, i modi di dire e le espressioni dell'epoca (io ho fatto così).
                      Di quei volumi ho già la bella Lea, un'avventura nella II guerra mondiale, gli orfani di guerra, la cassetta elettronica e l'isola della morte. Possono bastare?
                      Sérait-t-il impossible de vivre debout?

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                      Cornelius
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                        Re:Floyd Gottfredson
                        Risposta #280: Giovedì 1 Feb 2018, 14:24:47
                        Non credo sia facile leggere interviste a Floyd Gottfredson anche perché non penso ne abbia rilasciate molte.
                        Una di queste compare nel numero di gennaio-marzo 1980 del Nerbiniano, realizzata da Carlo Chendi. Inizia come racconto-monologo fatto in prima persona dall'autore americano (che ricorda la sua adolescenza nello Utah) per poi essere intervallato da domande e considerazioni dell'autore italiano, per sette pagine complessive comprensive di alcuni disegni fra i quali quello fatto dal Gott appositamente per l'occasione e che vediamo in basso.

                        Una cosa che si era sempre supposta ma che mai avevo letto come dichiarazione dell'interessato è stata la sua reazione alla fine delle strisce continuative, decisa dal KFS nel 1955: inizialmente deluso per non poter più organizzare con i suoi collaboratori una struttura che doveva andare avanti per mesi ma poi sollevato nel dover semplicemente fare degli sketch in strisce auto conclusive.

                        Consiglio l'acquisto  (si parla anche di collezionismo di fumetti che, dopo gli anni d'oro 1965-1976, da qualche anno è un po' in crisi)  :)
                        https://www.ebay.it/itm/IL-NERBINIANO-GENNAIO-MARZO-1980/172920325480?hash=item2842dac568:g:jW0AAOSwtUNZ3iJM



                        Copia colorata del disegno in bn che Floyd fece alla redazione del trimestrale della Nerbini la cui dedica, semicoperta da una data elettronica in giallo, si intravede in fondo a destra.

                        « Ultima modifica: Giovedì 1 Feb 2018, 23:15:12 da Cornelius Coot »

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                        Maximilian
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                          Re:Floyd Gottfredson
                          Risposta #281: Sabato 24 Feb 2018, 19:12:21
                          Avendo letto tutte le strisce scritte da Gottfredson, fino al 1943, direi che è tempo di tirare le somme (rinvio il commento sul disegno a quando ne avrò una visione globale).

                          Scrivo di seguito alcune considerazioni, evitando i temi già ampiamente dibattuti, come l'evoluzione dei personaggi, i temi forti trattati, eccetera.

                          Comincio col parlare della grande varietà di storie: una grande ricchezza del fumetto disney sta appunto nel non essere riconducibile a nessuno specifico genere narrativo, ma di abbracciarli tutti. Ecco che quindi dall'avventura più selvaggia si passa alla vicenda che ruota ad un animale domestico e i guai che esso porta, al poliziesco, al western, senza dimenticare la fantascienza, la commedia sentimentale e l'azione pura. Questa eredità è ben presente anche oggi, tuttavia ho notato una differenza non trascurabile: mentre adesso abbiamo un ampio parco personaggi ognuno dei quali vive spesso vicende che appartengono alle stessi 2 o 3 filoni di storie, all'epoca tutte avevano lo stesso protagonista, Topolino, il quale era appunto perfettamente in grado di essere calato in ogni tipo di vicenda.
                          Non si può omettere che comunque alcune partono da idee analoghe o sono figlie di schemi più o meno simili, però ciascuna presenta delle notevoli varianti che la rendono diversa e pienamente autonoma, senza ricorrere a stanchi clichè.

                          Un'altra osservazione, un po' a margine forse, ma che mi ha colpito, riguarda il continuo (sebbene a tasso variabile) alzamento qualitativo che copre tutto questo periodo (esclusi gli ultimi mesi di autoconclusive). Non intendo che ogni avventura sia più bella della precedente, eventualità praticamente impossibile, ma se noi dividessimo le strisce in gruppi di 2/3 anni, noteremmo infatti che ciascun gruppo sia migliore di quello appena trascorso. Ovviamente questa è la mia opinione e, per inquadrarla più nello specifico, dico che il mio periodo preferito è quello che parte da The Phantom Blot e arriva fino a The Gleam (invece, quello che ritengo più scarso è il 1931, che ha visto opere nettamente minori come la pensione di Clarabella, domatore e saltimbanco e Nip).

                          Ora invece passo ad un argomento che mi preme molto: i personaggi descritti in questo periodo sono, nella pratica, uomini. Non so che storie abbiano letto coloro che li definiscono animali parlanti (e, sinceramente, credo nemmeno di volerle leggere), tuttavia se qualche autore in seguito li ha caratterizzati in tal maniera, secondo me ha tradito lo spirito del fumetto disney.

                          Passiamo dunque ad un'altra questione. Allora, ogni lettore può non gradire o meno la continuity, tuttavia non si può negare che essa ci sia. Detto ciò non è una continuity rigida che impedisce la creazione di nuove idee narrative, ma un filo conduttore che lega i personaggi e le loro relazioni in un determinato contesto e che cita le avventure precedenti solo qualora sia necessario. Inoltre sottolineo che la narrazione è sempre ambientata al presente senza che per i nostri il tempo trascorra sensibilmente, quindi per favore basta con questa storia delle date precise o che ci si debba fermare agli anni '50. Tuttavia, è bene un minimo tener conto del passato e non raccontare storie in palese o eccessivo contrasto con esso.

                          Inoltre, mi preme sottolineare come sia stata tratteggiata la città di Topolinia. Essa era un luogo vicino alla realtà e con i suoi problemi sociali, ben diverso dal posto idilliaco descritto da Faraci. Infatti, nelle storie che meglio l'hanno descritta (Topolino giornalista e Topolino e la lampada di Aladino) vi troviamo corruzione, quartieri poveri e cinismo. Le istituzioni della città vengono ampiamente prese di mira anche in Topolino e la leonessa, sebbene con un tono più leggero; ma anche altrove troviamo di tanto in tanto spunti di satira. Inoltre - vedi Topolino e il mistero di Macchia Nera - vi si aggirano criminali pericolosissimi. Non è sicuramente ai livelli di Anderville, tuttavia nemmeno un'utopia dove tutto è facile come molti la trattano.
                          Comunque Topolinia non era solo questo - ma era anche questo e sarebbe bene ricordarselo. A me ha dato l'idea di una città variegata, in cui c'era un po' di tutto: dai quartieri alti, alla stazione, al porto, a disparate attività economiche. (E con uno sproposito di accalappiacani).

                          Ultima considerazione: l'umorismo. Non si può dire che i fumetti di Gottfredson siano umoristici, se non accettando l'estrema limitazione che tale proposizione sottende. Malgrado l'umorismo sia infatti sempre presente, in talune vicende questo ricopre una parte accessoria, se non marginale. Il fumetto disney quindi non appartiene a nessun genere narrativo (e qui si ritorna al punto iniziale) ma può di volta in volta, assumerne uno specifico, fra cui c'è certamente anche (ma non solo) quello prettamente comico.
                          « Ultima modifica: Sabato 30 Giu 2018, 18:41:47 da Maximilian »

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                            Re:Floyd Gottfredson
                            Risposta #282: Sabato 24 Feb 2018, 19:33:46
                            Per quel che riguarda Gottfredson, sono ahimè vergognosamente carente, ma sono completamente d'accordo con l'essenza del tuo discorso
                            Perchè di questo mondo siamo solo ospiti, fra i tanti. E non i padroni. Insieme abbiamo dimostrato tante cose, ma la più importante è che non esiste l'impossibile. Antidarwinista

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                            Maximilian
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                              Risposta #283: Domenica 1 Lug 2018, 20:49:59
                              Ho notato un cambiamento riguardante gli antagonisti.
                              Nel periodo De Maris, essi si fanno in genere meno cattivi.

                              Inizialmente, se ci fate caso, i nemici incontrati da Topolino sono potenziali assassini: in tutte le storie, a parte giusto quelle più quotidiane, appare qualcuno che tenta di ammazzarlo.
                              A partire da Topolino e la banda dei piombatori, invece, fanno il loro debutto malvagi che lo sono solamente fino ad un certo punto. Anche in vicende come Topolino e i topi d'albergo e Topolino e il mistero delle collane mancano i tentativi di omicidio (nonostante quest'ultima sia comunque piuttosto cupa). Per non parlare di Topolino e l'illusionista e Topolino agente di pubblicità dove l'antagonista, se così possiamo chiamarlo, non si può proprio definire cattivo. Caso emblematico è Topolino e la lampada di Aladino nella quale il ruolo negativo non è ricoperto da nessun personaggio in particolare, ma dalla società stessa; discorso analogo si può fare per Topolino e il selvaggio Giovedì e Topolino e Lea leonessa buffa, sebbene in maniera meno opprimente.
                              Eccetto Gambadilegno, sono ben pochi i personaggi di questo periodo che provano ad uccidere.

                              In realtà, cattivi meno cattivi erano presenti anche prima (penso ad esempio a Tony Dinero od ai cannibali di Topolino e i pirati), ma con frequenza molto minore.

                              Per quanto riguarda il mio giudizio, gradisco entrambe le categorie di antagonisti. Apprezzo molto quelli realmente spietati, che aggiungono tensione al racconto, tuttavia riconosco che a lungo andare ciò può diventare uno stereotipo e quindi è bene variare, presentando anche tutte le possibili caratterizzazioni che l'essere umano può assumere.

                              *

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                                Re:Floyd Gottfredson
                                Risposta #284: Martedì 3 Lug 2018, 12:41:43
                                ciò che dici è molto vero, proprio da un punto di vista statistico. Nel senso che nel periodo DeMaris vi sono molte storie con "cattivi" non troppo spietati. Ma allo stesso tempo ve ne sono altre che quei cattivi spietati li mantengono (Mistero di macchia Nera, Topolino e il boscaiolo, e come dici tu in generale il caro vecchio Gamba ecc..) quindi confermo che si denota non una "diminuzione" della cattiveria ma giustamente una maggiore eterogeneità degli antagonisti :)
                                Consideriamo anche che la maggior parte dei soggetti del periodo sono dello stesso Gottfredson.

                                Che come hai detto tu diventa una cosa piacevole nel momento in cui non sono gli stessi antagonisti che prima erano spietati a diventare pappemolle, come invece è spesso avvenuto in queste ultime decadi. :)
                                « Ultima modifica: Martedì 3 Lug 2018, 12:47:02 da Gumi »

                                 

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