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I Wu Ming e la Bizney

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Bramo
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    I Wu Ming e la Bizney
    Sabato 18 Giu 2011, 14:16:31
    Conoscete i Wu Ming? Forse sì, forse no. Io mi ci sono imbattuto quasi per caso un annetto e mezzo fa, trovandoli come autori della prefazione di un libro universitario che doveve studiare. La prof li esaltava, e ho indagato un po' su di loro.
    Ne ho parlato un po' QUI, adesso mi limito a dire che sono un collettivo di scrittori (quattro... o cinque? Non mi ricordo mai, cambiano spesso componenti) decisamente antinconvenzionali, che vogliono che nessuna loro foto circoli su internet(e incredibilmente ci riescono, chiedendo alla gente che va ai loro reading di non fotografarli), che nessuno sa bene chi sono e soprattutto che applicano a qualunque cosa scrivano (racconti, romanzi, prefazioni ecc) il principio di fair use, cioè i loro libri sono riproducibili e diffondibili del tutto o in parte liberamente, purchè non ci sia scopo di guadagno. Questa libertà è sempre specificata nella pagina dei credits dei loro libri, pubblicati da Einaudi.
    Sono dei cani sciolti, insomma, e anche le tematiche delle loro storie sono sempre piuttosto anticonvenzionali.
    Per capirne di più di questi tizi, vi linko il loro sito (dalla home potete accedere alla versione italiana).

    Veniamo al tema del topic. Perchè all'inizio di quest'anno è uscito in libreria Anatra all'Arancia Meccanica, una raccolta di racconti che i Wu Ming hanno scritto per il loro sito, o per altre pubblicazioni nel corso dell'ultimo decennio. Tra questi due racconti particolari, della primavera e dell'estate 2000.
    Il primo si intitolata Pantegane e Sangue, il secondo Canard à l'orange mécanique.
    Come tutto ciò che è stato scritto dagli autori, anche questi due racconti sono scaricabili gratuitamente e legalmente dal loro sito.
    Andate in questa pagina e cercate i due titoli (li trovate nella "riga" 5 e 6), e scaricateli. Poi leggeteli. Non sono corti, sono circa una cinquantina di pagine l'uno o forse qualcosa di più, ma sono a mio parere sicuramente interessanti.
    In questi due racconti infatti viene dipinta in modo distorto e assurdo la società topolinese e paperopolese, un "what if" in cui Topolino si chiama Topo Lino ed è un detective hard boiled, fascista e razzista, che si muove in una realtà malata, e in cui Paperino (Anatrino) è un comunista rivoluzionario che segue alla lettera le teorie marxiste.
    Ma non di una semplice visione pazzoide da "Il Disney alternativo" si tratta, perchè in entrambi i casi queste visioni altro non sono che un attacco degli autori alla Disney (qui Bizney) come azienda, che cerca di tenersi stretta il copyright dei personaggi e che imbelletta la visione della vita ad uso e consumo dei bambini.

    Non condivido tutto del sottotesto che i Wu Ming inseriscono per spingere alla riflessione... ma sono sicuramente due racconti interessanti, anche molto divertenti nei loro estremi a cui sanno arrivare, e con riferimenti anche abbastanza "colti" come quello a Steamboat Willie e a Carl Barks. E comunque offrono materiale interessanti di discussione.
    Avverto comunque che i racconti presentano scene abbastanza forti e shockanti, quindi insomma vedere voi.
    Comunque mi gfarebbe piacere che leggeste, sarei curioso di leggere altri pareri in proposito.

      Re: I Wu Ming e la Bizney
      Risposta #1: Lunedì 20 Giu 2011, 14:42:36
      Ho letto una decina di pagine delle pantegane e... non è proprio il mio genere, sorry!

      E, come attacco frontale alla Disney, mi sembra davvero eccessivo. Pur con tutti i suoi difetti, e pur "dovendo" produrre guadagni (si sa, le imprese esistono per questo: fare utili... legalmente, s'intende), comunque non è peggio di tante altre multinazionali.

      Non la vedo poi così sfruttatrice, ecco, da meritarsi un simile trattamento.

      Tra parentesi, ho visto che un titolo dei WuMing è Luther Blissett. Per chi non lo sapesse, il vero Blissett fu un calciatore di metà anni ottanta del Milan: una delle frescacce più assurde della storia del nostro campionato, al cui confronto Felipe Melo è un Giotto del pallone... ;)

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        Re: I Wu Ming e la Bizney
        Risposta #2: Lunedì 20 Giu 2011, 15:11:44
        Io ho resistito solo tre pagine...

        Francamente: gente che "utilizza" i personaggi Disney per scrivere simili PORCATE, non merita neanche un commento!

        E, ovviamente, quoto Photomas sull'attacco alla Disney!
        Io son nomato Pippo e son poeta
        Or per l'Inferno ce ne andremo a spasso
        Verso un'oscura e dolorosa meta

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          Re: I Wu Ming e la Bizney
          Risposta #3: Lunedì 20 Giu 2011, 15:16:52
          Sto leggendo l'arancia...già a poche righe plateale offesa a Barks...con tutto il rispetto...zeppo poi di insulti

          Ciao Rodolfo, e grazie di tutto.

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          Bramo
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            Re: I Wu Ming e la Bizney
            Risposta #4: Lunedì 20 Giu 2011, 23:26:47
            Lol, che astio verso questi due "ameni" raccontini :P
            Anche se, data la loro natura estrema e inusuale, mi aspettavo comunque reazioni basite e contrariate. Mi pare normale.
            Ciononostante, come non condivido tutta la filosofia alla base di queste storie, non riservo loro nemmeno le accese critiche qui sopra.
            L'operazione dei Wu Ming è sanguigna, è crudele ed è estremista volontariamente. Gli autori si fermano a riflettere sui personaggi e su quella che loro credono la reale natura di questi personaggi.
            Il gioco alla base di entrambe le storie è che dopo anni di esistenza a fumetti questi personaggi esistano davvero, prendano autocoscienza della loro identità e rivendichino il diritto di essere loro stessi, non uno stereotipo imposto da altri.
            Io non condivido il fatto che Topolino e Paperino sia stereotipi, anzi! Ma è divertente pensare che nella realtà uno come Paperino non potrebbe che abbracciare il comunismo, dopo decenni di sfruttamento capitalistico da parte di suo zio. E anche che dietro l'essere "benpensante" e borghese di Topolino possa celarsi un animo di latente criptofascismo. Il Pippo-Sniffo, poi, se vogliamo non è nemmeno un'idea degli autori ma deriva da Pazienza ;)
            La storia dell'autocoscienza è molto interessante a parer mio, metanarrativa anche, e permette di riflettere sulla Disney come azienda. Qui condivido anch'io il parere del buon Photomas, e la versione estrema che danno i Wu Ming dell'azienda è eccessiva, ma è comunque una visione secondo me interessante da vedere.
            Tra i due, comunque, ho preferito il racconto con Anatrino.

              Re: I Wu Ming e la Bizney
              Risposta #5: Martedì 21 Giu 2011, 12:06:50
              Ho letto tutte le pantegane.

              E ribadisco che l'accusa alla Disney di essere sempre stata un branco di nazisti dipinti di buono è davvero eccessiva.

              Non so: che ha fatto di male la Disney a questi? :-?

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              Marci
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                Risposta #6: Martedì 21 Giu 2011, 14:42:18
                Conoscevo i Wu Ming anche se non ho mai letto nulla di loro perché il romanzo storico (è il genere per cui sono famosi) è un genere che sopporto poco. Da un sacco di tempo ho in lista d'attesa Q, probabilmente il loro libro più famoso, scritto quando si firmavano con il nome di Luther Blisset e che mi dicono essere molto interessante... non so quando lo leggerò.

                Detto questo, appena avrò un po' di tempo darò un'occhiata a quei racconti. Intanto volevo dire due cose sulle critiche che i Wu Ming (e non solo) muovono alla disney.

                Citazione
                queste visioni altro non sono che un attacco degli autori alla Disney (qui Bizney) come azienda, che cerca di tenersi stretta il copyright dei personaggi

                Ecco questo è un atteggiamento che non ho mai sopportato. Insomma la disney lucra e parecchio su suoi personaggi... e allora? E' una azienda, è nata e vive per fare soldi.
                Ma perché chi fa soldi (se non lo fa in maniera illegale o moralmente riprovevole) dovrebbe essere attaccato?  
                E' questa visione ipocrita per la quale il fare soldi sia un peccato mortale, questo stantio moralismo del denaro uguale sterco del demonio non mi va giù.
                « Ultima modifica: Martedì 21 Giu 2011, 17:18:34 da Marci »

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                  Re: I Wu Ming e la Bizney
                  Risposta #7: Martedì 21 Giu 2011, 15:51:13
                  Beh, c'è anche da dire che noi disneyani siamo molto suscettibili sull'argomento. C'è chi vuole demonizzare a tutti i costi e chi difende a spada tratta. Come al solito, secondo me, la giusta via sta nel mezzo. Che dietro a capolavori che mi hanno segnato per sempre, come "La Spada nella Roccia" o "Zio Paperone e la stella del polo" ci sia una multinazionale che piega l'intrattenimento al guadagno è cosa ovvia e, forse, anche un po' malinconica, se si osserva verso quali derive, sempre più spesso, viene convogliato tale intrattenimento.
                  Ma quei capolavori ci sono stati, ci sono, E PER FORTUNA! Se oggi non dicessi "Cala, cala Merlino" a un amico che stia esagerando... beh sarei un'altra persona, diversa e sicuramente meno fantasiosa.
                  Mi piace essere cresciuto con l'influenza di (un universo speciale?) un'azienda che, da azienda, ha comunque saputo creare una tale complessità e bellezza di immaginari che, ne fossi privato oggi, mi lascerebbe svuotato e impoverito enormemente.

                  E comunque non mettete in croce i Wu Ming: sono dei fottuti geni!
                  "Sarò tanto di quel che sono, sono tanto di quel che ero" (Nostal Gino)

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                    Re: I Wu Ming e la Bizney
                    Risposta #8: Martedì 21 Giu 2011, 20:20:29
                    Letti entrambi, critica inclusa. Devo riconoscere che sí, sono molto interessanti. È interessante anche il fatto che nel loro voler essere tanto ostentatamente "contro", per linguaggio e atteggiamenti, finiscano per dipingere i personaggi comunque come stereotipi. Topolino fascio, misogino e razzista, che sniffa, impreca e bestemmia ed è ridotto a fare il detective di mezza tacca mentre il socio Pippo si sfascia tra alcool e prostitute, non è poi tanto diverso nel suo essere macchietta da un Topolino borghese benpensante che, senza mai dire una parolaccia, dà il buon esempio ai bimbi consegnando alla giustizia criminali in una Topolinia in cui il sesso nessuno sa cosa sia - né tantomeno un lavoro regolare se è per questo.
                    Ma ovviamente non è una superficiale critica al "buonismo" o alla semplice "assurdità logica" delle storie Disney quella che si legge, ché di questo tipo ce ne sono state a josa in passato e altre ce ne saranno. Una semplice "ribellione alla melassa" non andrebbe al di là di un raccontino adolescenziale come chiunque di noi ne potrebbe scrivere - e che per inciso è uno dei motivi principali per cui proprio nell'adolescenza, se si è lettori di fumetti, si va a cercare sesso e violenza là dove ne parlano, e quindi si abbandona la Disney per fumetti piú oscuri o realistici, o si cessa proprio di leggerne. O magari ci si fissa per gli aspetti piú "estremi" che sono riusciti a spuntare nonostante tutto, come Don Rosa, o PKNA, o MMMM... :P
                    No, la critica principale è alla plutocrazia disneyana, e al trattamento che l'azienda riserva ai suoi dipendenti e collaboratori, paternalista e sfruttatore. D'altro canto non credo (o almeno lo spero) che un qualsiasi lettore disneyano si aspetti di vedere Bambi saltellare per le redazioni, o che gli uccellini cinguettino tra una fotocopiatrice e l'altra e che gli impiegati mostrino sorrisi luccicanti l'un con l'altro. Né comunque immagino che i piani alti dell'azienda possano accordarsi con degli estremisti islamici o scegliere capri espiatorî interni all'azienda per darli in pasto alla stampa e ucciderli (oddio, senza l'ucciderli magari anche sí :P), che è quel che accade nel racconto con Paperino comunista. In cui i vertici disney sono tutti composti da capitalisti bastardi pronti ad accoltellarsi a vicenda alla schiena per la poltrona di CEO, mentre Paperino guida la rivolta dei personaggi contro il simbolo della plutocrazia occupando il deposito di Paperone.
                    A me i racconti sono piaciuti, nonostante il continuo turpiloquio e nonostante il trattamento riservato a parecchi personaggi. Impossibile non riflettere sull'influenza che i personaggi disneyani hanno avuto e tuttora hanno sulla nostra società, né prima né a maggior ragione dopo averli letti.

                    *

                    Bramo
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                      Re: I Wu Ming e la Bizney
                      Risposta #9: Martedì 21 Giu 2011, 22:56:20
                      Conoscevo i Wu Ming anche se non ho mai letto nulla di loro perché il romanzo storico (è il genere per cui sono famosi) è un genere che sopporto poco. Da un sacco di tempo ho in lista d'attesa Q, probabilmente il loro libro più famoso, scritto quando si firmavano con il nome di Luther Blisset e che mi dicono essere molto interessante... non so quando lo leggerò.
                      Ecco, mi trovo nella stessa situazione. Oltre alla prefazione di quel saggio che ho citato nel primo post e a questa recente raccolta di racconti (che ho finito di leggere giusto oggi) non ho ancora esplorato i romanzi che hanno reso abbastanza noti i Wu Ming, come Q ma anche come 54 e altri, proprio perchè non sono mai stato troppo attirato dai romanzi a sfondo storico. Per questo ho iniziato con una varia raccolta di racconti... Ma chissà, un giorno...

                      E comunque non mettete in croce i Wu Ming: sono dei fottuti geni!
                      Da quel che ho letto, quoto e sottoscrivo ;)

                      @Zangief: bel commento :) Ovviamente le scene che vengono descritte nal racconto con Paperino comunista sono sicuramente e volutamente esagerate, in quei passaggi si tocca il delirio più assurdo quando intervengono in gioco CIA, FBI, NSA e Net Laden. Ma appunto, è una goliardata divertente perchè estrema e irreale.

                      Comunque, alla fine del libro gli autori dedicano qualche riga per spiegare qualcosa di ciascun racconto. Trascrivo ciò che dicono dei due "disneyani":
                      Pantegane e Sangue
                      Citazione
                      Agli inizi del 2000, un amico scrittore di noir ci raccontò di essere stato ingaggiato dalla Disney per scrivere un'avventura di Topolino. Messosi al lavoro con (appropriatamente) fanciullesco entusiasmo, costui si rese presto conto che i "paletti" piantati dalla multinazionale per impedire che il personaggio fosse "snaturato" erano tanti e tali ("Topolino non può in nessun caso fare questo... Topolino non può in nessun caso essere visto in quella situazione") da ingabbiare l'immaginazione e rendere impossibile qualunque forzatura creativa. Allora perchè contattare un autore di noir? Nella celebre definizione di Borde e Chaumeton, il noir è "onirico, strano, erotico, ambivalente e crudele". Contattare un autore per poi chiedergli di non essere crudele nè ambivalente, per nulla erotico e al massimo moderatamente strano, ci parve un autentico controsenso.
                      A ogni modo, la testimonianza del collega accese la nostra fantasia, e decidemmo di scrivere il racconto di un mondo Disney malsano e andato "fuori carreggiata". Ovviamente, noi pensiamo che la parodia non faccia che disvelare l'intima verità di quel mondo.
                      Per bizzarro che possa sembrare, Pantegane e Sangue fu il primissimo testo scritto dal collettivo Wu Ming.  

                      Canard à l'orange mécanique
                      Citazione
                      L'ispirazione per questo racconto fu triplice. Nel nostro primissimo incontro, quello in cui decidemmo che da lì in avanti avremmo lavorato con lui, il nostro agente Roberto Santachiara ci regalò una copia di un saggio di Ariel Dorfman e Armand Mattelart, da tempo fuori catalogo: Come leggere Paperino. Ideologia e politica nel mondo Disney (Feltrinelli, Milano 1972).
                      La lettura di quel saggio fece reazione con una vecchia battuta di Francesco Guccini, sentita a un suo concerto, sulla parziale omonimia di Carl Barks con Karl Marx. Aggiungiamo che tutto il collettivo aveva appena letto Nada di Jean-Patrick Manchette... e les jeux sont faits!
                      Con riferimento a quanto accade nel capitolo 11 (!), ricordiamo che il racconto fu sì scritto e pubblicato online nel mese di settembre, ma dell'anno 2000.

                      Ci tengo a dire però che le argomentazioni che i Wu Ming riguardo al primo racconto stanno poco in piedi: come mi ha saggiamente detto una volta un autore, i paletti che sono da rispettare nei fumetti Disney sono innanzitutto dettati dal buon senso, e in secondo battuta non castrano la fantasia ma anzi aguzzano l'ingegno, istigano la mente degli autori a sforzarsi nel fare sempre cose nuove e pregevoli rimanendo all'interno di certi confini, esplorare lo spazio in cui ci si può muovere sempre in modi nuovi.
                      « Ultima modifica: Martedì 21 Giu 2011, 23:12:54 da Everett_Ducklair »

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                        Risposta #10: Mercoledì 22 Giu 2011, 14:01:23
                        Q effettivamente è un romanzo storico, ma del tutto particolare , io un'occhiata gliela darei. Se poi non ce la fate 54 è ambientato a metà del secolo scorso, quindi di storico c'è poco.
                        Questa raccolta è ancora nella pila dei libri da leggere, ma ora mi avete incuriosito e la metto in cima.  

                         

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