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Uno degli aspetti che probabilmente viene valutato meno (sia nella vita quotidiana ma anche nel fumetto) è il cosiddetto "linguaggio non-verbale". Esso fa riferimento alla mimica del corpo,postura,gestualità,prossemica ecc...
Notavo come il linguaggio non-verbale all'interno del fumetto Disney abbia acquisito una sorta di stereotipo che viene adottato,chi più chi meno,dai vari disegnatori.
Per esempio un gesto comunissimo nelle tavole di Luciano Gatto è quello mostrato nell'immagine sotto da Archimede (anche se non è associabile ad uno stato emotivo quanto piuttosto ad un "vizio posturale" adottato sovente dal disegnatore).
Invece un ulteriore gesto molto utilizzato da diversi autori è quello mostrato da Paperone (indica probabilmente "dubbio" o "incredulità").
Mi rendo conto che essi sono gesti poco o per niente adottati nella vita reale ma all'interno delle tavole giocano invece un ruolo piuttosto significativo (anche perché,a mio avviso,la tavola rappresenta una sorta di fotografia del momento che stanno vivendo i personaggi.Pertanto determinati gesti che verrebbero eseguiti in pochi secondi vengono "immortalati" dal disegnatore).
Ne ricordate altri?

O Paperino che salta con i pugni chiusi (quand'è davvero arrabbiato).

Sono "mimiche", come li hai definiti tu, in uso non solo nel fumetto Disney, ma nei fumetti umoristici in generale, e finanche nell'animazione.

Per esempio un gesto comunissimo nelle tavole di Luciano Gatto è quello mostrato nell'immagine sotto da Archimede (anche se non è associabile ad uno stato emotivo quanto piuttosto ad un "vizio posturale" adottato sovente dal disegnatore).

Non mi è chiaro a cosa ti riferisci esattamente in questo esempio...

Invece un ulteriore gesto molto utilizzato da diversi autori è quello mostrato da Paperone (indica probabilmente "dubbio" o "incredulità").

Questa invece mi sembra più comprensibile. È il gesto di toccarsi il mento (a volte anche tamburellando) che capita (almeno, a me capita) di fare quando si è pensierosi sul conto di qualcosa, come per aiutarsi a concentrarsi. Ovviamente non avendo i paperi il mento il gesto diventa leggermente diverso, e forse non immediatamente riconoscibile, ma ha un diretto corrispondente nella gestualità umana.

Ho sempre interpretato in questa maniera il gesto che Paul Murry attribuiva spessissimo a Pippo di mettersi una mano davanti alla bocca:



Anche se nel caso di Pippo, visti i "precedenti" del personaggio, viene chiaramente da interpretarlo come un gesto goffo e un po' da tontolone.

Per esempio un gesto comunissimo nelle tavole di Luciano Gatto è quello mostrato nell'immagine sotto da Archimede (anche se non è associabile ad uno stato emotivo quanto piuttosto ad un "vizio posturale" adottato sovente dal disegnatore).

Non mi è chiaro a cosa ti riferisci esattamente in questo esempio...

Se ci fai caso molte volte Luciano Gatto disegna le mani dei personaggi proprio come nell'esempio da me riportato (il palmo della mano rivolto in avanti e le dita piegate.)

Se ci fai caso molte volte Luciano Gatto disegna le mani dei personaggi proprio come nell'esempio da me riportato (il palmo della mano rivolto in avanti e le dita piegate.)

Ah, ok, non avevo capito. In effetti non sembra un gesto specifico. Probabilmente è semplicemente per rendere l'idea del gesto colto "a mezz'aria", durante un movimento più ampio.

A me ha sempre fatto sorridere la posizione delle dita delle mani nei personaggi di Cavazzano... come in queste due vignette, il paperotto che accusa con tutte le dita della mano, e non solo con l'indice, e nell'altra il nipotino che sta in mezzo che corre con tutte le dita flesse tranne uno.

Non vedo l'allegato, ma mi ricordo chiaramente un nipotino così...
Un autore molto "gesticolante" è Casty, anche nella sua storia dell'allunaggio, in particolare nella seconda parte (i cattivi)
-ilFu