Nonna Papera ha sempre declinato gli inviti delle sue amiche di città a raggiungerle per perorare la causa di Hillary Clinton. Genialina e Brigitta sovente le hanno detto "non penserai mica di votare per quell'energumeno di Trump?" e lei ha sempre risposto di no. Però, in cuor suo, da vecchia pioniera, tutti quei bla bla bla radical chic tipici di una città cosmopolita come Paperopoli non l'hanno mai convinta. Non a caso, ogni volta che è scesa sulla costa per visita parenti e per vendere i suoi prodotti nei mercati, lo ha fatto lo stretto necessario, tornandosene poi in fretta nella sua fattoria di Quack Town.
Se ufficialmente Elvira avrebbe votato per i dem, spinta anche da Paperina che le rammentava l'importanza storica di avere una donna alla Casa Bianca, in realtà noi sappiamo che, nel segreto dell'urna, il suo voto è andato a Donald Trump. Quell'uomo, per quanto non la convincesse del tutto, le è parso più vicino ai problemi reali della classe medio-bassa e anche degli agricoltori. Non ha dato credito agli scandali sessuali e neanche a quelli finanziari del tycoon: d'altronde tutti gli uomini sono un po' così: gran fanfaroni ma poi più fumo che arrosto. E quella Clinton, donna dell'establishment, non l'aveva mai convinta.
Ciccio non sapeva se andare a votare (pensando di lasciare una scheda bianca) o se restare in fattoria: la lunga fila dell'unico seggio di Quack Town lo ha inizialmente scoraggiato anche se poi si è messo in coda. Si è però addormentato in piedi e neanche i tentativi di risvegliarlo dei valligiani lo hanno smosso. Quando, dopo un interminabile sbadiglio, ha riaperto gli occhi, il seggio era già chiuso.
La sera delle elezioni Elvira è andata a letto presto, come suo solito: in piena notte gli spari provenienti dal Cucuzzolo del Misantropo (per festeggiare la vittoria di Trump, come abbiamo letto qualche post fa) l'hanno destata per poi riaddormentarsi sorridendo, dopo aver rassicurato un Ciccio spaventato: sapeva il significato di quel messaggio.