Secondo me l'imborghesimento' di Topolino è stato graduale:
dalla metà degli anni '40, quando i nipotini cominciarono ad essere più presenti e anche quando rimase solo Tip, la sua altalenante presenza di nipotino-figlio fu comunque una sorta di 'maturazione' per un Mickey diventato zio;
dalla metà degli anni '50, quando Gottfredson fu costretto a 'limitarlo' in strip quotidiane che non potevano che svolgersi fra casa e giardino, caminetto e tv (più o meno).
Precedentemente il giardinaggio o la radio (negli anni '30) erano un collante fra un'avventura e l'altra, con Mickey che tornava a casa alla fine di una storia per poi abbandonarla all'inizio della successiva.
Scarpa e altri autori italiani lo 'salvarono' dalla condanna alla strip quotidiana reimmergendolo in grandi avventure che, fra alti e bassi, proseguono tuttora. Sicuramente Topolino è cresciuto e maturato, non è più un giovane scavezzacollo come quello degli 'anni ruggenti'. Se si è 'imborghesito' è più che altro per ragioni anagrafiche: adesso è un trentenne che, nella realtà umana - ma solo in teoria - dovrebbe aver messo 'la testa a posto', allontanandosi dalle 'follie' dei vent'anni e pensando di 'metter su famiglia'. Nella realtà topesca è un adulto e uno zio con fidanzata e nipotini (tornati in coppia nelle storie italiane) che, pur non avendo in pratica dei veri nuovi obblighi od ostacoli rispetto a quando era ragazzo (Tip e Tap appaiono saltuariamente e non sono una presenza fissa come Qui Quo e Qua con Paperino), non ha più quella frenesia, quell'andrenalina che lo rendeva nervoso e intrattabile ogni volta che tornava a casa, tanto che la voleva subito lasciare (con buona pace di Minni che nei primi anni lo seguiva non di rado). Oggi, pur essendo sempre protagonista di nuove avventure, lo fa con una certa calma e rilassatezza, coinvolto suo malgrado. Non cerca più spasmodicamente l'avventura ma è questa a trovare lui che la vive comunque bene, con più maturità.
Tornando "in topic", direi che l'acquisita maturità presente avrebbe portato Topolino due anni fa a votare per Hillary Clinton, nonostante egli propenda più per i repubblicani (secondo me). La figura troppo estrema di Donald Trump gli avrebbe fatto cambiare 'sponda', mai troppo marcata, in ogni caso. Infatti, pur essendo storicamente cresciuto parallelamente al New Deal (ma da giovane non poteva votare e se avesse potuto lo avrebbe magari fatto 'democraticamente' per Franklin Delano Roosevelt), il raggiunto benessere degli anni '50 (quelli favolosi del boom con presidenza repubblicana di Eisenhower) lo potrebbe aver spinto verso quel senso di ordine e 'controllo' soprattutto nei confronti di 'nuovi nemici'
(i comunisti - interni e russi - subentrati ai nazisti tedeschi di dieci anni prima). Da allora la sua fede rep dovrebbe essere stata maggioritaria, per quanto nei casi di Kennedy e Obama (se non di Bill Clinton) potrebbe aver votato dem. Come nell'ultima occasione con Hillary Clinton, votata oltretutto da Minnie e Clarabella che non avrebbero mai perdonato a Mickey il 'tradimento' verso colei che sarebbe potuta essere la prima presidente donna d'America.