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Scarpa (d' intesa con Martina) attribuisce a Pippo il candore necessario per giustificare una reazione così manichea: una fedeltà verso l' amico che sfida l' etica e le convenzioni sociali.
Scarpa, solitamente così devoto ad un senso di giustizia interiore che si riversa nella società, sembra qui compiere uno strappo. Anteponendo al concetto universale di giustizia quello tutto carnale ed individuale di rapporto affettivo amicale.
In questa avventura, Martina e Scarpa hanno bisogno di soffiare sulla brace dell' ambiguità, del doppio registro, di maschera e volto.
E Pippo è la spalla ingenua (come poi Tapioco Sesto o Geronimo) che alimenta in Scarpa l' eterno dilemma del "doppio"... L' amico di Topolino è sfruttabile in modalità "on/off", come in un sistema binario che non ammette tentennamenti. È questa la grande forza di un character come Pippo, se ben valorizzato.
A Topolino invece, dotato di maggiore complessità, Scarpa riserva un ruolo di profonda ambiguità. Il character viene così usato in maniera più disturbante, in ossequio alle avventure disegnate da Gottfredson negli ultimi anni, tra cui la splendida 'Mickey's Dangerous Double'.
In tal senso è azzeccatissima l' osservazione di ML-IHJCM sulla mimica topesca...
Il tema della morte, spesso affrontato da Martina in termini anche più crudi (nella cornice fiabesca ad esempio di Biancaneve), è qui stemperato dalla personalità già forte di uno Scarpa agli esordi.
La morte, l' amicizia, il senso di giustizia: elementi di una ricca tessitura finemente intrecciati tra loro in questa splendida sceneggiatura.
Elementi che sembrano intimamente abbracciati alla sospensione dell' incredulità del lettore.
Dove sopravanza il bisogno di razionalità, gli altri elementi si ritraggono. Salvo poi riprendere vigore al successivo colpo di scena.
Come in un appassionato, vorticoso tango.