(pensate a topolino che ha attaccata a dosso un aria moraleggiante che lo rende uno dei personaggi più antipatici di tutte le pubblicazioni Disney)
Sai che ti attende il supplizio, vero?
C'è una profonda differenza tra
ciò che è logico e ciò che è giusto ciò che è morale e ciò che è moraleggiante. E Topolino può dare fastidio perché
non ci rispecchia, perché nel fare il bene, nell'essere onesto non si pone i dubbi di chi è tentato dall'essere disonesto. Siamo noi che dovremmo essere un po' più Topolino, non Topolino che dovrebbe essere un po' più debole. Come ha detto bene Casty, Topolino non è perfettino, così come Pippo non è scemo. Topolino è coraggioso, ha fiducia nell'onestà: e questa non è una prova di demenza, di lontananza dal mondo, ma al contrario è una delle cose lo rendono quasi unico (con Asterix e pochissimi altri...): la grandezza di Topolino è dinamica, non statica, nel senso che è una "possibilità", un "tendere verso", una speranza e una fiducia in un comportamento morale, appunto, e non moraleggiante. È facile riconoscersi in Paperino, molto meno essere all'altezza di Topolino e anche di Pippo.
Da cui l'errore di molte storie del presente e del passato (ma soprattutto del presente), cioè di costruirsi sullo scontato: Paperino è simpatico di per sé, quindi è inutile scervellarsi chissà quanto per costruire trame comiche, ragionate, alla Barosso/Cimino, oppure le grandiose avventure di Carl Barks; e Topolino è perfetto così, in maniera statica, e quindi può solo servire come "testimone degli eventi", magari per risolvere un giallo, per riportare pedissequamente i sempiterni gioielli alla sempiterna contessa (figura peraltro spesso socialmente dannosa
). Questi ragionamenti sono clamorosamente errati, e marcano la differenza tra storia degna di essere ricordata e storia "trasparente alla memoria e al gusto", per così esprimersi.
Mi verrebbe da dire che la moralità di Topolino (che
non sta nell'essere fedele a Minni, visto che di cose del genere si va parlando, ché a noi ce ne può importare poco, ma in atti nobili come quelli che sono alla base di tante belle storie di Walsh, Scarpa, Casty e, ebbene sì, Martina) è solo la
base imprescindibile del personaggio, su cui devono essere costruite altre cose, trame avvincenti, strutture superiori, etc. etc.