elementi di analisi ce ne sono parecchi
Appare evidente anche agli occhi dell'ingenuo neofita come la simbologia esoterica del
monolite che sovrasta Paperopoli, veicoli ormai da decenni l’intenzione di
potere e la volontà di
potenza del vecchio plutocrate che lo abita. Il pregnante simbolo del dollaro intende significare solo a un primo sguardo letterale, quello appunto di un Bassotto o di consimile canaglia, la natura del contenuto, andando piuttosto a richiamare nelle due rette parallele la dimensione morale del
tougher than the toughies, due linee appunto senza possibile intersezione, alto messaggio del papero che non scende mai a compromessi; una sovrastante interpretazione allegorica rivela poi all’occhio curioso non tanto la natura transitoria e quindi superabile delle Colonne d’Ercole (per quanto il giovane Paperone ebbe a superare il
nec plus ultra e a lasciare il vecchio mondo per quello nuovo) quanto la natura dei McDuck e degli O’Drake uniti nella grande
S di Scrooge. Sara’ poi solamente l'iniziato ai più riposti misteri a saper leggere in quel simbolo anagogicamente la natura plutocratica che intende reggere i destini del mondo, il dollaro simbolo della ricchezza che si sublima in quell’occhio onniveggente, occhio di Sauron, fine e ragione ultima dell’onnipotente magnate.
E comprendiamo cosi perché quella cornice azzurra che richiama l’ampiezza del cielo ma anche il circolo conchiuso del fiume Oceano, ne contenga una seconda, sempre su una base quadrata e schiacciata ai lati (
et finalement montrer que le côté occulte de la Nature n'a jamais été considéré par la Science de la civilisation moderne) che porta immediatamente alla mente la
nigredo, o
opera al nero, la materia (e dunque lo spirito!
We are such stuff as dreams are made on, and our little life is rounded with a sleep ma anche
the world is filled with hidden secrets, but to find them you must respect the ancient truths" ) putrefacendosi si aliena da se stesso in attesa della
rubedo, inscritta in un cerchio perfetto, lo stadio in cui il papero supera se stesso in una nuova natura:
I made it square! (
and then round..).
Va infine considerato come la facciata principale si adorni dei tre colori primari (e della negazione di essi) a significazione dello spettro della luce e della sua assenza, un'alternanza di
yin e
yang finalmente
a colori (e che cosa ne avrebbe fatto Sugerio, abate di Saint-Denis, fondata da Dagoberto I, il medesimo nome con cui Scrooge e' conosciuto nei paesi del nord, che cosa ne avrebbe fatto, dicevo, di tali miracolose consonanze di affetti fra la fisica e la metafisica infatti
quo tota sacratissimarum vitrearum luce mirabili et continua interiorem perlustrante pulchritudinem eniteret ma anche
sacratissimos cineres eorum pretiosiori qua possemus materia, videlicet auro obrizo, jacinthorum, et smaragdinum, et aliarum gemmarum copia operai pretium.)
Si prenda l’occhio centrale, se ne osservino la curva arcuata e imperiosa quasi come una lunetta del Tempio di Hiram, se ne assorbano le nervature: spezzando in due la linea della base e considerando tutti gli elementi compreso l’arco si otterranno esattamente 13 segmenti, numero quanto altri mai di primaria importanza, 13 le prime colonie americane, 13 i commensali dell'ultima cena, e ancora tredicesimo l’arcano maggiore della morte nei tarocchi marsigliesi e non si dimentichi infine come il 13 ritorni ravvivato nella targa dell’auto del nipote, di come proprio il 13 giugno si sia aperta la mostra su “I segreti del deposito” e di come su Uncle Scrooge n.13 si narrasse della
catabasi di Paperone nello
Sheol e delle convergenti teorie sulla
terra cava.
Ma tutto il deposito e’ un libro squadernato di rimandi, di simboli e di sezioni auree (
tout se tient!) sfinge misteriosa solo agli occhi di colui che non sa leggere, si prenda ancora il numero 13 e lo si moltiplichi per i piedi della profondità del deposito, 99 (altro numero magico, 99 i nomi di Allah e gli ombrelli d’oro del principe di Birmania) e si otterrà la fatidica data del 1287, anno in cui Edoardo I d’Inghilterra espulse gli ebrei dal ducato di Guascogna gettando le basi per l’
Edict of Expulsion promulgato nel 1290, atto con il quale insieme con i tesori dei cacciati anche i loro grandi segreti finirono nelle mani del sovrano; si aggiunga ora al 1287 il numero 30 (l’approssimazione nel sistema metrico dei piedi di profondità del deposito) e si otterrà il 1317, altra data funesta e insieme fulgida per tutti gli adepti delle secrete cose, Giovanni XXII (
caorsini e guaschi, si notino le coincidenze non certo casuali!) promulga la
Spondent Pariter (
Alkimiae hic prohibentur, et puniuntur facientes et fieri procurantes: quoniam tantum de vero auro et argento debent inferre in publicum, ut pauperibus erogetur quantum de falso et adulterino posuerunt.) intesa a eliminare la
mala pianta dell’alchimia dalle candide terre della cristianità. Ci vorranno 638 anni (altra teoria di splendidi numeri cari al magnate, nella lingua mandarina si leggono appunto come
liu san ba, augurio e insieme proposito di grande ricchezza, ma anche anno zero del calendario birmano e data della conquista di Edimburgo da parte di re Oswald) perché la pietra filosofale ritorni finalmente nelle mani di un eletto.