Ho trovato estremamente curiose le distanze riportate sulle pietre miliari nella storia enciclopedica. La prima indicazione è dal professor Oco interpretata in 633 leghe, le quali si riveleranno però ridursi a 6,33 leghe per la presenza, inizialmente sfuggita, di una virgola. È difficile risalire ai presupposti matematici che hanno spinto i Ciclopedisti ad adottare tale sistema di misura, la base non è la sessagesimale sumerica e 6,33 leghe romane corrisponderebbero a circa 14km (dove però se si trattasse di leghe inglesi ci troveremmo a dover percorrere più di 30 km). La seconda indicazione riporta 2,12 leghe, laddove i nostri avessero già percorso i due terzi del cammino rispetto al primo segnale, troveremmo leggermente più sensato, per quanto il numero risulti comunque bizzarro, un 2,11 leghe, ovvero un terzo delle 6,33 leghe precedentemente citate, soluzione che garantirebbe un minimo di parvenza armonica e di scansione ritmica al peculiare sistema di misura ciclopedico (che non vi sia errore di traduzione è garantito dal fatto che il primo e l'ultimo dei glifi ciclopedici sono uguali, considerazione che ci permette di escludere che l'ultimo possa essere un 1). In leghe romane 2,12 corrispondono a circa 4,7 km, una camminata non certo brevissima sotto il sole del deserto, ma comunque non impossibile.