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Ma che centrano le motivazioni, adesso? E' ovvio che questa cosa si fa per soldi

Certo che è ovvio, ma mi sembra si cerchi di farlo passare come qualcos'altro, facendo ipotesi sulla volontà di tizio e di caio e dicendo "che si vuole soddisfare il desiderio di nuove storie".
Io (forse sbagliandomi, non so) vedo un quadro diverso della situazione: la iconix decide di far fruttare il brand (inorridite pure, ma si dice così ormai ) peanuts e ne compra i diritti insieme agli eredi. Schulz è morto e non ha possibilità di far valere la sua volontà (qualunque fosse, è bene specificarlo).
Operazione esclusivamente commerciale, il "desiderio piuttosto universale di storie nuove" è solo la garanzia che quasi sicuramente non sarà un flop, perchè comunque le nuove storie verranno acquistate dai lettori e poi c'è tutto il "contorno", la iconix lo dice chiaramente, "Iconix Brand Group, in a joint venture with Charles M. Schulz Creative Associates has formed Peanuts Worldwide, a new home to the global PEANUTS property and a wide range of other brands including Dilbert and Fancy Nancy"

Volontà che, guarda caso, è magicamente cambiata appena sono entrati in possesso dei diritti, come se non si sapesse come vanno le cose al mondo... :
E dai, vogliono sfruttare charlie brown & c. per farci un sacco di soldi, qual è il problema ad ammetterlo (iconix non è una casa editrice o una fabbrica di articoli di cancelleria, è una società di gestione di marchi, penso che la cosa dica tutto)? Poi se il risultato sarà buono si vedrà, ma le motivazioni di questa operazione quali altre possono essere?

Mi trovo sostanzialmente d'accordo con quanto scritto da piccolobush.

A voler trovare un'esimente a tutti i costi per i parenti, si potrebbe pensare che le nuove storie non siano poi così diverse da quelle di Schulz ( come magari temono molti  di noi) e che non snaturino l'universo Peanuts, di conseguenza, presi da gaudio insprimibile per la qualità dell'opera ( eper i loro conti in banca anche ), abbiano dato l'ok alla cosa.

Io certamente vorrò leggere qualcosa di queste pubblicazioni, e solo dopo potrò emettere la sentenza definitiva.

chiaro che questi stanno lì per far soldi... e proprio per questo non mi convince la scelta di metter mano a nuovi fumetti che 1) notoriamente non sono granchè redditizi e 2) potrebbero, se fatti male, infangare il mito e certamente non accrescerlo

per incrementare il grano che si concentrino sul merchandising... di strisce ce ne sono a sufficienza (direi) del buon vecchio Sparky

Onestamente il fandom ha creato delle chicche davvero incredibili con i Peanuts

Da Weapon Brown




A tante versioni "modernizzate" dei personaggi, come questa
http://eugenewoodbury.blogspot.com/2008/12/peanuts-as-manga-characters.html




Trovo che nuove storie siano fattibilissime, usando però i characters per le loro caratteristiche di base, non per lo stile grafico, e nemmeno per il ritmo narrativo di Schulz

mhhhh... e improvvisamente la scelta di Bill Watterson di tenere i suoi "Calvin and Hobbes" confinati nella sua (e unicamente sua) striscia mi sembra acquisire sempre maggior senso  :

Proseguendo nella lettura del volume sugli anni '60 e giunto per l'esattezza al 1964, ecco che mi ritrovo il lettering delle strisce modificato (in peggio secondo me) rispetto a tutte le strisce precedenti. E' più grande, più scuro e meno ordinato. Con grande fastidio nella modulazione della voce dei personaggi, giacchè quello che per quasi mille pagine è stato il carattere proprio delle grida o comunque della "voce alta" ora è l'ordinario.

@Paperinika (mia abituale interlocutrice di raffronto ): tu che ne pensi?

@Paperinika (mia abituale interlocutrice di raffronto ): tu che ne pensi?

Che i miei occhi faranno meno fatica a seguire Charles & co.

Scherzi a parte, il lettering più marcato non mi da fastidio, anzi, trovo che sia più comodo... alla fine i toni "alti" sono comunque rimarcabili.

Onestamente il fandom ha creato delle chicche davvero incredibili con i Peanuts

 

Riesumo questo topic per poter dire che adoro i peanuts  

Ogni striscia di Charlie Brown e co. è un piccolo capolavoro, dove la comicità è dosata sapientemente e unita a piccoli momenti di grande profondità....

Nel lontano 1965, sulle pagine del primo numero della rivista "LINUS" venne pubblicato lo scambio di idee fra del Buono, Vittorini e Eco (propio tre persone a caso...!!!) riguardo le strisce di Schultz. Il fumetto veniva efficacemente paragonato ad un componimento musicale fatto di invariabili e variabili. Un'opera colossale, poetica e... tragica. I Peanuts sono fumetti realistici in cui è facile identificarsi coi personaggi. Cito le parole di del Buono:
"(...) Altro che comico, era tragico, una tragedia continua. Ed ecco che finalmente iniziavo a ridere. Un fumetto come diagnosi, prognosi ed esorcismo."

Il numero 0 esce negli USA ad ottobre, dunque manca poco (il numero 1 uscirà a gennaio).

Appena visionato il numero 0. Due storielle nuove, quattro domenicali di Schulz, un'anteprima del volume Happiness is a Warm Blanket; l'impressione è che le basi dell'impresa siano i cartoons dei Peanuts più che le strisce. Sufficienza stiracchiata.

http://www.amazon.it/Happiness-Blanket-Charlie-Brown-Peanuts/dp/1608866815/ref=sr_1_1?s=english-books&ie=UTF8&qid=1321611726&sr=1-1

è questo?

Che tristezza, ci mancavano i Peanuts tarocchi...

Magari ne uscirà anche qualcosa di quasi decente, ma i Peanuts erano (sono) Charles Schultz, nuove strisce (anzi, "graphic novels"   ) non hanno nessun senso.

Inutile dire che per me Charlie Brown & Co. rimarranno fermi al 13 febbraio 2000.

Intanto è uscito oggi il volumone delle domenicali degli anni 80 della Dalai.

Intanto è uscito oggi il volumone delle domenicali degli anni 80 della Dalai.

puoi postare qualche foto?