Si tratta certamente di una delle mie storie preferite dedicate a Topolino. Non è un capolavoro assoluto; forse non è neanche un capolavoro nel senso pieno del termine ma, ha dalla sua, il fatto che è certamente la più orrorifica di tutte le storie dedicate a Topolino ed è anche la più gialla se, per giallo, intendiamo un racconto dove il mistero dell'individuazione del colpevole si accompagna ad uno o più morti assassinati.
Tutto questa atmosfera per uno come me, da sempre amante del giallo e anche dell'orrore a dosi accettabili, fece sì che, quando la lessi agli inizi degli anni 70 nella sua seconda ristampa su Albo d'oro del 1953, abbia provato per lei da subito un profondo affetto e stupore, riscontrando nella sua atmosfera un qualcosa che andava ben oltre ad ogni aspettativa che potevo avere nei confronti dei canovacci topoliniani.
Segue una fase centrale umoristica, di cui ho apprezzato particolarmente il poliziotto (copia sputata di Jasper da "I topi d'albergo") si traveste da donna con tanto di rossetto lasciando però intatti i baffi.
Quello che tu scrivi è indubbiamente vero. Sta di fatto però che, nelle ristampe successive italiane, almeno fino al Topolino d'oro n. 33 del 1974, in Italia, questo ispettore era chiamato Manetta. In effetti qualche rassomiglianza ci può essere - se penso poi a come lo disegnò per la prima volta Pier Lorenzo De Vita in
Eta Beta e il comando marziano, lì sì era veramente un altro personaggio col nome di Manetta - ma da almeno un quarto di secolo gli è stata ridata la sua vera personalità
Vorrei soffermarmi a questo punto su quanto grandiosamente viene tratteggiato Orazio. All'inizio vuole commettere un'azione un po' scorretta, ovverosia "rubare" a Topolino delle esche per la pesca. Dopo lo critica aspramente per aver turbato il quartiere tramite la casa. Quando tuttavia l'amico viene arrestato, commenta sdegnosamente "Non credo che Topolino abbia fatto niente di criminale" (atteggiamento ben diverso da quello della più volubile Clarabella). Un personaggio quindi non buonista e non sempre ben disposto nei confronti dei suoi cari, tuttavia incrollabile nel suo ideale di amicizia.
Sinceramente mi sembra un po' esagerato dire vuole "rubare" delle esche per la pesca; in realtà egli vuole entrare nel terreno libero da edifici dell'amico per procurarsi, dalla terra, dei lombrichi per andare a pesca, cosa che, visto i rapporti di amicizia con Topolino, può essere considerata come una normale routine.
Piuttosto è invece interessante domandarsi che tipo di amico sia Orazio e, in definitiva, perché Pippo lo abbia surclassato nelle preferenze di Topolino.
Già in altro momento ho messo in rilievo come dopo
Topolino e il tesoro di Clarabella, il personaggio abbia poi sempre svolto solo delle funzioni di comparsa nelle storie delle strisce. Questa fu una scelta, ovviamente, degli autori ma, se noi volessimo dare una spiegazione psicologica dell'allontanamento di Topolino da Orazio e del suo avvicinarsi sempre più a Pippo, penso che dobbiamo individuarlo in un motivo legato alle cosiddette"
affinità elettive". Orazio, fin dalla sua prima comparsa del 3 aprile 1930, in
Topolino nella valle infernale, riesce a fare a piangere Minnie e, Topolino lo definisce un guastafeste. L'atteggiamento che attraversa il comportamento del Cavallo, sarà sempre ambivalente nei confronti degli amici, da un lato un'amicizia sostanzialmente sincera e indiscutibile che però è accompagnata da un sarcasmo un po' "cattivo", che lo porta spesso ad un atteggiamento critico fino ad arrivare, come in questo racconto, a vederlo schierato prima contro Topolino poi, in seguito, a difenderlo.
Ma interessantissima, per capirne l'ambivalenza psicologica, è poi la parte che Orazio fa in
Topolino e la banda dei piombatori, quando ad un Topolino in cerca di lavoro nasconde il fatto di cercare un commesso per il suo negozio e, poi in seguito, una volta che Topolino scopre la cosa, come egli, con estremo imbarazzo, cerchi di giustificare questo suo atteggiamento con lo scarso stipendio. In realtà quello che, sotto sotto si intuisce è che lui lì, nel suo negozio, Topolino non lo vuole.
Murry qui è al suo meglio: inizialmente le sue strisce mi parevano addirittura opera di Gottfredson. I disegni di Moores paiono scatti (mentre in realtà sono più che distinti) non a causa di intrinseca bassa qualità ma del confronto con gli altri. Gli contesto soltanto l'aver modificato i ritratti del prozio e della ragazza, i quali dovrebbe restare identici, data la loro natura.
In realtà, in effetti, all'inizio i disegni sono opera di Gottredson e, dunque, avevi visto bene.
La distribuzione dei disegni a matita di questa storia sono molto più complessi e, per questo si vedono le differenze varie di stile: penso in particolare all'Orazio di Murry rispetto a quello di Gottfredson. Mentre invece la differenza dei ritratti si deve invece imputare allo stesso Gottfredson, in quanto è lui che disegna la striscia del 19 dicembre dove vengono riproposti.
La scaletta dovrebbe essere la seguente:
dal 3 novembre al 2 dicembre 1944: Gottredson
dal 4 dicembre al 9 dicembre 1944: Gottfredson con Murry
dal' 11 dicembre al 15 dicembre 1944: Murry
16 dicembre 1644: Gottredson con Murry
dal 18 dicembre al 23 dicembre 1944: Gottfredson
dal 25 dicembre al 30 dicembre 1944: Waiss
dall'1 gennaio all'8 gennaio 1945: Gottfredson
dal 9 gennaio al 12 gennaio 1945: Moores
dal 13 gennaio al 17 gennaio 1945: Waiss
dal 18 gennaio al 27 gennaio 1945: Moores
Mi resta però un dubbio: è normale che una casa sia spostata in quel modo?
Trattandosi di una casa in parte in legno e in parte in muratura dubito che sia possibile ma ... questo giudizio lo lascio a chi ne sa più di me. Comunque anche se fosse una bizzarria, nelle varie storie Disney ce ne sono a iosa e dunque, non mi formalizzerei affatto su questo particolare.
Interessante è invece vedere come quest'idea sarà poi ripresa da Guido Martina nella storia
Topolino e l'anno di un solo giorno, quando Pippo e Topolino per fuggire al rumore dei picconi di Paperone e Paperino che scavano anche di notte nel giardino che fu di Pippo perché lui lo ha regalato al ricco papero che è convinto che lì ci sia un tesoro, mettono le ruote alla casa e partono per una vacanza in Florida