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Vittorio Giardino (Max Fridman, Jonas Fink e gli altri)

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    Re: Max Fridman
    Risposta #15: Lunedì 26 Dic 2011, 13:19:50
    Un Natale "fumettoso" per me. A parte l'autoregalo che mi sono fatto (vedi topic su "Little Nemo"), ho ricevuto in dono anche la bellissima edizione integrale di [size=14]No Pasaràn[/size].

    Posto dunque qualche impressione e qualche notizia sulla pubblicazione, per V che era interessato, ma anche per tutti gli altri...

    Copertina cartonata molto elegante, 6 pagine introduttive con prefazione di tal Pepe Gàlvez, e introduzione di Giardino; a seguire le tre parti della storia, e da pag 183 a 219: appendice - episodi extra - -documenti - brevi cenni storici e bibliografia. In tutte queste pagine, schizzi e disegni preparatori dell'autore (del Maestro, sarebbe meglio dire).

    Non so come sarà la storia, ma mi sento già di consigliarvi l'acquisto!!
    "Sempre, tra le tante sofferenze che attendono il giudice giusto, vi è anche quella di sentirsi accusare, quando non è disposto a servire una fazione, di essere al servizio della fazione contraria."

    Piero Calamandrei - "Elogio de

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      Re: Max Fridman
      Risposta #16: Lunedì 26 Dic 2011, 15:11:56
      Non so come sarà la storia, ma mi sento già di consigliarvi l'acquisto!!
      Idem, a me non l'ha regalata nessuno e me la son dovuta comprare, ma si tratta davvero di una bella edizione che vale i soldi che costa: 224 pagine, cartonato, con tutti gli extra illustrati da unchienandalou. Pepe galvez è uno scrittore e politico spagnolo anche autore di fumetti, che tra l'altro ha vinto diversi premi proprio con un fumetto ambientato durante la dittatura franchista

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        Re: Max Fridman
        Risposta #17: Sabato 28 Gen 2012, 13:36:03
        Vittorio Giardino a Torino: http://www.afnews.info/wordpress/2012/01/incontra-vittorio-giardino-a-torino/

        Peccato che si paghi 30€, in ogni caso non ci sono.

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          Re: Max Fridman
          Risposta #18: Lunedì 3 Mar 2014, 19:32:38
          Letto No Pasaran!. Bellissima opera, che prosegue sulla falsariga delle prime due avventure di Max Friedman; ottimi i primi due capitoli, mi è piaciuto invece meno l'ultima parte, forse anche a causa del fatto che la spy story non sia così travolgente. Da avere, comunque.

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            Re: Max Fridman e Vittorio Giardino
            Risposta #19: Giovedì 12 Feb 2015, 15:07:50
            Ho finalmente scritto qualcosa su questo grande autore che dovrebbe essere ben più noto e letto.

            http://www.tempi.it/blog/fumetto-max-fridman-lantieroe-di-vittorio-giardino#.VNyypOaG8k0

            In attesa del terzo volume su Jonas Fink...

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            cianfa88
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              Re: Vittorio Giardino (Max Fridman, Jonas Fink e gli altri)
              Risposta #20: Mercoledì 22 Feb 2017, 01:06:25
              Nel frattempo è uscito qualche mese fa anche un integrale di Sam Pezzo...che dire, consigliatissimo!

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                Re:Vittorio Giardino (Max Fridman, Jonas Fink e gli altri)
                Risposta #21: Sabato 28 Dic 2019, 13:15:45
                In mancanza di un topic per commentare le interviste, approfitto di questo spazio per ringraziare i due volentierosi che ci hanno regalato la bellissima chiacchierata con Vittorio Giardino leggibile qui O0

                https://www.papersera.net/wp/2019/12/23/intervista-a-vittorio-giardino/
                « L'UNICA DIFFERENZA FRA LA FOTOCAMERA E NOI
                È CHE LA FOTOCAMERA, QUESTA STUPIDA, NON SBAGLIA MAI,
                MENTRE NOI SBAGLIAMO IN CONTINUAZIONE, IN OGNI DISEGNO.
                ED È QUESTO CHE CREA LA MAGIA!
                »

                J. Giraud

                  Re:Vittorio Giardino (Max Fridman, Jonas Fink e gli altri)
                  Risposta #22: Sabato 28 Dic 2019, 16:23:40
                  Mi unisco al commento elogiativo del buon Solomon !
                  Io sono un cattivo... e questo è bello! Io non sarò mai un buono e questo non è brutto! Io non vorrei essere nessun altro... a parte me.

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                  Vincenzo
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                    Re:Vittorio Giardino (Max Fridman, Jonas Fink e gli altri)
                    Risposta #23: Sabato 28 Dic 2019, 16:44:08
                    E io mi unisco a voi, splendido lavoro.
                    If you can dream it, you can do it.

                      Re:Vittorio Giardino (Max Fridman, Jonas Fink e gli altri)
                      Risposta #24: Domenica 29 Dic 2019, 10:00:08
                      Molto spesso, in cerca di nuovi orizzonti fumettistici, sono solito sfogliare tutte le 16 pagine di questa sezione "Non solo Disney".
                      L'occhio ovviamente si ferma su quegli argomenti che, in quel preciso momento, destano la mia curiosità.
                      Ma ad ogni nuova visita scopro altri topic che prima avevo tralasciato e che poi mi balzano improvvisamente agli occhi. Magari perché incuriosito da commenti di altri utenti, magari perché scopro nuovi generi che potrebbero interessarmi e cosi' via....
                      Grazie all'intervista fatta a Vittorio Giardino ho cominciato a cercare notizie, materiale e commenti di questo grande autore italiano. E con somma sorpresa ho scoperto che, a parte i pochi commenti contenuti sulle due pagine di questo topic, non ci sono altre sezioni, approfondimenti o discussioni in merito.
                      Nessun topic dedicato ai suoi personaggi maggiori (Sam Pezzo, Max Friedman, Jonas Fink), nessun topic dedicato alle varie edizioni pubblicate (con confronti tra le migliori o le più complete, ecc).
                      Insomma diciamo che ognuno di noi, magari in modo indiretto, ha partecipato alla brutta abitudine di trascurare uno dei Maestri del fumetto Italiano e anche mondiale.....
                      Io sono un cattivo... e questo è bello! Io non sarò mai un buono e questo non è brutto! Io non vorrei essere nessun altro... a parte me.

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                        Re:Vittorio Giardino (Max Fridman, Jonas Fink e gli altri)
                        Risposta #25: Martedì 31 Dic 2019, 11:39:26
                        Accolgo la richiesta di luciochef, e con piacere fornisco qualche panoramica sull'opera di Vittorio Giardino. Si tratta di uno dei miei autori italiani prediletti, quindi ho scritto già molto in passato su di lui in vari forum/blog. Il testo di seguito (così come lo saranno i prossimi) è parzialmente rielaborato a partire da vecchi miei interventi.

                        L'opera di Vittorio Giardino non è quantitativamente enorme. L'autore inizia piuttosto tardi - attorno ai 30 anni - ad esercitare l'attività di fumettista, dopo aver lavorato qualche anno come ingegnere. La scelta di abbandonare una carriera sicura, anzi, sicurissima, come quella che aveva intrapreso, per lanciarsi in un'avventura alla cieca - concorderemo -, lo rende già molto simpatico ;D

                        La produzione di Giardino si divide in due categorie, i fumetti e le illustrazioni. Nel primo campo, a loro volta, troviamo alcune serie lunghe, e storie brevi.
                        Benché siano naturalmente molto piacevoli, sono anzitutto un lettore di fumetti, e non colleziono illustrazioni (né di Giardino né di altri autori), se non in maniera saltuaria e casuale. Quindi non ho le competenze per parlare di questo ambito.
                        _____________________________

                        Gli esordi di Giardino sono, alla fine degli anni '70, sul supplemento a fumetti del quotidiano comunista La città futura, voluto fortemente da Luigi Bernardi. Morto pochi anni fa, Bernardi è stato sceneggiatore di fumetti, autore di romanzi, giornalista, ma soprattutto grande talent scout: scoprì non solo Giardino, ma anche altri artisti oggi affermati come Daniele Panebarco e Giorgio Carpinteri, e contribuì in maniera decisiva a lanciare la fortuna critica di Magnus. Infaticabile promotore del Fumetto, fu tra l'altro fra i primissimi a intuire l'appeal e di conseguenza a proporre in Italia i manga giapponesi (con la sua casa editrice Granata Press, negli anni '90). Una brava persona, che ha fatto molto per questo medium. Giardino lo ricorda affettuosamente qui.

                        I racconti per il supplemento di Bernardi sono pochi e brevissimi, realizzati con un curioso stile a mezzatinta e dalle anatomie piuttosto grottesche, lontanissimo dalla ligne claire che il fumettista sfoggia oggi. Sono stati ristampati per la prima volta appena qualche mese fa dalle Edizioni Di, in occasione del Lucca Comics di quest'anno, in un volume intitolato Storie da dimenticare. Le difficoltà che all'epoca le macchine a stampa incontravano nel riprodurre la tecnica convinsero l'autore ad abbandonarla, e ad adottare la linea chiara che, appunto, lo ha reso celebre.
                        Oltre alle Storie da dimenticare, Giardino ha realizzato con questo stile anche un'altra (ultima) opera, leggermente più lunga (una ventina di tavole), la kafkiana La pratica AB. Venne presentata in un volume collettivo, edito dall'allora casa editrice di Bernardi, L'Isola Trovata, e intitolato Indagini nell'Altroquando. L'obiettivo era precisamente di fornire un palcoscenico ai più meritevoli fra gli esordienti lanciati dal supplemento della Città futura (nell'indice, anche Panebarco e Carpinteri). La pratica AB non è inclusa in Storie da dimenticare, ed è ancora esclusivamente leggibile nell'Indagini (reperibile con discreta facilità nell'usato).
                        Ovviamente non sono l'ideale per avvicinarsi all'autore, ma vale comunque la pena di recuperare queste poche storie, ancora oggi: contenevano già alcuni semi di lavori successivi e, soprattutto, si leggono con gran piacere, perché sono scritte molto bene.
                        Spoiler: mostra
                        Storie da dimenticare: Pax Romana



                        La pratica AB




                        Storie da dimenticare

                        - Pax Romana
                        - Da territori sconosciuti
                        - Ritorno felice
                        - La Predella di Urbino
                        - Encomiendero
                        - Un cattivo affare
                        _____________________________ _____

                        Lo stacco avviene con la sua prima, grande serie, Sam Pezzo. Nato dalle ceneri di un altro personaggio, Andsland (è appunto realizzando la storia d'esordio di questi, ancora a mezzatinta, che Giardino decide di fare inversione a U; non la completerà mai, ed è tuttora inedita), l'investigatore privato Sam Pezzo è un omaggio ai grandi protagonisti dell'hard-boiled americano, come il Marlowe di Chandler. E non solo americano: in Italia, all'epoca, l'inevitabile confronto era con Alack Sinner, il capolavoro fumettistico della coppia di argentini esuli Munoz & Sampayo.
                        Le cose che rendono affascinante scorrere le 11 storie di Sam Pezzo sono l'evoluzione impressionante di Giardino (le prime presentano personaggi piuttosto caricaturali: saranno abbandonati in fretta, raggiungendo una sintesi straordinaria), e l'ambientazione magnificamente resa. La novità di Sam Pezzo stava (e per certi versi sta) nello scenario: se l'Italia è uno dei maggiori panorami fumettistici mondiali, per una sorta di sudditanza culturale ancora oggi sono - è paradossale - relativamente pochi i fumetti ambientati nel nostro Paese ("colpa" imputabile in primis proprio al principale fra gli editori nostrani, Bonelli, che inevitabilmente fa tendenza). Giardino sceglie invece per  Sam Pezzo la sua Bologna, con i riconoscibilissimi portici e i suggestivi scorci. Un amico emiliano appassionato di fumetto disse di essersi interessato alla serie, all'epoca, dopo aver visto in una tavola casa sua! La capacità di rendere superbamente le atmosfere è ciò che contraddistingue e rende inimitabile l'arte di Giardino, ancor prima degli intrecci (spesso molto classici, e senza grandi sorprese) e degli stessi disegni.
                        Spoiler: mostra
                        Andlsand



                        A proposito di portici bolognesi



                        Di cosa parlavo quando parlavo di atmosfera


                        La miglior maniera per recuperare le storie di Sam Pezzo è cercando nell'usato il volume integrale edito da Comic Art negli anni Ottanta.
                        Esiste un'edizione in commercio, di Rizzoli Lizard (l'editore che attualmente detiene i diritti di pubblicazione Giardino in Italia): molto buona - sarebbe ingiusto dire altrimenti -, ma dal formato piccolino e dai contenuti bonus non particolarmente allettanti. Il Comic Art - con una bellissima e molto lunga introduzione di Bernardi: a dieci anni di distanza dagli esordi, l'uomo che scoprì Giardino firmava un pezzo di critica fumettistica eccezionale - rimane ancora lo stato dell'arte.
                         


                        Sam Pezzo

                        - Piombo di mancia
                        - Nessuno ti rimpiangerà
                        - Risveglio amaro
                        - La trappola
                        - Merry Christmas
                        - L'ultimo colpo
                        - Trilogia di Shit City
                        --- Il debito
                        --- Pugnali gialli
                        --- L'incastro cinese
                        - Juke Box
                        - Night Fire

                        Con la breve Night Fire, uscita nel luglio dell'83, Giardino decide di non aver più nient'altro da dire sul personaggio, e ne chiude la carriera.
                        In realtà di Sam Pezzo esiste una dodicesima, brevissima storia (due tavole appena), Il caso Rashid, uscita ben 33 anni dopo Night Fire: è stata pubblicata nell'inverno del 2016 su La Lettura, e finora non è mai stata ristampata in volume.
                        « Ultima modifica: Lunedì 18 Mag 2020, 11:13:50 da Solomon Cranach »
                        « L'UNICA DIFFERENZA FRA LA FOTOCAMERA E NOI
                        È CHE LA FOTOCAMERA, QUESTA STUPIDA, NON SBAGLIA MAI,
                        MENTRE NOI SBAGLIAMO IN CONTINUAZIONE, IN OGNI DISEGNO.
                        ED È QUESTO CHE CREA LA MAGIA!
                        »

                        J. Giraud

                          Re:Vittorio Giardino (Max Fridman, Jonas Fink e gli altri)
                          Risposta #26: Mercoledì 1 Gen 2020, 02:35:38
                          Grazie Solomon da parte mia (ma credo di poter parlare a nome di tanti...).
                          Sapevo di poter contare su di te  :)
                          Io sono un cattivo... e questo è bello! Io non sarò mai un buono e questo non è brutto! Io non vorrei essere nessun altro... a parte me.

                            Re:Vittorio Giardino (Max Fridman, Jonas Fink e gli altri)
                            Risposta #27: Martedì 3 Mar 2020, 16:24:43
                            Solomon mi/ci hai abbandonato  :'( ?
                            Aspettiamo la seconda "puntata"  :D
                            Io sono un cattivo... e questo è bello! Io non sarò mai un buono e questo non è brutto! Io non vorrei essere nessun altro... a parte me.

                              Re:Vittorio Giardino (Max Fridman, Jonas Fink e gli altri)
                              Risposta #28: Lunedì 16 Mar 2020, 15:08:33
                              Solomon mi/ci hai abbandonato  :'( ?
                              Aspettiamo la seconda "puntata"  :D

                              Anch'io la aspetto con piacere. Forza Solomon :)

                              *

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                                Re:Vittorio Giardino (Max Fridman, Jonas Fink e gli altri)
                                Risposta #29: Lunedì 11 Mag 2020, 15:43:24
                                Dopo aver incontrato luciochef in un'altra sede, mi è venuto in mente che non avevo più proseguito nell'analisi dell'opera di Giardino - abbiate pazienza -, e quindi torno sull'argomento.

                                Per i tipi dell'Isola Trovata (all'epoca già rilevata da Sergio Bonelli, grande amico del fondatore Luigi Bernardi), nel giugno del 1982 uscì il primo numero di Orient Express, assieme a linus prima maniera e ad alter alter (pubblicate da Milano Libri) la più importante rivista per lettori "maturi" della storia del Fumetto italiano (ancorché dalla breve vita: uscirono trenta numeri in tre anni). Con la sua creazione, l'obiettivo di Bernardi era di dimostrare che esistevano - in un'epoca in cui non era ancora nata la moda del """graphic novel""" - grandi e soprattutto giovani autori italiani anche al di fuori del circuito produttivo seriale tipico di Disney e di Bonelli da una parte, e del circolino ristretto ed elitario di Milano Libri dall'altra, in grado di rivaleggiare con i francesi in storie di ampio respiro.
                                La scuderia comprendeva i talenti scoperti da Bernardi: Giardino e Panebarco in primis, lanciati da La città futura (vedete il precedente post), e recenti aggiunte come Franco Saudelli, Massimo Rotundo (entrambi oggi in Bonelli) e Paolo Eleuteri Serpieri (il creatore dell'erotico/fantascientifico Druuna). Non solo, vi erano anche autori già affermati, e che avevano solo bisogno di un palcoscenico: Magnus (per Orient Express realizzò il capolavoro L'uomo che uccise Ernesto "Che" Guevara), Attilio Micheluzzi (col divertentissimo Air Mail), Giancarlo Berardi & Ivo Milazzo (che diedero nuova linfa a Ken Parker, dopo che Bonelli ne chiuse il mensile), Renato Queirolo & Anna Brandoli (con la suggestiva saga medievale di Rebecca, seguito "spirituale" del loro La strega, uscito su alter alter).
                                Se l'obiettivo di Bernardi era stato sicuramente soddisfatto, un po' meno lo era il suo secondo proposito, più ambizioso: e cioè di esportare e di far conoscere anche all'estero le storie che questi fumettisti avevano realizzato (cosa che del resto non è mai riuscita neanche a Bonelli). Salvo Giardino stesso (che proprio all'epoca si fece conoscere in Francia, diventata a tutti gli effetti la patria acquisita) e pochi altri, sono autori quasi tutti noti esclusivamente in Italia.

                                Su Orient Express Giardino fece in tempo a pubblicare la trilogia di Shit City (le storie precedenti di Sam Pezzo erano uscite invece sulla brutta testata Il Mago, della Mondadori), ma soprattutto diede vita al suo personaggio più celebre, Max Fridman (non Friedman! ;) ). Che Bernardi fosse perfettamente consapevole di avere fra le mani qualcosa di grosso si intuisce guardando allo spazio che la rivista concesse alla prima storia di questo insolito agente segreto: all'epoca, i racconti lunghi venivano serializzati in brevi puntate di una decina di pagine, e Rapsodia ungherese (questo il titolo), pure molto lunga - un centinaio di tavole - venne bruciata in appena quattro numeri, guadagnandosi 20-25 tavole per puntata! La storia venne immediatamente ristampata in volume cartonato già alla fine del 1982, con prefazione di Bernardi stesso.
                                1938: Max è un ex agente segreto ginevrino, modellato in parte sui personaggi di John Le Carré del tipo di Smiley, stanco e disilluso; in parte sullo stesso Giardino, per il fisico davvero molto rassomigliante, e per i modi di fare, come l'abitudine costante di fumare la pipa. Tiratosi fuori dal "gioco" da molto tempo, viene richiamato sotto ricatto dall'Agenzia (francese) per cui lavorava per recarsi a Budapest. I membri della locale cellula, Rapsodia, stanno venendo eliminati uno dietro l'altro, e i suoi superiori pensano che dietro possa esserci lo zampino dei nazisti.
                                Come già dissi a proposito dei gialli di Sam Pezzo, leggere le storie di Giardino pensando (o sperando) di trovarci capolavori d'intreccio e di scavo psicologico potrebbe portare a qualche delusione. Il fascino principale della sua arte risiede nel saper creare atmosfere impagabili, campo nel quale si è dimostrato sempre più bravo proprio a partire dalle storie di Max Fridman, dove inizia a fare un - per lui - inedito uso del colore (dopo i precedenti fumetti, tutti in b/n), steso ad acquerello. La ricostruzione della Budapest d'epoca, con i suoi vicoletti sporchi e le passeggiate di lusso, gli interni raffinati e i parchi eleganti, in una maniera così vivida da sembrare di stare vivendola.
                                Le storie di Max Fridman sono tutte intrise di un fatalismo disincantato. L'anno di ambientazione, appunto il 1938, è una sorta di pericoloso pendio, davanti al quale si spalancherà a brevissimo l'abisso della Seconda guerra mondiale. Per quanto Max e l'Agenzia si sforzino di combattere i nazisti che stavano ormai iniziando a piantarsi in tutta Europa (in maniera più o meno legale), le loro azioni sono inevitabilmente destinate a fallire.



                                Un paio di anni dopo Giardino propose a un'altra rivista, Corto Maltese (edita da Rizzoli/Milano Libri, la casa di linus), la seconda storia del personaggio, La porta d'Oriente. La scaletta di Corto Maltese era molto affollata, e in ogni caso Giardino era già un grande, e non più la "novità" da presentare in pompa magna: pertanto, la serializzazione occupò un po' di numeri, nel corso dell'85; nello stesso anno venne ristampata in monografico, con prefazione di Oreste del Buono (grandissimo intellettuale e storico direttore di linus e alter alter, fra le molte cose).
                                La storia è ambientata a Istanbul, ancora nel '38, e vede Max impegnato a organizzare il passaggio a ovest di uno scienziato sovietico, i cui compatrioti non sono affatto desiderosi di farsi scappare.
                                Pur essendo molto più breve di Rapsodia ungherese, La porta d'Oriente mantiene il tono amaro e disincantato della precedente avventura, e ci unisce una buona dose di esotismo e in generale il fascino per una città multiculturale qual è la vecchia Costantinopoli.



                                Gli anni novanta sono stati impegnati da Giardino nella produzione di storie brevi, di portfolio, e soprattutto delle prime due parti di Jonas Fink (tornerò in un prossimo post). E' all'inizio degli anni duemila che l'autore decide di riesumare Fridman, in una storia di respiro molto più ampio delle precedenti (centocinquanta tavole), divisa in tre parti. Il titolo No pasarán fa riferimento al grido di battaglia delle Brigate internazionali durante la guerra di Spagna. Negli ultimi mesi del '38, le Brigate sono ormai state disciolte, e i repubblicani tengono soltanto più Barcellona (capitoleranno nella primavera del '39). Max torna in Spagna (ci era già stato all'inizio della guerra, a quanto apprendiamo, combattendo per la Repubblica) alla ricerca di un vecchio amico, brigatista anch'egli.
                                La storia è cinica quanto le precedenti ma se possibile ancora più complessa, con un gran numero di personaggi che complottano e cercano di depistare Max. Il sapore di molte sequenze, specialmente ambientate in presa diretta sul campo di battaglia, è quello di un libro di graphic journalism che cerca di recuperare il tono di celebri reportage sulla guerra di Spagna (come quelli di Capa o di Hemingway).
                                Sono molto affezionato a No pasarán, è stata la prima storia di Vittorio Giardino che ho letto.



                                A 38 anni dalla sua uscita, Rapsodia ungherese è uno dei più ristampati fumetti italiani; e anche le altre storie, in misura minore, hanno goduto di molte riedizioni. Sotto trovate una bibliografia dettagliata.
                                Le due copertine di seguito sono quelle delle raccolte più recenti ancora disponibili in catalogo presso Lizard, con le quali vi consiglio di recuperare la serie: ottimo rapporto qualità/prezzo, raccolgono tutti gli episodi, contengono una generosa dose di contenuti extra, sono cartonate, e il formato è solo appena più piccolo delle edizioni originali.
                                Giardino sta lavorando attualmente a una nuova avventura di Max, Il gruppo di Novgorod (titolo provvisorio). L'incipit è stato pubblicato in anteprima assoluta l'anno scorso nel bel volume Fumetti di intelligence (ed. Nuova Argos), una variegata antologia non dedicata specificamente all'autore.



                                Spoiler: Bibliografia In dettaglio • mostra
                                1. RAPSODIA UNGHERESE
                                Pubblicato per la prima volta nella rivista Orient Express, nn. 1/4. L'Isola Trovata, 1982
                                  Le avventure di Max Fridman - Rapsodia ungherese. L'Isola Trovata, 1982
                                  Max Fridman - Rapsodia ungherese (collana La Nuova Mongolfiera, n. 32). Editori del Grifo, 1991
                                  Max Fridman (collana I Classici del Fumetto di Repubblica n. 20). Gruppo Editoriale L'Espresso, 2003*
                                  Rapsodia ungherese. Lizard Edizioni, 2004
                                  Max Fridman (collana I Maestri del Fumetto n. 6). Mondadori, 2009
                                  La doppia vita di Max Fridman. Rizzoli Lizard, 2019

                                2. LA PORTA D'ORIENTE
                                Pubblicato per la prima volta nella rivista Corto Maltese, nn. 6/12 (anno III) . Milano Libri, 1985
                                  La Porta d'Oriente (collana I classici di Corto Maltese). Milano Libri, 1986
                                  La Porta d'Oriente. Lizard Edizioni, 2000
                                  Max Fridman (collana I Classici del Fumetto di Repubblica n. 20). Gruppo Editoriale L'Espresso, 2003*
                                  Max Fridman (collana I Maestri del Fumetto n. 6). Mondadori, 2009
                                  La doppia vita di Max Fridman. Rizzoli Lizard. 2019

                                3. NO PASARÁN
                                Pubblicato per la prima volta nel volume No pasarán vol. 1. Lizard Edizioni, 2000
                                  No pasarán - Una storia di Max Fridman. Rizzoli Lizard, 2011
                                  No pasarán - Una storia di Max Fridman (collana Graphic Journalism n. 9). Corriere della Sera, 2013
                                  No pasarán (collana Visioni - Graphic novel italiano n. 3). Corriere della Sera, 2020

                                4. NO PASARÁN - RIO DE SANGRE
                                Pubblicato per la prima volta nel volume No pasarán vol. 2 - Rio de sangre. Lizard Edizioni, 2002
                                  No pasarán - Una storia di Max Fridman. Rizzoli Lizard, 2011
                                  No pasarán - Una storia di Max Fridman (collana Graphic Journalism n. 9). Corriere della Sera, 2013
                                  No pasarán (collana Visioni - Graphic novel italiano n. 3). Corriere della Sera, 2020

                                5. NO PASARÁN  - SIN ILUSIÓN
                                Pubblicato per la prima volta nel volume No pasarán vol. 3 - Sin ilusión. Lizard Edizioni, 2008
                                  No pasarán - Una storia di Max Fridman. Rizzoli Lizard, 2011
                                  No pasarán - Una storia di Max Fridman (collana Graphic Journalism n. 9). Corriere della Sera, 2013
                                  No pasarán (collana Visioni - Graphic novel italiano n. 3). Corriere della Sera, 2020


                                Da segnalare almeno anche la storia breve (una tavola) OMAGGIO A CORTO MALTESE, leggibile nel volume Dedicated to Corto Maltese (Edizioni Di, 1984); nonostante il titolo, compare anche Max Fridman.
                                E il volume L'AVVENTURIERO PRUDENTE - FRAMMENTI DI UNA BIOGRAFIA (SCM Edizioni, 2011), che raccoglie disegni sciolti e scritti in prosa - dello stesso Giardino - su Max.

                                *contiene anche i seguenti racconti brevi di genere thriller/erotico, che non hanno per protagonista Max Fridman:
                                - Il ritrovamento di Paride     
                                - La terza verità     
                                - Umido e lontano
                                - Safari
                                - Candidi segreti
                                - Sotto falso nome
                                - Fuori stagione
                                - La rotta dei sogni
                                « Ultima modifica: Giovedì 21 Mag 2020, 13:43:49 da Solomon Cranach »
                                « L'UNICA DIFFERENZA FRA LA FOTOCAMERA E NOI
                                È CHE LA FOTOCAMERA, QUESTA STUPIDA, NON SBAGLIA MAI,
                                MENTRE NOI SBAGLIAMO IN CONTINUAZIONE, IN OGNI DISEGNO.
                                ED È QUESTO CHE CREA LA MAGIA!
                                »

                                J. Giraud

                                 

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