Ecco che, dopo alcuni di storie disimpegnate e leggere (con la parziale eccezione di Topolino e gli spettri), Walsh torna ai thriller pieni di tensione ed inquietudine, che non si vedevano dai tempi della casa del mistero.
E insieme ai toni del periodo tornano anche
: ben 5 se ne contano, malgrado solo una sia certa. Di nuovo rispetto al passato abbiamo pure
un omicidio commesso dai buoni.
Non è così da subito però, in quanto il registro evolve mentre la narrazione procede: comincia con delle gag quasi autoconclusive per poi organizzarsi in una trama vera e propria, inizialmente una commedia per virare verso il noir spionistico e concludersi in fantascienza d’azione. Forse per questa struttura non è la mia preferita dell’autore, sebbene meravigliosa.
La stessa Spia appena compare (oltrechè sgradevole a vedersi) non è ancora minacciosa come lo diventerà quando cederà per la prima volta al suo istinto sadico colpendo Trucco: “
One more mistake, you midget wits, and I must tear you into bits!”
Per non parlare di tutte le altre memorabili espressioni poetiche in cui trapela un sottile senso di inquietudine:
"
Lest you think I work in error,
observe my cooming reign of terror!”
“
Splendid!
The conference is ended!”
“
For take him safe, we get grat plains,
you see, we need his shining brains…
But you, friend mouse, there is no doubt,
quite easily we can do without”
“
It pains to hear such rude expression,
but you have the gen’ral impression”
“
My crowning triumph here you see
Let me present the strangler tree”
“
All is splendid, all is fine
the atombrella now is mine.
And may I say goodbaye”
“
Oh, don’t mind me. Proceed! Proceed!
Continue with your foolish deed!”
“
Now, sir, you have my thanks
if you give up those childish pranks”
“
And now, with no much more ado,
I need will break you right in two!”
Tali versi hanno suscitato in me stupore in quanto credevo che doubt si pronunciasse dabt, mentre qui fa rima con out; allo stesso modo la z non si pronuncia sed, come pensavo io, poiché viene posta in rima con la v.
Questa storia ha inoltre a disposizione ben 3 nemici ognuno dei quali avrebbe potuto tranquillamente reggere la scena come antagonista principale in una vicenda diversa e invece si decide di giocarseli tutti insieme.
Ho notato che tra le armi di distruzione di massa compare il vapore strangolatore: sarà lo stesso che era in casa di Maximilian Mouse? Fra l’altro in questa vicenda si parla di strangolamenti in altre due occasioni quindi mi viene da pensare che allo sceneggiatore l’argomento stesse particolarmente a cuore. Comunque, mi sono sorpreso che tali gas avessero nomi latineggianti, difficilmente comprensibili (credo) per il pubblico americano.
Chissà poi cos’erano quelle strane presenze nello specchio…
Come se non bastasse, abbiamo un Topolino al massimo livello; ovviamente, essendo una vicenda firmata dall’Incommensurabile. Egli mostra tutto il suo ardimento, il non arrendersi mai, ma anche il nervosismo, il disagio, la curiosità, i timori… E sembra pure compiaciuto, quando
Trucco viene annichilito.
Per quanto riguarda la paranoia tipica dell’epoca ho due osservazioni da condividere:
Tra i vari travestimenti, la Spia poeta usa quello di un indiano d’America. All'epoca si sospettava di tutti e si pensava che l’infiltrato straniero si nascondesse nei posti più impensabili. Qui addirittura si cela dietro la maschera di un pellerossa, ossia un americano che più americano non si può.
Non solo gli USA, ma anche la patria delle spie è attraversata dalla paranoia: i loro servizi segreti sono controllati da altri servizi segreti e così via.
Curiosamente, vengono ripresa due elementi di Topolino e il bimbo prodigio: l’invenzione che protegge dalla bomba atomica ed il bambino scienziato.
Grandissima storia...indimenticabile la megera "Enza" che col mitra scrive: "Saluti e Baci da Enza".
In originale è ancora meglio: dice “Amore e baci”. Un’idea del genere c’era pure in Billy il Topo, ma in un contesto comico.