Il Pilota senza volto
Mi è piaciuto poco, il peggior numero della serie fin qui. A parte la lunghezza esagerata (infatti le storie più recenti sono più corte), con divagazioni inutili, la faccenda del pilota misterioso era decisamente scontata.
Poi inizio un po a stufarmi del Grande Vaillant, il Buon Pilota Salvatore della Civiltà contro i Terribili Sovietici Mangia Bambini. Quando la macchina russa ha vinto a Reims, ero proprio contento
Padronissimo di ritenere "Le pilote sans visage" una brutta storia (anche se, chi fosse il pilota X, non mi pareva cosi' scontato la prima volta che lessi questo episodio su "Classici Audacia"), non sono d'accordo, ma rispetto la tua opinione.
Ma per quanto riguarda il pilota salvatore e i sovietici mangia-bambini avrei qualcosa da dire.
Se l'88 che hai nel nick rappresenta il tuo anno di nascita, e' evidente che, per motivi anagrafici, non hai potuto vivere gli anni della guerra fredda (io nascevo nell'anno d'uscita su albo della storia in questione), altrimenti avresti percepito una grande apertura di Graton verso i russi confrontandolo con gli standard dell'epoca.
Non trovo che Michel Vaillant si ponga come Grande Pilota Salvatore, anzi, lungo quasi l'intero episodio mi pare in preda di una nevrosi da sconfitta (prima per il pilota X, poi per i russi. Non riesce nemmeno a vincere sui motoscafi) che riesce a risolvere solo tramite l'entusiasmo di poter correre a Monza su di un nuovo modello Vaillante F.1 spalleggiato dall'ormai amico Steve Warson.
Per il resto, gia' da Reims i rapporti tra i sovietici (Graton li fa vincere !) e i personaggi del clan Vaillant mi sembrano improntati ad un reciproco rispetto, piu' che a odio o disprezzo, piuttosto difficile da riscontrare nel 1959.
Nel senso che, "Il pilota senza volto" non mi pare, ancora oggi, un fumetto di propaganda antisovietica, confrontato a tutto cio' che dovevamo sorbirci acriticamente in quegli anni.
Non so' quanti autori, a quell'epoca (ma anche molto piu' tardi), avrebbero fatto vincere i sovietici anche una sola volta, anche se per poi batterli sonoramente in seguito.
Ma anche la vittoria Vaillante a Monza non mi pare una vendetta.
Alla fine si e' vinto una volta per uno, e entrambe le parti mi pare percepiscano il fatto che cio' potra' ancora accadere. Sostanzialmente lo scontro e' impostato dall'autore in maniera leale (e' ovvio, comunque, che non poteva finire con un Trionfo incondizionato dei sovietici).
Probabilmente cio' era anche dovuto al clima della cosidetta "distensione" tra i due blocchi, dato che dopo la morte di Stalin (con una brevissima parentesi con Malenkov), divenne primo Segretario del PCUS Nikita Chruscev, il quale, attuo' appunto una politica cosidetta della "distensione" (nei limiti semantici che questo termine poteva avere allora) verso le potenze occidentali.
La quale culmino' proprio nel settembre del 1959 con la prima visita di un leader sovietico negli USA (con presidente D.Eisenhower).
Tematizzando il contesto storico, risulta a me ora (certo, quando la lessi per la prima volta su "Classici Audacia" a 10 anni o giu' di li non lo potevo percepire, oltretutto non ho ancora confrontato le traduzioni) piuttosto evidente che anche Jean Graton, realizzando "Le pilote sans visage", fosse stato influenzato da questo clima di moderata apertura.