Copio-incollo da un altro forum un mio intervento:
Mater Dolorosa (Recchioni/Cavenago)
Non sono convinto. Ho adorato Mater Morbi qualche anno fa, e quindi, complice anche il trentennale, ho deciso di recuperare dopo molto tempo un albo di Dylan Dog (cosa che farò sicuramente anche per quello di Sclavi in uscita il prossimo mese).
Non sono convinto perché ciò che rendeva grande Mater Morbi era la lotta intimissima e personale di Dylan contro la malattia, mentre questo Mater Dolorosa mette in scena una storia dal respiro decisamente "epico" che c'entra molto poco con le atmosfere della storia precedente. Farne un calco non avrebbe convinto nessuno e sarebbe stato assolutamente inutile, ma neanche questa operazione può dirsi riuscita, e paradossalmente lo sceneggiatore è quel Roberto Recchioni (mi dicono criticatissimo dai fan di Dylan Dog per le sue scelte come curatore della testata) che aveva scritto pure i testi di Mater Morbi.
Non sono convinto perché un albo commemorativo deve contenere tutti gli elementi che hanno fatto grande una serie, ma questo mi sembra invece un mischione di tutte le trovate che sono state proposte in questi anni e che hanno avuto un qualche riscontro di pubblico: ci sono gli zombie della miniserie Il pianeta dei morti, che ho letto e che posso comprendere perché abbia avuto tanto successo, c'è il ritorno della continuity, con la storia del padre e della madre di Dylan (anche se personalmente la trovo se possibile ancora più incasinata e incomprensibile dei mallopponi Marvel), c'è la stessa sottotrama di Mater Morbi, che fece molto parlare di sé. Un numero fatto per arrivare alla pancia dei lettori, inserendoci quasi "a forza" tutte le cose che Bonelli ha capito che sono state gradite dai suoi fedelissimi.
Non sono convinto perché è una storia estremamente verbosa, e che tuttavia dice poco: Recchioni parla di temi importantissimi come la sofferenza e la morte, e tuttavia lo fa in modo molto superficiale e quasi "sofistico", imbastendo ragionamenti molto astratti, e verso i quali si può nutrire molta poca empatia o comprensione.
Sono convinto da Cavenago, che fa un lavoro semplicemente straordinario con i personaggi, con i colori (M-E-R-A-V-I-G-L-I-O-S-I-!), con la sensualissima Mater Morbi. E' forse una delle storie dal punto di vista grafico più sperimentali mai apparse in Bonelli (il che non equivale a dire che sia una storia particolarmente sperimentale, solo che comparandola con altre dello stesso editore ha quel qualcosa in più). Piccole trovate, come la, forse, prima doppia splash page in assoluto che vedo in un fumetto Bonelli (specifico: in un fumetto Bonelli classico - non sono sicuro che in testate più "moderne", come Orfani, non sia stato fatto già qualcosa del genere, ma d'altronde io non lo seguo, Orfani). Davvero, cose come la succitata doppia splash page, o gabbie di vignette più libere, sono cosette da poco, ma viste nell'ottica del fumetto Bonelli potrebbero essere un primo, importante passo per svecchiare, se non le storie, perlomeno il loro comparto grafico.
In sintesi, compratelo, perché è un gran bel vedere e merita anche solo di essere visto. Però fate come mio nonno, che poveretto non aveva mai avuto un buon rapporto con la parola scritta, e guardate solo le figure.