Ho recuperato anch'io in questi due giorni i primi 3 volumi della collana
Il Dylan Dog di Tiziano Sclavi, attratto dall'edizione e dal prezzo vantaggioso per il tipo di prodotto offerto.
Sono sempre stato vagamente attratto dal personaggio, ma non sono mai andato oltre al comprare qualche numero della serie regolare negli ultimi anni, in occasione di qualche storia particolare o della presenza di qualche sceneggiatore a me caro. Ma per quanto riguarda il Dylan "primigenio", quello firmato dal suo creatore, ero digiuno. Questa nuova testata ha rappresentato la golosa occasione ideale per iniziare a conoscere qualcuno dei titoli più celebri della serie.
Attraverso lo specchio appare senz'altro come una scelta adatta per inaugurare il progetto: il canovaccio è molto classico, Dylan è ben presente, conduce un'indagine, c'è la donna del mese, c'è la morte... ma c'è anche una scrittura atipica per il fumetto seriale (soprattutto di quegli anni), cioè un decentramento dell'attenzione dal protagonista a tante altre piccole storie, personaggi minori, comprimari che nello spazio di poche vignette conosciamo e seguiamo, coinvolti in vite normalissime di perfetti sconosciuti pronti a scomparire quasi subito.
Una storia solida, intrigante e dalla risoluzione sardonica e spiazzante. Davvero ottimo.
Golconda! mi ha lasciato spiazzato. Non posso dire di averlo adorato o anche solo pienamente apprezzato, dal momento che non sono ancora riuscito a farlo mio. Magari, a una seconda lettura... Ad ogni modo sono rimasto piacevolmente sorpreso dalla quantità di umorismo (per quanto black... ma neanche troppo) presente soprattutto nella seconda metà di questa folle vicenda. I dialoghi del demone nelle ultime tavole avrebbero potuti essere infilati in bocca a uno dei diavolacci di Luciano Bottaro nelle sue storie
disneyane senza quasi nessuna modifica e non avrebbero stonato affatto. Storia surreale, ricca di elementi intriganti e di spunti, con cui si potevano costruire almeno tre trame separate ma che Sclavi usa tutte in un colpo. Ammirevole, ma per quanto riconosca che ci sia del genio non sono entrato in totale sintonia con lo stile.
Johnny Freak, infine, mi ha colpito al cuore con una violenza inenarrabile. Ero preparato, eh, molti commenti che avevo letto avvertivano del fortissimo lato emotivo del numero, ma non è bastato a tutelarmi dalle lacrime che sono sgorgate nelle ultime 3-4 tavole. È vero, forse è pure un po' *troppo* emozionale e commovente, e personalmente
non avrei calcato la mano con l'ultimo desiderio di Johnny rivolto a donare il cuore al proprio fratello aguzzino, mi sarei limitato alla morte del povero ragazzo.
Motivo per cui, di questi primi 3 titoli, continuo a preferire
Attraverso lo specchio.
Ma tant'è, rimane comunque una storia toccante e ben scritta, dove la ruffianeria - se c'è - è ben celata sotto una scrittura molto umana e partecipe del dolore altrui, ben incarnata da un Dylan Dog particolarmente sensibile e sfaccettato, persona credibile perché dotata anche delle contraddizioni di tutti noi.
Amo pressoché tutto anche del lavoro editoriale con cui sono state presentate queste storie: l'aspetto della copertina e lo stile minimale utilizzato da
Gigi Cavenago per il disegno, la cartonatura, la frase estratta e posta in quarta di copertina, i bei redazioni di
Roberto Recchioni e
Marco Nucci e perfino la colorazione
old style.
Continuerò a seguirla certamente: non tutta, perché diventerebbe troppo impegnativo e oneroso, ma l'aver evitato la numerazione sulla costina si presta a una cernita personale e anche questo lo gradisco molto. Il prossimo sicuramente non me lo farò scappare, e probabilmente mi farò anche i due successivi.