Storia a strisce di Floyd Gottfredson datata 1950, che presenta alcune singolarità. Esordisce con Eta Beta, reduce dall' avventura del "Tesoro di Mook" (della quale avrò occasione di parlare in seguito), che mostra a Mickey una foto pieghevole contenuta nell'orologio da taschino: abbiamo così modo di conoscere padre, madre, nonno e sorella del simpatico ometto, che ritorna sotto la superficie terrestre. Rimasto solo, Topolino riceve la visita di Giac e Gas (siamo nel periodo di lancio del lungometraggio "Cenerentola"), i quali rivelano al recalcitrante protagonista di essere il 287° erede al trono di Mesotopamia. Di fronte al rifiuto di quest'ultimo, i due inaspettati ospiti lo stordiscono con una martellata e lo rapiscono, sotto gli occhi di un frastornato Pippo. Mickey si risveglia nel suo nuovo regno, e viene a sapere che il trono è stato usurpato da un energumeno che si fa chiamare Maschera di ferro, e nasconde il suo volto dietro una celata. Le guardie del tiranno conducono Topolino al cospetto di costui, che lo assume in qualità di buffone, promettendogli di risparmiargli la vita sino a quando riuscirà a tenerlo di buon umore. Dopo cena, Giac e Gas guidano il Nostro in un sotterraneo, covo dei ribelli che si fanno chiamare "Gli allegri topini". Mickey diviene ben presto il capo dei rivoltosi, che compiono svariati atti di sabotaggio nei confronti dell'illegittimo sovrano. Topolino ha buon gioco nell'infiltrarsi a corte, celandosi dietro i panni del giullare. Giac e Gas vengono imprigionati e condotti al plotone d'esecuzione, ma il protagonista riesce a farli scappare, abbagliando gli arcieri con uno specchio. Dopo una indiavolata sequenza d'azione, degna di un film di Douglas Fairbanks, penetra per caso nella stanza di Maschera di Ferro, che scopre essere in realtà una minuscola pantegana. Egli usa un travestimento che lo fa sembrare gosso e prestante, mentre in realtà è comlpessato proprio per il suo aspetto fisico. Topolino lo lega con la corda delle tende e prende il suo posto, rimediando alle ingiustizie compiute dal dittatore. Il vero Maschera di Ferro si pente delle malefatte (in realtà è un pavido, incapace di agire senza camuffarsi) ed accetta di concedere al popolo libere elezioni, affinchè si decida democraticamente chi governerà il regno. Giac e Gas escono vincitori, e la storia si chiude con un'allegra gag finale.
Questa, a prima vista, può essere considerata un'avventura "minore" del duo Gottfredson/Walsh; in realtà fa parte del filone fantasy/fantascientifico caro all'autore di "Mary Poppins". La sceneggiatura assai dinamica, non disgiunta dal tratto rapido e spigoloso di Floyd, hanno reso questa storia un classico moderno, che rimane vivace ed attuale a distanza di più di mezzo secolo.
Particolarità curiosa: Giac e Gas, così come gli altri topini, hanno qui la stessa statura di Topolino. Il processo inverso era avvenuto ventun anni prima in uno dei corti da me preferiti, quel "When cat's away" che vedeva Mickey e Minnie ridotti alle dimensioni di un gruppo di piccoli roditori coinvolti in una festa musicale.