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Topolino e la banda della morte

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Gongoro
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PolliceSu

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PolliceSu
    Topolino e la banda della morte
    Martedì 1 Giu 2010, 14:20:02
    Uno dei punti più alti del ciclo di Eta Beta e di tutta l'opera di Walsh e Gottfredson, pubblicata tra il 1949 e il 1950:
    http://coa.inducks.org/story.php?c=YM+120
    Flip ha sviluppato un nuovo potere, quello di rilevare qualsiasi crimine, e ispira Topolino ed Eta Beta ad aprire un'agenzia investigativa. Un misterioso criminale decide di eliminare il trio prima che possano arrivare a lui.
    Dopo essere sopravissuto a un investimento, Flip conduce Eta Beta e Topolino alla dimora dell'ignoto boss, che si rivela essere un famoso miliardario filantropo.
    Dapprima Mickey non vuole crederci, sviato anche dal mellifluo comportamento di Lucio Agnello, ma poi si arrende all'evidenza dei fatti. A questo punto il criminale cattura i nostri amici, rivelando loro l'estensione del suo impero illegale, sicuro che non potranno mai raccontarlo a nessuno...
    Naturalmente tutto finirà bene, ma da questa storia si può trarre un'utile lezione su come non ci si deve fermare alle apparenze.
    Grande anche l'inventiva degli autori nella rappresentazione della base segreta di Agnello e del suo deposito di denaro, in qualche modo anticipatore di quello di Paperone.

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    nidice
    Bassotto
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    PolliceSu
      Re: Topolino e la banda della morte
      Risposta #1: Domenica 27 Giu 2010, 11:30:55
      Bella storia nonostante sia un po' cupa come molte altre storie di Gottfredson di quegli anni. Comunque pesnso sia infariore a molte altre storie di eta beta come il tesoro di moook, la spia poeta o il pianeta minorenne.

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      V
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        Re: Topolino e la banda della morte
        Risposta #2: Martedì 13 Lug 2010, 22:04:13
        Molto bella, grandi i tentativi di uccidere Topolino e Eta, con il solo Flip che se accorge.
        Scene cui non si è più molto abituati.

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        Maximilian
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          Re:Topolino e la banda della morte
          Risposta #3: Giovedì 11 Giu 2020, 17:27:58
          Bella storia nonostante sia un po' cupa
          Per me è il contrario: infatti la considero bella malgrado non sia cupa quasi per nulla. I vari tentati omicidi infatti vengono narrati in un modo molto leggero che non lascia spazio alla tensione. Ma probabilmente lo stesso Walsh non voleva ripetersi con il suo tipico registro inquietante.
          Ne abbiamo guadagnato però una vicenda sicuramente particolare, se non unica nel suo genere.

          Una delle prime cose notevoli che il fumetto presenta è il modo (non certamente professionale) in cui i nostri risolvono il problema della donna che si sente seguita.
          Ho constatato che in questa scena i due protagonisti mostrano parecchio affiatamento, in quanto espongono la loro idea insieme e non è chiaro a chi di loro sia venuta per prima. Non ricordo che Topolino abbia in precedenza mostrato con altri una comunanza d’intenti simile.

          Per quanto riguarda il “caso” della ricca con il vizio di rubare, mi è venuta da pensare questa riflessione: è se fosse anche ciò un riflesso dell’epoca benestante in cui la storia è stata scritta? Ora che la gente ha raggiunto la sicurezza economica ha bisogno di un qualche hobby per ingannare il tempo, perfino se questo è dannoso per la società.

          Ma la trama principale riguarda Angelo Agnello, uno dei più interessanti personaggi creati da Walsh nonché uno dei meno stereotipati del panorama disneyano. Con lui viene portato all’apice il binomio cattivo gentile, a cui Orango aveva dato l’avvio.
          Contrariamente al (narrativamente) tipico boss mafioso arrogante, violento, maleducato, che gozzoviglia e con l’immancabile sigaro, qui abbiamo un nemico dall’animo delicato, sensibile, che si rilassa dipingendo e mangia vegetariano (e probabilmente è pure astemio).
          E sebbene il personaggio rappresenti sicuramente l’ipocrisia della società del periodo, egli si comporta in modo gentile non per nascondere il lato peggiore di sé, ma proprio per il suo carattere. Infatti non smette di essere cortese neanche dopo aver gettato la maschera ed è sinceramente dispiaciuto di dover uccidere i nostri. Addirittura si mette a piangere! Questo è incredibile: mai si era visto un malvagio che (credibilmente, senza scadere nel ridicolo o nell’effetto comico fine a sé stesso) mostrasse così tanta pietà per i buoni che gli ostacolino i piani.
          Fra l’altro il nome italiano funziona meglio di quello originale in quanto contiene sia nel nome che nel cognome (in inglese solo nel secondo) un riferimento a bontà e innocenza. Inoltre le due parole, oltre a mantenere la doppia iniziale, creano un’assonanza mancante nell’originale. A proposito della versione nostrana, devo dire che il titolo italiano è parecchio bello ed evocativo, sebbene impreciso. Per una volta, quindi, complimenti (anche) al traduttore.

          Ad esprimere candore è anche l’abitazione di Agnello; in tutta la sequenza ambientata nella villa viene effettuata una scelta cromatica ben precisa: ovunque predomina il bianco, mentre il grigio ed il nero vengono ridotti al minimo. Solo nella scena in cui Topolino, Eta Beta e Flip si avventurano nel passaggio segreto le tinte si fanno più scure: il che ha una valenza metaforica, oltrechè narrativa (la galleria è scarsamente illuminata), infatti lì vengono custoditi gli aspetti più oscuri del padrone di casa, mentre lo stesso mostra al pubblico la sua faccia più rassicurante.

          Anche i protagonisti non sanno come comportarsi con un tipo così particolare. Si noti come Topolino con aria di sfida gli rinfacci la libera scelta della morte e di come lui ed Eta Beta si ritrovino a consolarlo quando sono loro i condannati. Per non parlare di come debbano prendere una decisione sull’offerta proposta loro dall’antagonista.

          Ho riscontrato due difetti. Dopo l’esplosione della bomba, Topolino afferma che secondo lui è stato un incidente. Ma perché? E’ stata messa una bomba dentro un orologio, in che modo può trattarsi di un incidente? Pur ammettendo che magari non era indirizzata a loro, a qualcuno doveva necessariamente essere destinata.
          Il secondo riguarda il travestimento chiaramente smascherabile. Effettivamente il maggiordomo aveva intuito qualcosa (e memorabile la maniera nella quale Topolino temporeggia) e posso accettare che chi gli porta da mangiare non si avveda della differenza di altezza, in quanto il falso Agnello era seduto dietro la scrivania. Ma per il guardiano che lo accoglie nel caveau sussistono scusanti.
          Malgrado ciò lo considero un fumetto magnifico, con un suo fascino peculiare e una sua identità.

          Sembra che Gottfrdson abbia ripreso gusto a ritrarre animali (più) antropomorfi. Infatti, nelle altre storie del periodo si riscontra una varietà di specie minore, mentre qui illustra una pecora (caso unico) oltre ad una coppia di gatti e un poliziotto che sembra un lupo o qualcosa di simile. Non solo, ma anche diversi cani, come il tatuato, il poliziotto che arresta i nostri, il maggiordomo ed il dottore hanno sembianze animalesche più marcate del solito.

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          dr. Paperus
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          PolliceSu
            Re:Topolino e la banda della morte
            Risposta #4: Giovedì 11 Giu 2020, 19:45:33
            Per me è il contrario: infatti la considero bella malgrado non sia cupa quasi per nulla. I vari tentati omicidi infatti vengono narrati in un modo molto leggero che non lascia spazio alla tensione. Ma probabilmente lo stesso Walsh non voleva ripetersi con il suo tipico registro inquietante.
            Ne abbiamo guadagnato però una vicenda sicuramente particolare, se non unica nel suo genere.

            Ho constatato che in questa scena i due protagonisti mostrano parecchio affiatamento, in quanto espongono la loro idea insieme e non è chiaro a chi di loro sia venuta per prima. Non ricordo che Topolino abbia in precedenza mostrato con altri una comunanza d’intenti simile.

            Ma la trama principale riguarda Angelo Agnello, uno dei più interessanti personaggi creati da Walsh nonché uno dei meno stereotipati del panorama disneyano. Con lui viene portato all’apice il binomio cattivo gentile, a cui Orango aveva dato l’avvio.
            Contrariamente al (narrativamente) tipico boss mafioso arrogante, violento, maleducato, che gozzoviglia e con l’immancabile sigaro, qui abbiamo un nemico dall’animo delicato, sensibile, che si rilassa dipingendo e mangia vegetariano (e probabilmente è pure astemio).
            E sebbene il personaggio rappresenti sicuramente l’ipocrisia della società del periodo, egli si comporta in modo gentile non per nascondere il lato peggiore di sé, ma proprio per il suo carattere. Infatti non smette di essere cortese neanche dopo aver gettato la maschera ed è sinceramente dispiaciuto di dover uccidere i nostri. Addirittura si mette a piangere! Questo è incredibile: mai si era visto un malvagio che (credibilmente, senza scadere nel ridicolo o nell’effetto comico fine a sé stesso) mostrasse così tanta pietà per i buoni che gli ostacolino i piani.
            Fra l’altro il nome italiano funziona meglio di quello originale in quanto contiene sia nel nome che nel cognome (in inglese solo nel secondo) un riferimento a bontà e innocenza. Inoltre le due parole, oltre a mantenere la doppia iniziale, creano un’assonanza mancante nell’originale. A proposito della versione nostrana, devo dire che il titolo italiano è parecchio bello ed evocativo, sebbene impreciso. Per una volta, quindi, complimenti (anche) al traduttore.

            Ad esprimere candore è anche l’abitazione di Agnello; in tutta la sequenza ambientata nella villa viene effettuata una scelta cromatica ben precisa: ovunque predomina il bianco, mentre il grigio ed il nero vengono ridotti al minimo. Solo nella scena in cui Topolino, Eta Beta e Flip si avventurano nel passaggio segreto le tinte si fanno più scure: il che ha una valenza metaforica, oltrechè narrativa (la galleria è scarsamente illuminata), infatti lì vengono custoditi gli aspetti più oscuri del padrone di casa, mentre lo stesso mostra al pubblico la sua faccia più rassicurante.

            Anche i protagonisti non sanno come comportarsi con un tipo così particolare. Si noti come Topolino con aria di sfida gli rinfacci la libera scelta della morte e di come lui ed Eta Beta si ritrovino a consolarlo quando sono loro i condannati. Per non parlare di come debbano prendere una decisione sull’offerta proposta loro dall’antagonista.

            Ho riscontrato due difetti. Dopo l’esplosione della bomba, Topolino afferma che secondo lui è stato un incidente. Ma perché? E’ stata messa una bomba dentro un orologio, in che modo può trattarsi di un incidente? Pur ammettendo che magari non era indirizzata a loro, a qualcuno doveva necessariamente essere destinata.
            Il secondo riguarda il travestimento chiaramente smascherabile. Effettivamente il maggiordomo aveva intuito qualcosa (e memorabile la maniera nella quale Topolino temporeggia) e posso accettare che chi gli porta da mangiare non si avveda della differenza di altezza, in quanto il falso Agnello era seduto dietro la scrivania. Ma per il guardiano che lo accoglie nel caveau sussistono scusanti.
            Malgrado ciò lo considero un fumetto magnifico, con un suo fascino peculiare e una sua identità.

            Sembra che Gottfrdson abbia ripreso gusto a ritrarre animali (più) antropomorfi. Infatti, nelle altre storie del periodo si riscontra una varietà di specie minore, mentre qui illustra una pecora (caso unico) oltre ad una coppia di gatti e un poliziotto che sembra un lupo o qualcosa di simile. Non solo, ma anche diversi cani, come il tatuato, il poliziotto che arresta i nostri, il maggiordomo ed il dottore hanno sembianze animalesche più marcate del solito.

            Molto bella la tua analisi, Maximilian. In effetti si tratta di una storia davvero intrigante per i motivi che hai esposto, anche se io pure la definirei cupa: è pur sempre di morte che si parla, anche se con un umorismo walshiano all'ennesima potenza, e in quest'ottica spiegherei anche l'incongruenza che hai notato riguardo alla bomba a orologeria: non è che Topolino neghi l'evidenza, semplicemente sono così immersi in un clima di ansia e delitti, che già supporre che la bomba non fosse destinata a loro li tranquillizza; è la comicità dell'assurdo, come quando Topolino è troppo stanco per spaventarsi dei continui tentati omicidi, o quando i nostri si lasciano trasportare dalla commozione di Agnello e aspettano che lui si congedi per iniziare a elaborare un piano di fuga. Tutta questa atmosfera, che personalmente mi fa ridere della grossa, trova il suo apice appunto nella figura del gangster, così assurdamente buono, e direi che egli è il prodotto di una società "malata", l'improbabile incarnazione della follia collettiva che serpeggia nel mondo immaginato da Walsh, non solo in questa storia, ma in tutta la sua produzione; è il mondo post-bellico, disilluso e "schizzato", irrequieto e contraddittorio, un mondo in cui lo stesso Topolino non può essere l'instancabile avventuriero di una volta ma è costretto a "giocare sulla difensiva", per "parare" le minacce nuove e terribili che lo vengono a cercare; Angelo Agnello potrebbe essere un miliardario come tanti, di quelli che fanno affari con De'Paperoni, ma per qualche strano scherzo del destino ha votato la sua vita al crimine, e questo purtroppo succede nell'imprevedibile società moderna in cui "ne capitano di tutti i colori".

            In un mondo simile si rinsalda il legame del protagonista con Pippo, anche se la "spalla" migliore che egli possa avere è l'altrettanto improbabile Eta Beta; visto che hai notato la grande sintonia tra i due come detective, potremmo confrontarla con l'attività investigativa intrapresa molti anni prima in Topolino poliziotto e Pippo suo aiutante: Pippo all'epoca era solo abbozzato come personaggio, e agiva ancora come una "scheggia impazzita", finendo per ostacolare Mickey; ma d'altronde è anche vero che il Topolino di Osborne (in quel caso De Maris) probabilmente non sarebbe andato così d'accordo con Eta, che risulta essere un vero fratello per il Topolino maturo, forse quello il nostro eroe che aspettava da una vita ma di cui, ai tempi dei pantaloncini corti, probabilmente ancora non sapeva di aver bisogno... Dio benedica Casty che l'ha recuperato per lui.
            « Ultima modifica: Giovedì 11 Giu 2020, 19:47:40 da Volkabug »
            ex Paperinik il Templare e Volkabug, inventore dell'Immergrün; prima niubbo, poi lurkatore, adesso utente affezionato; secondo la monetazione antica TEMPLI*PAPERINICUS*E*PAPERIBUS*MIRUM

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              Re:Topolino e la banda della morte
              Risposta #5: Venerdì 12 Giu 2020, 19:30:05
              io pure la definirei cupa: è pur sempre di morte che si parla
              Certo, ma il tema è trattato in modo tale che non esiterei a definire questa vicenda rilassante.
              L'unica scena che considero minacciosa è quella in cui mentre i protagonisti si aggirano per il giardino si vede un fucile puntato su di loro.
               
              Comunque la foto che ritrae, per motivi propagandistici, Agnello con i bambini mi ha acceso la reminiscenza scolastica di immagini simili con protagonista Stalin. E probabilmente questa analogia non è casuale.

              ta, che risulta essere un vero fratello per il Topolino maturo
              Come ho già affermato in precedenza, considero il Topolino di Walsh maturo fino a un certo punto.
              Per fare un esempio tratto proprio da questa storia, alla fine decide di interrompere l'attività investigativa, sebbene con il potere di Flip avevano la possibilità di scovare tutti i criminali del mondo. Tuttavia, il personaggio afferma di averne avuto abbastanza per un po' e sulla base di questo stato d'animo chiude l'agenzia. Non mi sembra esattamente un comportamento responsabile.

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                Re:Topolino e la banda della morte
                Risposta #6: Venerdì 12 Giu 2020, 20:03:12
                Certo, ma il tema è trattato in modo tale che non esiterei a definire questa vicenda rilassante.
                L'unica scena che considero minacciosa è quella in cui mentre i protagonisti si aggirano per il giardino si vede un fucile puntato su di loro.

                A me intimoriscono anche altre scene, per non dire proprio la scena di Agnello che si congeda dai nostri eroi tra le lacrime e loro che sembrano rassegnati... essendo qualcosa di assolutamente inedito, viene la pelle d'oca al pensiero (per quanto irrealistico) che sia davvero la fine dei due.

                Come ho già affermato in precedenza, considero il Topolino di Walsh maturo fino a un certo punto.
                Per fare un esempio tratto proprio da questa storia, alla fine decide di interrompere l'attività investigativa, sebbene con il potere di Flip avevano la possibilità di scovare tutti i criminali del mondo. Tuttavia, il personaggio afferma di averne avuto abbastanza per un po' e sulla base di questo stato d'animo chiude l'agenzia. Non mi sembra esattamente un comportamento responsabile.

                Con "Topolino maturo" non intendevo un Topolino "serio e responsabile", ma semplicemente il Topolino giunto a un avanzato stadio della sua evoluzione come personaggio. D'altronde non c'è da ragionare troppo su certe azioni assurde come quella finale di chiudere l'agenzia investigativa, perché fanno parte della comicità surreale di Walsh.

                Comunque, per certi versi potrebbe risultare più maturo il Topolino dei tempi di Osborne, visto che faceva sempre la cosa giusta, era sicuro di sé e salvava tutto e tutti di propria iniziativa. Ma d'altro canto se volessimo identificare quale sia il Topolino più giovane, dovremmo considerare tale quello anni '30 perché dopotutto era fin troppo irrequieto, e portava avanti i suoi ideali con l'ardore tipico degli anni più verdi.
                ex Paperinik il Templare e Volkabug, inventore dell'Immergrün; prima niubbo, poi lurkatore, adesso utente affezionato; secondo la monetazione antica TEMPLI*PAPERINICUS*E*PAPERIBUS*MIRUM

                 

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