Papersera.net

http://coa.inducks.org/story.php?c=I+TL++663-A
bellisima storia del duo Martina-Scarpa apparsa recentemente sul Disney Big.Molto bella la trama con disegno che non sono da meno

Altra storia stupenda, avvincente e ricca di spunti e trovate con nuove idee sul passato che ritorna a movimentare il presente. Segnalo tra l’altro :
La scenografica e geniale piscina ad S del dollaro, con le scalette ricavate nella barratura verticale (fantastica!), come se non bastasse cela un segreto su cui come sempre sbatte la testa, nel vero senso, il povero Paperino.
Emozionante l’uscita di strada della lunghissima cabriolet di zio Paperone.
L’impegno di proprio pugno tatuato sulla testa !
Una nuova funzionalità della tuba.
Il segreto della monetina ancora lì nascosta quasi ad aspettare.

Con Martina io ho un rapporto di amore - odio: le sue prime storie, anni '50  dei paperi erano veramente sciocche, ma poi ho imparato ad apprezzare lo stile di questo artista, la cui ironia mi fa veramente impazzire: di lui in particolare amo il modo di parlare dei personaggi: "E se non c'è... eh, eh, eh il mio caro nipote farà un volo nel Catai per prenderne un'altra... e il suo motore sarà una mia pedata da 100 kg! (Zio Paperone, 1971)", oppure "Laggiù... (Qui, 1967)... dove il sole... (Quo, 1967)... incontra il mare! (Qua, 1967)"... semplicemente fantastico, inimitabile! Egli dipinge un mondo abbastanza odioso, dove Rockerduck e aperone per poco non si dicono delle parolacce, dove Qui Quo Qua sono dei discoli e odiano la scuola, dove Topolino insulta Pippo dicendogli che è tonto o si spaventa per un nonnulla... ma è questo il suo stile, e lo si apprezza solo (almeno per quanto mi riguarda) dopo un po di tempo. Questa storia ci mostra come sia imbattibile nell'intrecciare un fatto minore (la daltonicità di Paperone), con quello portante della vicenda (una vecchia storia della giovinezza di Paperone). Martinaforever! :      

Un' ottima storia, ottima anche per osservare come della  tanto sbandierata cattiveria di Martina sia rimasta solo la parte buona e saporosa e non quella amara e mortificante.

Zio Paperone non vuole sentire la richiesta di Paperino, ma quando si rende conto che se ne è andato, benevolo va appositamente a trovarlo per ascoltarlo.

Una zuffa tra i due termina con un ammirevole commento, da parte di entrambi, che non c'è nulla di meglio per rinsaldare i legami familiari.
Questo, unitamente al fatto che i nipotini sono del tutto assenti perché in campeggio, crea una piacevole vicinanza  tra Paperino e Paperone.
Altra circostanza particolare, gli spostamenti avvengono tutti a bordo della lunga cabrio di zio Paperone, il cui stile è aggiornato agli anni sessanta.

Zio Paperone confessa al nipote di aver tradito un vecchio socio di gioventù, e da qui arriveremo al nocciolo della storia, ma è sinceramente intenzionato ad offrirgli un indennizzo.

Altra situazione inusuale : annoiato dall' assenza dei nipotini, Paperino è felice di buttarsi nell' avventura.

Più consueta la scintilla che innesca l' azione, data da una nuova malattia inconsueta di zio Paperone.

È il 1968 e i disegni di Scarpa hanno raggiunto la perfezione : elegantissimi, perfettamente calibrati ed in grado di illustrare in modo dinamico e comico i più diversi stati d animo o i movimenti materiali (ricordo almeno le potenti accellerazioni della cabrio dal sonoro ZUMM e le tube retrattili)

Geniale anche il doppio imbroglio che da il titolo, richiamato da una caduta nel trifoglio e circondato da  sottotrame azzeccate e godibili (la piscina particolare nel deposito, la cura per la malattia nel deserto dipinto e la sua soluzione finale).

Una vera chicca da vedere le scalette della piscina poste in modo che completino i segni del dollaro piastrellati sul pavimento: in una vignetta si vede persino la curvatura finale  di una scaletta che la fa congiungere alle piastrelle.

Un' ennesima storia - tesoro tutta da scoprire

Storia molto bella. Suggestiva la location western e la meschina figura di Tom il calvo. Del deserto dipinto avevo sentito parlare già... sapere che i tagli delle banconote in dollari fossero variopinti mi stupi' parecchio... ed in tutta onestà fino adesso li ho visti sempre verdi....

Hai ragione Sgrizzo, ho sempre pensato che facesse riferimento a qualche caratteristica reale delle banconote allora in circolazione, ma ad oggi nonostante le ricerche su internet, non ho trovato nulla di certo.

Ho presente il titolo, ma non la ricordo.
Forse l'ho letta in età troppo matura...

Mariuxx rileggila ! La prima vignetta è tutta un programma : nella casa di Paperino piena di ragnatele e pile di piatti sporchi, data l' assenza dei nipotini, il nostro eroe è sconsolato e annoiato perché dopotutto rimpiange le avventure in cui lo trascinavano.

Vero come a volte la sua ricerca di pace, finalmente raggiunta coi nipotini al campeggio, diventi in seguito pesante noia. In questo caso assieme alle ragnatele abbandonate a casa, assenti i piccoli si tessera' un' originale e interessante intimità avventurosa con Zio Paperone.
Nel pieno spirito di quegli anni irripetibili caro Mariuxx.
Scusa se oggi ho il vezzo di chiamarti così, sai queste storie mi ispirano e mi impazzano all' inverosimile (sic)

https://inducks.org/s.php?c=I%20TL%20%20663-A

"Andrò a chiedere allo Zio Paperone di ospitarmi nel suo palazzo! Ci sarà da litigare, naturalmente, e questa...eh, eh... per me è vita!

Dice bene Paperotto di Martina e del suo confluire in tutto il rinnovato contesto fumettistico/sociale di quegli anni. Anzi, mi sento di aggiungere che questa affermazione che mette in bocca a Paperino oso definirla senza alcun timore o ritegno "la più alta, appropriata e calzante definizione del personaggio che sia mai stata data, o perlomeno s'intende definizione nel senso del rapporto che lo lega allo Zio."
Ha detto tutto in queesta frase il buon Martina ponendo l'accento su questo legame, controverso, sanguigno, altalenante e pur nobilissimo che lega i due cavalli di razza della dinastia papera. La storia è bella, scorre fluida grazie al meccanismo ben congegnato e ai disegni di uno Scarpa che, come ben detto da Paperotto ha raggiunto l'acme artistica e può permettersi di disegnare anche sulla punta degli alluci mentre sorseggia un Blue Margarida e declama Leopardi!
Anche quì c'è il solito bellissimo riferimento alla "n'do cojo cojo" riguardo al primo milione (o altro a volte) guadagnato dallo Zione in questo caso nel Deserto dipinto imbrigliando (imbrogliando :o ) cavalli selvaggi...ahh benedetti copioni liberi da rigide schematizzazioni vincolanti! .
Che altro dire se non un grazie a chi ogni tanto ripesca storie così belle da ricordare sempre con piacere.

Grazie Gilberto per le belle parole, Paperino e Paperone che si abbracciano felici dopo il litigio appaiono più affiatati di prima, ed è questo un aspetto della nuova luce che ha tolto la cattiveria seria dal loro rapporto.

E scoprire in ogni storia un nuovo e diverso modo di accumulo della fortuna di Paperone è qualcosa per noi di magico, irrinunciabile, un' emozione sempre nuova connaturata con l'essenza stessa di queste storie.

E non vuol dire accettare ogni fantasia, il discorso vuol bene essere di buon grado verosimile: il deserto dipinto esiste davvero e l' attività di cercatore si confa' al personaggio. Però è calata nella situazione contingenye e fatta per incastrarsi nella trama come in un ben oliato e perfetto meccanismo comico e satirico. Storia e gloria dei paperi allora e sempre -----

Ricordavo questa storia soprattutto per la piscina a forma di $ piena di banconote verdi ma, rileggendola, devo dire che questa è solo la punta di un iceberg pieno di dialoghi e situazioni brillanti, tipici del miglior Martina. Gli iniziali giochi di parole con il verde sono davvero divertenti, dai significati positivi inerenti Paperone (acqua, erbetta, relax) a quello negativo riguardante Paperino (la bile) fino a quando il verde non comincia a ritorcersi contro lo zione, a cominciare dal semaforo.

Interessante la colorazione delle banconote americane degli anni '60: verdi da 1 $, rosse da 50, gialle da 100, viola da 1000: corrisponderà alla realtà o sarà frutto della fantasia dell'autore? Non mi convincono più che altro i biglietti da 1000, cifra forse eccessiva per l'epoca (1 dollaro valeva circa 600 lire). E quelle da 500 di che colore saranno state?

Il "n'do cojo cojo" ricordato da Gilberto non è solo geografico ma anche temporale: considerando che quello nel deserto dipinto sarebbe stato il primo milione guadagnato (e considerando l'eta di Paperone che è sempre la stessa - circa 80 anni), far retrocedere di soli trent'anni questo evento (dal 1968 al 1938) fa pensare ad uno Scrooge di mezza età piuttosto che ad un giovanotto dei primi del '900. A quel punto la 'pazienza' e la tenacia di Tom il calvo nell'attendere il suo 'amico' in baracca sarebbero state 'eccessive' (per quanto già lo siano state così descritte, in una sorprendente comicità che sa, però, di un ancor più sorprendente 'realismo').

Alla fine della storia appare eccessiva la leggerezza con la quale Tom accetta una ennesima scommessa con il rischio (calcolato da Paperone ma non da lui) di perderla. Aver atteso trent'anni con un tatuaggio-prova in testa per rischiare di perdere così un qualcosa legalmente riconosciuto (almeno a sentir lui, ma poteva essere una bufala) sembra strano. Sempre che, come dicevo, Tom abbia truccato le carte o che, non del tutto sicuro dell'avallo dell'Ufficio de Registro, abbia pensato di tentare la sorte.

Il Paperone 'sessantottino' di Martina non sarà tremendo come quello degli anni '50 ma, in ogni caso, gabba per ben due volte Tom il calvo:
da giovane non tornando in baracca e da anziano giocando con la parola 'piscina' (ed il suo contenuto). Il bello è che, pur sentendo qualche 'timido' rimorso per la sua azione giovanile (compensata in ogni caso da quelle ancor più maldestre di Tom - moneta truccata e silenzio sul pericolo Indiani), gli basta un gioco di parole finale per mettere la coscienza a posto.

E' questo il Paperone che preferisco: non spudoratamente cattivo o imbroglione come quello martiniano dei '50, né ultra buonista come quello più recente. Una via di mezzo, fra giochi di parole, una certa ambiguità, grande acume e intelligenza oltre che furbizia e ironia e, come nei soggetti ciminiani degli stessi anni, una certa coscienza che, anche se a fatica, viene comunque fuori.

Una curiosità sulla tuba 'rimbalzante': mi sembra di averla già vista in altre occasioni ma non ricordo quali.

E' questo il Paperone che preferisco: non spudoratamente cattivo o imbroglione come quello martiniano dei '50, né ultra buonista come quello più recente. Una via di mezzo, fra giochi di parole, una certa ambiguità, grande acume e intelligenza oltre che furbizia e ironia e, come nei soggetti ciminiani degli stessi anni, una certa coscienza che, anche se a fatica, viene comunque fuori.

Perfetto Cornel, ti quoto e sono d'accordissimo. Un comportamento pienamente verosimile per un self made man che mantiene la tempra in quanto ancora a cavallo di ogni sua attività economica ma ammorbidito in certi casi dall' età. Curiosamente per me Paperone ha circa settant' anni ad occhio, non direi proprio ottanta, non facendo conto della cronologia stabilita.

Una curiosità sulla tuba 'rimbalzante': mi sembra di averla già vista in altre occasioni ma non ricordo quali.

C'è sempre il Texas di mezzo quando le frecce colpiscono la tuba dello zione ma in questo caso siamo ancora a Paperopoli (prima di arrivare a Tucson per la 'Grande rapina') e al posto degli Indiani abbiamo ragazzini poco educati. E, soprattutto, la tuba non ha quella particolarità che abbiamo visto nel 'Doppio imbroglio del Quadrifoglio'. Altrimenti a quei mocciosi dall'accento romanesco (immigrati in Calisota?) lo scherzo gli si sarebbe ritorto contro! 

La storia è quindi questa ?


https://inducks.org/story.php?c=I+TL++795-AP

La storia è quindi questa ?
https://inducks.org/story.php?c=I+TL++795-AP

Esatto. Non ricordo se è mai stato aperto un topic a tal proposito ma penso di si. Il tutto sta a ritrovarlo!