Bella storia nonostante sia un po' cupa
Per me è il contrario: infatti la considero bella malgrado non sia cupa quasi per nulla. I vari tentati omicidi infatti vengono narrati in un modo molto leggero che non lascia spazio alla tensione. Ma probabilmente lo stesso Walsh non voleva ripetersi con il suo tipico registro inquietante.
Ne abbiamo guadagnato però una vicenda sicuramente particolare, se non unica nel suo genere.
Una delle prime cose notevoli che il fumetto presenta è il modo (non certamente professionale) in cui i nostri risolvono il problema della donna che si sente seguita.
Ho constatato che in questa scena i due protagonisti mostrano parecchio affiatamento, in quanto espongono la loro idea insieme e non è chiaro a chi di loro sia venuta per prima. Non ricordo che Topolino abbia in precedenza mostrato con altri una comunanza d’intenti simile.
Per quanto riguarda il “caso” della ricca con il vizio di rubare, mi è venuta da pensare questa riflessione: è se fosse anche ciò un riflesso dell’epoca benestante in cui la storia è stata scritta? Ora che la gente ha raggiunto la sicurezza economica ha bisogno di un qualche hobby per ingannare il tempo, perfino se questo è dannoso per la società.
Ma la trama principale riguarda Angelo Agnello, uno dei più interessanti personaggi creati da Walsh nonché uno dei meno stereotipati del panorama disneyano. Con lui viene portato all’apice il binomio cattivo gentile, a cui Orango aveva dato l’avvio.
Contrariamente al (narrativamente) tipico boss mafioso arrogante, violento, maleducato, che gozzoviglia e con l’immancabile sigaro, qui abbiamo un nemico dall’animo delicato, sensibile, che si rilassa dipingendo e mangia vegetariano (e probabilmente è pure astemio).
E sebbene il personaggio rappresenti sicuramente l’ipocrisia della società del periodo, egli si comporta in modo gentile non per nascondere il lato peggiore di sé, ma proprio per il suo carattere. Infatti non smette di essere cortese neanche dopo aver gettato la maschera ed è sinceramente dispiaciuto di dover uccidere i nostri. Addirittura si mette a piangere! Questo è incredibile: mai si era visto un malvagio che (credibilmente, senza scadere nel ridicolo o nell’effetto comico fine a sé stesso) mostrasse così tanta pietà per i buoni che gli ostacolino i piani.
Fra l’altro il nome italiano funziona meglio di quello originale in quanto contiene sia nel nome che nel cognome (in inglese solo nel secondo) un riferimento a bontà e innocenza. Inoltre le due parole, oltre a mantenere la doppia iniziale, creano un’assonanza mancante nell’originale. A proposito della versione nostrana, devo dire che il titolo italiano è parecchio bello ed evocativo, sebbene impreciso. Per una volta, quindi, complimenti (anche) al traduttore.
Ad esprimere candore è anche l’abitazione di Agnello; in tutta la sequenza ambientata nella villa viene effettuata una scelta cromatica ben precisa: ovunque predomina il bianco, mentre il grigio ed il nero vengono ridotti al minimo. Solo nella scena in cui Topolino, Eta Beta e Flip si avventurano nel passaggio segreto le tinte si fanno più scure: il che ha una valenza metaforica, oltrechè narrativa (la galleria è scarsamente illuminata), infatti lì vengono custoditi gli aspetti più oscuri del padrone di casa, mentre lo stesso mostra al pubblico la sua faccia più rassicurante.
Anche i protagonisti non sanno come comportarsi con un tipo così particolare. Si noti come Topolino con aria di sfida gli rinfacci la libera scelta della morte e di come lui ed Eta Beta si ritrovino a consolarlo quando sono loro i condannati. Per non parlare di come debbano prendere una decisione sull’offerta proposta loro dall’antagonista.
Ho riscontrato due difetti. Dopo l’esplosione della bomba, Topolino afferma che secondo lui è stato un incidente. Ma perché? E’ stata messa una bomba dentro un orologio, in che modo può trattarsi di un incidente? Pur ammettendo che magari non era indirizzata a loro, a qualcuno doveva necessariamente essere destinata.
Il secondo riguarda il travestimento chiaramente smascherabile. Effettivamente il maggiordomo aveva intuito qualcosa (e memorabile la maniera nella quale Topolino temporeggia) e posso accettare che chi gli porta da mangiare non si avveda della differenza di altezza, in quanto il falso Agnello era seduto dietro la scrivania. Ma per il guardiano che lo accoglie nel caveau sussistono scusanti.
Malgrado ciò lo considero un fumetto magnifico, con un suo fascino peculiare e una sua identità.
Sembra che Gottfrdson abbia ripreso gusto a ritrarre animali (più) antropomorfi. Infatti, nelle altre storie del periodo si riscontra una varietà di specie minore, mentre qui illustra una pecora (caso unico) oltre ad una coppia di gatti e un poliziotto che sembra un lupo o qualcosa di simile. Non solo, ma anche diversi cani, come il tatuato, il poliziotto che arresta i nostri, il maggiordomo ed il dottore hanno sembianze animalesche più marcate del solito.