Papersera.net

Secondo me è una delle migliori storie di Casty. Una trama originale (magari possedessi io il Sollecitatore Molecolare...così sarei velocissimo e batterei Ungus alla Playbox!) sottolineata dagli ottimi disegni di De Vita. Non mi è piaciuto molto invece il suo seguito, "Topolino e i colpi dell'uomo comune".

Belle entramba le storie, Macchianera è l'unico cattivo storico a cui il cervello non è scappato alla Maldive

Macchianera è l'unico cattivo storico a cui il cervello non è scappato alla Maldive

Verissimo, anche se purtroppo ha perso quel misto di classe, mistero ed inquietudine che comunicava.

Una storia ottima, che mischia abilmente mistero e avventura

 

Citazione da Pandrea il Ieri alle 22:44:04:
Macchianera è l'unico cattivo storico a cui il cervello non è scappato alla Maldive
Verissimo, anche se purtroppo ha perso quel misto di classe, mistero ed inquietudine che comunicava.

Infatti. Anche se è stato "riportato in vita" da alcuni autori (soprattutto Casty) non è più l'angosciante criminale di un tempo. Secondo me l'autore che meglio padroneggia il personaggio in questo anni è proprio il nostro Andrea Castellan.

Una delle mie storie preferite di Casty!

Una bella storia, senza dubbio. Però non è tra le mie preferite di Casty, forse perchè la trama in fondo è piuttosto semplice. Mi è piaciutoo moltissimo la scena del duello tra Macchia e Topolino

L'ho letta un casino di volteee  è troppo bella

una storia tra le più belle di quelle di castellan, che mescola al mistero e alla suspence molto humour(si scrive cosi? :). promossa a pieni voti

ciao

La storia è bella, ma secondo me non è tra le migliori di Casty, anche perchè l'idea non mi sembra originalissima...

in questa storia sin sente la parola morire!

in questa storia sin sente la parola morire!

Uh? ma il mio audio-fumetto dice "eliminato"... avrò la versione censurata?  

Non mi ricordo il verbo morire, però Macchia da del morto a Topolino, forse valsedre intendeva questo

no quando macchia butta topolino giu del palazzo dice"non volevo che tu morissi con una brutta impresssione di me!"

Si, pare anche a me.

E Macchia dice anche: "Toh, chi si vede! Il lungo, il ciccio e il MORTO!"

Una splendida storia di Casty, una delle più belle di questo autore; originale l'idea dell'anello che rallenta il tempo, insomma, una storia che può essere considerata una delle migliori in ambito disneyano.

Letta oggi per la prima volta (ho trovato il relativo Topolino in un'edicola della stazione).
Proprio bella. La copertina di Castellan ben introduce a un'avventura densa di fascino e mistero, tra quelle che ho letto di Casty una delle più belle. Non manca l'ironia tipica dell'autore (numerose battute, anche del glaciale Macchia, e tante belle gag come Manetta a dirigere il traffico, concretizzazione fin dall'inizio della storia di una minaccia più volte letta nei polizieschi topolinesi , ergo colpo di genio). Non manca il mistero, i colpi che sembrano davvero impossibili. Non manca il personaggio strano, non manca l'avventura con lo scontro finale tra Topolino e Macchia Nera. L'unico difetto è che fin dall'inizio si sa chiaramente che è lui che sta dietro alla vicenda, ma il bello in realtà sta nel capire come.
I disegni di Massimo De Vita come sempre impreziosiscono il tutto, Macchia Nera elegante è molto accattivante mentre però col costume disegnato da De Vita non rende, vedendosi le scarpe gialle. Perde un po' di tenebrosità, ma è un passo grafico avanti al Macchia della Macchina del'Oblio.

Apprezzabilissimi l'uso della parola "morte", per confermare la letalità di Macchia come nemic di Mickey, e il richiamo alla classica storia di Martina-Scarpa Il doppio segreto di Macchia Nera.

Una storia di Casty davvero bellissima, grazie soprattutto all'uso eccellente che si fa del personaggio di Macchia Nera. Una maestria che nessuno ha finora eguagliato. Non a caso quando voglio leggere una bella storia di Macchia Nera mi fiondo dritto su Casty e vado sul sicuro. Ricordo con piacere anche il sequel della storia, Topolino e i colpi dell'uomo qualunque su TL 2601, con i disegni di Cavazzano che rende meglio di De Vita, imho, Macchia Nera pur non arrivando ai livelli di Pastrovicchio, per me il più gottfredsoniano dei disegnatori in circolazione, come ha prova in Topolino e il caso sottilissimo e Topolino e l'occhio di Macchia. Se non ce l'hai, procuratela. Ne sarai soddisfatto!

Una delle poche storie di Casty che ho. Be', qquesta storia mi ha dimostrato che mi sbagliavo quando dicevo che Topolino non poteva più arrivare ai livelli di Capelli e Gentilini. E' una storia bellissima che se ne infischia del politically correct ripetendo più volte la parola morte, con un Macchia davvero in forma e un Topolino che non è da meno. Storia ben orchestrato con ritmi come si deve senza la fretta delle pagine imposte dalla redazione o comunque se c'è non si vede. Ben disegnata e anche comica, ma non per questo stupida, per cui fruibile da qualsiasi fascia di target.

Finalmente ho avuto modo di leggere questa storia di Casty che incuriosiva parecchio. Un ottimo giallo, con un Macchia Nera ben rappresentato e con una trama quasi al livello dei gialli scarpiani di inizio anni 60. Bravi gli autori (era difficile pensare che facessero una storia brutta)

Concordo con il fatto che i disegni di De Vita IMPREZIOSISCONO letteralmente il tutto,.....e concordo con Mekkano, infatti I colpi dell'uomo qualunque non è piaciuta granchè neanche a me, al contrario dell'Uomo Ingannatempo.
Avete nominato "Topolino e il caso sottilissimo",........grande Pastrovicchio!!!

questa storia è bellissima perchè,come già detto da altri,mischia inquietudine e suspense alla fantastica comicicità dei vari personaggi.Mi ricordo che da piccolo la rileggevo di continuo e soprattutto mi soffermavo sul duello tra topolino e macchia

Come non ricordare la misteriosa copertina dedicata a questa storia?

Per me sono due piccoli capolavori, forse non il massimo dell'originalità.
Ricordo che una volta ne avevo anche disegnato un seguito, in cui Macchia tornava indietro nel tempo con la macchina di Zapotec e Marlin e creava dei paradossi temporali. Chissà cos'avevo bevuto.

https://inducks.org/story.php?c=I+TL+2597-1

La storia è sicuramente di alto livello, con un caso non banale raccontato con maestria ed un Macchia Nera temibile e allo stesso tempo ironico il quale si prende gioco dei suoi avversari non alla sua altezza.
Il senso di mistero è palpabile, anche se il trucco usato è molto simile a quello di questa storia (ma tale analogia potrebbe anche essere una coincidenza).

Ricordo inoltre che all'epoca, in cui non mi interessavo per nulla di macchine e motori, non comprendevo il significato del cofano caldo.

Si segnala, oltre al già citato Manetta spedito a dirigere il traffico, anche un Basettoni scoraggiato pronto a seguirne le orme. A tal proposito, simpatica la vignetta finale.

Inoltre è stata la prima volta che in un fumetto ho trovato non solo la parola morto (declinata in modi diversi) per ben tre volte, ma pure idiota, che malgrado non forte, è stata pronunciata con uno sprezzo che mi ha colpito.

Tuttavia il giallo contiene qualche difetto:
- De Vita, per il resto fantastico, raffigura l'enigmatico criminale con la bocca, i guanti bianchi e le scarpe gialle (mi riferisco naturalmente alla versione con la tunica)
- il gesto di Macchia Nera di disegnare i baffi al commissario per ripicca mi è parso abbastanza infantile
- non è ben chiaro cosa succede durante il duello: in una vignetta vediamo l'incappucciato minacciare Topolino, in quella successiva il primo che sta per cadere nel vuoto. Ho sempre avuto la forte sensazione che tra queste ne mancasse una che rendesse la sequenza più logica e ora ho il sospetto che sia stata tagliata dalla redazione per motivi di censura

Ho notato infine una curiosità (anni dopo aver letto la storia): Macchia Nera usa lo pseudonimo di Tom Phamblot, ovvero un anagramma del suo nome originale

Ho letto questa storia sul secondo numero dei Classici Disney d'Autore attualmente in edicola e che è dedicato al personaggio di Macchia Nera.
Credo sia davvero una delle storie più belle scritte da Casty tra quelle che ho letto e di sicuro mi è rimasta nel cuore.
Ma andiamo con ordine.
Innanzitutto, devo dire che ho letto prima il sequel (la bella Topolino e i colpi dell'Uomo Qualunque) della suddetta storia e quindi la curiosità e le aspettative in merito all' "uomo ingannatempo" erano molto alte.
La storia inizia con Topolino e Pippo che scorgono una figura familiare dirigere il traffico.
Ed infatti si tratta nientemeno che dell'Ispettore Manetta, il quale, a seguito di una serie di furti inspiegabili e irrisolti dalla polizia, è stato "sbattuto" a dirigere il traffico.
Cogliendo l'alone di mistero che aleggia nell'aria, Topolino (seguito dal buon Pippo) decide di interessarsi al caso e di mettersi a disposizione di Basettoni.
I "furti impossibili" sembrano essere stati concepiti dallo stesso genio criminale e i pochi indizi ritrovati conducono proprio all'oscuro Macchia Nera.
Peccato che l'affascinante e misterioso villain, nemico di sempre di Topolino, si trovi in carcere, in una cella dove gode di ogni comfort.
Qui si ritrova a leggere con piacere i giornali che alludono alla sua possibile implicazione nelle rapine di cui Topolinia, da diversi giorni a questa parte, è caduta vittima.
Se Basettoni si mostra piuttosto rassegnato e comincia a studiare il manuale del codice della strada ( !), Topolino e Pippo decidono di analizzare i filmati delle telecamere di sicurezza presenti nei luoghi dove sono avvenuti i furti.
Mi è piaciuto molto l'utilizzo di Pippo, il quale, a volte, sa dimostrarsi un "genio inconsapevole" e che si rivela davvero un'ottima spalla.
Sarà proprio Pippo a fornire una curiosità interessante sul "caso" e a mettere Topolino sulla buona strada per risolvere il mistero.
Scopriremo infatti che non è Macchia Nera il solo ad essere implicato nella vicenda, ma anche un altro personaggio, tanto bizzarro quanto incosciente.
Davvero d'impatto le scene in cui Macchia esce dal carcere, spalancando le porte della stazione di polizia, e quelle in cui avviene l'inevitabile scontro "frontale" con Topolino.
Quest'ultimo, nonostante contenga un simpatico duello tra i due, sarà denso di suspence e non mancherà di lasciare il lettore con il fiato "sospeso" (così come rimane anche qualcuno di nostra conoscenza  )).
La storia si rivela davvero ottima perché riesce ad unire momenti di suspence (e in cui aleggiano prepotentemente la tensione e il mistero) con delle simpatiche gags che stemperano la tensione e fanno sorridere.
Una lettura, almeno per me, davvero "completa" e supportata alla grande dal comparto grafico di Massimo De Vita, le cui tavole si rivelano sempre una gioia per gli occhi! 

Magistrale anche il modo in cui è sceneggiata: un ritmo molto gottfredsoniano, spezzato spesso da quelle gag tipiche del strip stories. Forse è la storia in cui è più evidente l'eredità che il goriziano raccoglie da Scarpa e Gottfredson.

La storia inizia con Topolino e Pippo che scorgono una figura familiare dirigere il traffico.
Ed infatti si tratta nientemeno che dell'Ispettore Manetta, il quale, a seguito di una serie di furti inspiegabili e irrisolti dalla polizia, è stato "sbattuto" a dirigere il traffico.
Cogliendo l'alone di mistero che aleggia nell'aria, Topolino (seguito dal buon Pippo) decide di interessarsi al caso e di mettersi a disposizione di Basettoni.
I "furti impossibili" sembrano essere stati concepiti dallo stesso genio criminale e i pochi indizi ritrovati conducono proprio all'oscuro Macchia Nera.
Peccato che l'affascinante e misterioso villain, nemico di sempre di Topolino, si trovi in carcere, in una cella dove gode di ogni comfort.
Qui si ritrova a leggere con piacere i giornali che alludono alla sua possibile implicazione nelle rapine di cui Topolinia, da diversi giorni a questa parte, è caduta vittima.
Se Basettoni si mostra piuttosto rassegnato e comincia a studiare il manuale del codice della strada ( !), Topolino e Pippo decidono di analizzare i filmati delle telecamere di sicurezza presenti nei luoghi dove sono avvenuti i furti.
Mi è piaciuto molto l'utilizzo di Pippo, il quale, a volte, sa dimostrarsi un "genio inconsapevole" e che si rivela davvero un'ottima spalla.
Sarà proprio Pippo a fornire una curiosità interessante sul "caso" e a mettere Topolino sulla buona strada per risolvere il mistero.
Scopriremo infatti che non è Macchia Nera il solo ad essere implicato nella vicenda, ma anche un altro personaggio, tanto bizzarro quanto incosciente.
Davvero d'impatto le scene in cui Macchia esce dal carcere, spalancando le porte della stazione di polizia, e quelle in cui avviene l'inevitabile scontro "frontale" con Topolino.
Quest'ultimo, nonostante contenga un simpatico duello tra i due, sarà denso di suspence e non mancherà di lasciare il lettore con il fiato "sospeso" (così come rimane anche qualcuno di nostra conoscenza  )).

Da quando sono tornati di moda i riassuntoni che rendono pesante e superflua la lettura di un post? Se ho già letto la storia non mi servono, se non l'ho letta li trovo solo inopportuni...

Magistrale anche il modo in cui è sceneggiata: un ritmo molto gottfredsoniano, spezzato spesso da quelle gag tipiche del strip stories. Forse è la storia in cui è più evidente l'eredità che il goriziano raccoglie da Scarpa e Gottfredson.

Vero, ha un ritmo veramente incalzante e che rende la lettura della storia molto scorrevole ed intrigante.
Non c'è mai un attimo di pausa e le gags e le situazioni comiche si alternano con naturalezza ai momenti di tensione che si vivono all'interno della storia.
Da notare in particolare il riferimento al "Doppio Segreto di Macchia Nera" e le battute sull' ottimismo!
Veramente, un gioiello. 

Citazione da: Samu - Lunedì 19 Apr 2021, 21:56:48

La storia inizia con Topolino e Pippo che scorgono una figura familiare dirigere il traffico.
Ed infatti si tratta nientemeno che dell'Ispettore Manetta, il quale, a seguito di una serie di furti inspiegabili e irrisolti dalla polizia, è stato "sbattuto" a dirigere il traffico.
Cogliendo l'alone di mistero che aleggia nell'aria, Topolino (seguito dal buon Pippo) decide di interessarsi al caso e di mettersi a disposizione di Basettoni.
I "furti impossibili" sembrano essere stati concepiti dallo stesso genio criminale e i pochi indizi ritrovati conducono proprio all'oscuro Macchia Nera.
Peccato che l'affascinante e misterioso villain, nemico di sempre di Topolino, si trovi in carcere, in una cella dove gode di ogni comfort.
Qui si ritrova a leggere con piacere i giornali che alludono alla sua possibile implicazione nelle rapine di cui Topolinia, da diversi giorni a questa parte, è caduta vittima.
Se Basettoni si mostra piuttosto rassegnato e comincia a studiare il manuale del codice della strada ( !), Topolino e Pippo decidono di analizzare i filmati delle telecamere di sicurezza presenti nei luoghi dove sono avvenuti i furti.
Mi è piaciuto molto l'utilizzo di Pippo, il quale, a volte, sa dimostrarsi un "genio inconsapevole" e che si rivela davvero un'ottima spalla.
Sarà proprio Pippo a fornire una curiosità interessante sul "caso" e a mettere Topolino sulla buona strada per risolvere il mistero.
Scopriremo infatti che non è Macchia Nera il solo ad essere implicato nella vicenda, ma anche un altro personaggio, tanto bizzarro quanto incosciente.
Davvero d'impatto le scene in cui Macchia esce dal carcere, spalancando le porte della stazione di polizia, e quelle in cui avviene l'inevitabile scontro "frontale" con Topolino.
Quest'ultimo, nonostante contenga un simpatico duello tra i due, sarà denso di suspence e non mancherà di lasciare il lettore con il fiato "sospeso" (così come rimane anche qualcuno di nostra conoscenza  )).

Da quando sono tornati di moda i riassuntoni che rendono pesante e superflua la lettura di un post? Se ho già letto la storia non mi servono, se non l'ho letta li trovo solo inopportuni...

Non è assolutamente mia intenzione quella di creare delle discussioni "pesanti" da leggere.
Se ho letto una storia e mi ha lasciato qualcosa, il mio intento è solo quello di condividere le mie sensazioni, ciò che mi ha trasmesso e ciò che penso della storia con altri appassionati.
Tutto questo senza nessuna polemica, attenzione...
Ma detto con il sorriso. 

Non è assolutamente mia intenzione quella di creare delle discussioni "pesanti" da leggere.
Se ho letto una storia e mi ha lasciato qualcosa, il mio intento è solo quello di condividere le mie sensazioni, ciò che mi ha trasmesso e ciò che penso della storia con altri appassionati.
Tutto questo senza nessuna polemica, attenzione...
Ma detto con il sorriso. 

Va bene, non metto in dubbio le tue buone intenzioni, ma comunque ti pregherei di evitare di raccontare la trama (anche se cerchi di limitarti all'introduzione) in modo così dettagliato, perché se non avessi letto la storia mi avrebbe pesato non poco... dopotutto neanche se ti vai a leggere i thread sui capolavori di Barks e Gottfredson troverai la trama riassuntata, quello solo su wikipedia.

Una delle storie più belle del primo Casty, con una copertina sensazionale che mi fece mozzare il fiato (come molte di quel periodo). Ricordo anche se ero piccolo che lo acquistai in un'edicola vicino a casa di un mio zio, nella zona dell'Aurelia, vicino al Vaticano. Molto bello anche il seguito uscito un mese dopo. Non sparatemi addosso, ma devo confessare che per molti aspetti preferisco l'uomo ingannatempo al dominatore delle nuvole. A quel tempo c'era una storia di Casty un numero sì e uno no, più o meno, che bel periodo. Ricordo molto bene lo stupore che ebbi leggendo la battuta di Macchia "[...] il morto, ops, volevo dire, il corto"

Magistrale anche il modo in cui è sceneggiata: un ritmo molto gottfredsoniano, spezzato spesso da quelle gag tipiche del strip stories.

Gottfredsoniano? Il maestro dello Utah ha sceneggiato poco e in quelle storie non ritrovo un andamento simile. Anzi, se devo essere sincero quello di Casty è ritmo che caratterizza solo lui stesso e nessun altro autore di mia conoscenza.

Non sparatemi addosso, ma devo confessare che per molti aspetti preferisco l'uomo ingannatempo al dominatore delle nuvole.

Dovremmo? Questa frase mi fa pensare che il dominatore delle nuvole sia sopravvalutata (oppure è sottovalutata la presente?)
In ogni caso trovo più misteriosa e d'atmosfera questa che non l'altra che hai citato.

Citazione da: Atius - Lunedì 19 Apr 2021, 22:14:39

Magistrale anche il modo in cui è sceneggiata: un ritmo molto gottfredsoniano, spezzato spesso da quelle gag tipiche del strip stories.

Gottfredsoniano? Il maestro dello Utah ha sceneggiato poco e in quelle storie non ritrovo un andamento simile. Anzi, se devo essere sincero quello di Casty è ritmo che caratterizza solo lui stesso e nessun altro autore di mia conoscenza.

A me il ritmo ha richiamato alla mente atmosfere di questo tipo. Molto differente da storie dello stesso autore degli anni successivi, in cui la narrazione è più "continuativa" e l'incedere delle gags è decisamente meno incalzante. L'omaggio alle strip stories mi sembra piuttosto evidente.

P.s. con gottfredsoniano non intendo riferirmi direttamente poche storie sceneggiate da Gottfredson, bensì alle storie di quel periodo, disegnate dall'autore, ma da lui non sceneggiate.

A me il ritmo ha richiamato alla mente atmosfere di questo tipo. Molto differente da storie dello stesso autore degli anni successivi, in cui la narrazione è più "continuativa" e l'incedere delle gags è decisamente meno incalzante. L'omaggio alle strip stories mi sembra piuttosto evidente.

P.s. con gottfredsoniano non intendo riferirmi direttamente poche storie sceneggiate da Gottfredson, bensì alle storie di quel periodo, disegnate dall'autore, ma da lui non sceneggiate.

Ma gli autori che hanno collaborato con lui avevano un proprio stile di sceneggiatura. Non intendo che fossero completamente diversi tra loro, ma alcune differenze emergono.

Quindi, per tornare in tema, il ritmo narrativo dell'uomo ingannatempo quale ti ricorda? Quello osborniano, demarisiano o walshano?

(Mi rendo conto che questa può sembrare una piccolezza (e forse lo è) derivata esclusivamente dall'uso delle parole, ma se noi utilizziamo lo stesso termine per indicare concetti diversi non ci capiamo).