Non ho capito una cosa: cosa significa che prima i segni della scopa andavano da nord a sud e ora da est a ovest (o qualcosa di simile)? Proprio mi sfugge...
Semplicemente che qualcuno ha pulito nuovamente con la scopa per cancellare le tracce lasciate dopo il nuovo furto, ma non ha fatto caso a ricalcare la direzione dei precedenti colpi di scopa... ma tanto Tognone non se n'è accorto!
Invece io non ho capito perché Tognone trova impronte fatte con le sue stesse scarpe...
Ho letto la storia recentemente ed è la prima storia anni '30 di Topolino che ho il piacere di apprezzare... grazie all'acquisto de I Tesori Disney 3, che contiene anche Topolino poliziotto e Pippo suo aiutante, e Topolino e il mistero di Macchia Nera... sono rimasto molto colpito dalle importanti differenze nella caratterizzazione di Topolino dal 1930 al 1939... all'inizio è ancora un giovincello, lo si potrebbe quasi considerare teenager insieme a Minni e Felice, visto che di matrimonio si parlava molto presto a quei tempi e che Tognone è preoccupato per "l'istruzione di Minni"... e vista l'ambientazione rurale non credo che si possa riferire al college universitario! Topolino è più irruento e scapestrato, si getta anima e corpo in quello che potrebbe considerarsi il suo primo giallo ma le sue astuzie non sono ancora quelle che definiranno il detective maturo e razionale del futuro... siamo ancora lontani anche dalle intuizioni come quella che risolve il caso in The crazy crime wave, il personaggio vive piuttosto una dramedy appassionante che ruota intorno alla relazione con Minni... tutto ciò passa in secondo piano quando, qualche anno più tardi, Topolino sarà cresciuto e diventato un vero investigatore borghese, molto sfaccettato (come si vede nel mistero di Macchia Nera per gli espedienti che adotta pur di recuperare l'indizio mancante) ma pur sempre molto più definito e intrigante come personaggio, a mio parere.
Non credo di essere nostalgico del primissimo periodo di Topolino, visto ciò che è venuto subito dopo... ma non posso non apprezzare la qualità di storie come questa, e non tanto per le sequenze d'azione, quanto per il piacere di ritrovare, in embrione, quella visione del mondo tipicamente Gottfredsoniana... con quella capacità di lanciare messaggi chiari al lettore, commoventi e malinconici al tempo stesso: personalmente sono rimasto "toccato" dalla sequenza dei vari tentativi di suicidio di Mickey, che termina con una bella lezione di vita e tuttavia lascia l'amaro in bocca, per tutte le volte che il nostro beniamino ha sfiorato la morte, facendo riflettere sulla gravità di certe situazioni; il finale della sequenza, poi, mi ricorda epiloghi come quello di Topolino e Pippo cervello del secolo, o Topolino e la macchina Toc Toc (anche se lì lo sceneggiatore è Bill Walsh); forse è anche per questo che non sento per niente distante questo mondo rappresentato nel 1930, e davvero il Topolino di allora sembra l'adolescente di ciò che poi diverrà, e pare di assistere ai suoi primi, duri confronti col mondo e di piangere e sorridere insieme a lui.