La storia è di certo molto bella, in particolare per l tipologie di peccatori adattate all'attualità, sebbene non manchino anche diverse presenti nell'opera originale.Alcune, come i prodighi, compaiono anche nel poema ma qui subiscono una punizione diversa.
Vengono ripresi espressioni e versi danteschi ma lo sceneggiatore li inserisce in periodi di sua creazione, dando vita ad una nuova verseggiatura: questo mi sembra il merito maggiore del fumetto, seppure nessuno lo abbia citato. Giusto la terzine "O voi ch'avete l'intelletti sani... sotto il velame de li versi strani" (non ricordo il verso centrale) mi sembra identica ad una della Divina commedia.
Fra l'altro questa rielaborazione viene pure giustificata, dal momento che Topolino legge il poema prima di addormentarsi e nel sogno plausibilmente conserva frammenti di memoria di quanto letto.
Tuttavia per me non supera l'opera a cui si ispira. Sia per l'inferiorità linguistica (ovviamente) sia perchè Martina non sfrutta la potente arma che ha a disposizione al contrario di Dante: i personaggi disney. Infatti la maggior parte di essi non ha lo spazio per far emergere la propria personalità. L'unico che bene o male si slava è Topolino tra risposte piccate, battute ironiche e una certa tendenza all'azione; gli altri al massimo fanno un paio di battute azzeccate (Clarabella) ed escono di scena. Il più sacrificato di tutti è sicuramente Pippo: appare per tutta la durata della storia ma il suo contributo è pressochè nullo.
Personalmente non comprendo chi la definisce pesante: io l'ho trovata leggera e scorrevole, oltrechè divertente ("tal era la pendenza che tornammo al punto di partenza", il centro estetico di Minosse, l'arbitro corrotto, eccetera, "i poeti non sono dei morti di fame?")
Mi viene però il dubbio che forse sarebbe venuta meglio come poesia pura e non come fumetto, dal momento che sono le terzine a determinare il ritmo del racconto, che viene spezzato (a maggior ragione con rime incatenate) se ci ferma a leggere le battute. Magari avrebbero potuto realizzare una poesia accompagnata da disegni muti, i quali avrebbero integrato i versi ma non avrebbero richiesto pause per venire osservati.
Inizialmente, con la punizione degli insegnanti, sembrava che la vicenda si configurasse come populista, ma più avanti si riscatta con i tormenti che devono subire gli scolari che si fingono malati per saltare le lezioni. Invece la scena in cui gli allievi si pentono e seguono le parole del grillo parlante risente un po' di moralismo.
Non ho nemmeno apprezzato l'apparizione di Cesare (che viene visto come discepolo di Omero, ma perchè poi?) che si mette a cavallo di Pippo il quale dichiara di attraversare il Rubicone: quella vignetta mi è sembrata inserita solo per il gusto di fare una citazione fine a sè stessa, nè utile ai fini della trama nè divertente.
Ma soprattutto, da estimatore della filosofia, non sopporto il dipingere i suoi rappresentanti come una manica di imbecilli: questo si configura per me come il demerito principale.
Personalmente non la considero nemmeno la migliore dal punto di vista poetico: sotto questo aspetto preferisco Topolino, Eta Beta e la Spia Poeta. I versi di Walsh sono sicuramente meno elaborati di quelli di Martina, ma riescono a trasmettere una sottile ma tangibile inquietudine.
Nel complesso la storia mi piaciuta eccome, ma non la considererei mai e poi mai un capolavoro immortale: chi di questo avviso secondo me non ama veramente i personaggi disney, dato che le loro caratterizzazioni emergono molto poco.
Domanda: non ho capito perchè ritrarre Toro Seduto sulla moto, è un riferimento a qualcosa di a me ignoto?