Per far comprendere la vera natura del suo personaggio, a Barks sono bastate questa "manciata" di tavole.
Basta solo ammirare la prima e l'ultima pagina per capire il personaggio di Paperon de' Paperoni.
In realtà, Scrooge non è tirchio di natura (come poi lo dipingeranno gli autori italiani).
E' semplicemente legato al suo denaro, guadagnato con il sudore della fronte, con grandi sacrifici e (come sottolinea Paperone stesso) in modo onesto.
La Disfida è LA storia di Scrooge McDuck.
Su questo non concordo del tutto. Paperone non è "semplicemente attaccato al suo danaro", ossia lo è certamente per come lo ha conquistato, ma - forse in conseguenza di ciò - ne è geloso, lo adora (non ci si tufferebbe dentro sennò!) ed è "anche" avaro. Proprio nella disfida dice che era stato "il più avaro degli avari", nel flashback lo apostrofano come
taccagno e cerca di spedire i nipotini dove si pescano solo monete da un soldo!
Certo non è "soltanto" un avaro, ma che sia taccagno secondo me non ci piove!
Semmai negli autori italiani (pur con le differenze tra di loro) non si approfondisce così tanto il personaggio, la sua storia e le sue motivazioni... Una cosa sorprendente di Barks è lo spessore che dà a Scrooge rendendolo un personaggio quasi umano, da romanzo più che da fumetto, ma... al contempo resta sempre un fumetto perché solo un comic character può tuffarsi e scavare gallerie nei soldi!
Sui Bassotti sono d'accordo in parte, ma faccio un po' fatica a leggere un conflitto tra i lavoratori e i lavativi... o meglio, loro lo sono senz'altro, però sono anche delinquenti, il conflitto semmai è tra chi lavora e chi delinque. Però in effetti in altre storie questo aspetto dei bassotti lavativi si nota (più che nella disfida, direi), per es. nelle sette città di Cibola, dove vengono scacciati a pedate dal centro di assistenza
.
Tuttavia oltre che lavativi, sono anche rozzi e stupidi (e perciò non potrebbero aspirare alla ricchezza se non rubando quella altrui!), e anche questo è un aspetto che Barks mette in rilievo parecchio: pensavo ancora alle sette città, dove - stupidi, avidi e litigiosi - fanno scattare il meccanismo di autodistruzione o anche alla disfida dove Paperone li infinocchia facilmente alla fine lusingando il loro ego (lui che ammette la loro "intelligenza", loro gongolano e così cascano nella trappola che Paperone tende loro). In effetti nelle storie sono anche furbi, ma mai abbastanza intelligenti da non cadere in qualche lusinga, tentazione o simili. D'altronde è proprio Paperone a descriverli così:
"I bassotti! Volgari ladri privi di intelligenza! Ora che mi sono riposato, li affronterò e li vincero!"
La disfida è pieno di bellissime frasi significative.
Un'altra è scritta... nella mia firma (almeno l'inzio):
"Nessun uomo è povero se può fare quel che gli piace di tanto in tanto!
E a me piace tuffarmi nel danaro come un pesce baleno, scavarci gallerie come una talpa, gettarmelo in testa come fosse una doccia!"
E' una delle più belle storie che abbia mai letto e insieme alla Stella del Polo è la per me la più bella storia dedicata a Paperone.