Secondo me si sta commettendo un errore di fondo: si sta giudicando un'opera di quarant'anni fa con un metro di giudizio odierno. Al di là dei piccoli particolari che ad alcuni piacciono e ad altri no (paperone e rk nati lo stesso giorno, il filone scavato a colpi di becco...), quarant'anni fa non c'era l'attenzione filologica che c'è oggi (bei tempi, mi verrebbe da dire
), un qualsiasi autore poteva scrivere che zp aveva guadagnato il suo primo milione vendendo pomodori da sugo senza rischiare la fustigazione in pubblica piazza!
Poi parliamo di martina, che è quanto di più lontano ci sia dalla maniacalità di don rosa (sorry bacci, volente o nolente, è lui il termine di paragone per queste cose
), dalla continuity e da tutto ciò che oggi fa andare in brodo di giuggiole tanti lettori.
Quante volte lui stesso ha riscritto l'origine della fortuna di zio paperone?
Quante volte l'ha spostata avanti e indietro nel tempo senza curarsene affatto?
La s&g va presa per quel che è, una iniziativa celebrativa creata per raccontare delle belle storie in costume e blandamente tenute insieme da un filo narrativo obbligato.
Al di là dell'ultimo episodio che di fatto è solo un veloce riassunto delle vite dei due rivali e non è una vera e propria storia, le altre sono una serie di avventure praticamente tutte godibili e ben scritte e che prese singolarmente hanno il loro innegabile valore.
Qualsiasi paragone con la saga di don rosa non ha senso perchè nascono da presupposti completamente diversi e da due autori quasi agli antipodi nel modo di concepire l'universo disney
Ops! Mi accorgo adesso di aver scritto quasi le stesse cose di testaquadramento!