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C'era una volta...in America

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    Re: C'era una volta...in America
    Risposta #15: Martedì 16 Gen 2007, 19:29:25
    Accidenti che acidello il Portamantello! Rispondo senza abbreviazioni, per la sua integrità da Accademia della Crusca:

    Accidenti, che permaloso l'Occhiovolante!

    Citazione
    cmq.. ops scusa, volevo dire COMUNQUE

    Un'abbreviazione ogni tano può scappare, adesso non essere estremista... il mio era un discorso in generale, poi se ti metti un "cmq" ogni tanto non ti ammazza nessuno. Ah, e sappi che non mi piace essere preso leggerissimamente per i fondelli...

    Citazione
    infine, mi scuso se a volte non sono stato chiaro, ho la pessima abitudine di non rileggere e scrivere a fiume (da qui le odiate abbreviazioni). rileggendo i miei post mi rendo conto che ho anche sbagliato il nome di un autore, ma non ho ancora capito come modificare i post..
    sarebbe comunque più sensato che , se qualcosa non è chiara, e in qualche modo si voglia capire, si dica a cosa ci si riferisce in modo che uno possa esprimersi meglio, non credi?
     
    spero, stavolta, di essere stato limpido! come l'acqua del mississipi

    Quello che scrivi si capisce, anche se non leggibilissimo. Lo dicevo più per una questione estetica, che funzionale. Per modificare i messaggi guarda in alto a destra del post che vuoi modificare ;)

    Citazione
    1)"Storia e gloria" non solo lo conosco, ma lo tengo in quella fantastica edizione cartonata di molti anni fa.. bellissima serie, ma non molto coerente .

    Non molto coerente con cosa? Paragonata alla visione di Rosa e Barks?

    Citazione
    2)Su "MM" la penso esattamente cosi. Motiverò meglio il mio pensiero nel topic giusto, sono sicuro ci sia ma non l ho ancora visto, sono qui da poco. Ci divertiremo a parlarne, vedrai  (cmq.. ops scusa, volevo dire COMUNQUE il fatto che la serie abbia chiuso non ti dà da pensare?)

    Hai ragione, per MM c'è il topic apposito... ma attento, non sempre quello che è apprezzato dalla critica è ripagato dalle vendite. MM era un fumetto particolare, rivolto idealmente a un target adulto che tuttavia non si interessava ai fumetti, mentre era troppo maturo per i giovani. Fu solo per questo che non ebbe grande successo nelle vendite e dovette chiudere i battenti.

    Citazione
    3) risottoscrivo la mia speranza su un analoga saga di topolino! forse non ti accorgi che già con "c'era una volta.." è stato fatto un passo in questa direzione. se continuerà non lo so (io credo di si, un giorno o l'altro), ma non fi caso che tendi ad accettare le innovazioni fino ad un certo punto e poi ti fermi. è dunquue solo una questione quantitativa, ossia di quanto avanti ci si possa spingere? non ti accorgi che, apprezzando "c era una volta" stai già apprezzando un piccolo passo avanti nella direzione che auspico io e che ha intrapreso Don? e che chi si pone più limiti di te potrebbe vedere GIA' IN "C'ERA UNA VOLTA" un passo avanti troppo scellerato? la differenza tra la saga di pdp che svela tutto, e il mostrare topolino in fasce coi suoi genitori e solo quantitativa, e non qualitativa.

    Ma C'era una volta ha un altro scopo rispetto alla Saga di Paperone. Lol, è esattamente quello che dici nel post successivo:
    Citazione
    mentre Rosa usa il contesto storico per analizzare il personaggio di scrooge, pezzin usa il personaggio di topolino, nelle sue varie incarnazioni generazionali (anche se avrei preferito caratterizzazioni grafiche un po + variegate, sembra lo stesso personaggio attraverso i secoli..) per approfondire invece la storia americana, un po all opposto di Don. Salvo poi approfondire la figura del padre di topolino e entrare in dettagli generazionali precisi con l ultimo capitolo.

    Esattamente! Ma la differenza non è affatto quantitativa e tantomeno qualitativa: le due saghe hanno obbiettivi diversi ed evidentemente Pezzin non sentiva il bisogno (e, giustamente nemmeno il diritto) di porre dei paletti alla vita di Topolino come ha fatto Don con Zio Paperone.

    Citazione
    tornando al topic, se qualcuno vorrà iniziare a scavare sul personaggio di topolino, cosi poco approfondito psicologicamente, credo che troverà un bel po da scavare!

    Io non credo ce ne sia bisogno. Tu vorresti un esplicitazione della psicologia di Topolino, un po' come ha fatto Don con Paperone. Tuttavia il personaggio di Topolino è stato approfondito implicitamente da molti autori come Gottfredson, Scarpa, Faraci e Casty tanto per sparare i primi che mi vengono in mente. Implicitamente e tra le righe, è vero, però l'hanno fatto.
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      Re: C'era una volta...in America
      Risposta #16: Martedì 16 Gen 2007, 20:18:17

      Esattamente! Ma la differenza non è affatto quantitativa e tantomeno qualitativa: le due saghe hanno obbiettivi diversi ed evidentemente Pezzin non sentiva il bisogno (e, giustamente nemmeno il diritto) di porre dei paletti alla vita di Topolino come ha fatto Don con Zio Paperone.  



      vabbè, non riesco a spiegarmi allora, sarà un mio limite..
      qualcuno prima aveva mai avanzato l'ipotesi di narrare la vita del padre di topolino e di contestualizzarla storicamente? no. pezzin lo ha fatto, meno invasivo del rosa, e siamo d'accordo, ma l ha fatto. e , ripeto, è un piccolo passo verso la direzione "implosiva" di don rosa e la sua saga.
      "quantitativamente" minore, ma della stessa qualità come tipo d'operazione
      non credo sia una mia opinione, credo sia un dato di fatto, quindi non lo ripeterò +..
      Pezzin ti sembra diverso perchè:
      1) è stato + soft
      2) usa un linguaggio a cui noi lettori disney italiani siamo + avvezzi, meno di rottura di quello di Rosa, + tradizionale
      3)mmm, non so trovare un terzo motivo!!

      poi insomma, sulla storia che altri autori hanno approfondito in maniera "giustoa" a altri lo facciano in maniera "sbagliata", snaturando i personaggi!
      mi sembra una critica miope, e per dimostrartelo ti faccio un esempio storico.
      Immagina di essere un lettore di Paperino di Taliaferro degli anni 40 ok?
      ad un certo punto leggi la prima storia di Barks con zio Paperone, in cui entra un personaggio tetro e anche un po' stronzo come il primo ZP.. immagina poi di leggere le storie successive di taglio avventuroso.. si è perso per strada il Donald + semplice di taliaferro, e piano piano si è fatto strada un altro donald e un altro mondo..
      forse se tu fossi stato un lettore degli anni 40 avresti gridato allo "snaturamento", e a dar retta a te  non si sarebbe evoluto nessun universo!
      invece i lettori accettarono di buon grado il cambiamento e lo "snaturamento ", e i risultati si vedono ancora oggi fortunatamente!
      personaggi come quelli disney, che hanno attraversato i decenni, per continuare a vivere devono evolversi, a volte anche in maniera apparantemente shoccante! questa fase è una fase che ha investito tutti i personaggi storici del fumetto, ha investito quelli disney + di una volta, e non credo che in fondo quella di Rosa sia cosi traumatica come svolta!

      Tornando agli autori che tu sostieni abbiano approfondito Topolino psicologicamente, beh, ti dico la mia:
      Gottfredson ha fatto evolvere il personaggio di Topolino nei fumetti, in qualche modo è il suo padre + autentico, ma di sicuro non lo ha approfondito psicologicamente, lo ha semplicemente rafforzato narrativamente e delineatone il carattere (che poi altri snatureranno, stavolta ne sono convinto davvero, in peggio!)
      Scarpa ha fatto grandi storie col topo, ha rinnovato la vena umoristica del personaggio, dei suoi comprimari e antagonisti. E' stato forse l'autore + fedele all'archetipo originario di Gottfredson, ma nemmeno qui mi pare si possa parlare di introspezione psicologica, almeno non mi viene in mente dalle storie che ho letto. Semmai Scarpa approfondì Zio Paperone talvolta, penso alle lenticche di Babilonia, ma anche in altre occasioni + sporadiche..
      Faraci è un autore preparato, che conosce bene il cinema di genere, ed ha rinnovato la narrazione di Topolinia, rinnovando ancora una volta la narrazione, di taglio cinematografico, dando un nuovo spessore ai cattivi, rendendo Topolino più simpatico. Si mantiene nella stessa scia che da Gottfredson passa a Scarpa, ma come psicollogia mi pare abbia approfondito + quella del vecchio Pietro che non quella di Mickey. L'operazione MM non ha funzionato perchè era un operazione furbetta! Per approfondire psicologicamente il Topo, hanno creato in esso un trauma,e non potendo ammazzare nessuno lo hanno esiliato in un altra città senza la possibilità di tornare (espediente narrativo debolissimo tralaltro!).. Insomma, non puoi mettere un personaggio di punto in bianco in un altro mondo per creare introspezione! Di fatto è come se fosse un altro personaggio, e onestamente non posso vedere Topolino in assenza di Pippo, elemento necessario a mio parere! Quelle storie inoltre erano troppo ammiccanti, mi dava un po fastidio questa atmosfera da film hard boiled a tutti i costi.. insomma, non  ci siamo..
      Su Casty, mea culpa, non posso pronunciarmi in quanto non conosco. Sarei lieto di apprezzarne qualche storia, che magari mi smentirebbe..

      Insomma, Gli autori sopra sono indiscutibilmente grandi, ma c'è un passo ancora da fare col Topo, e però è difficile, lo riconosco, proprio per la natura del personaggio, che non pare avere lati oscuri.. a differenza di Scrooge, del quale si è potuto raccontarne la storia e il perchè del suo cinismo, o dello stesso Donald, frustrato che ogni tanto si prende le sue rivincite.. Senza contare il complicato intreccio familiare, cosa che manca dai topi (anche se mi pare che proprio Gottfredson e Scarpa avevano creato dei parenti...)

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        Re: C'era una volta...in America
        Risposta #17: Martedì 16 Gen 2007, 20:25:29
        Come posso apprendere le vostre tecniche di sintesi?  :P
        WITCH: lasciati stregare...

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          Re: C'era una volta...in America
          Risposta #18: Martedì 16 Gen 2007, 20:28:47
          Come posso apprendere le vostre tecniche di sintesi?  :P

          che tecniche?
          se ti riferisci a come si imposta il videoregistratore non ne ho la + pallida idea..
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            Re: C'era una volta...in America
            Risposta #19: Martedì 16 Gen 2007, 20:39:09
            Come posso apprendere le vostre tecniche di sintesi?  :P

             ;D ;D ;D ;D ;D ;D ;D ;D ;D ;D

            riquoto Portamantello, storie diverse con obbiettivi diversi. L'introspezione psicologica è positiva, ma non è per forza assente se non è esplicita: Gottfredson e Scarpa, così come altri, hanno dato una loro tipicità al personaggio di Topolino, tu cosa intendi per introspezione psicologica, la psicanalisi?
            E poi, secondo me, non c'è niente che si deve fare, bensì che si può fare..
            « Ultima modifica: Martedì 16 Gen 2007, 20:47:19 da flip »

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              Risposta #20: Martedì 16 Gen 2007, 21:31:19

               ;D ;D ;D ;D ;D ;D ;D ;D ;D ;D

              riquoto Portamantello, storie diverse con obbiettivi diversi. L'introspezione psicologica è positiva, ma non è per forza assente se non è esplicita: Gottfredson e Scarpa, così come altri, hanno dato una loro tipicità al personaggio di Topolino, tu cosa intendi per introspezione psicologica, la psicanalisi?
              E poi, secondo me, non c'è niente che si deve fare, bensì che si può fare..

              osservazione sacrosanta.
              e in effetti, probabilmente, per le possibilità che dava Topolino, gli autori da voi citati hanno fatto molto, forse il massimo (forse..)
              Gli autori citati, hai detto bene, hanno dato tipicità, che è un enorme merito, ma diversa cosa dall'introspezione..
              ovviamente io parlavo per ipotesi e congetture, forse se quello che auspicavo io, e cioè un introspezione psicologica forte sul personaggio, scavando nella sua storia, nella sua persona, nei suoi sentimenti + umani (è questo che intendo per introspezione psicologica).. operazione fatta ad esempio da Frank Miller con Batman, e da molti altri autori di supereroi..

              Operazione che pone l'accento sul carattere umano dei personaggi, al di la dello stereotipo che l'essere un characters presuppone..
              Una casa tradizionale come la Bonelli, che contesto sotto molti aspetti, ad un personaggio come Tex ad esempio, diede un minimo di introspezione psicologica per dargli un po di spessore, benchè rimanesse ancora molto legata al genere.. questa operazione continuò con altri personaggi, fino a Dylan Dog o Nathan Never, dove è un elemento portante..
              Certo, i Disney sono altri tipi di fumetto, ma questo non esclude che su di loro possano intessersi storie di un maggiore spessore umanistico che non le solite storielle stereotipate..
              Per il resto, sui modi, la misura ecc.. è solo una questione di autori, e di gusti certo..
              Sarò noioso e me ne dolgo con tutto il cuore, ma  la prima volta che una storia Disney mi ha emozionato, oltre che divertito,ad un certo livello, è stata la saga di Don Rosa, e questo è segno che l'introspezione del personaggio unita alla solida struttura narrativa hanno generato un vero e proprio ( e sono serissimo) romanzo di formazione a fumetti, paragonabile ai grandi romanzi di formazione ottocenteschi.
              E questo, piaccia o no, è un merito.
              E, ovviamente, questo merito nulla toglie ad altri autori che hanno seguito altre strade, ci mancherebbe altro!
              Sulle mie congetture su quello che si "dovrebbe" fare di topolino, non dico che si possa fare, dico solo che mi piacerebbe molto.. tutto qui!
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                Re: C'era una volta...in America
                Risposta #21: Mercoledì 17 Gen 2007, 00:16:57
                la differenza non è affatto quantitativa e tantomeno qualitativa: le due saghe hanno obbiettivi diversi
                Citazione
                storie diverse con obbiettivi diversi.
                Sono d'accordo, sono proprio due mondi diversi.

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                  Re: C'era una volta...in America
                  Risposta #22: Mercoledì 17 Gen 2007, 01:14:01
                  e in effetti, probabilmente, per le possibilità che dava Topolino, gli autori da voi citati hanno fatto molto, forse il massimo (forse..)
                  Gli autori citati, hai detto bene, hanno dato tipicità, che è un enorme merito, ma diversa cosa dall'introspezione..
                  ovviamente io parlavo per ipotesi e congetture, forse se quello che auspicavo io, e cioè un introspezione psicologica forte sul personaggio, scavando nella sua storia, nella sua persona, nei suoi sentimenti + umani (è questo che intendo per introspezione psicologica).. operazione fatta ad esempio da Frank Miller con Batman, e da molti altri autori di supereroi..

                  Operazione che pone l'accento sul carattere umano dei personaggi, al di la dello stereotipo che l'essere un characters presuppone..
                  Una casa tradizionale come la Bonelli, che contesto sotto molti aspetti, ad un personaggio come Tex ad esempio, diede un minimo di introspezione psicologica per dargli un po di spessore, benchè rimanesse ancora molto legata al genere.. questa operazione continuò con altri personaggi, fino a Dylan Dog o Nathan Never, dove è un elemento portante..
                  Certo, i Disney sono altri tipi di fumetto, ma questo non esclude che su di loro possano intessersi storie di un maggiore spessore umanistico che non le solite storielle stereotipate..
                  Ma in cosa dovrebbe consistere questa introspezione? Dieci pagine di monologo interiore in cui Topolino si tormenta ricordando i traumi della sua infanzia e si interroga sul senso della sua vita?
                  Per me Topolino va bene così com'è, ha una sua caratterizzazione psicologica che è perfettamente funzionale alle storie. Se cerco un altro tipo di psicologia mi rivolgo ad altri personaggi.


                  [size=10]Per inciso: nel Batman di Miller non vedo molta complessità psicologica; anzi, i suoi personaggi sono molto archetipici. Né ne vedo in Dylan Dog, e tanto meno in Nathan Never (l'apoteosi dell'inconsistenza narrativa e psicolgica a fumetti, almeno finché lo leggevo io - circa una decina d'anni fa).[/size]

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                    Re: C'era una volta...in America
                    Risposta #23: Mercoledì 17 Gen 2007, 03:01:44
                    Ma in cosa dovrebbe consistere questa introspezione? Dieci pagine di monologo interiore in cui Topolino si tormenta ricordando i traumi della sua infanzia e si interroga sul senso della sua vita?
                    Per me Topolino va bene così com'è, ha una sua caratterizzazione psicologica che è perfettamente funzionale alle storie. Se cerco un altro tipo di psicologia mi rivolgo ad altri personaggi.


                    [size=10]Per inciso: nel Batman di Miller non vedo molta complessità psicologica; anzi, i suoi personaggi sono molto archetipici. Né ne vedo in Dylan Dog, e tanto meno in Nathan Never (l'apoteosi dell'inconsistenza narrativa e psicolgica a fumetti, almeno finché lo leggevo io - circa una decina d'anni fa).[/size]

                    ehm, mi sembrava di aver già risposto con questa frase
                    Citazione
                    un introspezione psicologica forte sul personaggio, scavando nella sua storia, nella sua persona, nei suoi sentimenti + umani (è questo che intendo per introspezione psicologica)..  
                    se non era soddisfacente mi dispiace! di sicuro non intendevo un monologo shakespeariano, sono sicuro che chi voleva capire ha capito  ::)

                    E comunque, smentendomi subito, proprio il Batman di Miller ricorre ai monologhi interiori,quindi se ben utilizzati da autori bravi, ci stanno pure, e non ironicamente come si alludeva..
                     Ecco l'esempio di una storia in cui si guarda l'eroe da un punto di vista umano, con le sue debolezze e limiti. E, nonostante una certa spettacolarizzazione, la storia pone l'accento sulla differenza tra l'immagine archetipica dell'eroe (forse quella a cui ti riferisci) incarnata dal Superman presente nella storia, e l'altra immagine dell'eroe, quella più umana e oscura, rappresentata da Batman. Certo, archetipica anche quella, e difatti un grande merito della storia di Miller è stato coniugare introspezione del personaggio (che troviamo invecchiato e disilluso all'inizio) e l'immagine di Batman secondo il suo spirito originario, che è appunto l'archetipo dell'eroe oscuro.

                    Su Dylan Dog e Nathan Never, certo si può dire che siano introspettivi alla buona, se uno è un assiduo lettore di Joice. Ma, per la media di due testate d'avventura popolari, hanno trattato i personaggi in maniera di sicuro più profonda di come si faceva prima, almeno alla Bonelli.

                    beh, ho fatto di tutto per esprimere il mio pensiero, forse usando troppe parole..e adesso, sull'argomento, le ho davvero finite ( a meno che qualcuno non abbia la felice idea di iniziare a parlare della storia che dà il titolo al topic! sarebbe pure ora no?..;)
                    Se sono riuscito a comunicarlo correttamente almeno ad uno solo di quelli che l'hanno letto, mi ritengo + che soddisfatto (tranquillo Rom, non sto parlando di te ;) )
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                      Risposta #24: Mercoledì 17 Gen 2007, 17:07:02
                      Ah, c'è da aggiungere che Zio Paperone è vecchio. Ha una vita alle spalle ed è indubbiamente interessante scoprirla e capire il percorso che lo ha portato a diventare il papero più ricco del mondo. Topolino è giovane, cosa c'è da raccontare? La sua primissima infanzia? Non penso potrebbe venirne fuori una saga...
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                        Re: C'era una volta...in America
                        Risposta #25: Mercoledì 17 Gen 2007, 19:50:32
                        Ah, c'è da aggiungere che Zio Paperone è vecchio. Ha una vita alle spalle ed è indubbiamente interessante scoprirla e capire il percorso che lo ha portato a diventare il papero più ricco del mondo. Topolino è giovane, cosa c'è da raccontare? La sua primissima infanzia? Non penso potrebbe venirne fuori una saga...


                        ammetto la maggiore difficoltà.. ma proprio x questo sarebbe + stimolante no?
                        le mie sono idee campate in aria, è chiaro si tratta di un operazione impegnativa...

                        Cmq, al di là dell'età, per rendere un personaggio profondo, basta chiedersi "perchè è cosi" e darsi delle risposte.. la stessa cosa che ha fatto Don nella Saga in fondo.. "perche scrooge è avaro e cinico? e perchè ci sono tutti sti nipoti e nessun genitore?" per esempio..

                        per il topo io proporrei:

                        1)perchè questo accanimento nella lotta al crimine? (si potrebbe inserire un qualche piccolo trauma, che è alla base della nascita di ogni eroe.. non dico che debbano esserci  dei lutti come in spiderman, ma cmq un qualcosa..)
                        2)perchè gambadilegno lo odia così tanto? (e qui guarderei + al vecchio gamba che a quello nuovo, molto + bonaccione! in molte storie antiche provava + volte a ucciderlo! come dovrebbe fare un gatto con un topo in fondo..)
                        3)chiariamo un po' il personaggio di Pippo (approfondiamo un po' l'unica fidanzata che abbia mai avuto, di Scarpa, Zenobia mi pare si chiamasse..)
                        4)Tip e Tap, da dove sbucano?
                        5)usiamo il mitico professor Enigm!
                        6) maacchia nera, altro personaggio fantastico, pieno di mistero, antitetico a gamba, avversario formidabile!! se non fosse che tutti sappiamo che faccia ha, e che è troppo alto, vi immaginate una scoperta (come in guerre stellari) clamorosa: si toglie il mantello ed è il padre di topolino!!! (su quest'ultima cosa non mi massacrate!! era una battuta!!! )

                        sono solo idee buttate li, ma pensate che ne potrebbe fare un bravo autore!
                        "Non chiamarmi nipote, chiamami vendetta"
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                          Re: C'era una volta...in America
                          Risposta #26: Mercoledì 17 Gen 2007, 21:44:06


                          6) maacchia nera, altro personaggio fantastico, pieno di mistero, antitetico a gamba, avversario formidabile!! se non fosse che tutti sappiamo che faccia ha, e che è troppo alto, vi immaginate una scoperta (come in guerre stellari) clamorosa: si toglie il mantello ed è il padre di topolino!!!

                          Che è? la pubblicità di Wizards of Mickey II? ;D ;D ;D

                          L'argomento è interessante, ma perché non apri un topic apposito, e qui parliamo della saga di Pezzin, cosa che faccio volentieri?

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                            Re: C'era una volta...in America
                            Risposta #27: Mercoledì 17 Gen 2007, 22:41:19

                            Immagina di essere un lettore di Paperino di Taliaferro degli anni 40 ok?
                            ad un certo punto leggi la prima storia di Barks con zio Paperone, in cui entra un personaggio tetro e anche un po' stronzo come il primo ZP.. immagina poi di leggere le storie successive di taglio avventuroso.. si è perso per strada il Donald + semplice di taliaferro, e piano piano si è fatto strada un altro donald e un altro mondo..
                            forse se tu fossi stato un lettore degli anni 40 avresti gridato allo "snaturamento", e a dar retta a te  non si sarebbe evoluto nessun universo!
                            invece i lettori accettarono di buon grado il cambiamento e lo "snaturamento ", e i risultati si vedono ancora oggi fortunatamente!
                            personaggi come quelli disney, che hanno attraversato i decenni, per continuare a vivere devono evolversi, a volte anche in maniera apparantemente shoccante! questa fase è una fase che ha investito tutti i personaggi storici del fumetto, ha investito quelli disney + di una volta, e non credo che in fondo quella di Rosa sia cosi traumatica come svolta!

                            Questo ragionamento (e tantomeno il paragone) non sta nè in cielo nè in terra. Durante gli anni 40 c'era una mentalità diversa e un approcio diverso al fumetto... le strips di Al Taliaferro si leggevano sui giornali e dubito ci fosse qualcuno che si comprasse appositamente i giornali per leggersi i fumetti (se non per l'inserto domenicale, ma comunque solo in rari casi). Chi comprava i comic book lo faceva appositamente e si aspettava giustamente avventure lunghe e non qualche gag e basta, considerando anche che solo pochi potevano permettersi l'acquisto di comic book. Poi i lettori dell'epoca (quei pochi che leggevano un comic book) non avevano la mentalità di discutere di fumetti e di stabilire lo snaturamento del personaggio; discriminavano tra storia bella o brutta e tanto gli bastava.
                            Non voglio passare per un "fondamentalista" con la mentalità chiusa. Tutt'altro, la mia passione nerd ai fumetti Disney nasce grazie a Don Rosa, ma questo non ne cancella i limiti e/o difetti. Quello che ha fatto Rosa è un caso a perte, unico nel suo genere, non possiamo creare una saga sulla vita di ogni personaggio Disney, perchè fondamentalmente Disney non ha continuty (ok, tranne in casi poco significativi o nelle strisce di Gottfredson che erano però tutt'altra cosa). Un'eccezione ogni tanto ci sta, porta una ventata innovativa, ma se si vuole eccedere con l'introduzione forzata di elementi non strettamente legati all'ambito Dinsey classico.

                            Citazione
                            1)perchè questo accanimento nella lotta al crimine? (si potrebbe inserire un qualche piccolo trauma, che è alla base della nascita di ogni eroe.. non dico che debbano esserci  dei lutti come in spiderman, ma cmq un qualcosa..)
                            Perchè sì. Topolino è stato per anni un personaggio ideologico, che incarna i valori ritenuti positivi dalla società che lo ha espresso, simbolo dei valori di rettitudine e onestà americani, che combatteva anche per tutelare sè stesso e i suoi cari. Ammetto che ultimamente il personaggio è statp alquanto appiattito e il significato di questa funzione simbolica è andato perduto, trasformando Mickey in un investigatore che agisce non si sa bene perchè, ma comunque compiendo un'operazione come quella che proponi questo lato della personalità del topo sfumerebbe via (ovvimante con i metodi "alla Don Rosa", magari se si accennasse in maniera non troppo drammatica alla questione non avrei nulla da ridire).

                            Citazione
                            2)perchè gambadilegno lo odia così tanto? (e qui guarderei + al vecchio gamba che a quello nuovo, molto + bonaccione! in molte storie antiche provava + volte a ucciderlo! come dovrebbe fare un gatto con un topo in fondo..)
                            Hai mai letto Topolino e il fiume del Tempo e altre storie di faraci reperibili nel volume Topolino Noir? Sono storie molto belle, in cui viene analizzato bene il rapporto tra Topolino e Gamba, senza però essere espliciti come Rosa. Paradigmatica poi è la seconda frase che ho in firma, ripresa poi da Scarpa in Un ragazzo davvero in Gamba ;)

                            Citazione
                            (approfondiamo un po' l'unica fidanzata che abbia mai avuto, di Scarpa, Zenobia mi pare si chiamasse..)
                            Esatto. A dover di cronaca ci sarebbe anche una certa Gloria, ideata da Gottfredson ma mai amata molto dai lettori.

                            Citazione
                            4)Tip e Tap, da dove sbucano?
                            Figli di una vicina di Topolino, la signora Fieldmouse (si chiamava così? Non ricordo) e poi divenuti secondo la tradizione effettivi nipoti di Topolino.

                            Citazione
                            Che è? la pubblicità di Wizards of Mickey II?
                            ;D
                            Flip, non svegliare l'Ambrosio che dorme...  ::) :P
                            No man commanded Jean Louise.
                            Not on land and not on water.
                            Jean did whatever he pleased,
                            Until he kissed the gunners daughter.

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                              Re: C'era una volta...in America
                              Risposta #28: Mercoledì 17 Gen 2007, 23:16:03
                              Come posso apprendere le vostre tecniche di sintesi?  :P

                              Grande Noah82!!!  ;D

                              Comunque, se posso dare il mio MODESTISSIMO parere, come ha spiegato molto bene flip fra i primi interventi del Topic, C'era una volta in ...America non voleva rappresentare la genealogia di Topolino, ma raccontare la storia americana (nel bene, ma anche nel male) attraverso personaggi familiari che rappresentassero il volto buono degli USA.
                              Diverso quindi dal discorso di Don Rosa, che invece voleva raccontarci e approfondire non la storia di un paese, ma di un personaggio

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                                Re: C'era una volta...in America
                                Risposta #29: Mercoledì 17 Gen 2007, 23:42:14

                                 

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