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Ducks on the Road

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Dippy Dawg
Dittatore di Saturno
PolliceSu   (1)

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PolliceSu   (1)
    Ducks on the Road
    Giovedì 6 Lug 2017, 14:45:50
    Vale la pena di aprire un topic dedicato?
    Boh, intanto lo apro... ::)

    Arrivati alla fine della saga, possiamo tirare le fila ed esprimere un giudizio...

    Il mio, è pienamente positivo!
    La storia è andata in crescendo: le prime due puntate non mi avevano convinto pienamente, non so neanche dire esattamente perché (forse per i personaggi un po' "caricati"), ma dopo mi sono entusiasmato a leggere!
    Da un'altra parte, ho scritto che non avevo ululato al capolavoro assoluto: confermo che non è "assoluto", ma che comunque è una gran bella storia, che si legge e si rilegge (e si rilegge, e si rilegge...) molto volentieri! :D

    Ho letto di qualcuno che non ha apprezzato (eufemismo) Paperetta per come è stata dipinta: più che legittimo! Anzi, devo dire che anch'io, un paio di volte, l'avrei presa per le orecchie (si fa per dire! ;D )!
    In fondo, però, l'ho accettata così come: una ragazzina esuberante, un po' svampita, ma comunque simpatica! (Sarà anche che ho un amico che ha un carattere simile, quindi mi sono immedesimato in Paperina! ;D )

    Faccio uno squallido elenco delle cose che ho apprezzato di più:
    - la musica! Fare una storia ispirata ad una canzone, con tanto di brani del testo originale, è una bella idea! Se poi un paio di queste canzoni sono tra le mie preferite, ancora meglio!
    - l'ambientazione!
    - i disegni (vabbe', questa è ovvia)! In particolare, la caratterizzazione anni '70 dei personaggi, a partire da Archimede fino a Paperino con le basette! :D
    - l'originalità nella scelta dei protagonisti!
    - il tormentone degli occhiali di Archimede! ;D

    Forse sono io che sono particolarmente in sintonia con le storie di Radice/Turconi, ma se ogni volta mi ritrovo a parlarne bene, non può essere un caso!
    Quindi, da parte mia, ancora complimenti, e, soprattutto, grazie! :)
    Io son nomato Pippo e son poeta
    Or per l'Inferno ce ne andremo a spasso
    Verso un'oscura e dolorosa meta

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    Andrea87
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    • Il terrore di Malachia!
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    PolliceSu
      Re: Ducks on the Road
      Risposta #1: Giovedì 6 Lug 2017, 15:06:49
      invece a  me non piaciuta affatto, purtroppo come temevo già dal primo episodio, i fasti di Pippo Reporter sono lontanissimi...

      Le puntate troppo autoconclusive (volendo si possono leggere 1^ e 5^ puntata e saltare le fermate intermedie) e comunque ha una rappresentazione degli anni '70 troppo all'acqua di rose: come temevo, è impossibile parlare della controcultura hippy senza poter citare due dei tre capisaldi dell'epoca "sesso, droga e rock'n'roll"! Mancano anche riferimenti alla guerra in Vietnam che ha lacerato la generazione nata nel dopoguerra (come presumibilmente dovrebbe essere il trio protagonista).
      Eh sì che Forrest Gump ci ha insegnato, oltre 20 anni fa ormai, che si può raccontare di tutto con il sorriso sulle labbra...



      E poi c'è quell'ultima vignetta che è sbagliata!
      ma del tipo che mi sono messo a gridare "mai, neanche tra un milione di anni, assolutamente no, scordatelo, toglitelo dalla testa, niet, negativo, mmm, naa, noo e naturalmente quello che preferisco in assoluto. L'uomo che cade nel burrone: NOOOOOOOOOOooooooooo..... puff...!" (cult cit.)
      Nel tempo dell'inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario (G. Orwell)

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      Cornelius
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      PolliceSu
        Re: Ducks on the Road
        Risposta #2: Giovedì 6 Lug 2017, 15:55:08

        Visto che I Turks sono stati molto precisi con le date (che coincidono con le loro date di nascita, se non erro), nell'estate del 1975 il conflitto del Vietman era ufficialmente concluso da qualche mese, per cui i tre giovani protagonisti potevano tirare un sospiro di sollievo, almeno da questo punto di vista. Il 'giovane Archimede', credo sui 25 anni, potrebbe aver avuto qualche problema negli anni precedenti, ma la sua attività universitaria dovrebbe avergli garantito quantomeno un rinvio sulla leva obbligatoria in Indocina.

        Anche la società americana che negli anni precedenti tanto aveva protestato per quella guerra infinita e sanguinosissima, nell'estate del 1975 non aveva più motivo di scendere in piazza, almeno per quel motivo. Certo, commenti e conseguenze di quel conflitto durato più di un decennio si sarebbero potuti intravedere nel viaggio dei tre (magari qualche ragazzo con le stampelle e una sola gamba), però è anche vero che, forse anche per questo motivo bellico (e non per le loro date di nascita) i Turks hanno voluto illustrare l'America del 1975 e non quella del 1970 e del 1967/68, dove i figli dei fiori 'Peace & Love' c'erano comunque ma, insieme a loro, anche il clou della violenza in genere, sia esterna (il Vietnam) che interna (le rivolte razziali, la protesta studentesca, gli omicidi di grandi personalità politiche).
        « Ultima modifica: Giovedì 6 Lug 2017, 16:01:01 da leo_63 »

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          Re: Ducks on the Road
          Risposta #3: Giovedì 6 Lug 2017, 16:04:09
          Ricordiamo però che Topolino  è anche un fumetto per bambini e quindi Teresa Radice non poteva certo far rappresentare qualcosa che avesse a che fare con la guerra del Vietnam
          « Ultima modifica: Giovedì 6 Lug 2017, 16:04:40 da pap-fra »

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          Andrea87
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          • Il terrore di Malachia!
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            Re: Ducks on the Road
            Risposta #4: Giovedì 6 Lug 2017, 16:48:48
            Visto che I Turks sono stati molto precisi con le date (che coincidono con le loro date di nascita, se non erro), nell'estate del 1975 il conflitto del Vietman era ufficialmente concluso da qualche mese, per cui i tre giovani protagonisti potevano tirare un sospiro di sollievo, almeno da questo punto di vista. Il 'giovane Archimede', credo sui 25 anni, potrebbe aver avuto qualche problema negli anni precedenti, ma la sua attività universitaria dovrebbe avergli garantito quantomeno un rinvio sulla leva obbligatoria in Indocina.

            Anche la società americana che negli anni precedenti tanto aveva protestato per quella guerra infinita e sanguinosissima, nell'estate del 1975 non aveva più motivo di scendere in piazza, almeno per quel motivo. Certo, commenti e conseguenze di quel conflitto durato più di un decennio si sarebbero potuti intravedere nel viaggio dei tre (magari qualche ragazzo con le stampelle e una sola gamba), però è anche vero che, forse anche per questo motivo bellico (e non per le loro date di nascita) i Turks hanno voluto illustrare l'America del 1975 e non quella del 1970 e del 1967/68, dove i figli dei fiori 'Peace & Love' c'erano comunque ma, insieme a loro, anche il clou della violenza in genere, sia esterna (il Vietnam) che interna (le rivolte razziali, la protesta studentesca, gli omicidi di grandi personalità politiche).

            "la guerra in vietnam" l'ho citata perchè è stata uno dei cataclismi che hanno segnato la generazione dei babyboomers, altrimenti non si capirebbe perchè ci sono state controculture come quella hippy...


            Ricordiamo però che Topolino  è anche un fumetto per bambini e quindi Teresa Radice non poteva certo far rappresentare qualcosa che avesse a che fare con la guerra del Vietnam

            secondo me, dobbiamo superare questa visione di un mondo ovattato in cui tutti si vogliono bene e dove tutti si scambiano abbracci (tranne Zio Paperone e Rockerduck, ovviamente).
            Ovvio che non si possono mostrare i drammi della guerra, ma un accenno anche velato se ambienti la storia in quel periodo storico ci vuole (altrimenti perchè ambientarlo negli anni '70?)
            Pensa al film premio oscar "Forrest Gump", con Jenny che potrebbe essere la nostra Paperetta
            Nel tempo dell'inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario (G. Orwell)

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            luciochef
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              Re: Ducks on the Road
              Risposta #5: Giovedì 6 Lug 2017, 19:17:16
              Andrea il tuo commento è sicuramente utile e pieno di spunti di riflessione. Ma credo che sia anche carico di commenti che derivano dalle "nostre" aspettative personali.
              Ognuno di noi, quando si ha la "soffiata" su una eventuale nuova serie, cerca di ricamare nella propria mente il canovaccio della storia stessa.
              Ogni appassionato quindi ci ficca dentro tutto quello che a lui farebbe piacere ritrovare nel racconto.
              Ma spesso le nostre aspettative non coincidono, ovviamente, con la costruzione degli autori.
              Tu, in base ai tuoi post, cercavi una storia che raccontasse i '70 con tutti i suoi capisaldi: musica, costume, lotta all'oppressione, controcultura hippy e le sue radici, la guerra in Vietnam e i suoi strascichi....
              Ma, di sicuro, queste non erano le idee che hanno mosso la coppia Radice/Turconi in quest'avventura. Hanno preferito raccontare il dipanarsi di un viaggio tra improbabili amici, con caratteristiche un po' devianti rispetto al solito e con una grande attenzione ai colori ed ai suoni di quell'epoca.
              E possiamo noi dargli torto per questo ?
              Loro in nessuna intervista hanno annunciato di voler scrivere il "racconto del secolo" intriso di critica sociale, introspezione dei personaggi e in cui si sarebbero fatti nomi e cognomi degli oppressori o degli usurpatori americani.
              Hanno deciso di fare un "viaggio leggero" tra le pagine di un fumetto che non ha la minima intenzione di confrontarsi con un'opera maestosa quale è Forrest Gump.
              I racconti della Radice vanno più verso il tenero, il romantico (vedasi Pippo Reporter o L'Orlando Curioso), non hanno velleità critiche particolari (non che l'autrice non ne sia in grado eh).
              Insomma bisogna guardare all'opera più per la sua reale valenza che per quello che noi ci saremmo aspettati.
              Magari, in futuro, queste tue idee potranno servire ad altri autori per costruire una storia più vicina a quella da te desiderata...
              Io sono un cattivo... e questo è bello! Io non sarò mai un buono e questo non è brutto! Io non vorrei essere nessun altro... a parte me.

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              Andrea87
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              PolliceSu

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              PolliceSu
                Re: Ducks on the Road
                Risposta #6: Giovedì 6 Lug 2017, 20:27:15
                Andrea il tuo commento è sicuramente utile e pieno di spunti di riflessione. Ma credo che sia anche carico di commenti che derivano dalle "nostre" aspettative personali.

                e la mia opinione personale ho espresso, non mi sono mica messo a insultare gli altri ;)
                Nel tempo dell'inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario (G. Orwell)

                  Re: Ducks on the Road
                  Risposta #7: Giovedì 6 Lug 2017, 22:50:24
                  Secondo voi, del terzetto di paperi che ci ha accompagnato in questo viaggio, chi è che vi è piaciuto di più o di meno? E perchè?

                  *

                  alexthereader
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                    Re: Ducks on the Road
                    Risposta #8: Venerdì 7 Lug 2017, 11:04:56
                    Onestamente, e lo dico con dispiacere, la storia mi ha deluso parecchio: avevo tante aspettative dopo il primo episodio, invece é stata una discesa unica, puntata dopo puntata, proprio negli episodi di viaggio, che avrebbero dovuto costituire la "ciccia" della storia; come se non ci fosse la fantasia di inventarsi qualcosa di migliore.

                    Belli i riferimenti alle canzoni, ma temo che:
                    A) per chi non le conoscesse, rendano poco;
                    B) che le traduzioni in italiano, ed i testi di Paperetta, risultino poco " musicali"

                    Un po' meglio l'ultimo episodio, poi anche lì, la questione dei circensi non viene risolta, e Paperetta torna coi suoi amici PRIMA di essersi resa conto che Archi la ama, il che avrebbe generato un po' più di tensione drammatica.

                    Ottimi i disegni, ottima la caratterizzazione dei personaggi, Paperetta in primis, ma anche Archi e quella Paperina così tosta e modaiola al tempo stesso, buone le gag, l'interazione fra loro tre, i paesaggi di Turconi.

                    Però tutto lì. Peccato, occasione mezza sprecata. Avrei anche avuto più coraggio nelle ultimissime vignette, in fondo erano cinque puntate che ci facevano aspettare...capisco l'importanza artistica del "suggerire", ma...

                    *

                    PhantomBlot
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                      Re: Ducks on the Road
                      Risposta #9: Venerdì 7 Lug 2017, 11:08:41
                      nonostante i "filtri" (necessari o meno è un altro discorso), la storia per me è stata fantastica, mi sono divertito episodio per episodio; la considero un ottimo tentativo - riuscito, in definitiva - di comunicare le sensazioni, il viaggio, i luoghi e le vicende vissute dai tre protagonisti attraverso la musica, reinventata in salsa disney, intrisa delle atmosfere seventies.

                      tra i protagonisti ho apprezzato in particolare Archimede nel ruolo di passeggero (più o meno) involontario, a volte svampito per i suoi studi e timido "spasimante" di Paperetta, un po' meno Paperina che, al di là del primo episodio, nel corso del viaggio emerge poco rispetto agli altri.

                      tra gli episodi singoli, quello che più colpisce è il terzo, Albergo Calisota, per la parodia, sicuramente non facile e non scontata, di Shining (del film più che del libro)

                      ultime tavole della puntata conclusiva da applausi

                       ;)

                      *

                      Cornelius
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                        Re: Ducks on the Road
                        Risposta #10: Venerdì 7 Lug 2017, 13:05:10

                        Ducks on the Road è stato una specie di musical sugli anni '70 dove i testi delle canzoni (più o meno 'paperettizzati'), uniti alle poesie (pensieri e parole sempre della Yé-Yé), hanno dominato insieme a dialoghi sicuramente brillanti, curati ed estesi. Certo, se nel vedere un musical alcuni si spazientiscono quando il cantato domina eccessivamente o quando certi monologhi si fanno troppo lunghi, alcune tavole della serie saranno sembrate lunghissime. E comunque bellissime, grazie alle magie di Stefano Turconi, il disegnatore ideale per illustrare questo periodo storico. Spero davvero che la prossima ristampa sarà in una Deluxe Edition, per valorizzare ancor di più disegni e colori.

                        Pur riconoscendo un certo valore alla storia mi pare sia stata concepita per un tipo di pubblico a cui penso di appartenere solo in parte. Non mi ha preso come pensavo perché, in fondo, è una serie di storie collegate fra loro, nel filo della strada verso il West. Ogni puntata può essermi relativamente piaciuta singolarmente ma non avevo alcun tipo di aspettativa o emozione per quella successiva. Nonostante i tre personaggi siano stati ben sviluppati, sia nei rapporti fra di loro che singolarmente, non discostandosi troppo da ciò che sono nella realtà quotidiana presente.

                        Circa l'amore fra Archimede e Paperetta, accennato lungo il percorso, rispunta a sorpresa nella tesi finale di laurea, con il primo che dichiara di aver scoperto una nuova stella e di averla chiamata Yé-Yè. Quest'ultima resta di sasso, sconvolta da quella dichiarazione d'amore tanto indiretta quanto forte. Però, al di là delle apparenze (l'inizio di una storia sentimentale...), la cosa che più mi ha colpito è stata la paura della ragazza verso la nuova vita che le si prospettava in campo artistico, talmente insicura di se da aggrapparsi alla scusa di voler presenziare alla laurea dell'amico, rimandata per colpa sua. Tutta la sua baldanza, il suo entusiasmo per raggiungere il sogno di una vita, persi quando questo si sta avverando.

                        Per amore? Non credo. Piuttosto per paura di perdere non tanto un amore neanche nato ma una quotidianità fatta di facile musica per hobby (e non per duro lavoro) e di amici che poi non avrebbe rivisto con la stessa frequenza. Può succedere, ovvio, e nessuno ti deve costringere a percorrere una strada che credi di non volere più. Però dei veri amici che ti conoscono bene avrebbero dovuto insistere di più nel discutere su quella decisione di retromarcia clamorosa e improvvisa: per poi non pentirsi, in futuro, delle occasioni mancate; per non vivere di rimpianti. I Turks hanno voluto dare più importanza ai sentimenti di amicizia e d'amore (e alle insicurezze di una giovanissima papera, secondo me) che alle passioni e alle ambizioni riguardanti la carriera musicale.

                        Fatto sta che il 'maschio' Archimede la sua laurea l'ha presa (per quanto innamorato fosse) mentre la 'femmina' Paperetta la sua carriera l'ha abbandonata sul nascere, apparentemente per amore e amicizia ma anche per insicurezza. Le basterà essere 'la ragazza di' (un laureato)? Non credo, conoscendo la tipa, inserita oltretutto in un periodo decisamente femminista. Però, alla fine della storia, la 'donna' rinuncia alla carriera per stare accanto al suo uomo (laureato). Dei Turks piuttosto retrò, ma più da film anni '50 che da musical anni '70.


                        « Ultima modifica: Venerdì 7 Lug 2017, 14:03:03 da leo_63 »

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                          Re: Ducks on the Road
                          Risposta #11: Sabato 8 Lug 2017, 02:03:08
                          Una curiosità: nella prima parte, Paperina dice che Paperino abita in una casa affacciata sull'oceano. Nell'ultima parte, però, ci viene mostrata la classica villetta con giardino.
                          "Chissà che cosa stava cercando Moby Dick?"

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                            Re: Ducks on the Road
                            Risposta #12: Sabato 8 Lug 2017, 11:03:57
                            Rispetto a molti di voi non avevo grandi aspettative per questa storia, immaginavo fosse una buona storia e così lo è stata, non parliamo di un capolavoro ma in media con le storie a puntate per il periodo estivo.

                            Ho apprezzato principalmente i disegni di Stefano, meravigliosi, inoltre come già detto nel topic del Topo la sua Paperina è adorabile e disegnata così non l'avevo mai vista, un vero e proprio colpo di fulmine :D
                            Sappiamo tutti poi che Paperetta è nientepopodimeno che Teresa ;D, la bravura del duo ha dato come risultato un personaggio bizzarro, stralunato, un fiume in piena di entusiasmo dando vita a questa avventura on the road che come ciliegina sulla torta ci regala un giovane Archimede che si ritaglia una parte da protagonista indiscusso, scelta pienamente azzeccata!

                            Tornando alla trama è stato un crescendo puntata dopo puntata, a parte l'intoppo del terzo episodio con la "sosta forzata" all'Hotel che secondo me ha deviato troppo la trama dal suo filo conduttore perdendosi in eccessive citazioni e omaggi, peccato..
                            Episodio a parte l'ho trovata una piacevole lettura estiva, una distrazione dal caldo afoso cittadino che mi ha fatto passare un po' di tempo con questo anomalo trio ;)
                            "Anche io una volta ero curioso..."

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                              Re: Ducks on the Road
                              Risposta #13: Sabato 8 Lug 2017, 12:06:51
                              Non c'ero andato molto lontano. ;)

                              Io ve lo dico in punta di dita: può darsi, ripeto, può darsi che- trattandosi di una storia on the road- i personaggi alla fine della stessa possano imparare alcune lezioni di vita; può darsi che il viaggio serva loro proprio per crescere/migliorarsi rispetto a come sono ora, a come li abbiamo fin qui conosciuti.
                              Magari capendo quali sono i veri scopi della vita. O forse comprendendo quant'è prezioso avere qualcuno che ti ami, così come sei. Forse afferrando l'effimera illusione dettata dal miraggio del successo, ed imparando che le cose più belle che tu possa ottenere, anche se più 'piccole', son quelle che ti guadagni con l'impegno e il sacrificio.
                              Poi certo, il viaggio finisce. Ma te ne torni a casa con un bagaglio culturale e umano che ti servirà per il futuro. Che ti ha cambiato, ma senza snaturarti.
                              Perché se sei già perfetto, e se hai già tutto, che viaggi a fare? Cosa vai a cercare, di migliore?
                              Chi parte ha sempre qualcosa in meno di chi torna. E tornare non significa non dover più ripartire. Ecco perché i tre protagonisti, più o meno volontariamente, partono: perché allo stato attuale delle cose, non sono felici. Non si piacciono e non ci piacciono. E non è detto che la felicità consista per forza nel raggiungere gli scopi per cui si sono messi in viaggio. Anzi, forse quegli scopi saranno solo meri pretesti.
                              Può darsi che alla fine del viaggio loro saranno diversi, migliori. E può darsi che anche noi, alla fine del viaggio, anzi della storia, saremo diversi. Forse avremo anche una diversa opinione di loro.

                              Può darsi.

                              Forse i cambiamenti sono stati un po' troppo repentini, avvenendo esclusivamente nell'ultimo episodio (se non nell'ultima pagina), ma direi che il senso del viaggio- anzi, del percorso- dei personaggi sia filtrato. E credo fosse proprio quello lo scopo della storia: parlare di Paperetta, Paperina e Archimede, con un'America musicale sullo sfondo.
                              Per il resto, ci sono altri film/canzoni/ opere/libri di storia che ne parlano. Anzi, son contento che non lo si sia fatto in questo contesto. ;)

                                Re: Ducks on the Road
                                Risposta #14: Sabato 8 Lug 2017, 12:38:54
                                Il tutti vissero felici e contenti non fa per me. Nella realtà non c'è mai. Forse anche per questo leggendo il finale ho pensato: bah
                                Poi ho pensato che questi poveretti di Paperina e Archimede si sono sorbiti un viaggio con una Paperetta esagitata per niente. Beh, forse Archimede ha avuto qualcosa in più. :P
                                « Ultima modifica: Sabato 8 Lug 2017, 12:42:25 da ele684 »

                                 

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