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Dante Alighieri- Divina Commedia

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    Dante Alighieri- Divina Commedia
    Martedì 21 Apr 2009, 19:52:40
    Questo è il libro del grande Dante...
    Fantastico, pauroso ma allo stesso tempo commovente, è uno dei capolavori della letteratura italiana (Modestamente 8-))

    Inferno
    La vera e propria descrizione dell'Inferno ha inizio nel Canto III (nel precedente Dante muove semplicemente dei dubbi alla sua guida riguardo il viaggio che stanno per compiere); i due viaggiatori Dante e Virgilio giungono alla sua porta già nei primi, celeberrimi, versi di questo Canto. Sotto la città di Gerusalemme, infatti, si apre l'ingresso al primo regno, sul quale si possono leggere alcuni versi di ammonimento, riassunti nell'ultimo verso: "Lasciate ogne speranza, voi ch'intrate". Oltrepassato uno scuro corridoio, i poeti si ritrovano sulle rive dell'Acheronte, il primo fiume infernale, per il quale le anime devono passare per raggiungere l'Inferno vero e proprio e che vengono trasportate da Caronte. Qui, nel Vestibolo, oltre alle anime in attesa di essere portate dalla parte opposta, stanno gli ignavi, quelli che in vita non vollero prendere posizioni, e che sono rifiutati sia dall'Inferno che dal Paradiso.

    Passato l'Acheronte, sulla barca del traghettatore Caronte, i due attraversano il primo cerchio, il Limbo, dove stanno le anime pure di coloro che non furono battezzati (come i bambini morti subito dopo la nascita), e si trovano anche - in un luogo a parte dominato da un "nobile castello" - gli "spiriti magni" dell'antichità (compreso Virgilio stesso); quindi Dante e il suo "maestro" entrano nell'Inferno vero e proprio. Alla porta di questo sta Minosse, che, da giudice giusto quale fu, decreta il cerchio dove le anime dannate dovranno scontare la loro pena; ad ogni cerchio, infatti, corrisponde un peccato, più grave se il numero è maggiore. Superato Minosse, i due si ritrovano nel secondo cerchio, dove sono puniti i lussuriosi tra cui spiccano le anime di Cleopatra ed Elena di Troia (celebri anche i versi su Paolo e Francesca) che raccontano la loro vita e Francesca la sua passione amorosa verso Paolo Malatesta, quindi i golosi, in eterna punizione che consiste nell'essere divorati da Cerbero e gli avari e i prodighi.

    Superato poi lo Stige, nelle fangose acque del quale sono puniti iracondi e accidiosi, traghettati sulla riva opposta dalla barca di Flegiàs, creatura infernale, i due entrano (grazie anche all'intervento di un angelo e dopo numerosi tentativi di entrare) nella Città di Dite, dove sono puniti coloro "che l'anima col corpo morta fanno", cioè gli epicurei e gli eretici in generale: tra gli eretici incontrano Farinata degli Uberti, uno dei più famosi personaggi dell'Inferno dantesco. Superata la città, il poeta e la sua guida scendono uno scosceso burrone (il Burrato), oltre il quale incontrano il terzo fiume infernale, il Flegetonte, un fiume di sangue bollente; questo fa parte del primo dei tre gironi in cui è diviso il VII cerchio, quello in cui sono puniti i violenti tra cui degno di nota è il Minotauro ucciso da Teseo con l'aiuto di Arianna. All'interno del Flegetonte, scontano la loro pena i violenti verso il prossimo; oltre la sua sponda (che Dante e Virgilio raggiungono grazie all'aiuto del centauro Nesso), invece, trasformati in arbusti perennemente attaccati da delle arpie, stanno i violenti contro sé stessi, cioè i suicidi (dove troviamo Pier della Vigna) e gli scialacquatori; mentre nell'ultimo girone, in una landa infuocata, stanno i violenti contro Dio, la Natura e l'Arte, ossia i bestemmiatori, i sodomiti (tra cui Brunetto Latini) e gli usurai. A quest'ultimo girone Dante dedicherà, molti versi, dal Canto XIV al Canto XVII.

    Superato il VII cerchio, Dante e Virgilio, discesa una scoscesa ripa in groppa a Gerione, raggiungono l'VIII cerchio chiamato Malebolge, dove sono puniti i fraudolenti, il quale è diviso in dieci bolge, fossati a forma di cerchi concentrici, scavati nella roccia e digradanti verso il basso, alla base dei quali si apre il Pozzo dei Giganti. Superate le bolge (nelle quali sono puniti, in ordine, ruffiani, adulatori, simoniaci, indovini, barattieri, ipocriti, ladri, consiglieri fraudolenti - tra cui Ulisse e Diomede: il primo racconta come lui morì, ma Dante non avendo saputo la vera morte di Ulisse predetta da Tiresia inventa la sua amara fine avendo superato le Colonne d'Ercole, simbolo per Dante della ragione e dei limiti del mondo. Poi incontrano seminatori di discordie e falsari - tra cui il "folletto" Gianni Schicchi), i due accedono nel IX ed ultimo cerchio, dove sono puniti i traditori. Questo cerchio è invece diviso in quattro zone, coperte dalle acque gelate del Cocito; nella prima, chiamata Caina (da Caino, che uccise il fratello Abele), sono puniti i traditori dei parenti, nella seconda, la Antenorea (da Antenore, che consegnò il Palladio di Troia ai nemici greci), vi stanno i traditori della patria, nella terza, la Tolomea (dal re Tolomeo XIII, che al tempo di Cesare uccise il suo ospite Pompeo), si trovano i traditori degli ospiti, e infine nella quarta, la Giudecca (da Giuda Iscariota, che tradì Gesù), sono puniti i traditori dei benefattori. Da citare la presenza nell' Antenorea del Conte Ugolino che narra la sua morte, e dell' Arcivescovo Ruggieri. Ugolino appare nell'Inferno sia come un dannato che come un demone vendicatore, che affonda i denti per l'eternità nel capo dell' Arcivescovo Ruggieri.

    Di quest'ultima zona vengono nominati solo tre peccatori, Cassio, Bruto e Giuda Iscariota, la cui pena è quella di essere maciullati dalle tre bocche di Lucifero, che qui ha la sua dimora. Scendendo lungo il suo corpo peloso, Dante e Virgilio raggiungono una grotta e scendono per alcune scale: Dante è stupito: non vede più la schiena di Lucifero ma Virgilio gli spiega che si trova nell'Emisfero Australe, la natural burella, che li condurrà alla spiaggia del Purgatorio, alla base della quale usciranno poco dopo "a riveder le stelle".

    Purgatorio
    Usciti dall'Inferno attraverso la natural burella, Dante e Virgilio si ritrovano nell'emisfero australe terrestre (che si credeva interamente ricoperto d'acqua), dove, in mezzo al mare, s'innalza la montagna del Purgatorio, creata con la terra che servì a scavare il baratro dell'Inferno, quando Lucifero fu buttato fuori dal Paradiso dopo la rivolta contro Dio. Usciti dal cunicolo, i due giungono su una spiaggia, dove incontrano Catone Uticense, che svolge il compito di guardiano del Purgatorio. Dovendo cominciare a salire la ripida montagna, che si dimostra impossibile da scalare, tanto è ripida, Dante chiede ad alcune anime qual è il varco più vicino; sono questi la prima schiera dei negligenti, i morti scomunicati, che hanno dimora nell'antipurgatorio. Nella I schiera di negligenti dell'antipurgatorio Dante incontra Manfredi di Svevia. Assieme a coloro che tardarono a pentirsi per pigrizia, ai morti per violenza e ai principi negligenti, infatti, essi attendono il tempo di purificazione necessario a permettere loro di accedere al Purgatorio vero e proprio. All'ingresso della valletta dove si trovano i principi negligenti, Dante, su indicazione di Virgilio, chiede indicazioni ad un'anima che si rivela essere una sorta di guardiano della valletta, il concittadino di Virgilio Sordello, che sarà la guida dei due fino alla porta del Purgatorio.

    Giunti alla fine dell'Antipurgatorio, superata una valletta fiorita, i due varcano la porta del Purgatorio; questa è custodita da un angelo recante in mano una spada fiammeggiante, e preceduta da tre gradini, il primo di marmo bianco, il secondo di una pietra scura e il terzo in porfido rosso. L'angelo, seduto sulla soglia di diamante e appoggiando i piedi sul gradino rosso, incide sette "p" sulla fronte di Dante poi apre loro la porta tramite due chiavi, una d'argento e una d'oro, che aveva ricevute da San Pietro, e i due poeti si addentrano nel secondo regno.

    Il Purgatorio è diviso in sette cornici, dove le anime scontano i loro peccati per purificarsi prima di accedere al Paradiso. Al contrario dell'Inferno, dove i peccati si aggravavano maggiore era il numero del cerchio, qui alla base della montagna, nella I cornice, stanno coloro che si sono macchiati delle colpe più gravi, mentre alla sommità, vicino al Paradiso terrestre, i peccatori più lievi. Le anime non vengono punite in eterno, e per una sola colpa, come nel primo regno, ma scontano una pena pari ai peccati commessi durante la vita.

    Nella prima cornice, Dante e Virgilio incontrano i superbi, nella seconda gli invidiosi, nella terza gli iracondi, nella quarta gli accidiosi, nella quinta gli avari e i prodighi. In questa cornice ai due viaggiatori si unisce l'anima di Stazio dopo un terremoto e un canto Gloria in excelsis Deo (Dante riteneva Stazio convertito al cristianesimo); questi si era macchiato in vita di eccessiva prodigalità: proprio in quel momento egli, che dopo cinquecento anni di espiazione in quella cornice aveva sentito il desiderio di assurgere al Paradiso, si offre di accompagnare i due fino alla sommità del monte, attraverso le cornici sesta, dove espiano le loro colpe i golosi che appaiono magrissimi, e settima, dove stanno i lussuriosi avvolti dalle fiamme. Dante ritiene che Stazio si sia convertito grazie a Virgilio e alle sue opere, che hanno aperto gli occhi a Stazio: egli, infatti, grazie all'Eneide e alle Bucoliche ha capito l'importanza della fede cristiana e l'errore del vizio della prodigalità: come un lampadoforo, Virgilio ha fatto luce a Stazio rimanendo però al buio; fuor di metafora, Virgilio è stato un profeta inconsapevole: ha portato Stazio alla fede ma lui, avendo fatto in tempo solo ad intravederla, non ha potuto salvarsi, ed è costretto a soggiornare per l'eternità nel Limbo. Ascesi alla settima cornice, i tre devono attraversare un muro di fuoco, oltre il quale si diparte una scala, che dà accesso al Paradiso terrestre. Paura di Dante e confortazione di Virgilio. Giunti qui, il luogo dove per poco dimorarono Adamo ed Eva prima del peccato, Virgilio e Dante si devono congedare, poiché il poeta latino non è degno di guidare il toscano fin nel Paradiso, e sarà Beatrice a farlo.

    Quindi Dante si imbatte in Matelda, la personificazione della felicità perfetta, precedente al peccato originale, che gli mostra i due fiumi Letè, che fa dimenticare i peccati, ed Eunoè, che restituisce la memoria del bene compiuto, e si offre di condurlo all'incontro con Beatrice, che avverrà poco dopo. Beatrice rimprovera duramente Dante e dopo si offre di farsi vedere senza il velo: Dante durante i rimproveri cerca di scorgere il suo vecchio maestro Virgilio che ormai non c'è più. Dopo aver bevuto le acque del Letè e poi dell'Eunoè, infine, Dante segue Beatrice verso il terzo ed ultimo regno: il Paradiso.

    Paradiso
    Libero da tutti i peccati, adesso Dante può ascendere al Paradiso e, accanto a Beatrice, vi accede volando ad altissima velocità. Egli sente tutta la difficoltà di raccontare questo trasumanare, andare cioè al di là delle proprie condizioni terrene, ma confida nell'aiuto dello Spirito Santo (il buon Apollo) e nel fatto che il suo sforzo descrittivo sarà continuato da altri nel tempo (Poca favilla gran fiamma seconda... canto I, 34).

    Il Paradiso è composto da nove cerchi concentrici, al cui centro sta la Terra; in ognuno di questi cieli, dove risiede un pianeta diverso, stanno i beati, più vicini a Dio a seconda del loro grado di beatitudine. Ma le anime del Paradiso non stanno meglio o peggio, e nessuno desidera una condizione migliore di quella che ha, poiché la carità non permette di desiderare altro se non quello che si ha; Dio, al momento della nascita, ha donato secondo criteri inconoscibili ad ogni anima una certa quantità di grazia, ed è in proporzione a questa che essi godono diversi livelli di beatitudine. Prima di raggiungere il primo cielo i due attraversano la Sfera di Fuoco.

    Nel primo cielo, quello della Luna, stanno coloro che mancarono ai voti fatti (Angeli); nel secondo, il cielo di Mercurio, risiedono coloro che in Terra fecero del bene per ottenere gloria e fama, non indirizzandosi al bene divino (Arcangeli); nel terzo cielo, quello di Venere, stanno le anime degli spiriti amanti (Principati); nel quarto, il cielo del Sole, gli spiriti sapienti (Potestà); nel quinto, il cielo di Marte, gli spiriti militanti dei combattenti per la fede (Virtù); e nel sesto, il cielo di Giove, gli spiriti governanti giusti (Dominazioni).

    Giunti al settimo cielo, quello di Saturno dove risiedono gli "spiriti contemplativi" (Troni), Beatrice non sorride più, come invece aveva fatto finora; il suo sorriso, infatti, da qui in poi, a causa della vicinanza a Dio, sarebbe per Dante insopportabile alla vista, tanto luminoso risulterebbe. In questo cielo risiedono gli spiriti contemplativi, e da qui Beatrice innalza Dante fino al cielo delle Stelle fisse, dove non sono più ripartiti i beati, ma nel quale si trovano le anime trionfanti, che cantano le lodi di Cristo e della Vergine Maria, che qui Dante riesce a vedere; da questo cielo, inoltre, il poeta osserva il mondo sotto di sé, i sette pianeti e i loro moti e la Terra, piccola e misera in confronto alla grandezza di Dio (Cherubini). Prima di proseguire Dante deve sostenere una sorta di "esame" in Fede, Speranza, Carità, da parte di tre professori particolari: San Pietro, San Giacomo e San Giovanni. Quindi, dopo un ultimo sguardo al pianeta, Dante e Beatrice assurgono al nono cielo, il Primo Mobile o Cristallino, il cielo più esterno, origine del movimento e del tempo universale (Serafini).

    In questo luogo, sollevato lo sguardo, Dante vede un punto luminosissimo, contornato da nove cerchi di fuoco, vorticanti attorno ad esso; il punto, spiega Beatrice, è Dio, e attorno a lui stanno i nove cori angelici, divisi per quantità di virtù. Superato l'ultimo cielo, i due accedono all'Empireo, dove si trova la rosa dei beati, una struttura a forma di anfiteatro, sul gradino più alto della quale sta la Vergine Maria. Qui, nell'immensa moltitudine dei beati, risiedono i più grandi santi e le più importanti figure delle Sacre Scritture, come Sant'Agostino, San Benedetto, San Francesco, e inoltre Eva, Rachele, Sara e Rebecca.

    Da qui Dante osserva finalmente la luce di Dio, grazie all'intercessione di Maria alla quale San Bernardo (guida di Dante per l'ultima parte del viaggio) aveva chiesto aiuto perché Dante potesse vedere Dio e sostenere la visione del divino, penetrandola con lo sguardo fino a congiungersi con Lui, e vedendo così la perfetta unione di tutte le realtà, la spiegazione del tutto nella sua grandezza. Nel punto più centrale di questa grande luce, Dante vede tre cerchi, le tre persone della Trinità, il secondo del quale ha immagine umana, segno della natura umana, e divina allo stesso tempo, di Cristo. Quando egli tenta di penetrare ancor più quel mistero il suo intelletto viene meno, ma in un excessus mentis [3] la sua anima è presa da un'illuminazione e si placa, realizzata dall'armonia che gli dona la visione di Dio, dell'amor che move il sole e l'altre stelle.

    « Ultima modifica: Mercoledì 22 Apr 2009, 20:14:31 da Danilo »
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      Re: Dante Alighieri- Divina Commedia
      Risposta #1: Martedì 21 Apr 2009, 19:56:23
      Perchè "capitolo" Inferno/Purgatorio/Paradiso? :-?
      Ma tu hai letto la Commedia? Potresti anche smetterla di spacciarti per un dodicenne... ::)

        Re: Dante Alighieri- Divina Commedia
        Risposta #2: Martedì 21 Apr 2009, 20:02:50
        Siete voi che mi date del dodicienne....
        Si, l'ho letta... non in latino
        « Ultima modifica: Martedì 21 Apr 2009, 20:10:05 da Danilo »
        Paperinik, diabolico vendicatore

          Re: Dante Alighieri- Divina Commedia
          Risposta #3: Martedì 21 Apr 2009, 20:26:16
          Latino?
          Comunque qualche anno fa, per dovere universitario, lessi per intero l'Inferno. Un canto al giorno, leggendo poi anche note e commenti vari: mi andò giù molto bene, tanto che mi proposi di leggere, per curiosità personale, anche Purgatorio e Paradiso.
          Proposito che però non si è più concretizzato e temo che al massimo se ne parlerà nella terza età...
          « Ultima modifica: Martedì 21 Apr 2009, 20:32:27 da Guiderdone »

            Re: Dante Alighieri- Divina Commedia
            Risposta #4: Martedì 21 Apr 2009, 20:44:41
            A me me garba moltissimo
            Come ho già detto è un capovaloro della letteratura italiana (Modestamente 8-))
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              Re: Dante Alighieri- Divina Commedia
              Risposta #5: Martedì 21 Apr 2009, 20:51:32
              Paperinik, evitiamo certi strafalcioni, però!

              Nella Comedia non ci sono capitoli, ma cantiche. Non è stata scritta in latino, ma in volgare (con tre stili diversi, tale plurilingusmo dantesco). Non è un capolavoro della letteratura italiana, ma della letteratura mondiale.

               ;)
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                Re: Dante Alighieri- Divina Commedia
                Risposta #6: Martedì 21 Apr 2009, 20:52:50
                allora il 96 non sta come anno di nascita ma età ;D
                Di rovente aspirazione ed ambizione.

                  Re: Dante Alighieri- Divina Commedia
                  Risposta #7: Mercoledì 22 Apr 2009, 15:13:03
                  Paperinik, evitiamo certi strafalcioni, però!

                  Nella Comedia non ci sono capitoli, ma cantiche. Non è stata scritta in latino, ma in volgare (con tre stili diversi, tale plurilingusmo dantesco). Non è un capolavoro della letteratura italiana, ma della letteratura mondiale.

                   ;)
                  Sai, non sono preciso come te!! (neanche nei disegni)
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                    Re: Dante Alighieri- Divina Commedia
                    Risposta #8: Mercoledì 22 Apr 2009, 16:14:12
                    Sai, non sono preciso come te!! (neanche nei disegni)

                    Beh, nei copincolla di recensioni librarie te la cavi bene, però! Ora, io non voglio mettere in dubbio che tu abbia letto dozzine di classici della letteratura, nella tua intensa vita dalla durata supponibile eppur misteriosa, ma almeno scrivi cose tue, come commenti!

                    PS: Maniac Cop era alto un metro e novantacinque??? ::)
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                      Re: Dante Alighieri- Divina Commedia
                      Risposta #9: Mercoledì 22 Apr 2009, 16:20:37
                      Bè, da giovane io avevo letto una riduzione in prosa della Divina Commedia. nulla a che vedere con l'originale in versi, però mi era servita a conoscere la trama, ma non a pensare che l'originale fosse in latino ;D
                      Comunque, alla sua età avevo letto moltissimo di Verne e di Salgari, e un po' di Dumas, ma evitavo di vantarmene se poi il risultato era fare strafalcioni... 8-)

                        Re: Dante Alighieri- Divina Commedia
                        Risposta #10: Mercoledì 22 Apr 2009, 17:26:52
                        Bè, da giovane io avevo letto una riduzione in prosa della Divina Commedia. nulla a che vedere con l'originale in versi, però mi era servita a conoscere la trama, ma non a pensare che l'originale fosse in latino ;D
                        Comunque, alla sua età avevo letto moltissimo di Verne e di Salgari, e un po' di Dumas, ma evitavo di vantarmene se poi il risultato era fare strafalcioni... 8-)
                        Va bene ho sbagliato.... è in Volgare la divina commedia ok???
                        Ma non è che per ogni mio sbaglio dobbiamo farne un problema universale  >:( >:( >:( !
                        « Ultima modifica: Mercoledì 22 Apr 2009, 17:27:52 da Danilo »
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                          Re: Dante Alighieri- Divina Commedia
                          Risposta #11: Mercoledì 22 Apr 2009, 20:08:32
                          Dato che in questo topic si parla della Divina Commedia, vi dico che ho appena finito di studiarla, che sono esaltato e che domani incomincia il giro di interrogazioni su questo, dunque auguratemi buona fortuna! :P

                            Re: Dante Alighieri- Divina Commedia
                            Risposta #12: Mercoledì 22 Apr 2009, 20:13:13
                            Dato che in questo topic si parla della Divina Commedia, vi dico che ho appena finito di studiarla, che sono esaltato e che domani incomincia il giro di interrogazioni su questo, dunque auguratemi buona fortuna! :P
                            Dimmi che ho azzeccato: fai la seconda media??
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                              Re: Dante Alighieri- Divina Commedia
                              Risposta #13: Mercoledì 22 Apr 2009, 20:14:57
                              Dimmi che ho azzeccato: fai la seconda media??
                              Un grado scolastico più alto... ;)
                              « Ultima modifica: Mercoledì 22 Apr 2009, 20:15:21 da Duck_Fener »

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                                Re: Dante Alighieri- Divina Commedia
                                Risposta #14: Mercoledì 22 Apr 2009, 20:15:00
                                Dimmi che ho azzeccato: fai la seconda media??
                                Di solito la Commedia si studia a partire dal terzo anno delle superiori... ::)

                                 

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