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Velvet - Nella lista delle cattive abitudini

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Bramo
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    Velvet - Nella lista delle cattive abitudini
    Giovedì 30 Apr 2009, 22:19:53

    Finalmente, dopo una lunga gestazione, i Velvet se ne sono usciti con il loro nuovo lavoro, il quinto album da studio, Nella lista delle cattive abitudini.
    Se con il precedente Velvet, di due anni fa, la band aveva raggiunto un passaggio successivo della loro evoluzione dopo la decisa svolta che si era potuta apprezzare in 10 Motivi, con questo nuovo lavoro il quartetto romano sembra tornare sui suoi passi. Infatti, se proprio recentemente il frontman stesso ha dichiarato che Velvet era quasi un album acustico, il ritrovo del suono “da band in un garage”, stavolta le sonorità sono decisamente elettroniche, e molto ricordano le atmosfere di 10 Motivi. Ma appunto dicevo, in fondo sembra soltanto: in realtà il discorso dei Velvet non fa marcia indietro, ma avanza verso un nuovo capitolo, ancora più maturo.
    I testi qui infatti non sono più immediatamente intimisti, ma si rifanno a tematiche della collettività, diventando un album quasi di denuncia sociale che comunque non manca di far apparire la società come specchio dell’animo umano e dell’individuo, e per dire ciò oltre alle graffianti parole unisce sonorità che necessariamente devono tornare ad avere quella violenza che 10 Motivi aveva regalato agli ascoltatori. Eppure stavolta il suono è più raffinato, dove l’elettronica dell’album del 2004 era estrema per la necessità di comunicare la rabbia e l’insoddisfazione che i Velvet provavano in quel periodo, qui riesce a incanalarsi in un qualcosa che è ancora violento e sofferente ma in una maniera che denota accumulo di esperienze musicali e di vita (queste soprattutto nei testi) avvenuto nel corso di questi anni, e che giocoforza sono state influenzate anche dall’album del 2007.
    Quando un mese fa iniziò a circolare il primo singolo estratto, "Tutti a casa", pensai (e scrissi da qualche parte nel web…) che la strada che i Velvet avevano ormai preso era quella di quello che definisco soft-rock, che iniziava appunto con l’ultimo album e sembrava proseguire con quello nuovo, e che sembrava denotare la vera e piena dimensione del gruppo. Ovviamente niente di più sbagliato, posso dire ora, gli echi di quello che ha portato ai Velvet il loro cd omonimo sono evidenti ma di soft qui c’è ben poco. E questo mi piace assai.
    Intendiamoci: canzoni come "Funzioni Primarie" o "Ti direi", nella mia personale classifica, non sono state superate nemmeno con quest’ultima fatica. Ma considerando l’album in toto, mi sento quasi di dire che questo sia l’album dei Velvet migliore, per quanto mi riguarda. Se la batte moltissimo con 10 Motivi, anche perché è stato il primo loro album che ho avuto e ascoltato…
    Di certo una nuova grande svolta per una band che conferma nuovamente di non sapersi accontentare né fissarsi su un modo di fare musica, divertendosi a sperimentare e a portare sempre oltre i limiti la loro musica (come dicono loro stessi in alcune interviste). E qui lo dimostrano, avendo finalmente un’etichetta tutta loro (Cosecomuni), essendosi quindi liberati dalle major che tanto li opprimevano ed essendosi lanciati nel mondo della produzione - quindi auto-produzione, permettendo loro di realizzare in totale libertà e indipendenza il cd, e di andare fino a Torino in quel di Casasonica a dargli quell’atmosfera e quel sound particolare che caratterizza questo lavoro.
    Lavoro più che meritevole.
     
    I NUOVI EMERGENTI
    L’album parte subito aggressivo, facendo capire all’ascoltatore che aria tirerà per tutte e dieci le tracce. In questa canzone infatti l’elettronica sposa alla perfezione il rock per trasmettere emozioni forti e di impatto. La parte sociale è subito ben presente nel testo, che parla dell’Italia e dei nuovi rampolli politici che le poche volte che ci sono non sembrano essere migliori di quelli vecchi. Il ritmo è sincopato, veloce, e la canzone ti prende fin dal primo ascolto, tanto da essere candidata a prossimo singolo. Bellissima. Manifesto programmatico di tutto il disco.

    QUELLO CHE SAI DIMENTICALO
    Ecco una canzone che spacca. Vabbè… Insomma, con questa ci si scatena, la critica c’è anche qui certo – in particolare riferimenti a guerre metaforiche e l’invito a rimettere in discussione tutte le proprie convinzioni, ma in realtà dall'altro lato c'è anche ironia amara se si intende chi troppo spesso dimentica delle verità per costruirsene delle altre – ma il ritmo è ancora più “discotecaro” o per meglio dire vivace che nella prima traccia. Sicuramente si divertono un mondo a suonarla. Molto bella, fa sempre più capire l’andazzo del disco anche musicalmente parlando, e per il ritmo scanzonato e per l’ “ululato” di Pier ricorda molto “Sei felice” dall’ultimo album.
     
    CROLLASSE PURE IL MONDO
    Capolavoro. Poffy, Ale e Gianka avrebbero picchiato Pier se si fosse presentato in studio con una solita mielosa canzone per il proprio bimbo. Ed ecco che Pier stupisce, portando una canzone che sì dedica al figlio, ma che allo stesso tempo offre molte chiavi di lettura, tra cui la principale è attinente con tutto il disco. Il nostro infatti parla al figlio (ma può essere la propria donna, o chiunque altro, anche se con un figlio suona meglio) a cui dice che gli consegna un mondo allo sfacelo, in decadenza, ma non per colpa sua. Lui è solo colpevole di trovarlo così, nascendo, e di conoscere persone false e responsabili di tutti i danni. Ma nonostante ciò, anche se non gli nasconde che sarà difficile vivere, gli assicura che ci metterà tutto se stesso per proteggerlo.
    Una perla anche musicalmente, un respiro dal rock delle prime due tracce, anche se la chitarra che c’è sotto nello pseudo ritornello è molto d’effetto. Al secondo ascolto mi ha ricordato le atmosfere di “In quest’angolo di blu”, ma molto più raffinata ed elegante e rock’n’roll.
     
    IN CONTINUO MOVIMENTO
    Una delle canzoni più elettroniche dell’album. Molto coinvolgente, ti prende per il testo che attira combaciato alla perfezione con un ritmo molto ipnotico, e quasi ballabile. Richiami alla dimensione urbana, al cielo ampio e libero ma che è capace di esplodere e al cambiamento delle cose, dove la velocità è tutto. Bellissima la sequenza “Spostare i limiti, dimostrare, farsi capire, mentire, dmostrare…”
     
    TUTTI A CASA
    Il singolo che ha anticipato l’uscita dell’album. Sicuramente un pezzo dall’andamento più tranquillo, soft rock come dicevo all’inizio. Un testo molto intelligente e allo stesso tempo ironico, in puro stile di scrittura Velvet: introspezione su un uomo che non si rassegna allo status quo del “così fan tutti”, fino a rinunciare a se stessi. Quindi fino anche a una connotazione negativa. Secondo me azzeccata come scelta di singolo, il video che la accompagna è bellissimo. Un pezzo che non mi stanco di ascoltare anche se è quello che sento da più tempo per i passaggi in radio (e sul myspace).
     
    IL TORTO DEI BEATI
    La costruzione di questa canzone è particolare, e per ciò molto interessante. Già il fatto che si attacchi direttamente alla coda del pezzo precedente è d’effetto. Poi non c’è un vero ritornello, il testo punta il dito contro alcune contraddizioni della nostra società e nel contempo riflette sull’individuo con parole sofferte. Più in particolare racconta degli esclusi dal mondo, che se anche hanno ragione (forse soprattutto per quello) non vengono ascoltati, per la società hanno sempre "torto", appunto. Il falsetto di Pier arriva quando meno te lo aspetti, e quando c’è la parte di testo “il tempo stop, i suoni stop, i ricordi no quelli scorrono…” c’è un altro cambiamento spiazzante nell’andamento del pezzo, il che è molto ammirevole, denota un tentativo di sperimentare che ha portato a un risultato molto interessante. Molto bella.
     
    MILLE MODI PER SPARIRE
    Come ha detto il Pier, la prima canzone dei Velvet che parla in terza persona, con questa Aurora come protagonista. Una ragazza anticonformista, solitaria, con un forte carattere che la porta però a nascondersi, in un comportamento drammaticamente di rinuncia verso il mondo. Per quanto riguarda la parte musicale, dieci e lode, il rock più puro e sconquassante, degno del pezzo e della crudezza che vuole trasmettere. Una delle mie favorite. Bellissima.
     
    SE NON PARLI MAI
    Ecco la seconda ballad pura dopo “Crollasse pure il mondo”. Bella, eh, eppure è quella che mi piace di meno del disco (e questo la attesta comunque ad alti livelli qualitativi). Molto bello il ritornello che contrasta con le strofe, e dove sia la voce di Pier che tutti gli strumenti possono esplodere nella loro potenza di comunicazione. Cioè molto rockeggiante. La canzone invita al parlare e accusa il silenzio come negativo essendo canale del non comunicare disagi che invece è meglio esteriorizzare per esorcizzarli e risolverli. Ecco perché è stata usata per la campagna contro l’endometriosi, in modo devo dire efficace. Forse devo solo ascoltarla qualche volta in più per apprezzarla appieno...
     
    CATTIVE ABITUDINI
    Ecco uno dei pezzi che fin dall’inizio è tra i più galvanizzanti del disco. La sua posizione in penultima fila è quasi strategica. Un minuto e mezzo di intro strumentale dove gli strumenti e un filo di elettronica fanno un capolavoro. Il testo poi si attesta su un livello drammatico sul ricominciare e sul dolore, e critiche al progresso come processo di accantonamento dell’uomo. Bella infatti la frase “Mentre tutto muore ad alta risoluzione”, che esemplifica l’importante concetto che ho provato a esprimere. L’apparato musicale è splendido e azzeccato. Dieci e lode.
     
    NASCOSTO DIETRO UN VETRO
    E questa che ci fa qui? Fila in Versomarte… ah, ma no, sei la versione superlusso, tirata a lucido e tutta cromata. Allora puoi restare! Migliore della sua versione nel primo album della band e forse anche della prestazione live che un anno e qualche mese fa i Velvet avevano realizzato al Circolo degli Artisti d Roma, il suono è coerente con questo nuovo lavoro del gruppo. Magic Rock del più bello e più puro, che cambia volto alla ballad sanremese per vestirla di un nuovo look e di nuove emozioni. E poco importa se i temi portanti del cd non c’entrano, questa versione per me vale oro, è bellissima ed emozionantissima, specie nella lunga coda finale dove gli acuti di Pier e le chitarre la fanno da padroni in un canale di magia pura. Per certi versi mi ha ricordato “Allora chi” di Bennato che avevano rifatto per un cd del loro amico cantante. Spettacolo al quadrato.
     
    Insomma, i Velvet sono riusciti nel difficile compito di unire la techno con il rock più vero, ancor meglio di ciò che avevano fatto con Dieci Motivi. In più sembra che nonostante l’assenza di una major dietro siano riusciti a creare abbastazna curiosità attorno a questo disco in cui credono così tanto, e a ragione. Ospitate a MTV, in vari programmi di varie radio nazionali e non e con l’uso intelligente del web, non limitandosi al sito e al myspace ma allargandosi a iniziative come quella con Kataweb, originali e coinvolgenti. Speriamo che la gente si incuriosisca e compri il cd, che è a prezzo speciale e che anche nella sua copertina fragile fa la sua bella figura. Copertina molto figa nell’immagine e nella grafica in generale, così come il libretto interno attaccato (peccato che manchi il testo di “Se non parli mai”), solo che è da maneggiare coi guanti anche perché la copertina lucida e nera fa rimanere le ditate.
    Un cd che ascolterò e riascolterò, il nuovo apice dei Velvet.  

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    Bramo
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      Re: Velvet - Nella lista delle cattive abitudini
      Risposta #1: Sabato 25 Lug 2009, 01:28:19
      L'ho sbandierato ovunque, tanto ne sono orgoglioso... perchè non qui, dove c'era pure un topic ad hoc?

      Con il mio nick più "comune", cioè Bramo, ho praticamente firmato un post del blog di Luca Boschi, dedicato al video del nuovo singolo dei Velvet, estratto dall'album qua sopra recensito... la canzone è "I nuovi emergenti" e dato che il video è in animazione (realizzato da Marco Pavone, che a suo tempo è stato disegnatore Disney per qualche storie di "Topolino", cercate sull'Inducks) e che tratta temi di critica politica che spesso sul blog di Luca vengono citati e sviscerati, a mio parere mi sembrava interessante portare all'attenzione di Luca questo video musicale.
      E l'attenzione me l'ha data, eccome: ecco il link della mia "fatica": http://lucaboschi.nova100.ilsole24ore.com/2009/07/un-video-dei-velvet-bramo.html

       

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