Dieci persone di età, estrazione sociale, cultura, valori, modi di vivere diversi si ritrovano a vivere insieme su un'isola deserta, attirati con l'inganno da un certo U. N. Owen. Sembrerebbe tutto tranquillo: la casa è confortevole, i domestici sono capaci, la compagnia è ottima. La cena è squisita, ma è il dopocena a riservare lo spettacolo più avvincente. La cameriera mette un disco sul piatto del grammofono. Ci si aspetta una musica vivace ed allegra, qualcosa su cui si possa discutere o si possa persino abbozzare dei timidi tentativi di danza. Ma questa non è musica, è una voce: improvvisa, inumana, penetrante... La voce proveniente dal nulla riversa sui malcapitati una serie di infamanti accuse d'omicidio, poi, spunta pure una strana filastrocca...Tutti si guardano intorno, sono sconcertati, smentiscono all'istante qualsiasi colpa loro imputata...Tuttavia, uno tra loro mente... (questo è solo uno accenno della trama, perchè svelare altro sarebbe deplorevole... in un giallo lo spoiler è tabù)
Agatha Christie, quindi, compie un'opera magistrale: descrive le reazioni di questa piccola comunità intrappolata suo malgrado, che vorrebbe nascondere il proprio passato ma che in realtà palesa i propri difetti e le proprie debolezze attimo dopo attimo, in preda ad una crescente paranoia. L'atmosfera che si respira, poi, è il massimo per un giallo che si rispetti: la "location" principale del romanzo è una casa enorme su di un’isola brulla, inquietante e sferzata dalla pioggia...
E’ molto probabile che “Dieci piccoli indiani” (titolo originale
"Ten Little Niggers") sia il giallo più famoso di Agatha Christie. Lo testimoniano i milioni di copie vendute, i quattro film che vi s’ispirano (per quanto ne so io, di dubbio gusto), i continui successi dell’adattamento teatrale compiuto dalla stessa Christie. Dieci piccoli indiani è ormai un classico della letteratura del mistero, ed inoltre si può considerare un eccellente esempio di "giallo a camera chiusa", dove il colpevole è uno dei protagonisti della storia, è sotto gli occhi del lettore fin dalle prime pagine, ma riesce tuttavia a "nascondersi", in modo da rendere il finale inaspettato e sconcertante. Un capolavoro del genere giallo, dove, come avviene nelle sue opere migliori, la Christie mescola sapientemente suspense, indizi sparsi qua e là e un finale sorprendente ma assolutamente logico.
Venne pubblicato per la prima volta nel 1939; quando però venne pubblicato in America (1940), la parola NIGGERS creò non poche lamentele, in quanto si trattava di un termine dispregiativo nei confronti delle persone di colore. Il titolo venne così cambiato prima in
"And there were none" (E poi non rimase nessuno) prendendo spunto dall'ultima frase della filastrocca, poi in
"Ten little indians" (Dieci piccoli indiani). Per questo, traducendo il titolo in italiano, i negretti si sono trasformati in indiani (ma non all’interno del libro, dove, paradossalmente, si continua a parlare di negretti!).
Consiglio caldamente questo libro (se siete fortunati, lo potete trovare ancora in edicola, all'interno del 1° volume dei "Classici del Giallo" della Mondadori, comprendente altri tre racconti della scrittrice) a chiunque, poiché anche le persone che non amano i gialli potranno sicuramente gioire della maestria con cui la Christie caratterizza i personaggi e le ambientazioni, creando uno spettacolo unico ed inimitabile.