Tocca a un resoconto, tardivo, anche mio! Vedo che vi piacciono molto lunghi. Benissimo. Sfida accettata!
Non frequento molto assiduamente il forum, e per nessun altro autore mi sarei permesso di scrivere qualcosa nella mitica Biblioteca del Papersera, tranne che per Silvia Ziche. Non che sia più esperto (ho cannato gran parte delle vignette della maglietta celebrativa di Paperenzo, mea maxima culpa), ma sono sicuramente più ispirato da questa autrice che da anni chiamo in pubblico "la Dea" (e chi mi ascolta capisce subito di chi sto parlando) e che fra Angus Tales e Papernovela mi ha praticamente cambiato la vita. Perciò quando Pacuvio, a cui era ben nota la mia ossessione per la Dea, mi ha coinvolto nel premio Papersera di quest'anno ho accettato con prevedibile entusiasmo. Col medesimo entusiasmo ho aspettato l'evento reggiano per lunghi mesi. Ho sempre rimproverato a Pacuvio di preferire Reggio a Lucca, ragione per cui non eravamo mai riusciti a incontrarci, ma stavolta dovevo anch'io essere dei vostri.
Sono arrivato il venerdì non sapendo assolutamente cosa aspettarmi e infilandomi quasi all'ultimo minuto alla cena. Ma gli immensamente disponibili Paolo, Matteo e Marco (ecco, ora comincerò a confondere volti, nomi e nick... perdonatemi, sono un novellino) non me l'hanno fatto pesare e sono passati a prendermi in albergo con sprezzo del disorientamento satellitare.
Non sapevo che aspettarmi, dicevo, ma men che meno mi aspettavo che questo meeting nerd assumesse contorni anche gastronomici, e di tali proporzioni! Dimenticherò difficilmente la sublime magnata da sette portate di cucina trentina agli Amici del Rifugio Crucolo, oltre che le sublimi fattezze del personale di servizio femminile dedito persino alla spettacolare cerimonia del Parampimpoli flambé. E in questa magica cornice ho fatto la prima conoscenza di alcuni di voi; ma adesso non vi aspettate che mi ricordi i nomi o i nick, non ce la posso fare. Sono sicuro che non si offenderà nessuno se dico che l'unico nome/nick che mi ricordo è quello di Nunval, la cui manifesta superiorità è universalmente riconosciuta da tutti noi. Era una leggenda prima di conoscerlo, e il suo incontro non fa che confermarlo.
Il sabato mattina, purtroppo, le contingenze della dura realtà sono intervenute a infrangere l'idillio della sera prima. L'albergo mi fa pagare 6 euro per la colazione. Già da lì dovevo capire che la giornata non sarebbe filata proprio liscia liscia. Trovo un po' di sollievo nel passeggiare attraverso lo splendido centro storico di Reggio Emilia, sotto una pioggerella alla fin fine gradevole. Durante la passeggiata incontro qualche sportello bancomat. Mi dico che devo usarlo, perché mi è rimasto poco contante. Ma mi rispondo: "vuoi che non ci sia un bancomat in una Fiera campionaria?". All'arrivo in fiera si concretizza l'orrore: non c'è un bancomat. Lascio la valigia ai compassionevoli standisti del Papersera e mi avventuro per le strade deserte attorno alla fiera alla ricerca di uno straccio di sportello automatico. La pioggerella, che avesse variato o meno di intensità non lo so dire, ma mi sembrava men dolce adesso. Solo dopo 90 minuti e svariati chilometri di strada e insopportabili millimetri di pioggia trovo un maledetto sportello della BPER, che guardacaso non era nemmeno molto distante dalla fiera (a metà strada fra fiera e stazione AV). Non voglio nemmeno cominciare a ricordare che razza di giro in tondo ho fatto. Ho visto cose...
Erano le 11:00 del mattino e io volevo soltanto tornare a casa, e dormire, e dimenticare, e in silenzio piangere nel cuscino e non uscire più di casa per il resto dei miei giorni. Ma dovevo farmi forza. La Dea mi aspettava. Ero lì per lei. Avevo pagato una colazione SEI EURO, per lei. Non poteva finire così, con un timbro sul dorso della mano di una fiera mai visitata e le vesciche ai piedi.
Insomma torno in fiera e comincio a incontrare i paperseriani del sabato, fra cui il mio contatto Pacuvio e il sollazziano Bramo che pure non vedevo da secoli. I paperseriani duri e puri subito si accorgono di questo assembramento non autorizzato della Tana del Sollazzo e veniamo immediatamente additati come traditori, appestati, figli di un dio minore.
Ulteriore nota gastronomica inattesa: la mostra-mercato si tiene in concomitanza con la fiera della birra artigianale, dettaglio che gli altri resoconti hanno colpevolmente omesso! Per raggiungere i padiglioni del fumetto era obbligatorio attraversare quelli, ancora vuoti, della fiera della birra. Attraversarli significava essere colti da un odore cibo che non riesco a distinguere nettamente ma che ingenera effetti al limite dell'allucinogeno. L'Olimpo degli Dei deve profumare così. L'odore della felicità.
Ordunque è tempo del pranzo tanto atteso, e dell'arrivo di Lei: la Dea. Gaia allegra e felice come sempre, gusta con noi antipasti e pizza, per poi venire sommersa dagli omaggi e dagli interminabili onori. Nel frattempo arrivano anche altri sollazziani che non vedevo da tempo (Grrodon) o che non avevo mai incontrato (Vito & Isa). Avrei voluto passare un po' più di tempo con loro ma da una parte c'era la Ziche che mi attirava magneticamente, e dall'altra il posto libero vicino a loro è andato poi a occuparlo Luciano Gatto.
Gli eventi che hanno seguito il pranzo sono stati frenetici a dir poco. Al momento della premiazione c'era una tale concentrazione di grandi autori che si poteva percepire la tensione, il rischio di non riuscire a ottenere dediche e autografi, e è scattato il conseguente pedinamento degli autori a ogni passo. Io, che quando comincia a salire la tensione mi allontano e rinuncio a ogni pretesa, da ameba quale sono, solo per un pelo riesco a ottenere una dedica zichiana sulla Sketch Edition del PK Giant #1 (tenuto imbustato vergine e immacolato in tutti questi mesi proprio per l'occasione) e sul tanto agognato librone del Papersera, pochi minuti prima che se ne andasse a prendere il treno.
Svanita la Dea, riappaiono i depressi acciacchi della mattina e la voglia di tornarmene a casa. Qualcuno non l'ho nemmeno salutato, altri invece li avrò salutati almeno tre volte, visto che ci siamo riincontrati prima sul bus e poi in stazione, in partenza quasi tutti per le stesse destinazioni e alla stessa ora. E solo allora ho scoperto che il Papersera vanta una folta delegazione di abruzzesi! Ogni volta che dicevo di essere abruzzese qualcuno urlava: "Anch'io!", o "Anche $tizio!", o "Io ci sono nato!" o "Io ci ho la casa!". Abruzzesi in ogni dove. Ho perso il conto: Gladstone (con cui siamo tornati a casa insieme praticamente fino all'ultimo miglio), Dippy, l'aquilano, il pescarese (di nuovo, scusatemi per i nomi...), e non ricordo chi altro. E io che credevo di essere l'unico nerd d'Abruzzo.
Insomma, devo fare i complimenti a Paolo e a chi per/con lui per l'organizzazione di un evento di questa portata. A viverlo da dentro mi sono reso conto che non è affatto facile come poteva sembrare, e mantenere viva e rispettata una tradizione così per dieci anni è ancora più stupefacente. L'organizzazione ha mostrato professionalità, creatività, pazienza e disponibilità senza pari e che non mi sarei mai aspettato. È per questo che è stato così emozionante, anche per me che sono fuori dal giro e parecchio critico verso la Disney. Non so se parteciperò a altre Reggio, che è una meta lontana e spesso non sarei in grado di apprezzare pienamente certi autori premiati, ma spero di rincontrarvi a gruppetti meno massicci anche in altre fiere così da conoscerci un po' meglio (soprattutto con gli abruzzesi!).
Spero di essermi dilungato abbastanza. Nemmeno 8000 caratteri... si poteva fare di meglio