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« il: Lunedì 25 Giu 2018, 20:48:41 »
Si mette troppa carne al fuoco. Io vorrei che si tornasse ai fatti, al giornalino, ai suoi problemi.
I fatti sono il dibattito sull'andamento - o, meglio, lo scadimento - del giornalino (evidente dai dati delle vendite anzitutto, più che solo dagli Sgrunt o altro) sui motivi all'origine di questo declino, sulle soluzioni e proposte che si possono fare o auspicare.
In questo senso, è chiaro che il dibattito, in questo forum, ogniqualvolta centri un problema o lo svisceri, con i giusti ma corretti toni forti che ogni dibattito sull'arte implica, viene inibito, perché vige una regola non scritta, ma che traspare con forza dagli interventi di moderazione, secondo la quale, in fondo, la linea editoriale non deve essere messa in discussione, così come non si può discutere davvero la direzione stessa della De Poli e, di seguito, le sue manifestazioni, dal politicamente corretto alle sceneggiature scadenti, dal destinatario che non è più il bambino ma l'adulto specializzato, alla lingua.
NEL MERITO DELLA MODERAZIONE
Mi indispettiscono da sempre, non nel forum, ma nella vita, nella storia, le fumoserie complottistiche per cui pare sempre che ci siano ragioni più sotterranee e irrivelabili all'origine di problemi concreti e evidenti, da tutti percepiti ma che "qualcuno", ovviamente "più in alto in grado" e che quindi "sa", ritiene irrisolvibili in virtù di cause e segreti inconfessabili.
Rimandare sempre a pentole che bollono, trame di corridoio, segreti che non possono essere detti ai non iniziati eccetera, è poco serio, ed è tipico di chi, non volendo giustificare prese di posizione autoritarie e non legittimate dal ruolo incarnato (censure, inibizioni o altro, come è accaduto con i moderatori) o affermazioni tranchant, chiama in causa un mondo lontano e diverso che solo lui conosce, che "tutto regola" e che "tutto spiegherà, alla fine". Messianismo. Palingenesi. Se c'è qualcuno che sa qualcosa che noi non sappiamo, qualcosa che inciderebbe su un dibattito e vi porrebbe fine, allora lo dica. Il bene è amico della verità, e la verità è amica del bene. Truccare le carte e confondere è proprio del male e di chi non vuole la verità.
Quello di cui mi rendo conto, come lettore da anni e utente registrato da poco, è che i moderatori scambiano il ruolo di moderatore con quello di timoniere.
Una cosa, infatti, è moderare, cioè impedire, liberalmente, che le opinioni forti e i dibattiti delle idee degenerino in sterili insulti che si può finire per rivolgersi, senza che però il dibattito sia frenato nelle sue anche radicali asperità, tali di chi combatte con opposte idee su uno stesso oggetto d'amore. La moderazione in questo senso, dovrebbe essere una extrema ratio, non una petulante presenza inibitoria. Con la scusa di smorzare i toni, il buon tiranno smorza le idee. (E in quest'ottica, il forum interattivo, lungi dall'essere più esposto agli insulti, dovrebbe invece stimolare il solo, accesissimo ma netto, dibattito delle idee, dal momento che noi, come persone, non ci conosciamo, e quindi attacchi personali è stupido portarli.)
Altra cosa, invece, è voler timonare il forum e il suo popolo, e di conseguenza regolare e inchiavardare i topic che non piacciono, convinti - o forse inconsapevolmente persuasi - che il ruolo di moderazione coincida con quello di despota illuminato che, nel marasma delle opinioni che vengono espresse, per volontà generale, deve guidare il forum-stato verso un'idea di Topolino più giusta e aperta, bella e limpida. In virtù di questa convinzione, il timoniere-e-non-più-moderatore bensì direttore a sua volta, finisce, magari, per inibire le discussioni accese perché ledono la dignità del forum, oppure finiscono per tacitare gli utenti più radicali perché mettono a repentaglio la piatta condiscendenza che rende il forum tanto pulito quanto desertificato, o ancora, finiscono per congelare alcuni topic o thread perché alzano un velo su problemi che non si vuole e non si devono affrontare, pena l'ammettere che la direzione cui Topolino va - e con esso, forse, il forum - non è quella desiderata dai più (dato il crollo delle vendite), sebbene sia quella auspicata, a quanto pare, dalla direttrice e dai suoi solerti e illuminati difensori.
Insomma, arbitrare non significa dirigere.
Infine. Dal mio punto di vista, la volontà è sovrana. Se si sceglie di accettare l'incarico di moderazione, lo si fa pur sapendo che sarà un'attività da svolgersi con gratuità e nonostante la vita e il lavoro che si fanno. Qui nessuno impone niente a nessuno. Affermare o insinuare - giustificare - che la moderazione non è attiva o solerte perché questa attività gratuita è comunque insidiata dalla vita e dal lavoro, non ha ragion d'essere, dato che la carica, che immagino sia stata offerta, è stata con libertà assunta. Se non si è in grado di moderare e lavorare, allora si rinunci, senza chiedere comprensione per un fardello (?) che si è scelto di portare.
Ma soprattutto, io credo che la moderazione non sia un fardello, se praticata in modo liberale, cioè anzitutto ordinando i topic, aiutando i nuovi utenti e intervenendo con fermezza solo quando si passa dal confronto accesissimo all'insulto (o quando la scatologia e la scurrilità pervade un intervento). Lo stato minimo è sempre la soluzione migliore. Si lascino esprimere le persone con libertà, e la moderazione verrà da sé.
(Il concetto di "despota illuminato" non è un insulto criptato, ma un modo per rendere plastica l'idea di timoniere)
(Per quanto riguarda Artibani, ci troviamo davanti a un classico caso di allergia alle critiche, che testimonia una certa paura e insicurezza, prima che altro)
(Che alcuni moderatori abbiano sbattuto la porta avvalora la mia idea di confusione tra ruoli)
(Non conosco la ragione sociale o il futuro del Papersera come istituzione, ma so che se qualcuno lo frequenta è in virtù della libertà che vi si respirava. Se si cristallizza per farlo apparir bello e quieto, morirà, come tutto ciò che non ha più spirito o linfa)
Ricordo, infine, che il problema dello Sgrunt, ben precedente l'ultimo numero, è solo una manifestazione del problema di Topolino da quando la De Poli ne ha assunto le redini. Sarebbe bene quindi parlarne tanto e bene e a lungo, perché dalle piccole cose traiamo un mondo e capiamo le idee delle persone, e il futuro che attende ciò che ci sta a cuore. Un futuro, a quanto pare, sempre più incerto.