Dopo settimane dal giorno dell'uscito, in cui avevo lotto soltanto l'episodio della
Spada di Ghiaccio, ho letto finalmente il resto del numero.
La storia con Orazio mi ha molto divertito. Per rispondere agli appunti di Samu,
La presenza di Pippo mi è parsa superflua, così come la sua divagazione dal tema della poesia che lo porta a parare da tutt'altra parte.
Cosa c'azzecca, in questa storia, la sua passione per i romanzi che lo spinge (in quel momento in cui dovrebbe aiutare l'amico a risolvere il suo problema) ad elaborare l'idea per un nuovo manoscritto dei suoi? E perché proprio con gli alieni protagonisti? Non so, non l'ho trovata per nulla divertente questa virata della storia
.
per me la presenza di Pippo è un omaggio alla saga de
I mercoledì che lo vede per protagonista.
Inoltre, come fa rilevare anche Tenebroga nel suo commento, avrebbe avuto più senso se la poesia Orazio l'avesse dedicata a Clarabella dato che neanch'io ho afferrato la ragion d'essere di scrivere "un'ode al manutentore".
In effetti penso che,
se alla fine Orazio avesse declamato la sua ode a Clarabella, questa avrebbe sbuffato dicendogli: "Ecco, vedi che non riesci a pensare ad altro che al lavoro!"
E poi, nel finale, dopo aver tanto insistito affinché il compagno si applichi a coltivare lo spirito poetico nella sua purezza, Clarabella dice che alla fin fine anche nel solo fatto di riparare le cose rotte c'è un tocco di poesia...
Ma quanto è volubile questo personaggio?
Penso che la volubilità, dai tempi di Gottfredson ad oggi, sia proprio una caratteristica del personaggio.