Logo PaperseraPapersera.net

×
Pagina iniziale
Edicola
Showcase
Calendario
Topolino settimanale
Hot topics
Post non letti
Post nuovi dall'ultima visita
Risposte a topic cui hai partecipato

Visualizza post

Questa sezione ti permette di visualizzare tutti i post inviati da questo utente. N.B: puoi vedere solo i post relativi alle aree dove hai l'accesso.


Post - elettroaddomesticato

Pagine: [1]
1
Le altre discussioni / Re:Direttori di Topolino
« il: Mercoledì 25 Dic 2019, 19:56:21 »
Leggendo un pezzo di Sauro Pennacchioli – edit: vedo che Gongoro mentre scrivevo ha postato questa stessa cosa, perdonate la ripetizione ma ci metterei una vita a ricambiare tutto il post – sulla diffusione dei fumetti in Italia tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta (lui come fonte si basa sui dati delle agenzie di accertamento di diffusione della stampa, che venivano prese a riferimento per le pubblicità) non trovo però traccia delle sole 250mila copie di tiratura di Topolino del quale si parla su Fumettologica. Forse è un singolo numero che ha tirato così poco, mentre Pennacchioli riporta le medie? O magari mi sfugge qualcosa, boh.

Topolino (dati riportati da Pennacchioli)
1976 – 750.482!
1977 – 692.962
1978 – 630.326
1979 – 632.020
1980 – 540.550
1981 – 504.246
1982 – 499.804
1983 – 496.977
1984 – 496.746
1985 – 461.270
1986 – 482.996

Comunque la concorrenza per rubare tempo, attenzioni e soldi dei più piccoli (o di chi i soldi li spendeva per intrattenerli) a mio avviso era abbastanza limitata anche nel periodo Capelli, con tutti i cartoni giapponesi e i videogiochi, rispetto a tempi più recenti. Insomma, il boom dei fumetti degli anni Sessanta e Settanta in Italia fu molto dovuto al fatto che nel nostro Paese c'erano scarse occasioni di svago, per dirla alla Pennacchioli. L'offerta televisiva era risibile come quantità e varietà rispetto a tempi recenti, inoltre l'impostazione dei programmi che andavano in onda (magari anche molto più validi in quanto a contenuti delle isole dei famosi e dei grandi fratelli vari visti poi) era contraddistinta da un taglio generalmente assai più serioso e compassato, meno "alla mano", meno da intrattenimento, specie per i ragazzi, rispetto a quanto visto poi. Ovviamente non c'erano internet, gli smartphone, ecc., per cui il medium fumetto poteva dilagare abbastanza agevolmente. Mi pare evidente che Gentilini, specie nella fase finale della carriera, benché personaggio meritevole di piazze e statue equestri per quanto ha fatto per il topo nel complesso, fosse una mezza pippa del marketing, almeno rispetto a un genio (in questo campo) come Capelli, se in un periodo tanto favorevole per il medium, nonostante tutta la guerra tra fumetti che ci poteva essere in edicola, la testata fosse in declino e vendesse parecchio meno rispetto ai periodi dei record toccati da Capelli in periodi meno favorevoli. Questo perché, sì, c'era tanta concorrenza tra fumetti, ma Topolino era oggettivamente e direi "naturalmente" IL fumetto, LA testata. Topolino doveva essere la naturale killer application del fumetto in Italia, per le sue evidenti potenzialità intrinseche, nonostante tutto quello che gli altri potessero fare e inventarsi. Cioè, la roba della casa editrice Bianconi, o Editoriale Metro, o come si chiamava, per dire, era di un livello immensamente più basso rispetto pure ai peggiori numeri di Topolino, per quanto fossero economici quei fumetti, insomma, Topolino avrebbe dovuto difendersi bene da loro. Poi sì, Il Monello, Intrepido, ecc. tiravano un botto, ma insomma, non credo che esaurissero il budget destinato all'acquisto di fumetti delle famiglie dell'epoca.

I videogiochi di fine anni Settanta e primi anni Ottanta sono stati un boom vero negli USA (i concorsi nazionali di Space Invaders con un delirio di persone e cose del genere). Qua all'epoca erano un fenomeno ancora tutto sommato di nicchia, e sono rimasti tali in sostanza fino alla prima PlayStation (dal '95 in poi), che in Italia è stato quello che ha sdoganato realmente il medium da noi, facendolo realmente diventare di massa. Le console dei primi anni Ottanta avevano i prezzi dei giochi altissimi, da noi quindi rimanevano cose per pochi eletti (la cultura di dover pagare cifre importanti per giocare da noi si è affermata in tempi più recenti, uno degli aspetti che hanno contribuito decisivamente all'affermazione della PlayStation da noi era la facile piratabilità dei titoli, chiunque ricorderà che venivano venduti ovunque per strada). Sì, c'è stato il momento d'oro degli home computer (C64 tra tutti, lì i giochi venivano piratati), ma la reale diffusione di queste macchine da noi è stata molto inferiore nel complesso rispetto ad altri Paesi... Frequento gruppi di retrocomputeristi, e le vendite totali di C64 nel mondo secondo le ipotesi più accreditate sono intorno ai 12 milioni in realtà, o poco più, quindi molto più basse rispetto ai diciassette o addirittura trenta milioni che si favoleggiano in giro. La PlayStation 2 ha piazzato 157 milioni di pezzi, per dire quanto è cresciuto il mercato da allora (l'Atari VCS/2600 ha venduto "solo" 30 milioni di pezzi, ma come detto il suo successo in Italia era limitato; il successivo NES ha venduto tanto, 60 milioni, ma è stato più un successo USA e giapponese, da noi arrivò pure parecchio tardi). In Italia non abbiamo certo avuto la rivoluzione informatica che c'è stata in Paesi come il Regno Unito, dove imparavano a programmare da piccoli perché avevano il BBC nelle scuole, ecc. Eravamo un po' un "terzo mondo" informatico/videoludico (cioè, per dire, dalla vicina Francia sono sorti fior di colossi del settore, perfino la Spagna era più florida di noi da 'sto punto di vista). Insomma, tutto questo per dire che informatica e videogiochi in Italia per tutto il "regno" di Capelli hanno rappresentato una minaccia abbastanza blanda (figuriamoci alla fine del periodo di Gentilini che insidia potessero rappresentare, direi quasi nulla). E infatti il buon Gaudenzio, da genio del marketing, ha approfittato del "vuoto" per piazzare i record.

In quanto a fumetti e cartoni giapponesi (trasmessi da noi credo dal '78), sì, ovviamente erano estremamente popolari tra i ragazzi e gli rubavano un botto di tempo e di attenzione. Ragazzi che magari poi compravano l'album delle figurine di Capitan Harlock o di altri, il giornalino di Candy Candy della Fabbri che vendeva molto bene e al quale hanno perfino prolungato artificialmente (e in maniera un po' ridicola) la vita, Lady Oscar appariva sul Corriere dei Piccoli... Sicuramente avrò rimosso un sacco di roba ed è complicato trovare dati in giro, ma davvero il fumetto giapponese in edicola da noi rappresentava tutta questa minaccia per Topolino nel periodo di Capelli? A occhio direi forse di no, poi magari mi sbaglio... Insomma, di "occasioni di svago" e distrazione rispetto al decennio precedente ce n'erano senz'altro di più, ma fino a un certo punto. Topolino aveva ancora la forza per regnare semi-indisturbato nelle edicole (e infatti regnò, credo). Certamente Capelli ha avuto un botto di concorrenza in più dalla TV (basti pensare all'esplosione di quella commerciale) rispetto a Gentilini.

2
Le altre discussioni / Re:Direttori di Topolino
« il: Mercoledì 25 Dic 2019, 15:35:40 »
Quel pezzo lì è una miniera ed è sorprendente il giudizio in molte parti così caustico sul alcuni personaggi, come Gentilini, che nel complesso non ne esce proprio benissimo; andava negli USA senza sapere l'inglese, era tirchio all'inverosimile al punti di lasciarsi scappare i talenti, aveva puntato sul formato perdente ma poi si era preso i meriti dell'altra scelta, non era in grado di fare da collante tra quelli che lavoravano per lui, ecc. (ma pure di Capelli si dice che alla fine i suoi meriti vengono sovradimensionati e che per quanto abile commercialmente era il dirittore delle copertine "confettate" e del legame con l'attualità pur di aumentare la tiratura a livelli quasi stucchevoli tant'è che molte di quelle storie sono un po' "usa e getta").

Comunque è sorprendente il fatto che Topolino vendesse così poco (in relazione a quanto tirava il fumetto in Italia in quel momento) a fine anni Settanta, e soprattutto il fatto che dal presunto picco del 1975 (là allude a una diffusione di 1.140.000 esemplari nel luglio di quell'anno) si sia passato in brevissimo tempo a sole 250.000 copie.

Riguardo al politicamente corretto: "Non si potevano trovare tesori, per esempio, perché non restituendoli allo Stato si sarebbe andati contro le norme del codice civile". Questa cosa è allucinante, lol, sanno davvero di paranoie. Anche le posizioni di Elisa Penna, per quanto sia pure io stra-animalista e tutto, paiono un po' eccessive.

3
Le altre discussioni / Re:Il personaggio che rilancereste
« il: Mercoledì 21 Ago 2019, 09:51:48 »
Non ho ancora letto tutte le sessantasette pagine (credo di conoscere il forum da una vita, ma, preso da altre cose, non avevo mai realizzato fino a che livello di profondità ci si potesse spingere nell'analisi degli universi dei paperi e dei topi, specie da parte di alcuni utenti, è qualcosa di commovente). Il mio punto di vista è che vanno recuperati tutti quelli storici di un certo peso dimenticati o un po' trascurati (Orazio, Sgrizzo, Topesio, ecc., Macchia Nera come si diceva dovrebbe apparire in poche storie, ma memorabili e sorprendenti, nelle quali appaia davvero come un criminale geniale e raffinato, con pochi scrupoli). Prima di creare nuovi personaggi, operazione delicata, andrebbe fatto solo in caso di livelli altissimi di ispirazione, valuterei con estrema attenzione se quello che si vuole dire non è possibile farlo fare a una vecchia gloria poco sfruttata, o a un comprimario (sono favorevole a renderli protagonisti con una certa frequenza, approfondendo la loro personalità, questo perché i personaggi principali sono relativamente pochi e a furia di vederli fare sempre le stesse cose appaiono logori).

I microcosmi generalmente li trovo terribili e noiosissimi, ma anche qui, non li eliminerei, cercherei invece di rivitalizzarli, a costo di stravolgerli. Cioè, a nessuno sano di mente in età adulta possono piacere Ciop & Ciop che rompono il cazzo o i tre porcellini (per le cose che fanno abitualmente), ciononostante sono personaggi storici ai quali siamo tutti, credo, affezionati. Oserei, tanto male che vada, voglio dire, non è che si possa fare gran danno :D. Naturalmente ripeto sempre che io gli ultimi trent'anni li ho seguiti molto distrattamente, sto prendendo ora a occuparmene, quindi magari sono cose che sono già state tentate.

Quello che mi preme è il fatto che ciò che era possibile fare e dire sfruttando gli schemi e le ossessioni principali (Amelia fissata col decino e robe così) è più o meno già stato fatto e detto. C'è una ragione non banale per la quale nel mondo dei fumetti esistono personaggi sfruttati solo in storie che si concludono in un limitato arco di albi. La serialità va bene, ma occorrono sagacia, coraggio e intelligenza a livelli non comuni. Cioè, io non voglio leggere per tutta la vita di Amelia e il decino, capisco la nostalgia e tutto, ma anche basta, quello che c'è già va bene. Sì, richiamare ogni tanto questa ossessione, ma cessando di farne l'aspetto principale, renderla meno macchietta ultraripetitiva e più personaggio in grado di stupire. Ovviamente è difficilissimo rivitalizzare un personaggio facendolo andare oltre i canonici schemi di successo, mantenersi in equilibrio tra rispetto della tradizione e innovazione, ma confido nel talento delle nuove generazioni.

4
Ricordo che una particolare storia breve americana di Zio Paperone (mi sfugge il nome, e me la sono anche semidimenticata, ma in sostanza lui dimostrava il suo genio imprenditoriale da zero puntando su un bene alimentare di largo consumo che per qualche ragione scarseggiava, arrivando a venderlo a peso d'oro, mentre gli altri intorno a lui si mostravano stolidi, spreconi e avventati) veniva spesso utilizzata dai liberali/liberisti, non nel senso di liberals, ovviamente, a fini propagandistici, per dire che il libero mercato è meglio dello Stato, la meritocrazia e l'iniziativa individuale sono belle e cose del genere.

Quindi, sì, diciamo che la politica (in senso lato) è ovunque e ogni autore ci mette un po' della sua visione, pensare che possa essere possibile il contrario lo trovo puerile. Per esempio io non condivido la solita, trita critica al consumismo che si trova un po' ovunque, non solo nei fumetti (consumismo, parola che in realtà non ha gran significato: il capitalismo è il sistema meno peggio che abbiamo trovato, quello sul quale, piaccia o meno, si fonda la realtà attuale, ed esso si basa sui consumi, c'è poco da fare: se la gente smette di consumare, comprando anche cose non proprio strettamente indispensabili, chiudono negozi, fabbriche, ecc. e i lavoratori finiscono a spasso, e purtroppo dare il Reddito di cittadinanza a tutti non sarebbe sostenibile), ma anche le continue prese per i fondelli dell'arte contemporanea di Scarpa (mi pare una roba un po' banale, di uno che non ha approfondito o ragionato a sufficienza sulla cosa: ci sono degli eccessi nell'ambiente, e chiaramente portare un orinatoio in una mostra proclamandolo opera d'arte funziona la prima volta, poi basta, ma ci sono anche molte menti geniali, e poi suvvia, che dovrebbero fare gli artisti di adesso, riproporre angioli e maronne che si vedevano secoli fa? sarebbe una roba grottesca, lontana dalla sensibilità attuale, sarebbero artigiani, non artisti). Però cosa ci vogliamo fare? Scarpa ovviamente resta una leggenda, anche se 'ste cose mi portano al facepalm (ma nel contesto di un fumetto con paperi e topi magari mi strappano talvolta un sorriso, pur trovandole di fondo poco lungimiranti).

Per il resto, sì, la sinistra (anche abbastanza militante) ovunque è un po' una piaga, soprattutto perché la sinistra è vissuta inevitabilmente come una religione, molto spesso, vedi i liberals americani, i social justice warrior e l'odioso politicamente corretto che ovviamente stiamo importando. (Per carità, ci sono eccessi pure nel campo opposto, vedi Trump e in generale quelli che sono ossessionati dalla lotta al politically correct; e tornare alla selvaggia e grezza libertà di linguaggio e di espressione dei tempi d'oro sarebbe comunque impensabile anche senza SJW e affini; il politicamente scorretto, quello "sano" e raffinato, dei Monty Python, non quello strumentale e bifolco alla Trump, dà per scontato il rispetto di certe idee e minoranze, ma molti non afferrano questa cosa... insomma, nella società attuale è oggettivamente una roba molto complicata da fare). Però alla fine, visto che ritengo la politica ineliminabile, meglio questo (in fondo sono fumetti che un po' di "buonismo" ce l'hanno scopito nel DNA) che trovarsi con un Topolino o un Paperino sovranisti :D .

5
Le altre discussioni / Re:Quale Zio Paperone?
« il: Martedì 20 Ago 2019, 20:03:06 »
Come detto, andrebbero messe immagini più confrontabili, di pose simili. Essendo cresciuto a pane e topolini e altri albi a fine anni Settanta e prima metà degli anni Ottanta faccio fatica ad amare e a sentire mio fino in fondo lo Zio Paperone vecchio e poco morbido e pacioccoso originale di Barks (più o meno, mi pare, riproposto da Don Rosa), pur ovviamente riconoscendo il genio e l'importanza, ecc., pure se forse in tempi più recenti – che per me poi equivalgono agli ultimi trent'anni, che ho seguito solo in maniera molto vaga, anche se ora mi metterò sotto per recuperare – si è registrato un eccesso in questa giovanilizzazione e "paffutizzazione".

6
Le altre discussioni / Re:Ricominciare a collezionare dopo tanti anni
« il: Martedì 20 Ago 2019, 19:43:04 »
Ho usato un po' la funzione cerca, ma finora non sono riuscito a trovare molto a riguardo. Mi interesserebbe semplicemente leggere i Topolino giornale della Nerbini, esiste a tutt'oggi un modo per farlo, senza dover ipotecare la casa? Non ho mire collezionistiche perché purtroppo mi sono dovuto trasferire in una casa con spazio limitato a disposizione, tra l'altro ho anche altri interessi oltre ai fumetti che potrebbero riportarmi a collezionare ossessivamente materiale ingombrante. Perché non viene apparentemente fatto granché per chi voglia leggere online (in maniera legale) materiale del passato di interesse direi anche storico?

7
Topolino / Re:Tiratura Topolino
« il: Lunedì 19 Ago 2019, 22:11:16 »
Bella ricerca, però non penso che abbiano tirato centomila copie in più con in mente chi sarebbe andato a vedersi il dato, magari vent'anni dopo come noi, tanto per farsi belli, evidentemente c'è qualche ragione che ci sfugge (se non c'erano allegati particolari, magari, chessò, avevano fatto un battage pubblicitario dal quale si aspettavano un immediato ritorno, o hanno provato a tirare più copie per coprire meglio le innumerevoli edicole del Paese e vedere se conveniva, o boh... credo che la ragione vera ce la possa dire solo chi stava lì in quel periodo).

8
Commenti sugli autori / Re:Giulio Chierchini
« il: Lunedì 19 Ago 2019, 09:22:00 »
Mi ritrovo in quanto scritto da Zio Paperoga su Facebook: «Personalmente lo amavo per le atmosfere incredibilmente lugubri e inquietanti che riusciva a creare pur mantenendo lo stile comico e "morbido" dei fumetti Disney».


Pagine: [1]

Dati personali, cookies e GDPR

Questo sito per poter funzionare correttamente utilizza dati classificati come "personali" insieme ai cosiddetti cookie tecnici.
In particolare per quanto riguarda i "dati personali", memorizziamo il tuo indirizzo IP per la gestione tecnica della navigazione sul forum, e - se sei iscritto al forum - il tuo indirizzo email per motivi di sicurezza oltre che tecnici, inoltre se vuoi puoi inserire la tua data di nascita allo scopo di apparire nella lista dei compleanni.
Il dettaglio sul trattamento dei dati personali è descritto nella nostra pagina delle politiche sulla privacy, dove potrai trovare il dettaglio di quanto riassunto in queste righe.

Per continuare con la navigazione sul sito è necessario accettare cliccando qui, altrimenti... amici come prima! :-)