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Il sito del Papersera / Re:Lucca Collezionando 2023
« il: Venerdì 3 Mar 2023, 17:19:09 »
Prenoto volume e tavole anch'io.
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Rispondo anche io alle considerazioni di Nicola, in attesa della replica di Bramo, e con la consapevolezza che il discorso potrebbe allargarsi a dismisura...Invece io mi scuso fin da subito se le mie osservazioni potranno suonare un po' brusche [
Il legame causa/effetto non è sicuramente dimostrato, ma perché vuoi condizionare il fatto che fossero giapponesi i cartoni di quegli anni? Ritieni che se ci fossero stati quelli, che so, di Braccio di Ferro, Tom & Jerry, Silvestro o… Disney sarebbero stati snobbati? Di certo l'offerta aumentò in maniera sostanziale e lo fu indipendentemente dai cartoni giapponesi.CitazioneNon ho elementi per distinguere quale sia la causa e quale l’effetto tra la riduzione della tiratura e quella delle rubriche presenti, in varia forma, fin dal primo numero del tascabile, ma è proprio dal 1976 che si presentano entrambe.
Non credo di ravvisare un rapporto causa effetto così diretto nei due fenomeni (statistici qui intorno per calcolare il chi quadro?), sono sicuro che se avessimo a disposizione i dati dell'offerta televisiva per ragazzi potremmo rilevare un indice di correlazione molto più significativo: la sentenza che diede il via alla liberalizzazione delle frequenze radio e tv è - guarda caso - proprio del 1976, e dal 1975 al 1978 furono trasmesse in prima tv sette serie di cartoni giapponesi, nei due anni successivi se ne aggiunsero ben 39 e il numero continuò a crescere nei primi anni Ottanta (127 solo tra il 1981 e il 1983)... direi che c'è abbastanza materiale per considerare stravolto il bacino del mercato di riferimento!
So che l'utilizzo di un'esperienza personale è un abominio all'interno di un'analisi con pretese di correttezza, però mi ricordo benissimo di come Goldrake fosse l'unico soggetto che riuscisse a svuotare i cortili di gioco nel pomeriggio: più di mamme e nonne urlanti dai balconi, più dello spauracchio dei compiti, più della pioggia.... e di certo più dell'uscita del Topolino settimanale, che comunque allora leggevamo in parecchi!Allora la presenza di Goldrake non ha interferito con la lettura, ma con i giochi fuori casa… (però ricordo che, almeno in prima visione, veniva trasmesso prima del telegiornale della sera)
Da allora va considerato che non sono solo i tre euro (o le 300 lire di allora) che Topolino e i suoi competitor si litigano sul mercato, ma la battaglia è innanzitutto sul tempo necessario per fruire delle varie offerte: partite a Fifa sulla Playstation, video su TikTok, serie tv su Netflix, lettura di un albo a fumetti, ma anche lezioni di musica, di inglese, di judo, pallavolo, logopedia, doposcuola, compiti, ecc, ecc, ecc... L'acquisto di un fumetto implica un successivo impegno nel leggerlo, più o meno approfonditamente, cosa che può avvenire solo se si ha tempo a disposizione. E' per questo che storicamente d'estate con le vacanze da scuola si vendono più copie che d'inverno.E’ innegabile che con il passare degli anni le alternative di svago siano aumentate, ma a me sembra che tutti questi “impegni” siano più una necessità dei genitori che dei ragazzi.
Ci sono almeno altri due casi, però, che vanno considerati come causa d'acquisto diversi dalla lettura: il puro e semplice collezionismo "da accumulo" o - più diffusamente - la presenza di un gadget allegato alla rivistaSe ci stiamo riferendo ai “bambini” ho qualche dubbio che siano già presi dall’accumulo, magari dal gadget sì, ma… i genitori? Ora che ne esce praticamente uno alla settimana quanti ne venderanno?
(tipicamente a prezzo ridotto rispetto ai giocattoli standard potendo contare su un'aliquota IVA al 4% come allegato stampa anziché 22%!)Qui ci sarebbe da fare un altro discorso, perché a me non sembra che il prezzo finale sia così vantaggioso… come, d’altronde, gli audiovisivi allegati ad altre riviste che costano tanto quanto li si può trovare altrove (se non a meno).
Oggi quanti bambini vorranno farsi comprare il Topolino con il drone non per leggere le avventure di Paperino & Co. ma solo per far svolazzare il quadricottero?Se fosse veramente così, allora farebbero meglio a chiudere, perché se confidano esclusivamente nel gadget anche questi non avranno più alcuna presa passato il momento di curiosità.
Infatti è proprio quello che vado sostenendo: in Topolino non trovavo solo le storie, ma anche altri motivi di interesse!Citazione- La Segretaria per tutti
(cut)
- Storia di frasi / Storia di nomi
Tieni a mente che quasi tutte queste iniziative erano anche finalizzate a fare pubblicità più o meno occulta a giocattoli (non hai vinto a se lo sai rispondi? Magari lo chiedi ai tuoi genitori per natale/compleanno) o -peggio- coinvolgere il partecipante in campagne di marketing finalizzate all’acquisto di enciclopedie dalla dubbia utilità: era il mass-market dell’epoca.
Tutto ciò, ovviamente, era possibile perché era coinvolto in prima persona (giuridica) un colosso come Mondadori. Colosso sia di risorse economiche, sia di iniziative innovative per l’epoca e sia dal punto di vista culturale con la possibilità di coinvolgere nella redazione di questi articoli nomi di una certa rilevanza nella cultura italiana dell'epoca: in Mondadori non entravi se eri un improvvisato nerd appassionato di fumetti!Anche questo mi sembra di averlo scritto riguardo al passaggio diretto della Disney. Dopo di loro non hanno fatto altro che pensare alle “storie”.
Oggi - ahimè - l’attualità sulla carta stampata è morta.Qua dovremmo intenderci, perché mi sembra che tu dica che gli articoli non sono approfonditi mancando i lettori, mentre io penso che i lettori siano stufi di leggere articoli sul nulla... \
L’approfondimento non è gradito (siamo un popolo di lettori di titoli), quindi cosa resta?
Niente.
Niente sul mercato "generalista", ovvio: approfondimenti di nicchia restano sempre attivi (tenetelo presente per comprendere meglio alcuni punti successivi del mio sproloquio).Scusa, ma che intendi per “generalista”? A me sembra che le pubblicazioni siano sempre state “specifiche” per un certo interesse, mica lo sono solo ora.
Oddio… e da quando? E, comunque, se anche fosse, lo sarebbe “ora”, nel 2021, mentre qui stiamo parlando di una “lamentazione” che va avanti da decenniCitazionecomparivano articoli di attualità o divulgativi (in occasione di qualche avvenimento particolare) oltre a quelli legati più direttamente al mondo disneyano
Soprattutto l’uscita dei film Disney: mettevi in moto (e ti appoggiavi) un canale dalle risorse taaaanto più importanti di quelle del fumetto!
Il tema e i protagonisti del film Disney dell'anno erano leader nella realizzazione di giocattoli, abbigliamento, libri... praticamente tutti i prodotti per il mercato dei più giovani.
Ora tale canale sembrerebbe essere non solo chiuso, ma addirittura inibito dalle politiche della casa madre.
Scusa, ma ho qualche perplessità. Certo la programmazione televisiva era inferiore a quella di oggi, ma all’epoca si guardava tutto, indipendentemente, e così la radio, saranno state in numero inferiore, ma mica ne puoi seguire più di una contemporaneamente e al cinema -soprattutto quando non c’era la TV- credo che si andasse piuttosto spesso.CitazioneTestate pure destinate esplicitamente a determinate categorie di lettori con la conseguenza di escludere automaticamente dall’acquisto tutti coloro fuori target. Uno dei motivi del successo di Topolino, al contrario, era stata proprio una generale trasversalità.
Vero, verissimo: il Topolino di allora era "indifferenziato", catturava l'attenzione (per tutta una serie di ragioni) del bambino che doveva imparare a leggere e veniva comunque letto/sfogliato dall'adulto.
Era anche però un periodo di poche scelte: pochi canali TV, i libri erano comunque mediamente più costosi di oggi, al cinema c'erano film che duravano più tempo, anche le radio, fonte di notizie e di indirizzo culturale pop, erano poche.
Quindi il pubblico era formato da una massa molto poco distinta, alla quale erano rivolti spot indifferenziati per una fruizione passiva.Spot indifferenziati? Fruizione passiva? Mi puoi fare un esempio di spot indifferenziato? Forse giusto le caramelle , ma per il resto? E se era fruizione passiva quella di prima quella di oggi cos’è? Ma probabilmente non ho colto il senso di ciò che vuoi dire.
Il mercato - indipendentemente dalle vicende topolinesche - è poi evoluto verso sistemi diversi: concetti quale il target, l'esasperazione delle 7 P del marketing, la misurazione del risultato nel breve periodo, le analisi di mercato, ecc...Ah... ah… (non è una risata ) ora mi è chiaro il tuo -commerciale- punto di vista. Su questo non posso proprio darti torto, perché sono convinto che la colpa di tanto disastro sia proprio il “marketing” il cui unico interesse è fare soldi lasciandosi terra bruciata dietro.
Chi non si è adeguato è sparito, in tutti i campi: dalle automobili ai liquori, dall'abbigliamento ai fumetti.E niente, non capisco… a cosa ci si doveva adeguare?
Topolino ha avuto la fortuna di essere stato in mano ad un'azienda (la Mondadori) che aveva grossi interessi/collaborazioni con il mondo della pubblicità, ed ha quindi potuto seguire questa strada senza grossa fatica, anzi! La numerosità della redazione ha permesso lo sviluppo contemporaneo di più testate, la conoscenza del mercato - grazie alla SIPRA - era molto ampia dato il parco testate controllato da Mondadori, e il passaggio alla Disney ne ha indubbiamente giovato.Siamo proprio antitetici, per te, l’aumento delle testate ha favorito la Mondadori, per me è stato il primo passo verso la disgregazione.
Oggi il mercato - frammentatissimo anche "grazie" alle scelte potenziali di impiego del tempo che può avere il consumatore - non può sostenere una scelta generalista: prima si individua un'area nella quale si vuole competere, e poi si identifica il prodotto che si vuole usare per "vincere".Abbiamo proprio una “educazione” diversa, sarà che ho dei grossi pregiudizi su tutto ciò che è ricollegabile al “mercato”.
Pensate alle librerie, ad esempio... già prima dello tsunami Amazon erano state schiantate dai grandi marchi: le Feltrinelli, la Mondadori, ecc... solo in quelle si potevano trovare tutti i titoli. Nelle librerie indipendenti l'unica speranza di sopravvivenza era la specializzazione: psicologia, storia, narrativa estera, gialli, ecc. L'offerta era rivolta a un pubblico ben definito che poteva trovare non solo il libro del momento, ma soprattutto titoli di nicchia e competenza del libraio (raramente un commesso, ma il proprietario).Allora... gli editori (Feltrinelli, Mondadori, ecc.) inondano il mercato con una mole di inutili titoli che, ovviamente, una normale libreria non potrà mai offrire contemporaneamente con lo scopo di affossarle e per te la loro crisi dipende dalle necessità del lettore?
Oggi nell'ambito del nostro interesse, per riuscire in edicola hai due alternative:Per me, invece, l’unica ripartizione si può fare tra i prodotti destinati all’approfondimento ed al recupero storico (ma non inflazionandolo come ora) e quelli generalisti, ma curati e che abbiano sostanza (come le Giovani Marmotte o il Papersera, appunto, perché non so come o cosa, ma si percepisce quando un prodotto viene realizzato avendo qualcosa da dire) e non solo per vendere.
- un pubblico di riferimento ben identificato (collezionisti, ragazze, pre school, pkers, ecc.) e un "curatore" appassionato e competente, lo vedete dal successo del Papersera (che ancora vive oltre le 4 uscite iniziali previste), dell'Almanacco (che apparentemente è stato accolto benissimo), dei GCD, ecc.
- il prodotto di massa, non differenziato, curato un tanto al chilo, che ristampa storie per fare "conto paro" con il numero di pagine a disposizione, e che comunque incontra un segmento a questo interessato.
Certo è cambiata la “logica” che regola il mercato.CitazioneIn definitiva, il Topolino degli anni Sessanta e Settanta non era solo un contenitore di storie a fumetti – come tanti altri – ma rappresentava un universo che offriva tutto ciò di cui si aveva bisogno per crescere e divertirsi.
Esatto, allora era sufficiente, conteneva tutto ciò di cui si aveva bisogno per crescere e divertirsi. Oggi no, sia perché è cambiata la domanda del mercato
(c'è qualcuno che pensa che un bambino/ragazzo di oggi possa essere soddisfatto nei suoi bisogni ludici/di svago dal Topolino settimanale???)Ma, fammi capire, da bambino passavi tutto il giorno sempre e solo a leggere Topolino? Non facevi altro?
sia perché probabilmente quello che vi si trova all'interno non riesce ad appassionare il lettore per forma o per contenuti.Alla fine siamo d’accordo su qualcosa O0
Cosa e come bisognerebbe metterci? Non ne ho idea.Scusate l'enormità del post, ma dopo più di un anno che non si discute...
Bof... vabbè, ci sarebbe altro da aggiungere, ma voglio leggere prima quello che dice Bramo e le vostre eventuali repliche.
Dici che anche lì viene pubblicato praticamente un fumetto Disney al giorno?Ogni volta che vedo confronti tra il mercato fumettistico italiano e quello estero -e francese in particolare- non faccio a meno di domandarmi perché si trascura sempre la differente quantità prodotta. Come si fa a confrontare la diffusione, per esempio, di un Asterix o di un Tin Tin con Topolino? dei primi quante storie ci sono? qualche decina? dubito che arrivino al centinaio... mi pare del tutto prevedibile che se si pubblicano una/due storie l'anno si crea maggiore attesa e vendita, per non parlare della difficoltà di trovare nuovi spunti quando se ne devono produrre decine al mese!Però in Francia c'è anche la vendita 'quantitativa' del fumetto Disney: vedi Le Journal de Mickey, Oncle Picsou e altre testate le cui storie arrivano principalmente da Egmont e Panini.
Poche le 'indigene' di Hachette anche se il discorso sulla quantità prodotta (per quanto largamente importata) e letta resta lo stesso.Scusa, ma come fai a dirlo? Il Journal ha solo 64 pagine, se stampasse le storie italiane ce ne vorrebbero quasi tre per fare un Topolino
Non so quanto il fumetto Disney francese da edicola possa vendere rispetto al nostro. Vista la situazione generale probabilmente un po' di più.Oddio, considerando che costano sensibilmente di più vorrei avere qualche dato
Rispondo anche io alle considerazioni di Nicola, in attesa della replica di Bramo, e con la consapevolezza che il discorso potrebbe allargarsi a dismisura...Mamma mia quante cose ho da rispondere però mi dovrò prendere del tempo perché sono veramente tante...
C'è da dire che questo può essere visto come un fenomeno generale ma anche tipicamente italiano. Leggendo l'ultima intervista a Camboni, da anni fumettista in Francia, in quel paese, per varie ragioni, il fumetto è altamente considerato, esposto nelle librerie delle case a fianco dei libri e non relegato a scatoloni o ceste (se va bene che non è stato buttato via). A questa esposizione 'decorosa' (da noi limitata ai collezionisti e agli appassionati del genere) corrisponde un venduto cartaceo ancora notevole, per quanto collegato (penso) più alle graphic novel che al fumetto Disney tout court. E comunque anche i cartonati della Glénat saranno sicuramente esposti negli scaffali del 'salotto buono' di una media casa francese. Cosa che da noi capita molto più di rado con quelli della Panini, e non per colpa dell'editore.Ogni volta che vedo confronti tra il mercato fumettistico italiano e quello estero -e francese in particolare- non faccio a meno di domandarmi perché si trascura sempre la differente quantità prodotta. Come si fa a confrontare la diffusione, per esempio, di un Asterix o di un Tin Tin con Topolino? dei primi quante storie ci sono? qualche decina? dubito che arrivino al centinaio... mi pare del tutto prevedibile che se si pubblicano una/due storie l'anno si crea maggiore attesa e vendita, per non parlare della difficoltà di trovare nuovi spunti quando se ne devono produrre decine al mese!
Anzi, grazie per l'appassionata descrizione, anche se non mi era del tutto sconosciuta è bene ricordare l'unica altra rivista per ragazzi sopravvissuta... magari, nel suo caso, ha pure contribuito dal diffusione non proprio capillare \ (io l'ho vista solo nella libreria delle edizioni Paoline in città)CitazioneOra non so il Giornalino che, confesso, non ho mai letto, ma nel Corriere dei Piccoli non mi pare di ricordare altro di significativo oltre alle storie e le altre riviste che ho citato avevano un riferimento generazionale più definito.Scusa se ti rispondo ora ma la notifica via email di questo topic non mi è arrivata.
Su una cosa però voglio contraddire l'articolo, e l'autore spero non si offenda: Non concordo con il pezzo , cito testualmente, "A differenza degli altri albi a fumetti (sia umoristici che realistici) Topolino è l’unico a non essere dedicato ad un singolo personaggio o contesto ed è per questo,"Certo che no, ci mancherebbe! anzi, mi fa piacere che -per il resto - non sono il solo a pensarla così...
Ricordo all'autore che allo stato attuale, tranne piccole pietre miliari come il ormai defunto "corriere dei piccoli", in Italia esiste ancora una testata concorrenziale a Topolino : IL Giornalino.E' vero, e ce n'erano anche altre come il Monello, l'Intrepido, Linus o Skorpio (che scopro ora essere ancora in edicola) ma anche Comic Art o l'Eternauta (anche se non troppo "per ragazzi"), ma tutte queste, a differenza di Topolino, non sono dedicate ad uno specifico "universo" sono dei contenitori di storie a fumetti dalla diversa provenienza, come se fossero delle antologie. Mi dirai che era proprio ciò che volevo evidenziare quando ho fatto il confronto con le testate bonelliane ed è vero anche questo ciò che volevo dire era che, secondo me, chi compra un fumetto è perché apprezza il genere di storie che propone (che gran scoperta ) quindi come fare per cercare di interessare più persone possibile? con qualcosa che "non sia" la storia a fumetti ma qualcos'altro di trasversale. Ora non so il Giornalino che, confesso, non ho mai letto, ma nel Corriere dei Piccoli non mi pare di ricordare altro di significativo oltre alle storie e le altre riviste che ho citato avevano un riferimento generazionale più definito.
io ho chiesto la proroga dell'abbonamento di paperinik quando conteneva il gadget e mi hanno prorogato di una copia l'abbonamento...Io lo chiesi con Paperino e non hanno fatto nulla, magari ci riprovo con il gadget di Paperone.
Se l'abbonamento scadrà nel 2023 e le uscite con i gadget manterranno il ritmo attuale non riuscirai a liberarti da questo vincolo per chissà quanto tempoIn effetti...
Secondo me se non ci sono difficoltà a recarsi in edicola settimanalmente e a parte il prezzo non vedo altri vantaggi nell'esser abbonati..magari delle volte ci si abbona anche a seconda del regalo che viene fatto agli abbonati,mi viene in mente questo come altro fattore.Infatti è il punto a cui sono arrivato io... dovendo comunque andare dal giornalaio tanto vale prenderlo lì -scegliendolo! - che stare con l'ansia di quando/come/se arriva ...mancando altri vantaggi è del tutto inutile abbonarsi ormai.
Non ricordo quale sia il gadget gratuito che non venne mandato agli abbonati,mentre mi viene in mente che qualche anno fa andando in edicola per altre riviste ho notato che in allegato al SmMickey in vendita magari c'erano bustine di figurine o piccole blind bags,mentre con l'abbonamento non arrivavano,ma quelle erano più una forma pubblicitaria dell'editore stesso.Il gadget non spedito mi pare che furono le figurine associate al torneo delle cento porte e... sì, vero pure che arrivano solo i pieghevoli promozionali niente figurine, bustine o altro* (e mi chiedo quanto ne sia felice il "bambino" che non li trova nella sua copia)
I forum sono per antonomasia un insieme di persone che si riuniscono in un luogo virtuale per dare vita alle più svariate discussioni. Lo scopo e' proprio quello di confrontarsi e di portare a conoscenza di tutti gli altri componenti le proprie idee.Mi perdonerai se ho lasciato solo una minima parte del tuo intervento, ma tanto si può recuperare facilmente e mi serviva solo come 'aggancio'...
Neanche me ne ero accorto! evidentemente non mi piacciono proprio!Interessante il fatto che tu abbia scelto due copertine con i gelati... avevano un risvolto che, nella parte interna, conteneva il buono da consegnare al gelataio per avere il cono in omaggio.
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Sì, prese a se non sono male, ma non le concepisco come copertine: perché dovrei acquistare il fumetto dopo averle viste? almeno con quelle di prima ci mangiavo un gelatohttps://www.papersera.net/immagini/cover/tl/it_tl_2625a_001.jpgQueste per me sono tutt'altro che disprezzabili; le giudico delle interessanti "variazioni sul tema".
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