Facciamo un esempio: c'è un malato grave che ha un tumore. Tutti si affrettano a dire che la malattia è causa del suo stile di vita, dieta non sempre appropriata, vita sedentaria, eccetera. In realtà la «malattia è il tumore» non lo stile di vita che il «malato» conduce.
Nel caso della Valentina De Poli nessuno ha detto che il vero problema, la causa della «malattia», non era la sua gestione. Ma «il tumore», cioè la grave crisi di tutta la «carta stampata» nel mondo occidentale.
La vendita del "supporto per leggere” cartaceo non funziona più.
Alcune edicole hanno chiuso
quelli dello zoccolo duro non bastano
la produzione di storie, indipendentemente dal contenuto dei periodici che dirigeva, le vendite continuavano a calare, Non sarà il «contenuto» - storie e nuovi personaggi - che faranno vendere più copie. Vendite che continueranno a calare, e calerebbero anche se i vari giornali proponessero ogni volta capolavori e li stampassero su fogli d'oro.
Quindi onore al merito a Valentina De Poli.
Carlo Chendi paragona ad un "tumore"
la grave crisi di tutta la carta stampata nel mondo occidentale. Ora, ammesso e non concesso che il paragone sia proprio, è indubbio che quel "tumore" era annunciato. Ed era proprio annunciato - sempre per usare il termine di Chendi - da uno "
stile di vita" che inevitabilmente avrebbe portato al tumore e che in questo caso, si chiama:
introduzione impressionante e progressiva, come mai nella storia prima, di tecnologie nuove. Queste tecnologie nuove hanno fatto sì che, soprattutto le nuove generazioni e in buona parte anche le vecchie, abbiamo cambiato completamente le loro abitudini ed i loro gusti, portando inevitabilmente al - o ai - "tumore" in questione.
Ora, demonizzare le nuove tecnologie - che comunque fatti due conti, non sono poi così negative ma hanno tanti lati positivi - o avere nostalgia del "
bel tempo che fu", non serve certamente per curare - perché fortunatamente oggi molti tumori si curano o, in subordine, si può allungare la vita di una persona ammalata - il "tumore" ma, viceversa, serve mettere in campo gli anticorpi a nostra disposizione se non per invertire la tendenza, per allungare i tempi e goderci questi ultimi anni in buona compagnia di ottime storie.
Gli effetti del "tumore" sono stati certamente che le vendite del
supporto per leggere cartaceo sono in drastico calo e, di conseguenza, più che
alcune, tante edicole hanno chiuso e, vorrei tanto sbagliarmi, che probabilmente anche altre ancora, seguiranno lo stesso destino.
In questo marasma rivoluzionario
rimangono quelli dello zoccolo duro che, secondo Chendi,
non possono però bastare per risolvere il problema.
Come potergli dare torto, oggettivamente parlando, visto lo scenario che abbiamo e che si prospetta?
E allora torniamo agli anticorpi che noi abbiamo per avere una speranza di invertire le cose o, alla meno peggio per allungarle.
In realtà noi abbiamo un solo anticorpo - ed è quello a cui Chendi non crede per nulla, ma l'alternativa unica è la morte - ed è
la qualità!
Sì, perché solo quella può dare speranza che le cose possano cambiare.
La qualità è l'unica che potrebbe tenere assieme e non indebolire
quello zoccolo duro ed
invogliare le nuove leve ad avvicinarsi ai fumetti cartacei o su supporti tecnologici.
Venendo al nostro Topolino. riempirlo di storie scadenti e assolutamente infantili, come si sta facendo ora, farà sì che
lo zoccolo duro diventerà sempre più sottile fino a sparire e, nulla varranno quelle
poche leve nuove che forse si acquisteranno, per salvarlo.
Se invece si punterà
sulla qualità,
lo zoccolo duro, rimarrà invariato sicuramente e ... forse,
le leve nuove saranno maggiori e, se questo avverrà, si potrà anch
e sconfiggere "il tumore".
Quanto a
Valentina De Poli, ora, dopo questa lettera di Chendi, più che mai sono convinto, che lei sia stata in effetti la
vittima sacrificale, ma non tanto o non solo, di
un momento storico, ma di un sistema ottuso che non sa apprezzare il
merito e la validità professionale delle persone.
Quindi:
onore al merito a Valentina de Poli.