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Post - MrBunz

Pagine: [1]  2  3  ...  11 
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Lista aggiornata! :)

ciao, io avevo messo in vendita un numero americano di Uncle Scrooge, forse ti interessa.
abito a Roma.

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Il Mercatino / REGALO IL GIOCO DI PAPEROPOLI (FIAT)
« il: Domenica 6 Nov 2022, 15:33:03 »
Il gioco di Paperopoli Fiat, anni '90. Regalo + spese di spedizione.

3
Il Mercatino / REGALO/ VENDO FUMETTI DISNEY + CARTOLINE DRAGON BALL
« il: Venerdì 21 Ott 2022, 10:16:31 »
Buongiorno a tutti,
come da titolo, regalo al prezzo della spedizione o vendo (tramite contrattazione pubblica nei messaggi sottostanti o in privato) i fumetti Disney in foto.

Ci sono alcuni inserti del sole 24 Ore e del Corriere dello Sport
i primi 17 numeri di DisneyMegazine degli anni ’90 con i 17 fascicoli delle strisce di Al Taliaferro
lo speciale di Zio Paperone Tesori 3
3 cofanetti di cartoline di Dragon Ball
1 Topolino 2442
1 album figurine PK (non completo)
1 Uncle Scrooge americano con relative cartoline
2 libri,  2 Ideario e 2 Disney Enigmistica che forse possono interessare a qualche collezionista.

Prezzi modici, non ho particolari pretese. I fumetti si trovano a Roma.

Per chi fosse interessato all'intero lotto, se lo porta a casa con 50 euro + spese di spedizione.

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Il Mercatino / REGALO/VENDO OGGETTISTICA E GADGET VARI
« il: Venerdì 21 Ott 2022, 09:32:17 »
Buongiorno a tutti,
come da titolo, regalo al prezzo della spedizione o vendo (tramite contrattazione pubblica nei messaggi sottostanti o in privato) gli oggetti Disney in foto.
Ci sono qualche gadget estivo, la pistola ad acqua di Paperinik, gadget settimanali, medaglie, pupazzetti, statuine (tra cui la TOPOLINO 3286 Gold Limited Edition  MICKEY MOUSE 90)
e altre amenità varie.

Prezzi modici, non ho particolari pretese. Gli oggetti si trovano a Roma.

Per chi fosse interessato all'intero lotto, se lo porta a casa con 40 euro + spese di spedizione.

5
Topolino / Re:Topolino 3378
« il: Mercoledì 19 Ago 2020, 16:04:09 »
Non credo sia necessario ripeterlo: l'avevo segnalato qui.  ;)

Penso che non lo abbia ripetuto apposta ma perché non aveva visto che ne avevi parlato, d’altronde sfido chiunque a leggere fino in fondo le tue recensioni costellate di toni enfatici da giornalino scolastico ??? Questa comunque vuole essere una critica costruttiva, il tuo entusiasmo e la tua passione per il settimanale sono adorabili e personalmente mi scaldano il cuore al ricordo dei miei gioiosi seppur controversi anni del liceo, però al di là della tua enfasi non riesci a trasmettere molto dell’effettiva qualità di una storia se usi i superlativi e le iperboli di continuo... sul serio, io non leggo le tue recensioni perché non capisco cosa di quello di cui parli sia buono e cosa non lo sia, perché quando esprimi un giudizio manca spesso un termine di paragone (vedi il commento che ti è stato fatto sulla tua altisonante definizione di “storia migliore degli ultimi tempi”) oppure parli in termini troppo soggettivi e personali perché il tuo parere possa essere compreso per non dire condiviso (“la lettura non mi è venuta scorrevole”, “non mi sono appassionato”... sono commenti leciti, ma non fanno capire molto).

P.s. Ciò non toglie che io preferisca ogni tanto leggiucchiare i tuoi post densi di rinvigorente entusiasmo, piuttosto che quelli di altri utenti che smontano un numero a caso del settimanale giusto per ricordare i fasti del Topolino di sessant’anni fa alla fiera delle banalità


 sbagli, in analisi logica il termine di paragone è proprio "degli ultimi tempi"; in ogni caso quando esprimi un giudizio non sei obbligato a trovare un termine di paragone;





6
Topolino / Re:Topolino 3378
« il: Mercoledì 19 Ago 2020, 16:03:22 »
Lo pensavo per il semplice fatto che fai lode sperticate e usi toni sensazionalistici per storie che nella produzione dell'autore sono di medio livello. E te lo dice uno che lo segue dal 2004

Commento abbastanza sgradevole, anche se l'utente chiamato in causa non se l'è presa: non si può dire che un utente esagera nell'apprezzare una storia di un autore perché non ne conosce tutta l'opera e che, se la conoscesse, il suo entusiasmo verso la tal storia dimunirebbe (da dove arriva, poi, questa certezza?E se gli piacesse tanto comunque?).
La vita di ognuno di noi si basa sulle nostre esperienze, devo aspettare di leggere ogni storia di un autore  per decretare che per me quella che ho letto "è la sua migliore storia degli ultimi tempi"'?

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Topolino / Re:Topolino 3377
« il: Venerdì 14 Ago 2020, 19:10:29 »

Ho letto la storia disegnata da Rota: Dio benedica quelle mani, e speriamo di poterne avere ancora, ancora e ancora!!!!
Pulizia del tratto, leggibilità delle vignette, espressività dei personaggi, tratto classico e proporzionato, inchiostrazione mai invadente...
In parole povere, guardo i suoi lavori, e finalmente riconosco una matrice disneyana di fondo. Merce rara, di questi tempi.
Non mi stancherei mai di vedere i suoi disegni su "Topolino".

Grazie redazione, grazie Bertani, per essere riusciti a riportare Marco Rota sulle pagine del Topo, anche con materiale inedito.

Eri tu che scrivevi: "E' tanto difficile dimostrare il proprio consenso/dissenso in modi non assolutisti?" (si scherza, eh...   ;) ;))

8
Non so quanto mercato abbiano negli Stati Uniti le pubblicazioni disney originali e non e quanta sensibilità ci sia tra i loro lettori verso determinati temi, generi o esperimenti.

La sensazione è che il fumetto disney negli Stati Uniti sia una nicchia... sacrificabile. E dire che è nato tutto lì...

Ma infatti eravamo partiti proprio dal mio stupore per le voci di corridoio che facevano intendere che questa attuale gestione fosse frutto di un pensiero editoriale rivolto al mercato estero.
Io sto proprio sottolineando che non mi sembra verosimile "distruggere" un prodotto per allinearlo a gusti esterni che non muoiono neanche dalla voglia di leggerle ste storie....

ah, ok!
se lo analizziamo pure sotto questo punto di vista, l'identità di questo PK "5" a quale mercato è rivolta?
Io non so rispondere.

Forse tradurlo per 15 Paesi significa affidarsi alla legge della probabilità, più lettori coinvolgi, maggiori possibilità ci sono che qualcuno lo apprezzi, anche se per me non è da disprezzare del tutto.

9
Ecco il nocciolo della questione: gli autori italiani quando scrivono per il mercato americano o internazionale cambiano la loro narrazione adeguandosi ad un pubblico più generico (abbiamo visto recenti esempi usciti nel Topo). Per cui, anche cambiassero gli autori, i nuovi plot pikappici sarebbero comunque "un'altra cosa".

Pensare che gli autori italiani cambino il modo di narrare le vicende di Pk rendendolo meno complesso, profondo ed intricato (nel lato positivo ed interessante del termine) per poter rendere digeribile il fumetto al mercato nordamericano mi sembra addirittura offensivo pensarlo !
Un pubblico che è stato la culla del fumetto supereroistico, che hanno fatto della continuity sfrenata il loro pane quotidiano, che hanno forgiato ed "adottato" i migliori esponenti del fumetto indipendente mondiale !
E non ultimo che conta 330 milioni di abitanti nei soli Stati Uniti d'America, volete vedere che si trovi difficoltà a trovare 1 milione (butto un numero a casaccio) di appassionati ?
Secondo me la discriminante non è lo scrivere storie appetibili e digeribili per il mercato americano, quanto scrivere storie valide e meritevoli...

Ma negli Stati Uniti la Marvel non è la Disney.
Ti sei mai chiesto perché nei fumetti la Disney americana, dal nord al sud del continente, sia irrilevante filologicamente dai tempi di Barks?
Sono 50 anni che non producono storie che possano essere avvicinate ai tempi d'oro di Gottfredson, mentre in Italia continuiamo a sfornare autori
filologici (Casty) dall'altra parte dell'oceano non è più arrivato nessuno.
Il sud America si è almeno specializzato in una apprezzabile narrazione comica ed è riuscita a creare personaggi riutilizzati in Europa (Paper-Bat, Dinamite Bla, Pennino...)

Per un periodo più o meno recente negli Stati Uniti i fumetti disney neppure venivano pubblicati e sono riusciti a bruciare perfino uno come Don Rosa.

La produzione più rilevante sono stati i Duck Tales degli anni '80, ma sono cartoni animati.

Non so quanto mercato abbiano negli Stati Uniti le pubblicazioni disney originali e non e quanta sensibilità ci sia tra i loro lettori verso determinati temi, generi o esperimenti.

La sensazione è che il fumetto disney negli Stati Uniti sia una nicchia... sacrificabile. E dire che è nato tutto lì...


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Pixar / Re:Monopolio cinematografico della Disney
« il: Lunedì 20 Gen 2020, 06:07:34 »
In peggio...Parliamone, il Mcu è stato un successo di critica e pubblico (eccetto pochissimi casi).

Concordo, ma "successo" non sempre si lega a "qualità migliore".
Anche i cinepanettoni nostrani con peti e parolacce guadagnavano milioni...

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Pixar / Re:Monopolio cinematografico della Disney
« il: Lunedì 20 Gen 2020, 05:55:41 »
la Panini non decide che tipo di storie pubblicare.
Guarda non mi va di insistere ma io la vedo in modo diametralmente opposto....
Mi sembra poi che qui si stesse parlando di monopolio. E, anche se la Panini non decidesse le linee guida editoriali, ha comunque messo in essere un monopolio editoriale quasi senza precedenti !
Ed in ogni campo sta attuando degli aumenti di prezzi che metteranno in ginocchio l'economia degli appassionati.
E come detto da Vincenzo il MCU prima della Disney aveva prodotto solo fiaschi colossali. Con l'avvento della Disney c'è stata una impennata qualitativa innegabile.

Non si tratta di insistere, tu parli proprio di un altra cosa, anche condivisibile, chiamalo, se vuoi, "problema senza precedenti".
Panini ha il monopolio delle storie a fumetti in Italia? No, è solo un concessionario di altre case editrici, l'unica cosa di cui detiene i diritti e che esporta nel mondo sono le figurine.
Il mio post parla di qualità del prodotto.

Tu mi parli di prezzi, che può essere certamente un monopolio, ma in relazione al monopolio cinematografico Disney, il confronto si può fare solo con i prezzi dei biglietti del cinema
(e comunque c'è anche quello come problema, l'ho scritto, i film Disney prendono una commissione spropositata rispetto ad altre case di produzione).
Tu scrivi: <<Ed in ogni campo sta attuando degli aumenti di prezzi che metteranno in ginocchio l'economia degli appassionati.>>
Si potrebbe dire che i film Disne mettono in crisi gli esercenti.
Ma potremmo anche entrare nel merito dei prezzi Panini che tu contesti, discorso già fatto su questo forum,
il mercato è cambiato, i costi aumentano e le vendite diminuiscono e si punta  su pubblicazioni da collezione a un prezzo più alto, scelta discutibile, ma non "da monopolio".
Altrimenti, se fosse così,  Bonelli o Star Comics(due a caso) dovrebbero rivedere tutti i loro prezzi.

Il mio post parlava di acquisizioni di altre aziende da parte della Disney che  hanno stravolto le originarie caratteristiche delle aziende acquistate
e appiattiscono il mercato su una uniformità imbarazzante. Panini non FA fumetti, li pubblica.

Parlando dell'MCU precedente, quali sono i fiaschi colossali? Hulk con Eric Bana? Daredevil con Affleck? Ma criticare quelli è come sparare sulla Croce Rossa!
Sai che gli Spider-Man con Tobey Maguire hanno avuto più successo di quelli con Holland?
Un paragone non si può fare semplicemente perché non c'è un'eredità MCU nel passato con cui confrontarsi, non ci sono saghe precedenti di Thor, Iron Man etc.
E comunque anche l'attuale MCU Marvel-Disney ha fatto degli sbagli enormi (editorialmente parlando, "chisseneimporta" del successo),  vedi come hanno trattato Hulk
che aveva una propria identità con Edward Norton (fatto fuori, appunto, a causa del monopolio Disney) e poi è finito a fare la parodia di se stesso con Ruffalo in Endgame.

Detto ciò, mi pare che la Warner Bros, anche senza acquisizioni, se la sia cavata benino con i Batman di Nolan...

12
Pixar / Re:Monopolio cinematografico della Disney
« il: Domenica 19 Gen 2020, 17:03:54 »
la Panini dovrebbe
comprarsi altre case editrici,
Tipo come è successo in Italia che si è presa Disney, Marvel, Manga e adesso anche Dc ?
Distruggendo concorrenza e potendo adesso dettare legge su pubblicazioni e prezzi ?

Non fare confusione: la Panini pubblica materiale Marvel, DC e Disney su concessione delle rispettivi case editrici americane, non è proprietaria dei diritti.
Anche se in Italia sono pubblicate da un solo editore, Marvel e Disney mantengono la propria identità fummettistica ed editoriale,
la Panini non decide che tipo di storie pubblicare.

Invece le acquisizioni da parte della Disney di altre aziende in campo cinematogafico hanno uniformato in peggio ogni stile di cui si sono appropriati.

13
Pixar / Re:Monopolio cinematografico della Disney
« il: Sabato 18 Gen 2020, 12:46:56 »
Anch'io mi stupisco un po', perché certe cose sono abbastanza ovvie. È perfettamente normale che una multinazionale quale è la Disney cerchi di acquistare altri marchi, quando se ne presenti la possibilità, così come è normale che occupi una posizione di forza, economica e non solo. Il calo di fantasia nelle produzioni cinematografiche, però, va avanti da tempo e non è necessariamente causato dalla tendenza al monopolio del mercato. Per quanto riguarda ciascuno spunto di discussione, credo siano abbastanza importanti da meritare una trattazione specifica; sul copyright in particolare però vorrei dire la mia e cioè sottolineare che è un problema notevole, il quale dovrebbe essere affrontato dai legislatori. A mio parere, non è logico trattare allo stesso modo sia un'opera letteraria in prosa che dei personaggi di fumetti, Disney o meno che siano. Il fatto che dopo un secolo circa un romanzo diventi di pubblico dominio, consentendo a tutti gli editori di pubblicarlo senza riconoscere più esclusive né royalties all'autore (che comunque non sarà più in vita e la cui famiglia, se l'opera è stata di grande e duraturo successo, non ne avrà certo più necessità) è abbastanza ragionevole, non lo è però senz'altro per quanto riguarda personaggi di fumetti, dato che ciò potrebbe portare ad utilizzi non consoni alla natura dei personaggi da un lato, e ad una concorrenza fra le ristampe che non garantirebbe sufficiente spazio a nessuno: l'interesse primario a mantenere lo status attuale,  perciò, è del pubblico prima che dell'azienda.
Comunque, voglio concludere con una raccomandazione importante: non si devono mai prendere per accurati tutti i dettagli e le affermazioni presenti su un articolo di un giornale non specializzato. Chi li scrive nella maggioranza dei casi non è un esperto, e di conseguenza il rischio di imprecisioni è frequente.

Non sono d'accordo: una multinazionale non deve per forza espandersi a colpi di acquisizioni, se in sé coltiva un sano spirito competitivo e si dedica alla qualità del proprio prodotto.
Altrimenti Porsche dovrebbe acquisire la Ferrari, la Microsoft dovrebbe comprarsi la Apple (o viceversa) l'Eni dovrebbe comprarsi Q8, Total, Erg etc., la Warner Bros dovrebbe comprarsi altre case di produzione, la Panini dovrebbe
comprarsi altre case editrici, la Barilla dovrebbe comprarsi  De Cecco, Rummo etc. e via dicendo.
La verità è che la Disney è diventata una multinazionale nel senso peggiore del termine: desertifica lo spazio attorno a sé in modo che anche piantando appena un alberello, quel deserto non sembri più tale
e spicca il proprio alberello. La sua non è competizione industriale, è capitalismo finanziario, il più grande divora il più picccolo senza neppure provare a batterlo, solo per eliminare un concorrente.

Non concordo anche sulle eccezioni che eccepisci sul diritto di copyright: le leggi valgono per tutti e tutto e per quanto possiamo essere affezionati al personaggio di Topolino, una creatura di fantasia non può erigersi portatrice
di diritti superiori a quelli che regolano altri ambiti del mercato. Se la legge c'è, si rispetta, oppure si cambia per tutti, non si procede a colpi di deroghe disneyane.
E sarebbe da vedere se davvero qualcuno oltre alla Disney si caricasse l'onere di fare fumetti o produzioni cinematografiche con protagonista Topolino, icona ben radicata nell'immaginario del pubblico
e con caratteristiche talmente specifiche e che difficilmente potrebbe diventare o fare qualcosa di diverso da ciò che già è e fa (tra l'altro cartoni animati al cinema con Topolino non escono da decenni).
Vedremo cosa succederà negli USA in merito a tale legislazione.

Per concludere, mi fido dell'autore dell'articolo, un giornalista sempre competente e analitico nelle sue analisi critiche.
Inoltre è un esperto di fumetti e cura una rubrica settimanale sulle uscite di svariate case editrici e diversi generi, dal manga, alle grapic novel, dal fumetto americano ai Bonelli.
Dunque questo non è "la maggioranza dei casi".

Non capisco neanche che intendi  con "giornale non specializzato". Il Fatto, La Repubblica, il Corriere della Sera etc. sono quotidiani che trattano svariati argomenti, dalla poltiica all'economia, dalla letteratura all'arte, dal cinema allo sport,
dove vorresti vedere scritto un articolo sul monopolio di una multinazionale e sulla legge sul copyright?

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Pixar / Monopolio cinematografico della Disney
« il: Domenica 29 Dic 2019, 12:41:34 »
Sul Il Fatto Quotidiano del 23 dicembre è uscito un articolo (forse sarà disponibile anche sul sito) sul monopolio cinematografico della Disney.
Negli anni la Disney ha acquistato diritti e case di produzione di vari tipi (Pixar, Marvel, Lucasfilm, 21th Century Fox) e diretti a un pubblico eterogeneo,
ma ha applicato a tutti questi generi diversi la stessa politica editoriale che in Disney domina dai tempi di "Biancaneve".
Il risultato è un'omologazione nel trattare temi che tra loro sarebbero pure molto distanti e i risultati si vedono, per esempio, nella realizzazione dell'ultimo Star Wars,
lontanissimo dallo stile e dalla narrazione degli anni ottanta.
Insomma, la Disney sfornerebbe kolossal che devono piacere un po' a tutti e con le sue acquisizioni snatura altri filoni cinematografici
che in passato non le sarebbero mai appartenuti.

Il punto più interessante dell'articolo verte però sulla attività di lobby della Disney in materia di copyright:
la legislazione americana prevede che dopo 70 anni (e Topolino li ha superati) ogni prodotto creativo sia di proprietà di chiunque voglia trattarlo,
ma la Disney ha già fatto cambiare la legge due volte, nel 1976 e nel 1998. Vedremo cosa accadrà con la prossima scadenza nel 2024.
Inoltre, la Disney si oppone alla piena trasparenza sugli investimenti in lobbying, sulle donazioni politiche e per le elezioni presidenziali 2020
ha già investito 5 milioni di dollari.

Sono rimasto molto deluso da queste notizie: non mi aspettavo certo che la Disney fosse rimasta la stessa di quella creata da Walt e suo fratello Roy,
ma non mi aspettavo neppure che fosse una cinica multinazionale che elimina la concorrenza a colpi di acquisizioni dei concorrenti, invece che di sforzi creativi.
I remake del Re Leone, Dumbo(che comunque è stato un fiasco) e Alladin sono la dimostrazione di quanto non si investa più nella diversificazione e nella fantasia,
ma solo su prodotti ad alto riscontro di incasso, peraltro imposti alle sale cinematografiche, prodotti da cui la Disney riesce a ottenere anche una percentuale sui biglietti senza precedenti
(su Star Wars il 65%).

Sono tutti i sintomi di un monopolio contro cui negli Stati Uniti stanno iniziando a domandarsi se non sia un problema
e se non sia il caso di intervenire a colpi di leggi antitrust.
La DIsney, come Google, Amazon e Facebook, è troppo grande e potente, senza concorrenza non c'è bisogno di fare sforzi, salgono i prezzi e scende la qualità.
Negli anni novanta la Disney produceva in media 24 film all'anno, ora è scesa a 12 (nonostante le numerose acquisizioni).

Per finire in bellezza, l'amministratore delegato della Disney è Bob Iger, "spietato" affarista da anni stabilmente nel cerchio dell'1% più ricco del pianeta (ha un patrimonio di 700 milioni di dollari),
che persegue i profitti tramite acquisizioni invece che con l'innovazione e che punta ad acquisire i diritti di James Bond (magari faranno un crossover con Topolino agente segreto...)





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Topolino / Re:Topolino 3343
« il: Lunedì 23 Dic 2019, 17:55:55 »
Aggiungo che da un po' di anni non leggevo una storia contemporanea di Cavazzano e ho notato che il suo tratto è diventato più spigoloso, specialmente nei becchi dei paperi e nel tratteggiare le dita delle mani e le proporzioni delle sue fisionomie sono più piccole, in particolare è diminuito il rapporto di grandezza
tra il becco e il resto del viso.
Questo era già successo a Scarpa, De Vita e soprattutto Don Rosa (forse anche a Bottaro e Carpi), il cambiamento di Rosa fu molto marcato,
rispetto ai becchi "giganti" della Saga, nella sua ultima storia compaiono becchi così "minuti" che pare quasi disegnata da un suo emulo.
Sembra un cambiamento di stile comune nei disegnatori che superano una certa fascia d'età
(ovviamente non critico la qualità dei disegni, sono rimasti tutti artisti eccellenti).

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