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« il: Martedì 31 Ott 2006, 22:56:23 »
Zio Paperone e… Il Vecchio e il Mare (Scala): sinceramente mi aspettavo un po’ di più. Se con Topolino in “Relitto Castigo” Scala aveva fatto proprio lo spirito dell’opera originale per imbastire una trama d’atmosfera dai rivolti psicologici, realizza in questo caso una mera imitazione dell’originale; che sia una parodia prettamente ironica mi sta anche bene, ma visto lo spessore dell’opera di Hemingway e la carenza di gag spassose, sono rimasto decisamente deluso da questa storia. Disegni nella norma, bello il mare spumeggiante in tempesta.
Per chi Suona il Campanello (Sisti/Barbaro): magnifica. Certo, questa storia contraddice la versione del Topolino gottfredsoniano, l’uomo qualunque che, coinvolto in questioni più grandi di lui, si cava d’impiccio grazie al buonsenso borghese e ai sani valori americani, ma per una volta vediamo Topolino approfondito psicologicamente… alla Don Rosa, oserei dire. Infatti emergono qui le motivazioni del carattere avventuroso di Mickey, spinto sia dalla voglia di scoprire nuovi orizzonti, sia dal senso di onestà e rettitudine che lo anima; Topolino capisce che per lui le avventure sono più che un “hobby”, ma una vera e propria vocazione cui dedicarsi per arricchire sé stesso e beneficiare gli altri. Sisti caratterizza splendidamente tutti i personaggi, da Topolino a Minni e Clarabella, senza dimenticare lo “spirito dell’avventura” che s’incarna proprio nello scrittore Ernest Hemingway, che recita magistralmente tra citazioni e quant’altro. Mi ha lasciato un po’ deluso Pippo, o almeno la concezione che Topolino ha di lui: per me Pippo non è spinto a cercare “astruse stramberie” ma un personaggio che, con la sua lucida inconsapevolezza e la sua logia strampalata ma inattaccabile, riesce ad analizzare oggettivamente le questioni quotidiane della nostra esistenza. Ottimi poi i disegni di Barbaro, forse un po’ affrettato ma comunque una storia da 10 e lode.
Zio Paperone e il Grande Papero (Russo/Mastantuono): una bella storia, con protagonista un Paperone despota e tiranno adeguatissimo al suo doppio ruolo; il tema del regime totalitario è trattato in tema molto disneyano, anche se avrei preferito che Paperino/Paperinus avesse maggior spessore. Buoni di disegni di Mastantuono, anche se sono un’evidente copia cavazzanica, ben lontana dal suo attuale e personalissimo stile.
La Metamorfosi di un Papero (Russo/Freccero): ovviamente la metafora psicologica è andata a farsi friggere, ma se non altro a favore di un’interpretazione disneyana molto azzeccata, con tutti i personaggi al loro posto e ben caratterizzati. Carina l’idea della mutazione di Paperino, forse non rappresentata assai bene da un Freccero lontano anni luce dallo stile fluido e particolare dei giorni nostri.