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Il Mercatino / Re:CERCO Gottfredson
« il: Mercoledì 19 Ott 2022, 14:31:35 »
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Questo perchè (a mio parere) i seppur immensi GL Bonelli e Galeppini "sfruttavano" quel periodo proprio da te indicato su Ken Parker in base a ciò che richiedeva il pubblico: azione a go go, personaggi rudi e con il cuore di ghiaccio, imprese in solitaria al limite della credibilità.Galleppini, con due l Te lo dico non per fare il puntiglioso, ma perché anch'io per molto tempo ho creduto - anche a causa del nome d'arte, che ne presenta solo una - che si scrivesse così.
https://www.ventennipaperoni.com/2021/04/14/almanacco-topolino-pubblichera-una-nuova-saga/Non sembra male. I disegni, soprattutto, paiono un po' più curati rispetto a quelli a cui ci hanno abituato le (non molte) traduzioni di materiale nordico che abbiamo visto in Italia.
Ho l' hype alle stelle.
Da quando è cominciato questo "progetto" non ho mai espresso la mia opinione perchè, nonostante io sia un lettore di lunga data per quel che concerne Pk, mi sono voluto "tirare fuori" da questa iniziativa.Veramente è proprio il contrario: il fumetto francese "d'autore" (definizione che Oltralpe, giustamente, non esiste) su sta spostando sempre più sul formato librario compatto, mentre è proprio la bande dessinée più popolare e commerciale (come Asterix) che continua ad uscire in cartonati.
Ho letto le tantissime opinioni e le numerosissime critiche che sono state mosse ai volumi iniziali ed ora mi compiaccio che, in parte, si stia aggiustando il tiro.
Questa nuova veste editoriale non è assolutamente una novità nel campo dei fumetti (intendo volumi cartonati molto sottili con un "penalizzante" rapporto quantità/prezzo). Il fumetto d'autore francese è da sempre proposto in questo modo. E, negli ultimi anni, anche in Italia si stanno seguendo soluzioni del genere. Chiaro esempio sono le proposte autoriali di Tex.
La differenza sostanziale con i volumi proposti dalla Panini in questo ciclo di Pk è la continuity. Mentre chi acquista un volume di Asterix o di Tex riesce ad avere una storia fatta e finita in ogni volume, con Pk si assiste sempre ad un tassello del "quadro totale". Se ci aggiungiamo il prezzo e soprattutto il grosso sfalzo temporale tra un volume e l'altro si capisce che i lettori pikappici siano messi a dura prova.
Quindi mi sento veramente di fare i complimenti (e non sono per nulla sarcastico) a tutti coloro che stanno supportando questa iniziativa, cosa che detta in "soldoni" permette a loro di poter continuare a sperimentare e prolungare il progetto.
Si vede proprio in modo lampante l'amore che tutti i pkers hanno per il loro personaggio preferito e che dà loro, nei limiti della buona educazione, il diritto ad esternare i propri malumori e le proprie critiche sui punti che non ritengono soddisfacenti o poco approfonditi.
Hanno [giustamente] cercato di spaziare fra le varie scuole nazionali, e purtroppo - basta leggere i classici Mega, ma anche la recente Papersera - nessuna è all'altezza di quella nostrana, detto francamente (mi stupisco infatti di come pubblicazioni del genere possano avere un pubblico).Questa delle storie bonus di altri autori è una simpatica appendice che torna in quasi tutti i volumi, giusto per informazione (in una sezione a parte, in cui si cerca di sottolineare l'influenza all'estero di Gott).La quale, per inteso, è dal punto di vista dal sottoscritto l'unica davvero meritevole tra quelle selezionate. Le altre o sono graziose o scialbette
In uno degli ultimi appaiono I 7 Boglins di Casty/Faccini!
Possiedo l’edizione USA, quindi vi dico la mia.Solo una nota: il "formato originale" delle strisce non esiste, a meno che uno non si riferisca a quello degli originali (chiaramente impossibili da replicare). Ogni giornale all'epoca gestiva la sezione strisce come voleva, qualcuno pubblicandole in grande, qualcuno più in piccolo, qualcuno rimontandole.
Opera bellissima!!
L’opera è conclusa, non ci saranno altre uscite.
Volumi in b/n con le settimanali: 12 (arriva fino al ‘55, fermandosi prima delle gags)
Volumi a colori con le domenicali: 2
L’edizione italiana, ricchissimi redazionali inclusi, è pari-pari quella USA.
Opinioni personali:
Panini credo che al termine dell’opera riproporrà i primi due volumi già pubblicati da Rizzoli. Molto probabilmente non li ha pubblicati fin da subito per vari motivi che potrebbero essere: evitare di partir con dei “doppioni”; iniziare “col botto” a livelli di contenuti poiché le storie dal 3º volume risultano assai più avvincenti; non è inoltre escluso che Rizzoli/Mondadori abbia ancora l’esclusiva sulla pubblicazione dei volumi (vedremo se è così, se e quando scadrà l’esclusiva, e/o se gli editori troveranno un accordo).
A mio avviso l’unica pecca dell’opera (vale sia per la USA, che per l’italiana, sia se vogliamo anche per gli Anni d’oro) è stato il rimpicciolimento delle vignette. Capisco che oggi un formato più grande sarebbe stato più difficile da vendere, ma IMHO il formato originale (che possiamo trovare su “Il topolino d’oro” o “Le grandi storie, di Traverso”) dà ancor più valore visivo all’opera.
Consiglio: acquistatela senza indugi.
Sono d'accordo. L'ispirazione cambia nel tempo, a prescindere dal formato: anche molte delle persone che apprezzano Schulz (non io) concordano nel dire che nell'ultimo periodo Peanuts avesse perso molta della brillantezza degli esordi. E sempre di autoconclusive di trattava.Essendo state tutte strisce autoconclusive [...] non credo abbiano avuto, nel corso dei decenni, un periodo più interessante rispetto ad un altroNon capisco il nesso tra la premessa e la conclusione
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