Numero abbastanza buono sebbene ritenga discutibile la presenza di 4 storie a puntate su 7.
Sinceramente continuo la mia timida protesta contro l'abuso delle storie a puntate
Mi sembra un punto abbastanza sottovalutato, non mi pare di leggere molte critiche al riguardo, eppure il tema non è poi così secondario. Le storie a puntate fanno indubbiamente parte della storia del "topo" sin dalle sue origini, e nel corso degli anni hanno vissuto alterne vicende tra alti e bassi, ma oggi sembra che si voglia puntare abbastanza su questa tipologia, andando un po' a rompere l'equilibrio con le autoconclusive che vedeva queste ultime prevalere con una certa facilità.
A mio avviso questa scelta - che ritengo orientata alla fidelizzazione degli acquirenti - può risultare controproducente nei confronti dei cd. "occasionali", cioè di quella fascia di mercato che acquista il "topo"
una tantum, saltuariamente, e che difficilmente può essere attratta da volumi con storie già iniziate e/o che non si concludono. Sono certamente scelte editoriali ponderate, però temo che gi effetti positivi possano non compensare quelli negativi in termini di vendite...
Ma c'è un'ulteriore considerazione da fare: la storia "a puntate" - termine che, in realtà, ricomprende le due diverse forme delle storie singole divise in più parti (solitamente da 2 a 4) nonchè le serie formate da storie singole autoconclusive - è un prodotto in parte diverso dalla classica autoconclusiva da 20/30 tavole, a causa della sua struttura, per via della divisione in parti o in segmenti autonomi, nonchè per l'ampio spazio a disposizione.
Ora, se da un lato è sempre più difficile riuscire a trovare buone idee per le tradizionali autoconclusive - un po' perchè in tanti decenni di produzione è stato già detto quasi tutto e l'originalità non è semplice, anche in considerazione dei tanti vincoli e lacciuoli, quando non proprio censura - dall'altro le storie "a puntate" ultimamente sembrano in aumento.
Che vi sia un nesso? Si potrebbe azzardare l'ipotesi secondo cui, quando viene trovata un'idea particolarmente buona, si cerca di sfruttarla al massimo, allungando il brodo? O forse è proprio il maggior spazio a disposizione che, permettendo di meglio sviluppare la vicenda, offre più possibilità narrative e, di conseguenza, un miglior risultato finale?
Ovviamente queste sono solo congetture personali, magari del tutto infondate, tuttavia resta - almeno nel sottoscritto - un certo fastidio nel trovarmi davanti numeri con una percentuale troppo alta di storie a puntate che, di fatto, non mi permette di gustarmi per intero l'albo e neppure mi induce ad acquistarne altri senza una precisa ragione.