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Post - prdqp

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In ogni casa, famiglia, azienda, gruppo, organizzazione sociale (e per sociale intendo composta da due o più persone che socializzano tra loro - e anche con l'esterno, perchè il mondo non è composto solo da quelle due persone) sono necessarie delle regole, che devono essere improntate alla convivenza civile a al buon senso, prima che agli obblighi. Sempre. Altrimenti tanto vale rintanarci nelle caverne come nella preistoria e ridurre a zero qualsiasi tipo di interazione con gli altri.
E non è che se queste regole contrastano con quello che si vorrebbe dire o fare, allora si può sempre gridare alla censura.

E fin là non c'è ombra di dubbio.
Proprio per questo credo che sarebbe utile esplicitare tali regole, e, perchè no, anche le sanzioni da comminarsi a chi le infrange (come sa qualunque matricola di Giurisprudenza, la legge è tale quando c'è una corrispettiva sanzione, altrimenti è un consiglio).

Però esplicitiamole, così da non ripetere gli stessi errori.
Altrimenti che regole sono se non stanno scritte da nessuna parte?

In particolare, è vietato esprimere civilmente opinioni negative sull'operato dei dipendenti Panini?
"Sì" o "non ripetutamente ed esclusivamente" sarebbe una risposta perfettamente valida, e se qualcuno urlasse al "bavaglio" allora sì che non avrebbe capito nulla.

Non mi pare che nessuno abbia parlato di messaggi sovversivi. Da quel poco che ho letto (perchè poi, come dicevo ieri sera, è subentrata la vita reale, e chi di dovere aveva già messo un freno al tutto, e io non sono stata a leggermi tre pagine di deliri a mezzanotte, mi capirai ma avevo ben altre priorità) il topic delle puzzette è degenerato con teorie folli a dir poco e argomenti che non c'entravano nulla, ed era palesemente fuori controllo, motivo per cui, in attesa di valutare con calma il da farsi, è stato deciso di toglierlo un attimo dal fuoco.

"Teorie folli"?
Direi al più opinioni bislacche di vecchi barbagianni, ma sono censurabili (domanda aperta)?

Sappiamo tutti che a un certo punto si è aperto un filo di discussione solo marginalmente legato alla rubrica in questione e di più ampio respiro (classiche lagnanze dei vecchi sui Giovani D'Oggi), ma non sarebbe stato più proficuo separarlo in un thread a sè, anzichè azzerare tutto?


L'ha rifiutato perché il clima che si respira nel forum è quello di criticoni che si elavano a massimo conoscitori di Topolino e dato che ha spesso trovato da ridire Artibani non voleva essere premiato da gente con cui non è d'accordo e con la quale è difficile se non impossibile instaurare un dialogo maturo.

Da quel poco che ho letto nel miei 50 messaggi di permanenza il dialogo maturo qui dentro è possibile, anche nella differenza di opinione.
Certo, evidentemente non è una comunità di addetti ai lavori, e non mi sembra voglia esserlo.
Mi si perdoni l'estrema franchezza anche qualora possa infiammare ulteriormente gli animi, ma se, putacaso, l'Artibani dovesse offendersi per qualcosa che sto scrivendo ora e dunque dovesse boicottare un premio conferito da altra-gente-che-non-sono-io (o un'associazione a cui non sono tesserato e a cui non verso alcun obolo usato per finanziare il premio), non posso che dire: pazienza.
Io per leggere Topolino il mio contributo di 2,50 euro alle bollette dell'Artibani, che stimo enormemente come autore, lo dò, e qui dovrebbero esaurirsi i miei obblighi nei suoi confron ti.
Vi sono poi quelli eventualmente imposti dalle regole di un forum che scelgo di frequentare verso gli amministratori di questo.

E i tono di quella discussione erano per quel che ho letto solo accusa cieca sostenute da teorie che non avevano un capo e una coda ma erano atte a trarre l'acqua al proprio mulino che lette da fuori facevano ridere e tanto.

Non mi sembra che la discussione che ho letto io fosse così, ma non so chi ci sia dietro agli "screen name" e dunque non posso capire se qualcuno tirasse o meno "l'acqua al proprio mulino".
Devo dire però che se le opinioni di qualcuno, comprese le mie, fanno ridere qualcuno altro, forse il problema non è delle opinioni.

Forse, probabilmente lo è pure, e certamente se ne può parlare.

Ma non si può gridare subito alla censura, occorre valutare l'insieme delle circostanze con quel famoso buon senso di cui dicevamo prima.

E siamo qui apposta per parlarne. Quali sono le circostanze?
Perdonami, Paperinika, ma ne capisco sempre meno.

La spiegazione più ragionevole che mi viene per tanta solerzia nella moderazione unita a tanta vaghezza ora è che sia stata minacciata una querela verso i gestori del forum, o qualcosa di analogo.
Se ci ho preso, vorrei estendervi tutta la mia comprensione e ringraziamento per la pazienza con cui affrontate la questione (al lettore è lasciato di intuire la mia opinione del querelante).
Anche per questo io la chiudo spontaneamente qui, ma con più amaro in bocca di prima.

Rinnovo le scuse e l'invito ai moderatori e a riprendere il proprio ruolo.

P.s.: Gli slogan usati dall'AD di una ditta di elettronica di consumo per vendere gadget non mi sembrano grandi fondamenta per costruire...

2
Buongiorno a tutti.
Questa discussione mi sembra in larga parte inerente a dinamiche interne al forum e pregressi che non conosco, quindi di norma me ne asterrei.
Tuttavia, poichè vengo chiamato in causa direttamente, con conseguenze pesanti, mi inserisco.

Sono estremamente sorpreso che la mia urbana e tranquilla richiesta di ripristino almeno parziale del thread si sia tradotta nelle dimissioni di due moderatori.
Serve dire che non è esattamente il risultato che mi aspettavo?
Credo di no.
Serve dire che sono sorpreso?
Similmente, credo di no.
Se solo avessi veramente questo potere, mi tessererei immediatamente presso le fila di certi partiti beceri...

Mi sembra evidente che a mia insaputa qualche nervo scoperto è stato toccato, dovuto a qualche pregresso di cui non so niente.
Dunque, per prima cosa, me ne scuso e pregherei i moderatori di tornare urgentemente sui propri passi.
Bannate me, al limite, ok?
Pragmaticamente, sarà certamente un trauma minore per me che per voi (nel senso che come vedete dalla mia conta dei messaggi ho investito poco, emotivamente, in questo forum).
Nessuno ha mai voluto "colpevolizzare", come dice Doctor Einmug, chi manda avanti la baracca.

Ora.

Devo dire che quali esattamente siano le cause di questa valanga io me lo sto ancora chiedendo, e forse potrebbe essere nell'interesse di tutti - e in special modo i nuovi venuti - chiarire qualcosa, in modo da non commettere gli stessi errori in futuro:

  • Cosa non andava in quella discussione?
    Questa è la domanda più importante. Con la sola eccezione di un messaggio, prontamente rimosso, di Andrea87 (ora bannato?), mi sembrava una discussione pacata, calma e assolutamente urbana per gli standard di Internet. E' archiviata e leggibile nella cache di diversi motori di ricerca, se uno volesse rinfrescarsi la memoria.
    In che modo sarebbe servito "automoderarsi"?
  • Perchè l'ultimo ricevente del Premio Papersera ha rifiutato il premio, e cosa c'entra con la discussione?
  • Nel thread si è parlato a più riprese de "i social". Da essi mi tengo alla larga e non capisco come una persona raziocinante vorrebbe farcisi intrappolare, quindi non so cosa sia successo in relazione ad essi: cos'è dunque successo, e perchè tocca il forum?
  • Infine, una domanda che può apparire una provocazione ma non lo è. La redazione di Topolino è palesemente uno stakeholder - termine inglese intraducibile che significa circa "ha interesse/è interessato" - di questo forum; criticarne l'operato è ammesso, tollerato, sconsigliato o vietato? Il tono di molte altre discussioni mi farebbe supporre che questo - fortunatamente - non sia un forum a carattere esclusivamente agiografico, ma forse ci sono dei paletti che io come altri non ho ben compreso.

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Il sito del Papersera / Il thead delle puzzette
« il: Mercoledì 20 Giu 2018, 21:23:00 »
Cari Moderatori, scusate se scrivo qua, imitando luciochef, ma non so dove altro scrivere (altri forum hanno un subforum dedicato proprio ai rapporti coi moderatori).

Vorrei chiedere gentilmente se fosse possibile resuscitare il topic sulle puzzette, anche in forma bloccata e/o parziale.
In alterantiva mi chiedo se fosse possibile spostare la sola discussione, ivi iniziata, sul Weltanschauung dei gggiovani in un thread appropriato (senza, ossia, la parte sulle puzzette).

C'erano un paio di garbati, urbani quanto stimolanti messaggi di luciochef e Ellie che mi dispiacerebbe molto se andassero persi per sempre.

Grazie.

4
Le altre discussioni / Re:Gli "Sgrunt" (rubrica di Topolino)
« il: Mercoledì 20 Giu 2018, 21:03:07 »
L'avvento di internet, ed il suo smisurato uso da parte dei giovanissimi, ha tolto molta (se non tutta) autorevolezza e pertinenza a diverse rubriche.
Alle volte, sfogliando vecchi numeri dell'Almanacco Topolino, rimango incantato ad osservare la cura e la precisione con cui erano redatte le rubriche. Soprattutto amavo ed amo quella dedicata alla scoperta delle città italiane. Erano così ricche di informazioni che sembrava quasi di camminare per le strade di quelle città, anche grazie all'apparato fotografico di corredo.
Oggi fare delle rubriche simili non avrebbe senso.

Permettimi la domanda spietata: e perchè.

C'è probabilmente del vero, ma non mi pare una cosa scontata.
Credo che bisognerebbe davvero riflettere sul come e sul perchè per capire.

Sì, su Wikipedia trovo tutte le notizie sul ridente paesino di Montapiro sullo Zuccone, e quindi la Treccani sta a prendere polvere più spesso che no.
Tuttavia, la presenza della Treccani in casa mia non mi ha mai impedito di fruire delle rubriche di un settimanale, che è un prodotto diverso, non destinato alla consultazione ma alla lettura casual sotto l'ombrellone.

Come lettore di un settimanale, mi aspetto di essere sorpreso piacevolemtne dall'argomento (che chiaramente non è qualcosa che ho cercato e magari nemmeno immaginavo esistesse), dal taglio meno asettico e più accattivante, eccetera.
Ah, e non devo armeggiare con un computer o tablet PC, dici niente!

Ho un solo cellulare, vecchio di 5 anni

5 anni mi paiono un po' pochini, ci mancherebbe pure rimpiazzarlo ogni due :)

Ma ecco un ottimo spunto per una rubrica intelligente.
C'è un bel servizio di Nemo - sì, la Rai fa ancora servizio pubblico, a volte - su come vengono prodotti i gadget che tanto ci piacciono e sfruttando quali risorse naturali.
Basterebbe prenderne il testo, sintetizzarlo, edulcorarlo e disegnarci un po' di Giovani Marmotte intorno, ed ecco un ottimo redazionale sullo stile di quelli della testata omonima.
Troppo pesante?

5
Le altre discussioni / Re:Gli "Sgrunt" (rubrica di Topolino)
« il: Mercoledì 20 Giu 2018, 19:25:29 »
on questo non voglio sembrare nostalgica o troppo legata al passato del topolino (che è un passato meraviglioso, per quel che mi riguarda) ma far riflettere sul fatto che se ci troviamo una rubrica che a fine del giornalino tocca il fondo, scendendo a livelli quasi inarrivabili, forse una causa è che non si sta gestendo bene il rapporto con i lettori, che in una sola, ultima paginetta finalmente emergono e fanno sentire la propria voce (ma uno alla volta, per carità, è solo se sono bambini in età scolare) ma talvolta in modo opportuno, senza essere adeguatamente guidati e organizzati come in ogni giornale serio.

Cara Ellie, concordo sul fatto che il "rapporto coi lettori" è un punto dolente.

Piuttosto, la domanda che mi pongo è: ma questo rapporto così stretto e almeno in apparenza senza filtro coi lettori - che va in ambo i sensi, si pensi al proliferare di "making of", interviste, foto di autori - è necessario?

Sono sicuro che la redazione ha dei dati alla mano che dicono che è gradito dal pubblico, ma... bah.

Piuttosto, vorrei accendere un riflettore su una cosa che hai scritto:

Più che giusto, se non fosse per il fatto che in tutto questo marasma si sta a mio avviso perdendo una delle caratteristiche peculiari del Topolino, che forse non sono ancora in grado di esprimere come vorrei poter fare ma che mi ritrovo a cogliere anche da alcuni vostri post quasi nostalgici: eravamo affezionati a un giornalino ricco di spunti di riflessione, vivace, intelligente, accattivante, mai moralista ma sempre pronto a insegnare.

...ma non è forse questa la definizione di un prodotto editoriale popolare di qualità?

Non descrive benissimo anche, per dire, un valido romanzo "pop" come Il Nome Della Rosa, in contrasto con uno scadente e mal tradotto bestseller americano?

E poi:

Citazione
Un giornalino "furbo" nel senso positivo del termine che allettava la curiosità. Almeno io sono cresciuta con questo sentimento e avevo davvero la concezione che le varie rubriche e posta del Topolino mi aiutassero a crescere, a diventare grande.

Vorrei provare a distillare un pensiero che mi pare di avere intravisto tra le tue belle righe qui sopra, ed è il seguente:

Il Generale Quo delle GM di Penna, valido e intenzionale role model per i lettori, si abbasserebbe mai a scrivere "la mia compagna scurreggia come una cloaca plutonica" al suo giornale a fumetti preferito?

6
Le altre discussioni / Re:Gli "Sgrunt" (rubrica di Topolino)
« il: Mercoledì 20 Giu 2018, 18:03:17 »
Ottimo l'esempio che tu hai fatto della radiolina smontata e rimontata. Quanti di noi hanno perso pomeriggi interi a fare questo? Penso tutti ! Anche se poi il risultato non era quello sperato, questo smanettare ci dava, magari inconsciamente, nozioni utilissime al cervello, all'autostima ed al carattere.

Premetto che siamo orribilmente off topic, però voglio risponderti perchè qui c'è uno spunto delizioso (al peggio mi bannano, e avrebbero ragione).

Volendo essere spocchiosissimi, c'è da dire che lo smontare la radiolina era anche una funzione della noia.
Oggi apparirebbe stupido e - ironicamente - puerile a molti bambini, allo stesso modo di perdere tempo a far muovere un pixel sullo schermo del Commodore 64, pieni di stimoli superficialmente "più interessanti" come sono.

La prima prova dell'esame di stato di quest'anno, svolto stamattina dagli studenti, ci offre un'occasione di riflessione che cade a fagiuolo:

Citazione
Se si vuole essere creativi, bisogna recuperare una certa dose di noia creatrice che era propria dell’otium.
È solo quando  vi  sono  le  condizioni  e  il  tempo  di  riflettere,  recuperando  il taedium  vitae - che  per  Seneca  era
l’opportunità di "frequentare  se  stessi” (secum  morari) - che  possono  rivelarsi  intuizioni  preziose,  soluzioni impreviste.

Oggi come oggi, penso che ai ragazzini manchi soprattutto lo spazio dell'otium, che dovrebbe essere cifra dell'infanzia.

Consapevole del rischio di risultare un barbagianni, mi viene da dire che da lì alle puzzette come minimo comun denominatore del pensiero autonomo la strada è breve.

Ormai in preda al barbagiannismo più estremo, osserverei anche che la parte più istruttiva dello smontare la radiolina era forse il momento in cui, ad apparecchio malamente rimontato, ti accorgevi di non avere svelato nulla del mistero del suo funzionamento (ohibò, forse che ci tocca studiare per capire?).

Intendo il vorticoso cambiamento di usi, costumi e abitudini, attuato a folle velocità, a cui l'uomo non ha saputo far fronte.
Ti faccio un semplice e magari stupido esempio.
...
Che poi questo progresso non si sia esteso a tutte le aree del pianeta questo è ancora più agghiacciante !

Lampante.
Volevo solo puntualizzare sul fatto che i progressi a grande e positivo impatto sociale di cui ci piace tanto parlare sono, in fin della fiera, quelli del ventesimo secolo.
I mutamenti della società degli ultimi 20 anni non mi sembrano tanto una funzione del progresso tecnico-scientifico quanto quelli di 50 anni fa.
(Il che non esclude, sia chiaro, che la scienza continui ad avanzare a passo sostenuto e che, per dire, la mortalità per linfoma sia stata dimezzata rispetto a 20 anni fa, a quanto leggo).


io più che altro mi chiedo che fine abbiano fatto quel gruppo di autori (sceneggiatori e disegnatori) che solo poche settimane fa erano in modalità "OMMIODDIO! Perchè nessuno pensa ai bambini?" quando in Olanda hanno osato pubblicare una cover con Paperino mafioso... il loro silenzio è assordante!

Ma non è questo il punto, Artibani, accidenti...
Il punto non è lo humour scatologico, è la vuotezza di contenuti e la riproposizione del modello dei "cinque minuti di celebrità" che viaggia a gonfie vele sui media per adulti.

E no, non è la stessa cosa di una rubrica della posta normale (o del box "Uffa!" dei Topolino primi anni '90, quello di tre righe del tipo "Uffa alla discarica abusiva dietro casa mia!" firmato Valentina da Caserta).
In che modo non sia la stessa cosa è lasciato per esercizio al lettore.

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Le altre discussioni / Re:Gli "Sgrunt" (rubrica di Topolino)
« il: Mercoledì 20 Giu 2018, 16:35:11 »
Sicuramente i bambini di oggi, anche se in molti non saranno d'accordo, sono molto più tontoloni delle generazioni che li hanno preceduti.

Sono molto d'accordo.

Hanno grosse conoscenze informatiche

Insegno informatica in un liceo e posso attestare come questo, invece, non sia assolutamente vero.

Tipicamente non hanno la minima idea di come funzionino gli apparecchi con cui si rincitrulliscono (sia dal punto di vista tecnologico che nel senso degli attori e processi sociali ed economici che sono in gioco),
Zoppicano in teoria degli insiemi, logica, fisica e pensiero algoritmico.
Nessuno di loro ha mai aperto una radiolina "per vedere come funziona" (per poi non riuscire più a rimontarla, chiaramente).

Sono, ossia, in netto contrasto con un'intera generazione di dodicenni che col "Biscottone" Commodore e simili (che appena accesi ti presentavano la schermata del BASIC) hanno potuto sperimentare, comprendere e affinare il cervello, sognando di "diventare come Bill Gheits" (e qui ci sarebbero volumi da scrivere sulla sociologia dell'informatizzazione giovanile negli anni '80-'90, con il computer in ruoli eterogenei come quello di strumento di evasione oppure di riscatto sociale).


Sicuramente questa inversione di tendenza non e' da imputare ai bambini stessi ma alla nostra generazione che non ha saputo gestire la folle velocità del progresso e le sue manie.
.
.
.
Poi in nome della libertà di espressione, in nome della libertà di pensiero si sono cominciati a sdoganare e a far cadere tutti i tabù che regolavano la vita civile. E questo degli Sgrunt ne e' un chiaro esempio !

Sul "progresso" avrei qualche dubbio, si muore ancora come mosche di polio in molti angoli del mondo.
Parlerei di folle crescita dei consumi, semmai.
Vendere vagonate di gadget usati allo stesso scopo del VideoTel SIP, per chi se lo ricorda, non è "progresso" sotto nessuna accezione concepibile.
Il resto mi sembra tutto altamente condivisibile.

Immaginate cosa sarebbe potuto accadere se questo articolo fosse stato pubblicato negli anni '70. Quante teste sarebbero potute cadere ?

Più semplicemente, credo che i lettori grandi e piccoli avrebbero cestinato la rivista, chiedendosi quale manica di decerebrati potrebbe avere interesse a legger delle puzzette di Luca.

8
Le altre discussioni / Re:Gli "Sgrunt" (rubrica di Topolino)
« il: Mercoledì 20 Giu 2018, 16:01:33 »
Ma, al di là delle puzzette, il fatto su cui vorrei soffermarmi è un altro: un bambino accusa pubblicamente una sua coetanea, compagna di classe, di fare puzzette. Non sappiamo se questo sia un suo 'vizio' o un 'difetto', comunque sarebbe il caso di parlarne con la diretta interessata e provare a vedere quali siano le cause. Detto ciò, un atteggiamento notoriamente da tener nascosto in pubblico (per quanto non educativo) viene sbandierato in bella vista in uno dei giornali per ragazzi più letti in Italia, e nel farlo ci si premura bene di scrivere il nome del bimbo 'accusatore', fornendo anche una foto nel caso ci fossero dubbi sull'identità, e- ancora non paghi- si forniscono anche le coordinate precise per individuare la bambina 'colpevole'. Senza che ella possa fare alcunché per cambiare questa cosa.

Oh, beh, con un po' di fortuna quando arriverà la pubertà gli amici gli sbatteranno in faccia questa pagina (con foto) ad oltranza.
Perchè siamo nel 2018, c'è Internet e quant'altro.


Io ho commentato all'inizio del post sdrammatizzando, considerato anche il fatto che ancora non avessi letto l'articolo 'incriminato'. Ma ora che l'ho fatto, c'è molto di più aberrante che il semplice umorismo scatologico. qui si fa bullismo sulle pagine di "Topolino". E questo fa ancora più schifo del puzzo di qualsiasi scoreggia.

Si fa un mix di infantile cattivo gusto e una molto adulta tendenza ai vacui "cinque minuti di celebrità" dei reality show.

Che è peggio pure del bullismo.

9
Le altre discussioni / Re:Gli "Sgrunt" (rubrica di Topolino)
« il: Mercoledì 20 Giu 2018, 14:52:01 »
per chi non lo sapesse:

Gesù.

Se fossero QQQ a parlare di puzzette sfogandosi con lo zio Paperino ("lo sai zio che oggi in classe...") la cosa mi preoccuperebbe.

Nessuna rubrica è un isola, per dirla con Donne.

Mi sembra più che evidente che il tono generale del settimanale influenza inevitabilmente il contenuto delle storie e viceversa.

E sì, è ora di preoccuparsi, specie se è vero che "inusitato" o "turlupinato" non hanno, invece, più posto nella pagine di Topolino.


Io le puzzette a scuola le facevo e ne andavo fiero.

"Facevo"?

Io sono un petomane recidivo, chiedi ai miei colleghi.

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Commenti sulle storie / Anni '90: non solo noir! Le grandi storie rosa
« il: Mercoledì 20 Giu 2018, 13:35:44 »
Ciao, volevo in qualche modo fare da controcanto a questo thread sugli anni '90.

Si parla tanto di quegli anni come di  un'epoca d'oro del noir disneyano (e a ragione: Faraci, Mezzavilla, Salvatori...), ma in quegli anni trovo ci sia stata anche una consapevole spinta verso la sperimentazione di nuovi territori "a tinte rosa", un filo più "adulti" e "realistici" de Il tempo Delle Mele o Reginella, forse causa osmosi dalle infinite romcom con Julia Roberts e Hugh Grant.

Una produzione, questa, forse non copiosa come i noir in termini quantitativi, ma con delle vette qualitative niente male.

Sceneggiature gustose, un po' strappalacrime e un po' "piccanti", e disegni molto fortunati, su cui svettano a mio parere i personaggi femminili di Alessandro Barbucci.

Nominerei, per cominciare

Quo e la magia di San Valentino
Paperino e la Iella in passerella
Amelia in: un amore di strega
Tip & Tap e i problemi di cuore
Zio Paperone e la formula della ricchezza, grande perla scarpiana.
Paperino e l'appuntamento scottante
Indiana Pipps all'inseguimento della Stella Verde (deliziosa!) e seguiti
Gastone e la foruna inopportuna e soprattutto il seguito
Gastone e il talismano annullafortuna

Menzione speciale anche per un albo di PKNA:

Metamorfosi.

Sono il solo ad apprezzare il filone?
E, soprattutto, dimentico qualcosa?

11
Topolino / Re:Topolino 3264
« il: Martedì 19 Giu 2018, 08:51:10 »
Ah, dimenticavo: prima di Enna qualcuno in Italia aveva utilizzato il cognome di Amelia (de' Spell, lo stesso dell'originale)? Io ricordavo di no... però finalmente è stato ufficializzato!

Mi risulta che in Italia Amelia sia sempre stata conosciuta con il suo titolo professionale, Amelia La Fattucchiera che Ammalia.

Non si può non notare come "De Spell" suoni decisamente poco partenopeo a orecchie italiane, come pure, per transitività, anche Minima De Spell, Caraldina De Spell, Rosolio De Spell (!)?

12
Posso chiedere un'opinione sulle storie? Meritano l'acquisto? (La risposta "è Scarpa" non vale. ;D)

Beh, "Le dolcezze del Natale", l'unica scritta da Scarpa, è Scarpa con la S maiuscola, quello al gusto di Frank Capra.

Le altre sono storie scritte da sceneggiatori terzi.
Quanto alle italiane, "Le pitto-pareti" è un francamente magro addio all'Italia per Scarpa, un po' meglio la "baita per Ciccio".

Sulle Egmont... se riesci a sopportare Topolino in pantaloncini, diciamo che esiste di peggio.


EDIT: Sono un fessacchiotto, nella mia testa stavo pensando all'ultimo volume dell'Opera Omnia, ma questo non ne contiene che un sottoinsieme. Che non contiene, appunto, la migliore del lotto (Le Dolcezze del Natale).

13
Topolino / Re:Topolino 3264
« il: Sabato 16 Giu 2018, 19:59:58 »
Mahh...!
Io non sono così certo che i bambini sappiano ben distinguere il bene dal male e , questo soprattutto quando da bambini entrano in quel "meraviglioso" mondo dell'adolescenza se non hanno alle spalle chi gli abbia insegnato bene cosa è male e cosa è bene.

Non credo che Giovino intendesse questo.
Credo che il senso fosse che i bambini sono bravi quanto chiunque altro a riconoscere il significato morale che è sotteso da qualunque buona opera di narrativa, senza che questa debba ridursi ad essere didascalica.

Volendo esagerare, sarei pronto a ipotizzare che quasi tutta la grande narrativa posteriore al Rinascimento contenga naturalmente una solida impalcatura morale, da Victor Hugo a Dickens a Tolstoj a Bulgakov, e che pertanto se un romanzo o una storia a fumetti appare come "una storia educativa" anzichè una grande storia è segno di maldestria.

A proposito di Dickens, non dimentichiamo che Paperone si chiama Scrooge in originale mica per caso!

Ma che questo sia il fine non ho alcun dubbio!

E qui sorgono i problemi.
Non sono convinto che impartire insegnamenti debba essere il fine.

C'è un importantissimo ed efficacissimo insegnamento sui temi del pregiudizio, dell'onestà, delle differenze culturali, del denaro e dell'amicizia in storie come L'Uomo di Ula Ula, ma non credo sia perchè Scarpa (sì, sempre lui) un giorno s'è seduto al tavolo e s'è detto "facciamo una storia educativa", quanto piuttosto e primariamente "scriviamo una grande avventura".

Da grande autore quale è stato il Maestro veneziano, è automatico che dentro ci sono finiti anche dei valori importanti.

Specularmente, dalla notte dei tempi le peggiori tendenze umane sono un grande strumento narrativo nelle mani di un buon autore: uno scatto d'ira di Paperone è quello che ci vuole per fare finire i paperi su un'isola in preda alle fiere.
L'insegnamento viene gratis.

14
Topolino / Re:Topolino 3264
« il: Sabato 16 Giu 2018, 17:50:29 »
Un mese, quattro Topolini, con un'altra, l'ennesima, storia a puntate, stavolta a tema Mondiale.
Anche qui, la storia - la trama - è risaputa, e il "folto cast", come nel cinema, non mi sembra aiutare a colorire o dare carattere o spessore alla vicenda, che rimane sempre la solita avventura a canovaccio risaputo, scontato.
.
.

A tutto ciò, si aggiunga la folle decisione di togliere il Ciak in ultima pagina per far spazio a queste inutili interviste al ragazzino di turno (i bambini vogliono leggere le storie di Topolino, non vogliono leggere di altri bambini che blaterano su Topolino ma che non sono Topolino) e l'ennesimo, e francamente ormai estenuante, ritorno di una celebrità del momento in copertina, come se la presenza di Bebe Vio garantisse vendite maggiori o, ancor più, come se Topolino dovesse assumersi il compito di sensibilizzare alla disabilità più di quanto già non facciano scuola, istituzioni, politiche e giornali. Un po' va bene, il troppo stroppia, e io dico: fuori le campagne di sensibilizzazione dai giornalini, che devono raccontare storie belle e gustose, da cui poi, come accade con la narrativa, emergono i significati, senza ideologie e missioni civilizzatrici di sorta. I bambini, le cose, le capiscono senza che nessuno le inculchi loro.

(Tanto per dire: Dumbo è un grande inno alla diversità, ma è anzitutto una straordinaria storia; Shark Tale, al contrario, ha una storia povera costruita intorno al tentativo di far passare il messaggio che "diverso è uguale" e che lo squalo vegetariano - leggasi: omosessuale - ha ogni diritto ad essere, come gli altri squali. Ma i bambini, ripeto, non sono stupidi, e sanno perfettamente riconoscere il bene e il male, il giusto e lo sbagliato, le storie belle e quelle polverose e ideologiche, gli adulti che raccontano e quelli che invece inoculano).

Che poi, in realtà, prima ancora di sensibilizzare, il problema è che Topolino è ossessionato dalla rincorsa agli idoli del momento - umani e materiali - con questo profluvio di celebrità e di gadget ipertecnologici, come se, appunto, ancora una volta giova ripeterlo, la letteratura del Primo Novecento avesse trattato solo di radio e telegrafi, altrimenti "non si coglieva lo spirito del tempo e nessuno avrebbe più letto i libri".

Premetto che non ho il nuovo Topo sottomano, ma in linea generale devo come al solito concordare col buon Giovino.
Egli esprime quello che penso meglio di quanto possa fare io con la mia prosa zoppicante, specie le parti evidenziate.

La penso diversamente solo su un punto: siamo sopravvissuti tutti alle storie a puntate senza che la nostra infanzia ne uscisse rovinata ma anzi molto spesso arricchita.

Aggiungerei che, come detto in un altro thread, si può "sensibilizzare", "far riflettere" e "educare", qualunque cosa questo significhi, senza scadere nella pedanteria o nell'edutainment da due soldi (dunque più efficacemente).
Questa è una cosa in cui storicamente Topolino ha saputo eccellere.

A margine: personalmente mal sopporto il sovradosaggio mediatico della Vio, come non sopportavo quello che ci è stato inflitto nella seconda metà degli anni '2000 con Federica Pellegrini (il che - si badi bene - non vuol dire in alcun modo che abbia qualcosa contro la Vio, ma semmai contro chi scrive, spesso maldestramente, della medesima).

15
Le altre discussioni / Re:Italianizzazione
« il: Mercoledì 13 Giu 2018, 09:20:58 »
l'opera letteraria è in primo luogo un rapporto tra due persone, l'autore e il lettore, e se entrambi sono italiani, perchè non far mangiare la pasta a Paperino?
Infatti. E io mi chiedo: perchè i personaggi di Harry Potter usano le scope come mezzo di locomozione? D'altronde, sia l'autrice che i lettori adoperano l'automobile, no? Allo stesso modo, sostituiamo tutte quelle astronavi dai film di fantascienza con delle pratiche corriere o, al massimo, tram cittadini
 
::)

Non capisco se è una boutade.

I personaggi di Harry Potter usano le scope precisamente perchè la gente che viaggia sulla scopa non è un connotato del mondo abitato da autrice e lettore, e precisamente perchè viaggiare sulla scopa è un connotato di maghi e streghe nel background culturale/mitologico comune a autrice e lettore.
Dunque, quando il lettore vede un tizio salire a cavallo di una scopa, può concludere immediatamente che si tratta di un mago.
Infatti, Harry Potter è una (pessima) collana di genere fantastico.

La parte sul background culturale comune non è così banale: per esempio, lo sapevi che il protagonista munito di coda di scimmia che si sposta su una nuvola di Dragonball viene immediatamente riconosciuto da qualsiasi lettore asiatico come un parente prossimo di Sun Wukong?

Di contro, se lo scopo è ritrarre un realistico, economico pranzo quotidiano, non vedo per quale motivo "un piatto di pasta", comune al background di autore e lettore, non possa andare bene.
Per disegnare i nipotini che passano il tempo in modo casual, li si farà giocare al gioco che tutti i bambini muniti di Super Tele da duemilalire improvvisano in cortile: si ritrarrà dunque il calcio e più difficilmente il baseball, percepito come "quotidiano" solo dal piccolo lettore americano.
Di più: se è possibile ricavare un buono spunto narrativo dalla burocrazia italiana, perchè Paperino non può servellarsi per compilare l'O.R.P.E.F.?
Funziona, è comune al background di autore e lettore e può essere inteso senz'altro nel modo corretto.

Il tutto va, naturalmente, a cadere quando si ha una delle due pretese seguenti:

  • Esportare la storia (per i tipi di Egmont o chi per essa)
  • Mantenere fedeltà e correttezza filologica

A mio parere mantenere una correttezza filologica con Barks o Gottfredson non è così importante in sè, c'è semmai da chiedersi se il risultato finale sia più piacevole ed efficace in un senso o nell'altro.

L'esempio di Harry Potter è dunque molto più calzante per parlare di qualcos'altro: l'eterno dilemma, in adattatori e traduttori (e, per estensione, epigoni), tra riproporre la stessa esperienza del lettore nativo e riproporre la stessa opera letta dal lettore nativo con relativo straniamento.

Harry Potter è un maghetto inglese: per il lettore inglese di Harry Potter fin quando non si decolla sulle scope è tutto molto, molto familiare: i bus rossi, il pudding...

Al lettore italiano si vuole restituire l'inglesità dell'ambientazione (che diventa quindi esotica), completa di riferimenti culturali a cui il nostro può potenzialmente non essere in grado di accedere, oppure la familiarità?

Il traduttore di Harry Potter ha scelto l'inglesità.
L'Amina Pandolfi traduttrice de La Storia Infinita (probabilmente il fantasy "per ragazzi" più amato prima della nascita di Harry Potter) ha scelto la familiarità, ed ecco che abbiamo Bastiano Baldassarre Bucci e Carlo Corrado Coriandoli.

Ognuno si faccia la sua opinione su quale dei due sia più riuscito, verace e immersivo, specie per un lettore imberbe.

P.s.: Alle estreme conseguenze, poi, il secondo approccio è stato portato dagli adattatori de La Tata, autori di una vera e propria riscrittura che ha trasformato un personaggio ebreo newyorkese in una ciociara con tutti i tic del caso.

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