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Topics - Bramo

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Non Solo Disney / Red Rocket 7
« il: Domenica 13 Feb 2011, 21:43:08 »




Questo fumetto avrei dovuto comprarlo a Lucca, era nella lista degli acquisti. Un po' perchè mi interessava vagamente il soggetto, un po' perchè l'autore era presente al Lucca Comics e un po' perchè lo pubblicava la BAO la quale so che confeziona opere sempre qualitativamente ottime.
Poi per vari motivi ho investito i miei soldi in altri fumetti, trascurando questo. Lo presi forse un po' sottogamba.
Quale errore!
L'ho recuperato all'inizio del mese scorso e letto in questi ultimi giorni, e ne sono rimasto folgorato. Prevedo una rilettura a breve, addirittura.
La storia alla base di Red Rocket 7 è fantascienza allo stato puro, raccontata meravigliosamente, a base di alieni in fuga e di cloni. Il protagonista del fumetto, che dà il nome all'opera, è infatti il sesto clone di un alieno proveniente dal pianeta Celeston. Non ho nessuna intenzione di rovinare la trama a nessuno, quindi non mi perderò nei dettagli sul motivo per cui questo alieno si è ritrovato sulla Terra negli anni '50 o perchè abbia 6 cloni. E' bello apprenderlo leggendo, anche perchè la maestria dell'autore è quella di farci apprendere le vicissitudini dei personaggi attraverso flashback incrociati e letture di vecchie lettere scritte dal protagonista. Tecnica usata magistralmente e che rende benissimo.
Ma cosa si racconta? Be', da una parte un'interessantissima space-opera (come viene giustamente definita sul retro del volume) che oltre a galvanizzare per l'ambientazione e i toni avventurosi contiene anche un'importante sottotesto filosofico e soprattutto religioso. Forti sono infatti le riflessioni sull'importanza dell'individuo, sull'esistenza della vita dopo la morte e la conseguente diatriba sulla sensatezza o insensatezza della vita terrena eterna, sull'odio umano e sui sentimenti.
Dall'altra parte il lettore si trova tra le mani un compendio della storia del rock della seconda metà del Novecento. Sì, perchè ogni clone ha una caratteristica particolare più sviluppata delle altre, e per Red Rocket 7 è quella della musica.
Vediamo allora lo sviluppo delle correnti musicali targate rock'n'roll dagli anni Cinquanta fino ai Novanta attraverso mode, movimenti, gusti, sperimentazioni sonore e... molti visi noti! Questa cavalcata cita moltissimi nomi illustri del rock inglese e americano che hanno fatto grande questo genere, da Elvis ai Beatles, dai Rolling Stones a David Bowie, dai Jethro Tull ai Dandy Warhols, gruppo che tra l'altro è molto amico con l'autore Mike Allred. In questo quadro si notano alcune assenze oppure solo accenni di sfuggita a gruppi che avrebbero meritato più spazio per la loro importanza (i Doors, per fare un esempio, o i Queen...)
Una cavalcata fantastica e senza precedenti, fantasiosa e unica, che unisce fatti storici alla contaminazione fantastica dell'immaginazione di Allred. E capace di commuovere in più momenti per come i sentimenti dei personaggi siano così forti e escano dalla pagina per colpire il lettore dritto al cuore.
Commovente come una ballad e forte come un riff di chitarra.

Mike Allred lo conoscevo solo di nome. E' celebre per il suo fumetto Madman, altro non sapevo. Sono quindi rimasto piacevolmente colpito nel leggere tale capolavoro: trovo che sia un autore dotato di grandissima fantasia, un eccellente narratore che sa perfettamente come usare il mezzo per raccontare una storia e per trasmettere emozioni. Oltre a questo sono degni di nota anche i suoi disegni, ottimi nel loro stile classico che all'occorrenza sa faris dinamico e dotato di appeal magnetico. Disegni che sono supportati da una colorazione IMHO adeguata al contesto, ad opera della moglie di Allred, Laura.

L'edizione BAO è eccellente come mi aspettavo, per ora non hanno ancora deluso i ragazzi della casa editrice del Foschini. Vengono rispettate le dimensioni, inusuali per un fumetto (un quadrato di 18x18 che vuol rappresentare la forma e la dimensione di un 45 giri), di cui era dotata la versione originale. Inoltre l'edizione presenta una bella introduzione del celebre regista Robert Rodriguez, un intervento dell'ex collaboratore della Image Joe Keatinge e uno dello scrittore di libri e fumetti Jamie S. Rich, e una postfazione di Gerard Way, cantante del gruppo My Chemical Romance (Way è un nerdaccio, è infatti anche autore di un fumetto di successo, vincitore di un premio Eisner, e negli ultimi due video musicali della sua band recita nella parte del cattivo Grant Morrison!).
Oltre a questo sotto la voce "Bonus Tracks" trovano posto una valangata di pin-up dell'autore su Red Rocket 7, bozzetti, disegni, un paio di recensioni dell'opera e la mappa per capire esattamente tutti i cantanti famosi inseriti attorno al protagonista in una pin-up.
Al di là del fatto che l'edizione è curatissima e non si potrebbe desiderare di meglio, il merito della BAO è quello di aver finalmente presentato al pubblico italiano un'opera fondamentale per gli amanti del fumetto, della musica rock e della fantascienza, un capolavoro narrativo, grafico e celebrativo di indubbio valore artistico da leggere e amare.


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Non Solo Disney / Moore & Massafera: La Luce del Tuo Volto
« il: Venerdì 12 Nov 2010, 23:09:48 »


La Avatar Press è una casa editrice americana indipendente, che ha ua quindicina d'anni sulle spalle, ma che ha saputo distinguersi per un buon parco autori di cui pubblicare graphic novel inedite. Tra questi autori spiccano nomi come Warren Ellis, Garth Ennis, Frank Miller e anche Alan Moore, che ormai da anni non lavora più per le major e che ha evidentemente visto nella Avatar un bell'ambiente per lui.
Da qualche mese i titoli più recenti della Avatar Press vengono pubblicati in Italia grazie alle Edizioni BD, e tra i primi titoli che la casa editrice si è accaparrata a ottobre è uscito La Luce del Tuo Volto, recente graphic novel di Moore, che ho prontamente acciuffato a Lucca.

Che dire, una lettura abbastanza stordente. La prosa di Alan Moore non lascia scampo, è composta letteralmente da un labirinto di parole auliche e mistiche e da concetti esoterici affascinanti e allo stesso tempo oscuri. Il fumetto è in pratica un lungo monologo tenuto da un Dio che ci sta parlando, e questo Dio si rivela essere ben presto la Televisione, vera nuova divinità del ventesimo secolo. Inizialmente incarnata nel personaggio di una soap-opera, a sua volta incarnazione di un'attrice e quindi di una persona, la Televisione ci mostra attraverso un excursus storico la storia del '900 visto coi suoi occhi: i primi esperimenti nel primo decennio, le trasmissioni di prova, l'uso militarew, Hitler visto come prima persona che ha capito il potenziale della Televisione, le guerre mondiali, la progressiva diffusione commerciale del mezzo nel dopoguerra e da qui la terribile descrizione di come le finte narrazioni che la TV ci propina, la perniciosità della pubblicità che ci entra nel cervello e il tempo che immoliamo sul suo altare siano l'enorme e inconsapevole tributo che quotidianamente offriamo alla vera divinità che tutti adoriamo... questo agghiacciante monologo mostra il potere che la Televisione ha su di noi direttamente dalla sua viva voce consapevole, e lo fa gongolando, lo fa crogiolandosi in questa situazione.
Lo stile sontuoso di Moore è pazzesco, è una gioia da leggere per i raffinati giri di parole e termini arcaici che usa per offrire la versione più esoterica possibile che l'autore ha nel descrivere il potere della TV sugli uomini, che vivono ormai la propria vita in funzione della TV e secondo gli stilemi virtuali che questa nuova divinità ha imposto. Complimenti al traduttore, a questo proposito, non dev'essere stato facile! :P
Tra i concetti che Alan Moore espone merita di essere qui ricordato il Bairdo, fusione tra il termine Bardo - stato della mente dopo la morte secondo la religione buddista - e il nome di John Logie Baird, inventore della televisione.
I disegni di Felipe Massafera sono molto belli, quasi dei dipinti, le espressioni facciali sono molto credibili e verosimili, così come sono perfettamente alienate quando si tratta di mostrare gli esseri umani succubi.
L'edizione della BD è essenziale: nessun articolo (se non poche righe in terza di copertina sul Bairdo), ma va bene così.
In conclusione, non sarà la miglior cosa di Alan Moore tra quello che ho letto dell'autore, ma è sicuramente qualcosa che vale la pena di leggere, preferibilmente a mente riposata e attenta :)

La prossima primavera arriverà in Italia un'altra graphic novel di Moore scritta per la Avatar, anche se a pubblicarla sarà la BAO: si tratta di Neonomicon, tratto da un racconto di Lovecraft, ma ci sarà tempo di parlarne.

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Non Solo Disney / Tito Faraci & Francesco Ripoli: Senza Sangue
« il: Giovedì 11 Nov 2010, 01:12:59 »


Ma che bello, che bello che è questo fumetto! :)
Un Faraci per me decisamente inedito sposa per la seconda volta, ma con una maturità maggiore, un testo di Alessandro Baricco e ne fa una graphic novel raffinata, drammatica e incisiva.

In un ipotetico paesino sudamericano appena uscito da una guerriglia interna, una specie di commando armato irrompe in una fattoria per giustiziare un dottore, reo di aver compiuto atti inumani durante il periodo di guerra. La paura verso quest'uomo che cerca di salvarsi dalla vendetta che sa che sta per colpirlo, che il lettore prova nelle prime tavole, si trasforma in dosgusto verso le azioni di quell'uomo, descritte dal capo dei rivoluzionari che hanno vinto la guerra e che ora vuole ottenere giustizia piena. Il disgusto si mischia a pietà però, quando ripensiamo alla dedizione con cui quest'uomo cerca di salvare la figlia, nascondedola.
Una figlia che porterà il fardello di quel giorno per tutta la vita, per tutto il corso della sua esistenza che noi apprendiamo nell'arco di alcuni flashback nella seconda parte della graphic novel. Infatti la storia è divisa nella prima parte, con i gravi eventi che partono da quello scenario a cui ho accennato, e da una seconda parte in cui la ragazza è ormai una donna anziana, pronta a ripercorrere con la memoria e con un aiuto speciale gli eventi di quel giorno tanto drammatico.
E la conclusione sarà inaspettata, ambigua... una catarsi del tutto imprevista per la protagonista e per quello che sembrava una comparsa ed invece assurge ben presto a co-protagonista importante.
Una catarsi simbolica e che colpisce forte, nelle ultime tre tavole, facendo riflettere il lettore sugli umani destini.

Personalmente adoro Baricco, ma non ho ancora letto tutto quello che ha scritto: tra le cose che mi mancano, c'è proprio Senza Sangue, e non è detto che non lo recupererò in un prossimo futuro. Di certo nella versione a fumetti ho ritrovato i tratti salienti dello stile dello scrittore torinese: l'interessarsi alla vita e alla psicologia dei suoi protagonisti, la predilezione per storie forti e di formazione, un certo linguaggio attento, aulico e leggermente compiaciuto.
E ho anche trovato un Tito Faraci per me davvero inedito: non vedo lo sceneggiatore come autore unicamente di storie divertenti o dallo stile demenziale, ma anche nelle sue opere disneyane più piene di sentimento, introspezione e serietà Faraci trovava sempre il modo di inserire una battuta, una gag, un qualcosa di tipico suo. Perfino in La Vera Storia di Novecento, che segna l'inizio della collaborazione di Faraci con Baricco. Ma anche nelle storie non disneyane che mi è capitato di leggere quella vena umoristica-satirica l'ho sempre colta. Mi manca effettivamente vedere come racconta nei Bonelli, ma penso che uno stile così drammatico non l'abbia mai raggiunto prima. Del Faraci che conosco ritrovo l'abilità di sceneggiatore, la bravura nel comporre dialoghi sempre credibili, il ritmo della narrazione che si sa prendere i suoi tempi e l'amore per la storia che sta raccontando. E direi che tanto mi basta: una storia così dura, profonda e senza scampo non lasciava forse spazio per le battute, e alla fine forse è tutta la storia di questa/e vita/e a essere una grande battuta, uno scherzo come diceva il Comico in Watchmen.
A coronare in modo perfetto tutto questo lavoro non va dimenticato il fondamentale apporto dei disegni di Francesco Ripoli: l'artista usa uno stile nervoso, grezzo che si adatta perfettamente alla storia, i disegni con i bordi delle vignette ondulati come se fossero fatti a mano libera e con gli sfondi "matitosi" sono la cornice più consona ai sentimenti che la narrazione esprime, alla disperazione della vita che i personaggi subiscono. Eppure ecco che nel piacevole caos del disegno Ripoli sa infondere una precisione nel tratteggiare i volti che sa stupire. Applausi.
L'edizione che la BD confeziona è elegante, con una cartonatura leggera (la definirei più una imbottitura) e con una dotta introduzione di Dario Voltolini che parla tanto del libro quanto del fumetto, e del passaggio tra i due medium, oltre che dell'arte del raccontare in generale. Molto interessante.

Senza Sangue è una storia dura, che pesca il suo background da riflessioni amare sulla vita, da una certa concezione del tempo che passa, dalle tragedie del mondo e da quello che esse imprimono nelle persone. Lo stesso background disperato da cui altre volte ha pescato Baricco, da cui pesca Ammaniti, da cui pesca in modi differenti Benni, e di cui anche Faraci si è scoperto essere bravo cantore. Comprato allo stand BD a Lucca Comics, uno degli acquisti che mi ha dato più soddisfazione, accentuata dall'aver stretto la mano a Tito :)

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Non Solo Disney / Benni & Ripa: La Storia del Capitano Quijote Patchwork
« il: Lunedì 8 Nov 2010, 22:48:50 »


Nel 1983 esce nelle librerie per Feltrinelli Terra!, primo romanzo scritto da Stefano Benni (prima era stato giornalista e aveva scritto alcuni racconti) che probabilmente rimane uno dei suoi lavori più celebri.
La vena umoristica e soprattutto satirica di Benni si vedeva già allora, quando l'autore scrisse questo particolarissimo romanzo di fantascienza in cui scorrevano alcune trame parallele e in cui spesso la narrazione era inframmezzata da racconti che non c'entravano con la storia ma davano colore e spessore al futuro che Benni descriveva.
Al Lucca Comics appena trascorso la 001 Edizioni porta La Storia del Capitano Quijote Patchwork, la versione a fumetti di uno di questi racconti contenuti in Terra!, e da grandissimo fan di Stefano l'ho prontamente fatto mio.
La storia, breve nel libro quanto in questa graphic novel (di 44 tavole appena) racconta di questo capitano-cyborg, al comando di una nave che "pesca" meteroriti dallo spazio a bordo di un'astronave, il quale è un invasato che vuole catturare la Balena Testadiferro (così sono chiamati i meteoriti) più grande possibile. Ma quando si presenterà l'occasione buona, il suo equipaggio - compresa la voce narrante, un marinaio che aveva stretto amicizia col capitano - troverà problematico aiutarlo nella leggendaria impresa.

Inserendo questo aneddoto nel suo romanzo, Benni ovviamente ha pensato direttamente a Moby Dick, classico libro d'avventura di Herman Melville, e infatti il capitano Quijote deve molto come caratterizzazione al capitano Achab... possiamo dire che Benni ha lavorato sul romanzo di Melville come Musker&Clements hanno lavorato su L'Isola del Tesoro di Stevenson quando crearono Il Pianeta del Tesoro per la Disney: anche in quel caso, infatti, un romanzo ambientato sul nostro pianeta venne traslato nello spazio in uno scenario fantascientifico, proprio come accade con questo racconto di Benni.
E la cosa risalta ancora di più nella versione a fumetti, oggetto di questo topic: Spartaco Ripa, disegnatore del Giornalino e della Eura (ha disegnato alcuni episodi di Trapassati Inc, lo spin-off di John Doe) con uno stile pittorico e quasi stilizzato allo stesso tempo tramuta splendidamente per immagini il racconto, dando forma e colori (piacevolmente ad acquerello) allo spazio siderale e alla folle impresa del protagonista. Dai credits apprendiamo che Ripa ha curato anche l'adattamento a fumetti di questo racconto, e un rapido confronto col libro originale dimostra come spesso e volentieri il disegnatore abbia ripreso paro paro le parole di Benni, il quale si è limitato a supervisionare il lavoro e a dare il suo benestare (a mò di Stephne King).
Il volume si compone anche di una breve introduzione a cura di Alessandro Di Nocera, che sottolinea l'amore di Benni per il fumetto, e da alcune pagine di bozzetti, schizzi e prove di disegno commentate da Ripa.

Insomma, una bella edizione, molto curata e ben confezionata, e graziata di disegni davvero molto buoni, fascinosi... il prezzo di 12 euro è forse un po' altino, e non saprei quanto consigliarlo a coloro che non sono fan di Benni: anche tenendo conto del prezzo, la storia è carina ma nulla di eccezionale o imperdibile, pur essendo comunque dotata di un suo sentimento e di una sua morale non indifferenti... ma mi verrebbe quasi da consigliarvi di spendere 7 euro e cuccarvi l'intero romanzo Terra!, che vale eccome, piuttosto di questo se non siete dei completisti.

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Non Solo Disney / Star Comics: Pinkerton S.A.
« il: Giovedì 2 Set 2010, 01:20:24 »
Parlando via MP con bacci88 di Cornelio, si arriva a discutere di un'altra miniserie della Star che nulla c'entra con lo scrittore senza idee di Lucarelli. Un parere tira l'altro, i consigli sono sempre ben accetti e finisce che leggendo in internet qualcosa sulla trama lo spunto mi pare interessante. Certo che però in edicola c'è già il secondo numero di questa mini, e in fumetteria non posso andarci in questi mesi...
Evidentemente il destino voleva che leggessi questa serie, perchè in un'edicola stazionaria trovo ancora l'1 e insieme anche il 2, che rompendo il mio diktat di non comprare più niente della Star Comics dopo l'affare Trigger (leggendo roba loro al massimo a scrocco) acquisto per portarmeli in vacanza.
Ed è così che conosco Pinkerton S.A. (che non sta per Stefano Ambrosio ma per Supernatural Affairs :D ), l'unica delle 3 nuove miniserie Star che avesse un minimo di appeal per quanto mi riguarda. L'ideatore e autore è Andrea Aromatico, celebre per la serie Nemrod, che non ho mai letto e non so nemmeno di cosa parla ma so che ha avuto un buon successo.
Come preambolo, faccio notare che anche stavolta la serie si incentra sul paranormale, come sembra non possano fare altro le miniserie italiane che sforna questa casa editrice (da Trigger passando per Cornelio e Rourke, per arrivare alle nuove Factor V e Valter Buio), sempre incentrate su qualcosa di oscuro, misterioso, soprannaturale o esoterico. Ma perchè, perchè?
Inoltre il protagonista prosegue la tradizione della somiglianza con attori famosi: se Dylan Dog era Rupert Everett, qui il protagonista sembra un po' Steven Siegal e un po' Jim Belushi.
In totale saranno 6 numeri, cadenza bimestrale, euro 3.70 cadauno.

Pinkerton S.A. # 1- Supernatural Affairs (Aromatico/De Luca)



La prima curiosità del primo albo è che il titolo della storia è il sottotitolo della serie, cosa curiosa invero. Per il resto, la storia ci mostra subito la vita di Dirk Pinkerton prima degli eventi che stanno per essere narrati: egli era un presentatore televisivo di un programma in cui smascherava gli imbroglioni che fingevano di essere maghi o sedicenti maestri dell'occulto. Non sa che, a causa del lavoro di suo padre e suo nonno di indagatori del soprannaturale, verrà rovinato in tutto e per tutto e ridotto nella polvere (perdendo soldi, fama, contratti, donna) da un'associazione governativa, che poi lo arruolerà per un caso speciale nel suo paesino d'origine.
Lo spunto di partenza è decisamente interessante: un uomo che non crede nella magia, nell'occulto, nei complotti fantapolitici viene arruolato da una branca dell'NSA che a mò di X-Files o di Fringe si occupa proprio di questi casi. Ovviamente ci starà sotto un mistero sul perchè hanno voluto proprio lui, c'entrerà qualcosa la sua famiglia ecc, ma al di là di certe prevedibilità la lettura è entusiasmante, specie per lo stile di narrazione che definire flashback è limitante. E' una a struttura interessante e quasi difficoltosa da seguire, con continui e imprevisti passaggi dal presente al passato, con tanto di tavole che alludono a un mistero di cui ancora non si sa niente. Di certo però c'è un cane che segue da vicino gli avvenimenti, e uno strano bambino nudo che si introduce nelle case per mangiare.
I due punti di forza che voglio sottolineare infine sono l'amico di Pinkerton, che il protagonista ritrova al paesino di origine, sceriffo ew suo malgrado coinvolto nella missione di Pinkerton: un'ottima spalla, i due si sfottono alla grande e creano grazie alla sceneggiatura un clima conviviale molte credibile. Poi proprio la credibilità, data da un linguaggio abbastanza volgare e da scene alcune volte forti e che  hanno addirittura spinto il curatore dell'introduzione a chiarirlo per bene. Ciò contribuisce all'atmosfera e alla verosimiglianza della storia, a dispetto dell'argomento.
Sono decisamente ottimi i disegni di Giuseppe De Luca (che disegna anche tutte le copertina, colorate da Ketty Formaggio), che sfoggia un tratto pulito e molto piacevole e professionale, con vignette molto belle.
Una storia un po' western (per l'ambentazione del paese) e un po' fantascientifica, insomma, che già dal primo numero fa trasparire una trama alquanto aggrovigliata.

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Non Solo Disney / Rourke
« il: Mercoledì 29 Apr 2009, 22:35:18 »
ROURKE # 1 – LE PREDILETTE DELLA LUNA (Federico Memola, Cosimo Ferri)


Al via una nuova miniserie in casa Star Comics. Bimestrale della durata di 8 numeri, la serie si propone come qualcosa di non definibile in un genere specifico, come si premura di chiarire anche l’editoriale di questo primo numero. Principalmente è l’impianto horror quello la fa da padrone, per via del lavoro del protagonista. Rourke, infatti, ha il dono di attirare le maledizioni delle persone su di sé, togliendole a chi ne era affetto solo toccandolo. Il difficile viene quando deve riuscire a debellarla prima che questa lo uccida. La sequenza iniziale dell’episodio è chiaramente horror e “paurosa”, nonché violenta, tanto per far capire che razza di lavoro sia quello del protagonista.
Protagonista che di per sé mi convince abbastanza: irlandese, anticonvenzionale, rude, forte bevitore, rissoso, non possiede proprio le caratteristiche dell’eroe da fumetto. Anche nelle fattezze mi pare adeguato, il disegno di Ferri (ma anche di Gerasi, che disegna la copertina e una simpatica immagine dell’editoriale) tratteggia un protagonista accattivante anche nell’aspetto.
E’ accompagnato dalla figlia tredicenne Kylie – molto ribelle, dal linguaggio volgare, sopra le righe ma anche responsabile, un’ottima spalla per Rourke – e dalla misteriosa Deirdre, che oltre a scoprire che è lo spettro della madre di Rourke (colpo di scena abbastanza telefonato fin dall’inizio), si scopre anche avere un legame col caso del numero.
Qui entra in gioco l’altra componente: oltre all’horror, il fantasy, o forse è meglio dire il fantastico. Perché quella che su una giovane “cliente” Rourke crede una maledizione, in realtà è qualcosa che c’entra con delle streghe

La trama sicuramente entra nel vivo dalla seconda metà del numero. Anche prime la lettura ti coinvolge, beninteso, ma da quando la ragazzina scappa gli avvenimenti diventano sincopati e ti spingono ossessivamente a girare la pagina per scoprire come va a finire l’episodio. Il punto è che non si capisce se il tema delle streghe è finito con questo numero o sarà il filo rosso dei prossimi, data l’ultima tavola e dato che in teoria in una miniserie la continuity dovrebbe essere abbastanza stretta…bah.
Buona anche l’ironia, con gag e battute che giocano sul carattere mal mostoso di Rourke e sulle battutine tra lui e Kylie.
Però boh, non mi ha soddisfatto come credevo e come invece il primo numero di Trigger e di David Murphy (per citare le due miniserie che ho letto) avevano fatto. Premettendo che non ho mai letto nulla di Jonathan Steele, il protagonista di questa nuova miniserie per quanto anticonvenzionale è sempre un eroe che, per quanto dica parolacce opera sempre per il bene, anche se per guadagno. E la storia in sé non sembra aver niente di così nuovo da dire, nemmeno per me che non sono un espertone del genere. Non sono poi nemmeno tanto curioso di leggere come va avanti (be’, a dire il vero forse il secondo sì giusto per vedere se si riprendono gli avvenimenti di questo numero), ma dato che questo primo numero l’ha comprato la mia ragazza e me l’ha prestato, tra l’altro dicendo che le è piaciuto molto, se lei andrà avanti a collezionarlo eventualmente me lo farò prestare.

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Non Solo Disney / 100 anni di fumetto italiano con la Gazzetta
« il: Venerdì 18 Set 2009, 22:19:25 »
In un periodo in cui fioccano le collezioni di allegati a fumetti ai vari quotidiani, ecco quel è la nuova proposta della Gazzetta dello Sport insieme con il "solito" Corriere della Sera:
http://www.gazzetta.it/iniziative/centenariofumetti/
Si parte il 30 settembre con Dylan Dog. Sembra che ci sia anche Paperino.
Sarà qualcosa di interessante o no?

98
Non Solo Disney / Will Eisner: The Spirit
« il: Lunedì 22 Dic 2008, 15:01:33 »

La genesi di un eroe come The Spirit è semplice da spiegare: creduto morto in uno scontro con un criminale, quello che era un semplice criminologo/investigatore privato di nome Danny Colt può mettersi una mascherina e combattere il crimine. Come? con poteri che gli derivano da un morso di un ragno radioattivo? Con superarmi acquistate grazie alla sua ricchezza?
No, solo con la sua intelligenza, astuzia e forza muscolare.
Questo è quello che si capisce dalle prime storie di Spirit. Un personaggio per molti versi atipico, quindi, che non può rientrare nella categoria di supereroi in senso stretto, ma che allo stesso tempo riprende stereotipi classici (nessuno riconosce Danny Colt dietro all’esile mascherina di Spirit) con un tocco inusitato e originale.

Il bel volume della Rizzoli (BUR 24/7) che ho acquistato – uscito in concomitanza con il film di Frank Miller tratto dalla serie a fumetti – ci offre una panoramica di questo personaggio e nel contempo delle tecniche narrative dell’autore, Will Eisner, considerato uno dei Grandi del Fumetto ma troppo spesso poco conosciuto, almeno qui in Italia. Sono tutte storie di 7 tavole ciascuna.
Si parte dalle origini, la prima storia spiega come Danny Colt assume l’identità di Spirit. In realtà non succede molto, in quanto ad azione, se non il fatto che si presentano due personaggi della serie, il protagonista e il commissario Dolan. Successivamente verranno introdotti il fido Ebony, aiutante di Spirit che vivrà con lui nel loro rifugio sotto il cimitero di Wildwood, e la figlia del commissario, Ellen, fidanzata di Spirit.
A seguire, in ordine cronologico, una selezione delle storie considerate dai curatori del libro migliori della serie di Eisner, e io mi fido dal momento che non ho mai letto niente del personaggio.

Quello che colpisce di queste storie sono tanti elementi: il primo è senza dubbio il riuscire a concentrare più che bene in sole 7 pagine un’avventura di ampio respiro, dove succede un delitto, Spirit indaga, scherza con Dolan, segue false piste, mena cazzotti, scopre il criminale e lo consegna alla polizia. Il tutto senza avvertire segni di compressione o di velocità eccessiva, non si sentiva il bisogno di dire nient’altro.
Poi, l’umanità contenuta in quelle storie. Ho sentito dire che ci sono storie della serie in cui Spirit non compare nemmeno, per dare spazio a comparse; in questo volume non sono presenti, ma di certo l’importanza che è data ai criminali, ai doppiogiochisti, alle spie, e anche ad altri personaggi, alle loro motivazioni e alle loro storie è notevole, e si vede che Eisner punta molto su quello. Sulla psiche delle persone, di quello che spinge le persone comuni a compiere un delitto. Ecco allora la storia del pagliaccio assassino, di un chi uccide per vendicare il fratello, del militare che nella vita civile viene visto come un idiota, del socio in malaffare che uccide il complice…La psicologia regna sovrana per esempio in Ellen Dolan, assassina”.
Altro elemento è la Seconda Guerra Mondiale. Le storie di The Spirit vanno dal 1940 al 1952, è chiaro che le storie dei primi anni hanno riferimento al nazismo, alla guerra e allo spionaggio. A questo proposito è da citare la storia de “L’uomo che aveva perso la faccia”, che si ricollega a un altro aspetto che ho notato in queste avventure. Vale a dire il soprannaturale, presente in questa storia e perlomeno anche in “Il caso della voce interiore” e in “Una leggenda” dove addirittura appare Manithu!  
Un ultimo elemento non da trascurare è sicuramente la composizione della tavola. In particolare la tavola di apertura di ogni avventura è sempre un capolavoro che nella sua semplicità può far invidia ai D.U.C.K. nascosti da Don Rosa: qui non si cercano scritte nascoste, ma si resta ammirati ogni volta nell’apprezzare come Will Eisner abbia deciso di scrivere il logo della serie. Infatti una volta può essere realizzato con il profilo dei grattacieli, un’altra con delle tubature, come copertina di un libro, come piedistallo, come formato da lapidi, scolpito nella pietra, scritto nell’insegna di una taverna, su un lampione nella targhetta della via ecc…. Ed è sempre una delizia per gli occhi.
La tecnica innovativa di Eisner non si fermava qui, però: cito solo come esempio “L’assassino”, ultima storia del volume, dove ad un certo punto vediamo la storia con gli occhi dell’assassino, infatti la vignetta è contornata a forma di due occhi e noi vediamo la scena come se fossimo il personaggio. E poi il metafumetto. A questo proposito lo può essere a pieno titolo “La fine del mondo”, e l’avventura in cui Dolan racconta in prima persona la nascita di Spirit, con inj realtà ben pohce differenze rispetto alla prima storia originale, ma si segnala perché Dolan la racconta sopra delle pietre che formano la parola “Spirit”.
Un elemento da segnalare è la continuity, o per meglio dire la fideizzazione: un personaggi come Satin, donna criminale innamorata di Spirit che in qualche modo la ricambia, oltre che nella storia dove è l’antagonista appare in altre due/tre storie solo in questo volume, segno che l’autore era uso al ripescare vecchi personaggi incontrati dal protagonista.

In tutto ciò, leggendo il volume ci si innamora del personaggio, che oltre ad essere forte e intelligente sa anche essere spesso e volentieri divertente e spiritoso, specie nelle frecciatine all’amico Dolan. Quest’ultimo è poi secondo me il comprimario meglio riuscito dei 4 personaggi fissi della serie, che sa essere commissario/spalla/aiuto/amico del protagonista come Gordon per Barman, ma con un carattere più sciocco e leggermente più in balia delle circostanze; avrà comunque momenti di umanità in alcune occasioni, come quando la figlia rischierà la sedia elettrica.
Nelle storie ci sono scene d’azione e di scontro, battute e scene divertenti (anche di metafumetto: delle donne lo vedono sull’autobus ed esclamano: “E’ proprio come nel fumetto!”), ma anche quasi sempre spunti sulla natura umana degni di filosofia e antropologia, con però una partecipazione solidale che più dello studioso è parte di chi si sente parte di quell’umanità così dannata e cerca di capirne i perché e le dinamiche per amore verso i propri simili. Per questo ogni storia è molto di più di pugni e battute, ma un microcosmo reale.

Parlando del volume in sé e per sè, direi che è una manna per chi non conosce il personaggio. Ricordo qui infatti che in Italia i diritti per le opere di Eisner mi risultano essere spezzettati in varie mani, quelli per le avventure di Spirit li ha la Kappa Edizioni, che da tempo sta stampando tutte le avventure in una serie prestigiosa da fumetteria e libreria, “Gli archivi di Spirit”, a 48 euro ciascuno. Un prezzo che può risultare proibitivo, ed è per questo che un’antologia come questa è un bel regalo. Ne doveva uscire una proprio per la Kappa, in bianco e nero e con introduzione di Neil Gaiman, ma non ne ho saputo più nulla…comunque avrebbe dovuto avere meno pagine al costo di soli due euro in meno di questo volume (che di pagine ne ha 224 a 18 euro). Bella la copertina, una delle stupende prime tavole di Einser, rovinata però dallo strillo – che io pensavo adesivo e invece è proprio stampato – che ricorda che da quelle storie è tratto il film di Miller. A parte che lo definiscono capolavoro prima che sia uscito, la cosa non saprei dire quanto possa essere vera: mi sembra che l’interpretazione di Samuel L. Jackson nei panni del Dottor Octopus sia abbastanza predominante, mentre qui solo una storia lo vede come antagonista (dove non gli si vede mai il volto, alla Boss Artiglio dell’Ispettore Gadget), “Il francobollo” (dove tra l’altro alcune vignette col bordo seghettato proprio come un francobollo sono una delle finezze tecniche di cui sopra). Mah.

99
Non Solo Disney / Rat-Man Color Special 10
« il: Domenica 14 Ott 2007, 18:29:44 »
Ho scoperto questo bimestrale solo lo scorso numero, e ho scoperto le potenzialità e il valore del persoaggio di Rat-Man da poco prima (anche a partire dai cartoni che ha dato la RAI)...
Mi sono sbellicato dalle riate nel n. 9, e nel nuovo numero, dove si conclude l'esalogia di Ortolani in cui si spiegavano le origini del Ratto, non sono stato da meno: ridere ridere ridere ma anche con un retrogusto di malinconia...
Conscio che i veri fans di Rat-Man già sapranno a memoria questa esalogia, così come la seconda storia dle magazine ("The R-File"), io che del mondo di Rat-Man mi sono appassionato da poco e dell'epopea del Ratto (che con le sue orecchie in fondo omaggia Mickey) conisco solo poche cose che ho trovato facendo qualche riccerca in Internet, mi sono lascaito catturare dalla trama di Ortolani, impreziosita comunque dai colori del fratello Larry...
Bello, molto bello!

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