La copertina è di un puccioso melenso nauseante.
E poi di questa storia di Topolino si sa qualcosa? Se non sbaglio forse è stato detto che è di Sergio Cabella. Comunque speriamo che sia un bel giallo che non deluda.È stata annunciata nell'editoriale dello scorso numero; è di Blasco Pisapia.
Però in questi ultimi episodi di Fantomius con il tycoon il nobilpapero non accenna a ricordi studenteschi inerenti a lui.
l'uniformità dei disegni allo stile frecceriano forse sta diventando un po' estrema, l'ho notato guardando i disegni di Bacci e Soldati; belli senz'altro ma un po' troppo poco differenziati a mio parere.
Infine, una nota sui disegni: l'uniformità dei disegni allo stile frecceriano forse sta diventando un po' estrema, l'ho notato guardando i disegni di Bacci e Soldati; belli senz'altro ma un po' troppo poco differenziati a mio parere.Pienamente d'accordo, apprezzo moltissimo Freccero ma vedere tutti i disegnatori doversi uniformare al suo tratto (in particolare Baccinelli, Soldati, D'Ippolito, Picone...) mi da un grandissimo dispiacere
La copertina è di un puccioso melenso nauseante.
Il problema principale è il puma, non si può vedere un puma che sorride in una pubblicazione che sia per chi ha più di tre anni.Esatto, una copertina del genere potrebbe andare bene per Topolino Junior
La copertina è di un puccioso melenso nauseante.
Il problema principale è il puma, non si può vedere un puma che sorride in una pubblicazione che sia per chi ha più di tre anni.
1) In questa storia Fantomius fa uso di Villa Lalla, una delle sue altre residenze che abbiamo conosciuto nelle storie di Paperinik di Gervasio.
1) In questa storia Fantomius fa uso di Villa Lalla, una delle sue altre residenze che abbiamo conosciuto nelle storie di Paperinik di Gervasio.
Che io sappia è comparsa in una sola storia (https://disney-comics.fandom.com/it/wiki/Paperinik_e_l%27estate_a_Villa_Lalla) di ben diciannove anni fa scritta da Michelini.
Ulteriore dimostrazione della cura filologica di Gervasio.
Fantomius - La Fine e l'Inizio (episodio 4)Non intervengo praticamente mai da queste parti, ma un interrogativo che mi arrovella da un po' dopo la lettura dell'ultima storia di Fantomius ce l'ho e sarebbe interessante avere una risposta, magari proprio dall'autore.
Marco Gervasio - Marco Gervasio
Com'è possibile che tutto questo sistema sia collassato così facilmente, stabilizzandosi per circa un anno in una condizione di paradittatura istituita da un tizio sudafricano, senza che in un batter d'occhio il governo di Washington prendesse delle adeguate contromisure? E questo a prescindere dalla presenza di Paperone in persona, togliendo a quest'ultimo l'eventuale ruolo di deus ex machina.
Sarà una domanda banale, ma a me sembra un proverbiale "elephant in the room".
Sì, sì, infatti ho detto (nella parte evidenziata) che Villa Lalla è una delle tante residenze che abbiamo visto nelle diverse storie. Nel senso che abbiamo visto le varie residenze nelle varie storie e non Villa Lalla in più di una.1) In questa storia Fantomius fa uso di Villa Lalla, una delle sue altre residenze che abbiamo conosciuto nelle storie di Paperinik di Gervasio.
Che io sappia è comparsa in una sola storia (https://disney-comics.fandom.com/it/wiki/Paperinik_e_l%27estate_a_Villa_Lalla) di ben diciannove anni fa scritta da Michelini.
Ulteriore dimostrazione della cura filologica di Gervasio.
Com'è possibile che tutto questo sistema sia collassato così facilmente, stabilizzandosi per circa un anno in una condizione di paradittatura istituita da un tizio sudafricano, senza che in un batter d'occhio il governo di Washington prendesse delle adeguate contromisure?E' anche vero che gli Usa sono una repubblica federale dove ogni stato ha un proprio governo con determinate autonomie. Ad esempio, nell'epoca di Fantomius (ma immagino anche oggi), quanti sindaci-sceriffi facevano il bello e il cattivo tempo, soprattutto nelle città del Sud? In questi stati vi era la segregazione razziale mentre in quelli del Nord non c'era o era più 'diluita', meno ufficiale (senza cartelli e scritte che ricordavano ai neri - e anche ai bianchi - dove poter andare e dove no). Vent'anni dopo (rispetto al periodo di Fantomius) in Alabama solo quando la situazione precipitò Washington si decise a mandare l'esercito per dividere la folla urlante da alcuni studenti neri che per la prima volta potevano entrare in una determinata università fino ad allora esclusivamente per bianchi.
Sì, sì, infatti ho detto (nella parte evidenziata) che Villa Lalla è una delle tante residenze che abbiamo visto nelle diverse storie. Nel senso che abbiamo visto le varie residenze nelle varie storie e non Villa Lalla in più di una.1) In questa storia Fantomius fa uso di Villa Lalla, una delle sue altre residenze che abbiamo conosciuto nelle storie di Paperinik di Gervasio.
Che io sappia è comparsa in una sola storia (https://disney-comics.fandom.com/it/wiki/Paperinik_e_l%27estate_a_Villa_Lalla) di ben diciannove anni fa scritta da Michelini.
Ulteriore dimostrazione della cura filologica di Gervasio.
Io però ho un'altra domanda: com'è possibile che in Paperino e il torneo monetario Paperone non avesse mai sentito nominare Cuordipietra, se questo era stato addirittura sindaco di Paperopoli? Va bene che all'epoca era altrove ma... non ha mai letto un giornale? Quando è arrivato, solo pochi mesi dopo, il ricordo era ancora fresco. Non gli è mai capitato di sentirne parlare? Va bene che ha vissuto per molto tempo in solitudine, ma che addirittura non gliene fosse arrivata notizia...
Se proprio vogliamo trovare una spiegazione "plausibile" forse perchè dopo il periodo iniziale Paperopoli (Calisota), se ci rifacciamo alle storie di Barks, non fa parte degli Stati Uniti, è una Città stato come la nostra San Marino o Città del Vaticano. Con una propria bandiera, e le ambasciate nei vari paesi esteri. Quindi non dipende dal governo di Washington. Non sono sicuro che Don Rosa abbia anche lui questa visione Barksiana (alcune sue scelte infatti non coincidono con le indicazioni di Barks) di Paperopoli, probabilmente lui la considera parte degli Stati Uniti nell'immaginario stato del Calisota. Evidentemente Gervasio ha preso spunto da alcuni elementi di Don Rosa altri di Barks ed altri di Martina ec... creando però una propria visione evolutiva di quel mondo immaginario. Il fatto che in alcuni casi si rifà ad "elementi DonRosiani " non significa che abbia aderito pedissequamente a tutte le indicazioni o le scelte di Don Rosa o di Barks.
Per chi è interessato ad approfondire la storia di Paperopoli ed i suoi luoghi caratteristici, mappa ed evoluzione del Deposito di Paperone ec...
http://www.salimbeti.com/paperinik/city.htm
Io però ho un'altra domanda: com'è possibile che in Paperino e il torneo monetario Paperone non avesse mai sentito nominare Cuordipietra, se questo era stato addirittura sindaco di Paperopoli? Va bene che all'epoca era altrove ma... non ha mai letto un giornale? Quando è arrivato, solo pochi mesi dopo, il ricordo era ancora fresco. Non gli è mai capitato di sentirne parlare? Va bene che ha vissuto per molto tempo in solitudine, ma che addirittura non gliene fosse arrivata notizia...
Grazie per la pronta risposta, sapevo che sarebbe arrivata in tempi rapidi.
Peraltro conosco molto bene il tuo sito, che ho tenuto spesso come riferimento nel mio passato più nerd, quando da ragazzino cercavo di gestire un qualche, personalissimo, headcanon sui paperi; l'ho trovato sempre molto interessante per la visione sincretistica che proponi.
Veniamo a noi.....
Volevo anch'io dire la mia sull'ultima storia di Fantomius, che comunque ho apprezzato, al netto del finale un po' troppo buonista, almeno per me.
Al netto delle ottime osservazioni di Gladstone o del problema di ambientare le origini di Paperinik ai giorni nostri, quello che davvero non mi torna è il motivo per il quale i cittadini di Paperopoli abbiano votato un perfetto sconosciuto come Famedoro. A leggere la storia è chiaro, Famedoro è diventato sindaco perchè ha sconfitto Fantomius, c'è l'intera città tappezzata con questo slogan, ma da quando Fantomius ha mai costituito una minaccia per i paperopolesi?
Fin dall'inizio Fantomius è stato presentato come il Ladro Gentiluomo, colui che ruba ai ricchi per donare ai poveri, Paperino si identifica in lui quando lo definisce "vittima dei plutocrati come me" nella storia d'esordio di Paperinik, o che ruba per il gusto della sfida, ma non ha mai fatto nulla perchè fosse inviso alla cittadinanza fino al punto di premiare in tal modo colui che lo ha sconfitto, e difatti nelle storie precedenti non mi sembra di ricordare si parlasse di un simile astio nei suoi confronti, tanto è vero che il suo ritorno non viene visto con paura o sentimenti negativi, anzi...
Infine, una considerazione sul periodo storico. La storia è ambientata a cavallo tra il 1929 e il 1930, gli anni della Grande depressione, che culminò con il crollo della Borsa di Wall Street, il famoso giovedì nero dell'ottobre 1929. e che si protrasse negli anni successivi. Ora, naturalmente in un fumetto Disney non si possono far vedere quegli eventi terribili, ma per me è comunque molto strano che in un periodo simile Famedoro possa fare il bello e il cattivo tempo, addirittura imporre tasse assurde quando non si trovava nemmeno da mangiare, per un anno intero senza reazioni o altro da parte della cittadinanza o di altri personaggi.
è troppo chiedere di tenere la politica fuori da questo forum e di non insultare le idee altrui?
è troppo chiedere di tenere la politica fuori da questo forumGiustissimo, lo chiediamo a tutti.
Volevo anch'io dire la mia sull'ultima storia di Fantomius, che comunque ho apprezzato, al netto del finale un po' troppo buonista, almeno per me.
Al netto delle ottime osservazioni di Gladstone o del problema di ambientare le origini di Paperinik ai giorni nostri, quello che davvero non mi torna è il motivo per il quale i cittadini di Paperopoli abbiano votato un perfetto sconosciuto come Famedoro. A leggere la storia è chiaro, Famedoro è diventato sindaco perchè ha sconfitto Fantomius, c'è l'intera città tappezzata con questo slogan, ma da quando Fantomius ha mai costituito una minaccia per i paperopolesi?
Fin dall'inizio Fantomius è stato presentato come il Ladro Gentiluomo, colui che ruba ai ricchi per donare ai poveri, Paperino si identifica in lui quando lo definisce "vittima dei plutocrati come me" nella storia d'esordio di Paperinik, o che ruba per il gusto della sfida, ma non ha mai fatto nulla perchè fosse inviso alla cittadinanza fino al punto di premiare in tal modo colui che lo ha sconfitto, e difatti nelle storie precedenti non mi sembra di ricordare si parlasse di un simile astio nei suoi confronti, tanto è vero che il suo ritorno non viene visto con paura o sentimenti negativi, anzi...
Infine, una considerazione sul periodo storico. La storia è ambientata a cavallo tra il 1929 e il 1930, gli anni della Grande depressione, che culminò con il crollo della Borsa di Wall Street, il famoso giovedì nero dell'ottobre 1929. e che si protrasse negli anni successivi. Ora, naturalmente in un fumetto Disney non si possono far vedere quegli eventi terribili, ma per me è comunque molto strano che in un periodo simile Famedoro possa fare il bello e il cattivo tempo, addirittura imporre tasse assurde quando non si trovava nemmeno da mangiare, per un anno intero senza reazioni o altro da parte della cittadinanza o di altri personaggi.
In generale anche per te valgono le valutazioni del post precedente. Nello specifico delle tue questioni tanto per fare "fanta-ipotesi" evidentemente i cittadini lo consideravano comunque un ladro uno che violava le leggi e che quindi andava arrestato o cacciato dalla città, magari Famedoro li ha convinti che l'attuale disastro economico era per colpa di personaggi come Fantomius che dopo che è diventato ricco (perchè in realtà non donava ai poveri) ed è stato scoperto ha dovuto fuggire. Se oggigiorno nella realtà c'è moltissima gente che viene convinta da una marea di assurdità complottistiche o milioni di cittadini che in alcuni paesi del mondo eleggono rappresentati palesemente ignoranti (per non parlare dei molti dittatori nel passato regolarmente eletti) vuoi che in un fumetto Disney non sia plausibile che uno come Famedoro venga eletto e faccia il bello e cattivo tempo a Paperopoli nel 1929?
I fumetti Disney sono un' universo immaginario non ha senso aspettarsi una completamente "logica e plausibile aderenza ad una possibile realtà" che sia questa storica, tecnica, o sociale. E' chiaro che tu come storico (per hobby mi occupo anche io di storia antica ed archeologia. Se ti interessa il periodo puoi visitare l'altro mio sito sui Greci dell'età del Bronzo o le mie pubblicazioni della Osprey Publishing basta scrivere Salimbeti micenei in google o Salimbeti su Amazon.com) vorresti una quanto più possibile aderenza alla realtà storica in queste vicende , ma anche un ingegnere vorrebbe una quanto più possibile aderenza ad una realtà tecnica, così un sociologo ad una situazione sociale realistica ec...
Ma questo non avrebbe senso, non è una cosa che ci dobbiamo aspettare (anche se l'ambientazione storica è ben definita) o su cui dobbiamo soffermarci più di tanto. Se un autore immagina che Paperopoli è una città stato e per questo Washington non interviene va accettata nell'ottica del fumetto come una spiegazione plausibile, è una spiegazione Disneyana plausibile! Non ha nessuna rilevanza che nella realtà non sarebbe potuto succedere per vari motivi storico/politici. Se l'autore sceglie che Paperopoli è una città USA e che il governo centrale per qualche motivo non interviene è irrilevante cercare motivazioni storiche per cui la cosa nella realtà sarebbe stata improbabile o assurda e che Barks non era filologico e che si riferiva al Vietnam e quindi non poteva dire ambasciata USA ec... altrimenti si rischia di perderci in lucubrazioni mentali ossessive compulsive. Se Fantomius vola con macchinari impossibili che violano le leggi della fisica e della meccanica non ha senso che un ingegnere (perchè specialista della tematica) si ponga il problema di come fanno a volare e che nella realtà non sarebbe possibile e che era meglio mostrare i velivoli degli anni 20 e che Barks mostrava anche lui velivoli strani, ma questo perchè negli anni 50 c'era Flash Gordon ec.. Per il Torneo Monetario ho già risposto sopra
Volevo anch'io dire la mia sull'ultima storia di Fantomius, che comunque ho apprezzato, al netto del finale un po' troppo buonista, almeno per me.
Al netto delle ottime osservazioni di Gladstone o del problema di ambientare le origini di Paperinik ai giorni nostri, quello che davvero non mi torna è il motivo per il quale i cittadini di Paperopoli abbiano votato un perfetto sconosciuto come Famedoro. A leggere la storia è chiaro, Famedoro è diventato sindaco perchè ha sconfitto Fantomius, c'è l'intera città tappezzata con questo slogan, ma da quando Fantomius ha mai costituito una minaccia per i paperopolesi?
Fin dall'inizio Fantomius è stato presentato come il Ladro Gentiluomo, colui che ruba ai ricchi per donare ai poveri, Paperino si identifica in lui quando lo definisce "vittima dei plutocrati come me" nella storia d'esordio di Paperinik, o che ruba per il gusto della sfida, ma non ha mai fatto nulla perchè fosse inviso alla cittadinanza fino al punto di premiare in tal modo colui che lo ha sconfitto, e difatti nelle storie precedenti non mi sembra di ricordare si parlasse di un simile astio nei suoi confronti, tanto è vero che il suo ritorno non viene visto con paura o sentimenti negativi, anzi...
Infine, una considerazione sul periodo storico. La storia è ambientata a cavallo tra il 1929 e il 1930, gli anni della Grande depressione, che culminò con il crollo della Borsa di Wall Street, il famoso giovedì nero dell'ottobre 1929. e che si protrasse negli anni successivi. Ora, naturalmente in un fumetto Disney non si possono far vedere quegli eventi terribili, ma per me è comunque molto strano che in un periodo simile Famedoro possa fare il bello e il cattivo tempo, addirittura imporre tasse assurde quando non si trovava nemmeno da mangiare, per un anno intero senza reazioni o altro da parte della cittadinanza o di altri personaggi.
In generale anche per te valgono le valutazioni del post precedente. Nello specifico delle tue questioni tanto per fare "fanta-ipotesi" evidentemente i cittadini lo consideravano comunque un ladro uno che violava le leggi e che quindi andava arrestato o cacciato dalla città, magari Famedoro li ha convinti che l'attuale disastro economico era per colpa di personaggi come Fantomius che dopo che è diventato ricco (perchè in realtà non donava ai poveri) ed è stato scoperto ha dovuto fuggire. Se oggigiorno nella realtà c'è moltissima gente che viene convinta da una marea di assurdità complottistiche o milioni di cittadini che in alcuni paesi del mondo eleggono rappresentati palesemente ignoranti (per non parlare dei molti dittatori nel passato regolarmente eletti) vuoi che in un fumetto Disney non sia plausibile che uno come Famedoro venga eletto e faccia il bello e cattivo tempo a Paperopoli nel 1929?
Il fatto è semplice, non è che ci si metta a fare elucubrazioni mentali tanto per o ci si diverta a denigrare l’opera di un autore, semplicemente Marco Gervasio, da un certo punto in poi, ha collocato la saga di Fantomius in precisi periodi storici e facendo combaciare gli eventi con altri visti in altre opere, soprattutto la Saga di Don Rosa.
Con queste premesse, direi che il minimo è aspettarsi una certa coerenza perchè sono il primo a riconoscere i meriti all’autore se riesce a creare un universo narrativo che si riesca ad integrare con quanto già visto, ma allo stesso tempo, se qualcosa non quadra e lo si nota, non è il massimo uscirsene con il fatto che il lettore dovrebbe leggere la storia e basta senza farsi troppe pippe mentali.
Personalmente non capisco come Famedoro abbia potuto diventare sindaco, al di là del fatto che un boero non potrebbe in quanto non americano, nè tantomeno perchè il fatto di aver sconfitto Fantomius lo abbia reso un eroe agli occhi di tutti, visto che nelle precedenti storie non è mai stato nemmeno accennato che il Ladro Gentiluomo fosse visto come una minaccia, e io ricordo, a meno di sbagliarmi, che donasse ai poveri parte del bottino che rubava, devo averlo letto in qualche storia precedente o addirittura nelle prime storie di Paperinik, anche se ora non ho modo di verificare.
Siamo nel 1929-1930, in piena crisi economica e sociale, e la scomparsa di un ladro che non ha mai rubato ai cittadini dovrebbe essere un motivo valido per eleggere a sindaco un perfetto sconosciuto? Magari per te e altri ha senso, per me no e l’ho espresso civilmente.
A proposito di quel biennio, ripropongo la mia idea. Se una storia non fosse collocata in un preciso periodo temporale, allora non ci sono limiti alla fantasia, ma se invece non è così, e addirittura la Grande depressione me la citi, allora mi aspetto di vedere qualcosa di relativo a quell’evento nella storia.
Certo, in una storia Disney non mi puoi mostrare le persone che elemosinano o i poveracci che si buttavano dai palazzi, ma nemmeno gente che dovrebbe essere alla canna del gas e che invece si fa tiranneggiare pagando tasse improbabili.
Non mi scandalizzo o stupisco certo se vedo invenzioni futuristiche o cose simili perchè altrimenti avrei sbagliato letture da sempre, ma mi fa storcere il naso se leggo cose che, per un motivo o per l’altro, non mi quadrano, tutto qui.
I fumetti Disney sono un' universo immaginario non ha senso aspettarsi una completamente "logica e plausibile aderenza ad una possibile realtà" che sia questa storica, tecnica, o sociale. E' chiaro che tu come storico (per hobby mi occupo anche io di storia antica ed archeologia. Se ti interessa il periodo puoi visitare l'altro mio sito sui Greci dell'età del Bronzo o le mie pubblicazioni della Osprey Publishing basta scrivere Salimbeti micenei in google o Salimbeti su Amazon.com) vorresti una quanto più possibile aderenza alla realtà storica in queste vicende , ma anche un ingegnere vorrebbe una quanto più possibile aderenza ad una realtà tecnica, così un sociologo ad una situazione sociale realistica ec...
Ma questo non avrebbe senso, non è una cosa che ci dobbiamo aspettare (anche se l'ambientazione storica è ben definita) o su cui dobbiamo soffermarci più di tanto. Se un autore immagina che Paperopoli è una città stato e per questo Washington non interviene va accettata nell'ottica del fumetto come una spiegazione plausibile, è una spiegazione Disneyana plausibile! Non ha nessuna rilevanza che nella realtà non sarebbe potuto succedere per vari motivi storico/politici. Se l'autore sceglie che Paperopoli è una città USA e che il governo centrale per qualche motivo non interviene è irrilevante cercare motivazioni storiche per cui la cosa nella realtà sarebbe stata improbabile o assurda e che Barks non era filologico e che si riferiva al Vietnam e quindi non poteva dire ambasciata USA ec... altrimenti si rischia di perderci in lucubrazioni mentali ossessive compulsive. Se Fantomius vola con macchinari impossibili che violano le leggi della fisica e della meccanica non ha senso che un ingegnere (perchè specialista della tematica) si ponga il problema di come fanno a volare e che nella realtà non sarebbe possibile e che era meglio mostrare i velivoli degli anni 20 e che Barks mostrava anche lui velivoli strani, ma questo perchè negli anni 50 c'era Flash Gordon ec.. Per il Torneo Monetario ho già risposto sopra
No, attenzione. Sono uno studioso rompiscatole, ma non ho mai preteso una "quanto più possibile aderenza alla realtà storica" da un fumetto Disney, tant'è che nell'ultima parte del mio precedente intervento ho sottolineato l'importanza della fantasia e della creatività. Quando voglio leggere un testo di saggistica storica so benissimo a chi e dove rivolgermi, sicuramente non a Topolino, che ha ben altra funzione.
Ho tuttavia considerato e messo sul tavolo della discussione il punto che ritengo davvero dirimente, vale a dire la questione del patto stipulato tra autore e lettore, specialmente quando è l'autore a muovere per primo inserendo riferimenti storici precisi in ciò che scrive - e una data, perdonami, è forse in sé il riferimento storico preciso par excellence; a parte Gervasio e Don Rosa, non se ne sono viste moltissime nel fumetto Disney - o prendendo spunto da opere altrui - in questo caso il canone donrosian-barksiano, in quest'ordine.
Per cui, se l'autore tal dei tali costruisce un universo con delle fondamenta ben evidenti riferendosi a o creando dei precedenti narrativi, questi accorgimenti possono portare legittimamente i lettori a elaborare delle riflessioni più profonde che tu, e ciò mi dispiace per l'estrema facilità con cui hai fatto deragliare l'attenzione dal discorso principale, hai derubricato a "lucubrazioni mentali ossessive compulsive".
Questa mossa mi sembra, onestamente parlando, una scappatoia.
Il punto, semmai, non riguarda nemmeno più di tanto da chi Gervasio tragga ispirazione per creare il suo universo narrativo, quanto piuttosto quella che potremmo definire una certa "approssimazione" o "leggerezza" nel dare magari per scontate delle cose che non lo sono più di tanto, finendo più che altro per solluccherare il piacere effimero del fan nerdone che legge Fantomius solo per bearsi della citazione al Titanic o delle sorelle di Paperone in platea a teatro. Qui ci si perderebbe nel vortice del formalismo, nel maelström del solipsismo narrativo, ma io non credo che questo sia nei piani del Nostro. Tutt'altro.
Però, da lettore, è legittimo cercare risposte alle proprie domande, specie se la storia x ti porta per eterogenesi dei fini dalla parte del dubbio piuttosto che da quella del "non detto autoriale" che, di base, non ci si può mai prefigurare: come mai, in un setting verosimilmente statunitense e in un anno preciso - lo ripeto, specificare una data è un elemento più che importante, non dovrebbe essere accessorio per dare solo una patina di realismo, altrimenti si entrerebbe in una ulteriore contraddizione -, il governo per un anno intero non è intervenuto e/o non si è reso conto di quanto stesse accadendo in uno dei propri territori?
Stiamo parlando di una storia Disney, d'accordo. Ma con le altre storie Disney queste domande non affiorano quasi mai, un motivo ci sarà.
Più un prodotto diventa autoriale e complesso, come sta accadendo al Fantomius di Gervasio, più fa discutere - nel bene e nel male -, più diventa influente e importante nell'insieme di uno specifico ambito editoriale. A me sembra sinceramente una sequenza positiva e del tutto naturale, compreso il contributo intellettuale che spetta, da tacito accordo non scritto, al lettore.
Prima di tornare sull'"annosa questione" se Paperopoli sia o non sia negli USA, rimarrei ancora un attimo sul discorso delle "lucubrazioni" che, beh, tali non sono.
I miei sono ragionamenti fatti dall'appassionato di fumetto Disney prima ancora che dallo studioso di storia (per lavoro mi occupo di storia medievale e di territorializzazione; se ti interessano il periodo e l'argomento puoi visitare la mia pagina su Academia), da chi si pone delle domande e dei problemi cercando di elevare il dibattito su questo tema, da chi non si tira indietro se pensa sia il caso di mettere in discussione qualcosa, specie davanti alla trincea aprioristica del dogma del "volere di un autore" se c'è qualcosa che a conti fatti sembra non tornare, da chi cerca di capire e di approfondire, senza considerare quello che legge soltanto un divertissement, evitando al contempo di scivolare nella cupa seriosità. Allo stesso tempo, lo sottolineo nuovamente, questo atteggiamento serve a non sminuire la complessità del progetto e l'impegno che un autore come Gervasio sta indubitabilmente profondendo nella sua opera di costruzione di un contesto credibile non in quanto fotocopia della realtà - che sarebbe antidisneyano al massimo - ma come verosimile versione coi paperi di qualcosa che è esistito/che esiste - al contrario, quanto di più disneyano possibile.
Per il resto, a me sinceramente non risulta da nessuna storia che Barks abbia esplicitamente concepito Paperopoli come una pura città stato. Ma, anche se fosse, l'ho scritto nel mio post precedente: nelle sue storie Barks faceva e disfaceva a seconda di ciò che voleva raccontare, pur mantenendo dei parametri abbastanza stabili e definiti, quelli necessari; e poteva farlo, come detto, perché era l'effettivo creatore di tutto quel mondo su cui poi, per decenni, avrebbero lavorato le generazioni successive di autori provenienti da svariati paesi.
Tornando a Gervasio, invece, io lettore non posso certo immaginare che, nella sua testa, Paperopoli sia effettivamente un'enclave americana giuridicamente scorporata dagli USA, quando ci sono per l'appunto più di settant'anni di storie che complessivamente fanno intendere l'esatto contrario: la logica e l'esperienza vorrebbero che, anche leggendo le gesta di Fantomius, si stiano seguendo un contesto e una logica verosimilmente statunitensi. E affermo ciò perché non mi risulta che nemmeno Gervasio abbia mai esplicitato lo status speciale della città e del suo territorio, sic et simpliciter.
Per il resto, se posso permettermi una chiosa finale, giustamente anche il tuo sito è pieno zeppo di "lucubrazioni": è la tua versione dei fatti disneyani e personalmente la rispetto, come lettore, dal 2004 a questa parte. Ma come tutte le canonizzazioni è evidente che anche tu - per un'evidente passione verso alcuni specifici aspetti del multiforme universo Disney - hai preferito dare la precedenza ad alcuni parametri piuttosto che ad altri, cercando dei riferimenti storici più che precisi e stabilendo una versione dei fatti che chiunque altro potrebbe questionare senza farsi troppi problemi.
Il fatto che Gervasio fa riferimenti a periodi storici non significa che ha "stipulato una sorta di patto con i lettori" questa è una tua libera interpretazione ed è quindi come ogni autore libero di inserire eventi storicamente non credibili ma plausibili nell'ottica Disney.
Su Moltissime storie Disney se si vuole ci si puo soffermare nel trovare errori storici, ed incongruenze varie se si decide di voler applicare la logica della plausibile storicità reale.
Devi separare la passione del fumetto e del mondo Disney (e della maggior parte dei fumetti vedi esempio di Asterix) con la passione storica perchè le due cose non potranno mai amalgamarsi. Ripeto sarebbe come se la stessa cosa la facesse un ingegnere per quanto riguarda la plausibilità delle tecnologie mostrate nelle storie
Cosa pensava Barks di preciso nessuno lo sa (a meno di dichiarazioni su articoli od interviste) forse la concepiva come città stato, forse non gli interessava più di tanto, quello che mostra in una storia era chiaro che lo fosse, in ogni caso visto che non lo possiamo sapere con certezza l'autore moderno è libero di scegliere o meno questa interpretazione.
Tu immagini troppo e immagini che la tua mappa mentale corrisponda a quella di altre persone. Come fai a supporre cosa immagina Gervasio? A meno che non te l'abbia detto lui di persona. Certo logiche Statunitensi in un contesto fantasioso dove una città di lingua usi e costumi statunitensi è però una città stato così come i San Marinesi hanno lingua e cultura italiane ma non dipendono dallo stato Italiano. Nella realtà storica Americana queste cose sono impossibili in quella Disney no sono plausibili! Non mi pare ci voglia molto a capirlo!
Certo! il mio sito rispecchia la mia visione del mondo di Paperopoli, mica quello di altre persone o degli autori. Ho preso in considerazione le cose che dal mio punto di vista ho ritenuto piacevoli , non mi sono mica posto il problema di quello che poteva essere più o meno verosimile dal punto di vista storico/realistico. Non mi aspetto mica che una storia venga strutturata da un 'autore secondo il mio punto di vista. Se alcune cose di una storia non aggradano la mia visione non le considero, mentre altre si indipendentemente se sono plausibili o meno nel mondo reale. Certo che altre persone o autori potrebbero non essere d'accordo con la visione del mio mondo Disney, ci mancherebbe altro, non posso mica indovinare o fare un sito che coincida con la mappa mentale dei vari lettori, ma solo con la mia!
Fin dall'inizio Fantomius è stato presentato come il Ladro Gentiluomo, colui che ruba ai ricchi per donare ai poveri, Paperino si identifica in lui quando lo definisce "vittima dei plutocrati come me" nella storia d'esordio di Paperinik, o che ruba per il gusto della sfida, ma non ha mai fatto nulla perchè fosse inviso alla cittadinanza fino al punto di premiare in tal modo colui che lo ha sconfitto, e difatti nelle storie precedenti non mi sembra di ricordare si parlasse di un simile astio nei suoi confronti, tanto è vero che il suo ritorno non viene visto con paura o sentimenti negativi, anzi...Luxor, la tua riflessione sui sentimenti non negativi dei paperopolesi nei confronti di Fantomius secondo me è ulteriormente confermata dal finale della storia, quando Fantomius restituisce alla popolazione i denari rubati da Famedoro. e può anche facilmente integrarsi con l'altra riflessione di Vincenzo, per cui l'appoggio a Famedoro da parte dei ricchi può aver facilmente condizionato la città.
Infine, una considerazione sul periodo storico. La storia è ambientata a cavallo tra il 1929 e il 1930, gli anni della Grande depressione, che culminò con il crollo della Borsa di Wall Street, il famoso giovedì nero dell'ottobre 1929. e che si protrasse negli anni successivi. Ora, naturalmente in un fumetto Disney non si possono far vedere quegli eventi terribili, ma per me è comunque molto strano che in un periodo simile Famedoro possa fare il bello e il cattivo tempo, addirittura imporre tasse assurde quando non si trovava nemmeno da mangiare, per un anno intero senza reazioni o altro da parte della cittadinanza o di altri personaggi.
CUTleggere commenti come questo non fa che aumentare la stima che provo per te. In generale, io ho capito troppo tardi che con quelli come salimbeti non vale la pena discutere, perché non ci sarà mai alcuna possibilità di instaurare un dialogo costruttivo
Forse perchè gli elementi così come li hai espressi non fornivano reali spunti di discussione visto che partivano dal presupposto che siccome la storia è ambientata nel 1930 ti saresti aspettato che...la situazione non è verosimile in quanto dal punto di vista storico...queste incongruenze storico- realistiche fanno si che la storia non era credibile, come si può spiegare questo o l'altro fatto ec... Diverso sarebbe stato se lo spunto di discussione partiva dal fatto, chiaro a tutti, che semplicemente ha te la storia non piace perchè essendo uno studioso ed appassionato di storia avresti gradito che questa essendo ambientata nel 1930 mostrasse una più realistica e storicamente verosimile sceneggiatura. E' questo è ragionevole i gusti sono gusti anche a me farebbe piacere che le storie "storiche" fossero precise e mostrassero solo elementi corretti e situazioni realistiche, ma nei fumetti Disney la cosa non funziona così. O meglio può anche accadere che per propria scelta un autore decida di creare una storia ambientata in un preciso periodo facendola coerente e corretta anche dal punto di vista storico, così come un autore potrebbe decidere di fare una storia coerente e realistica dal punto di vista tecnico-scentifico o della cultura materiale di un dato popolo., e saremo tutti contenti. Ma se questo non avviene non mi sognerei di razionalizzare il mio personale pensiero o i mie personali gusti con delle motivazioni di quelle espresse nei post precedenti per il semplice motivo che non c'è nessuna regola per cui un autore se vuole ambientare una storia nel 1929 non possa inventarsi elementi immaginari, situazioni storicamente inesistenti e se lo fa non significa che la storia non va bene, che questo non ha senso ec... Queste critiche non sono costruttive sono solo fini a se stesse e non offrono nessuno spunto , tanto più che per alcuni dubbi le risposte sono state date, chiaramente sono giustificazioni inventate perchè la situazione è anche inventata perchè si tratta di un fumetto Disney e non della storia reale! Se per ci si domanda come mai il governo centrale Americano non è intervenuto, la domanda è legittima così come lo sono le possibili risposte in base alla visione che ognuno di noi ha di quel mondo immaginario. Non c 'è una risposta canonica in quanto la situazione non è storicamente reale . Quindi per alcuni la risposta potrà essere perchè il Calisota è una città stato (riferendoci ad una storia di Bark) per latri la risposta potrà essere perchè durante la crisi il governo aveva altro a cui pensare e siccome il Calisota gode di forte autonomia nessuno è intervenuto ec..Si può essere d'accordo o meno ognuno è libero di pensarla come vuole, non cè una risposta giusta o sbagliata, trattandosi di una avventura di fantasia e non ha senso continuare a cercare motivazioni storico-sociali per cercare di dimostrare il perchè Paperopoli non può essere una citta stato o perchè non ha storicamente senso che il governo non intervenga se questa è una citta USA. Questo lo sappiamo tutti che non sono cose realmente plausibili ma qui non si sta parlando di eventi reali ma solo di fantasia , anche se locata in un preciso periodo storico .Il fatto che Gervasio fa riferimenti a periodi storici non significa che ha "stipulato una sorta di patto con i lettori" questa è una tua libera interpretazione ed è quindi come ogni autore libero di inserire eventi storicamente non credibili ma plausibili nell'ottica Disney.
Su Moltissime storie Disney se si vuole ci si puo soffermare nel trovare errori storici, ed incongruenze varie se si decide di voler applicare la logica della plausibile storicità reale.
Devi separare la passione del fumetto e del mondo Disney (e della maggior parte dei fumetti vedi esempio di Asterix) con la passione storica perchè le due cose non potranno mai amalgamarsi. Ripeto sarebbe come se la stessa cosa la facesse un ingegnere per quanto riguarda la plausibilità delle tecnologie mostrate nelle storie
Cosa pensava Barks di preciso nessuno lo sa (a meno di dichiarazioni su articoli od interviste) forse la concepiva come città stato, forse non gli interessava più di tanto, quello che mostra in una storia era chiaro che lo fosse, in ogni caso visto che non lo possiamo sapere con certezza l'autore moderno è libero di scegliere o meno questa interpretazione.
Tu immagini troppo e immagini che la tua mappa mentale corrisponda a quella di altre persone. Come fai a supporre cosa immagina Gervasio? A meno che non te l'abbia detto lui di persona. Certo logiche Statunitensi in un contesto fantasioso dove una città di lingua usi e costumi statunitensi è però una città stato così come i San Marinesi hanno lingua e cultura italiane ma non dipendono dallo stato Italiano. Nella realtà storica Americana queste cose sono impossibili in quella Disney no sono plausibili! Non mi pare ci voglia molto a capirlo!
Certo! il mio sito rispecchia la mia visione del mondo di Paperopoli, mica quello di altre persone o degli autori. Ho preso in considerazione le cose che dal mio punto di vista ho ritenuto piacevoli , non mi sono mica posto il problema di quello che poteva essere più o meno verosimile dal punto di vista storico/realistico. Non mi aspetto mica che una storia venga strutturata da un 'autore secondo il mio punto di vista. Se alcune cose di una storia non aggradano la mia visione non le considero, mentre altre si indipendentemente se sono plausibili o meno nel mondo reale. Certo che altre persone o autori potrebbero non essere d'accordo con la visione del mio mondo Disney, ci mancherebbe altro, non posso mica indovinare o fare un sito che coincida con la mappa mentale dei vari lettori, ma solo con la mia!
Credevo di aver messo molti elementi utili e interessanti per lo sviluppo di una discussione di livello che non scivolasse nella logica del "questo pensiero è mio e lo gestisco io", ma devo rendermi conto di aver sprecato un po' del mio tempo se il risultato sono questi toni scomposti e quello che si può definire un arroccamento.
La questione del patto con il lettore è talmente basilare per quanto riguarda la fruizione di qualsiasi opera di narrativa o di fantasia che non mi sembra il caso dover spiegare ulteriormente quello che ho già ampiamente discusso nei messaggi precedenti parlando del rapporto tra l'autore (Gervasio), il lettore (chiunque di noi), l'oggetto in questione che si sta valutando (una storia di Topolino) e, aggiungo, la responsabilità che il prodotto finale si porta dietro in quanto pubblico, specie se ambizioso. Su quel tipo di legame si basa tutta la costruzione di ragionamenti o di semplici chiacchiere tra appassionati con tutte le sfumature e le evoluzioni del caso, dal sito internet come il tuo alla recensione sull'edicola del Papersera e così via. Senza il rispetto verso questa dinamica viene a crollare in primo luogo l'interesse stesso per l'argomento di cui si vorrebbe discutere, e sarebbe un peccato.
Inoltre, così come - legittimamente - mi chiedi di fare ciò che in realtà non mi sono mai sognato nemmeno di pensare (mettermi nella testa di qualcun altro e tirare a indovinare i suoi pensieri), ti chiederei di fare gentilmente altrettanto nei miei confronti, senza andare a sindacare sulle mappe mentali altrui o consigliando l'approccio più giusto per "separare la passione del fumetto e del mondo Disney [...] con la passione storica" - per non parlare di "Tu immagini troppo e immagini che al tua mappa mentale corrisponda a quella di altre persone", un commento irricevibile.
È un appiglio retorico francamente infantile, forse però utile per svicolare dalla discussione tra gentiluomini.
Oltretutto mi sembrava di aver scritto un lungo post in un italiano più che comprensibile.
Pazienza.
Non commenterò ulteriormente, quel che dovevo dire riguardo la storia di Fantomius - con i toni giusti e le argomentazioni necessarie - è tutto nei post di ieri sera.
CUTleggere commenti come questo non fa che aumentare la stima che provo per te. In generale, io ho capito troppo tardi che con quelli come salimbeti non vale la pena discutere, perché non ci sarà mai alcuna possibilità di instaurare un dialogo costruttivo
Luxor, Cuordipietra viene eletto grazie all'appoggio dei ricchi di Paperopoli, per i quali Fantomius è una minaccia a tutti gli effetti.
I voti e le opinioni dei poveracci, evidentemente, non contano nulla. E nel 1930 non ci vedo niente di strano.
Fin dall'inizio Fantomius è stato presentato come il Ladro Gentiluomo, colui che ruba ai ricchi per donare ai poveri, Paperino si identifica in lui quando lo definisce "vittima dei plutocrati come me" nella storia d'esordio di Paperinik, o che ruba per il gusto della sfida, ma non ha mai fatto nulla perchè fosse inviso alla cittadinanza fino al punto di premiare in tal modo colui che lo ha sconfitto, e difatti nelle storie precedenti non mi sembra di ricordare si parlasse di un simile astio nei suoi confronti, tanto è vero che il suo ritorno non viene visto con paura o sentimenti negativi, anzi...Luxor, la tua riflessione sui sentimenti non negativi dei paperopolesi nei confronti di Fantomius secondo me è ulteriormente confermata dal finale della storia, quando Fantomius restituisce alla popolazione i denari rubati da Famedoro. e può anche facilmente integrarsi con l'altra riflessione di Vincenzo, per cui l'appoggio a Famedoro da parte dei ricchi può aver facilmente condizionato la città.
Infine, una considerazione sul periodo storico. La storia è ambientata a cavallo tra il 1929 e il 1930, gli anni della Grande depressione, che culminò con il crollo della Borsa di Wall Street, il famoso giovedì nero dell'ottobre 1929. e che si protrasse negli anni successivi. Ora, naturalmente in un fumetto Disney non si possono far vedere quegli eventi terribili, ma per me è comunque molto strano che in un periodo simile Famedoro possa fare il bello e il cattivo tempo, addirittura imporre tasse assurde quando non si trovava nemmeno da mangiare, per un anno intero senza reazioni o altro da parte della cittadinanza o di altri personaggi.
Riguardo alla tua perplessità circa la scelta dell'autore di mostrare l'imposizione di tasse assurde nel periodo storico della Grande Depressione, penso che potrebbe essere un espediente precisamente voluto proprio per non sottolineare, pur rappresentandola, la drammaticità del periodo storico: si mostra la situazione storica per quella che è stata, ma il riferimento all'imposizione delle tasse, incoerente con quella realtà, serve da un lato a rendere "politicamente corretto" il richiamo, e dall'altro esalta una caratteristica soggettiva di Famedoro, cioè la sua crudeltà, che prescinde dal riferimento storico.
Riguardo al patto fra autore e lettore, concordo completamente con Gladstone, che ha esposto il suo pensiero con argomentazioni correttissime e fondate.
Ma secondo voi credete veramente che Gervasio aveva in mente di stipulare una sorta di patto con i lettori perchè avendo ambientato la storia nel 1929 alcuni si sarebbe aspettati che tutto quello che mostrava, che tutti gli avvenimenti fossero coerenti e storicamente plausibili?Non sono sicura di aver capito bene se tu davvero intendi un patto scritto e firmato a mo' di contratto, visto quante volte lo stai rimarcando come fosse una cosa negativa, comunque io quando penso a patto con il lettore penso a cose di questo genere (https://www.scritturaefficace.com/2019/04/13/il-patto-narrativo-la-promessa-che-facciamo-ai-nostri-lettori/).
Conosciuta anche come “contratto scrittore-lettore“, oppure “patto narrativo” è una specie di “accordo” non scritto fra un autore e il suo pubblico. Come ogni contratto prevede responsabilità e crediti reciproci.
Vediamo anzitutto il discorso dal punto di vista del lettore. Quando un lettore si appresta a leggere un libro, per così dire, decide di “sospendere” il suo scetticismo, si affida cioè a quanto l’autore gli sta per raccontare per credere il più possibile alla storia che gli viene narrata. Questo per farsi coinvolgere pienamente (pensiamo quanto sia importante, ad esempio, in una storia fantasy o distopica questa “sospensione” immaginifica della realtà).
Il primo a teorizzare il “contratto scrittore-lettore” è stato l’inglese Samuel Taylor Coleridge (vissuto tra il XVIII e il XIX secolo); nella sua Biographia literaria, egli parlava di willing suspension of disbelief (volontaria sospensione dell’incredulità) del lettore. Secondo Coleridge, la sospensione sarebbe l’unico modo in cui il lettore riesce a farsi coinvolgere completamente nella storia.
Visto dal punto di vista che più ci interessa (ovvero quello dello scrittore), sappiamo però che la nostra responsabilità nel patto implicito con il nostro pubblico è quella di rendere le opere che proponiamo verosimili e coerenti, non correre cioè il rischio di farle perdere di credibilità.
Se infatti il lettore deve mettere a tacere la sua parte razionale, è nostro compito semplificare la sua vita. Coerenza e verosimiglianza, dunque.
La coerenza è il rispetto delle premesse che facciamo nel corso della narrazione. Se infatti raccontiamo di un ragazzo sfrontato, non possiamo, nel bel mezzo della narrazione, improvvisamente farlo parlare in modo timido.
La verosimiglianza è invece la capacità dell’autore di rendere vero l’oggetto della sua narrazione. Questo avviene attraverso la creazione di un determinato contesto e di regole specifiche che, una volta rese chiare al lettore, non possono essere infrante.
Forse perchè gli elementi così come li hai espressi non fornivano reali spunti di discussione visto che partivano dal presupposto che siccome la storia è ambientata nel 1930 ti saresti aspettato che...la situazione non è verosimile in quanto dal punto di vista storico...queste incongruenze storico- realistiche fanno si che la storia non era credibile, come si può spiegare questo o l'altro fatto ec... Diverso sarebbe stato se lo spunto di discussione partiva dal fatto, chiaro a tutti, che semplicemente ha te la storia non piace perchè essendo uno studioso ed appassionato di storia avresti gradito che questa essendo ambientata nel 1930 mostrasse una più realistica e storicamente verosimile sceneggiatura. E' questo è ragionevole i gusti sono gusti anche a me farebbe piacere che le storie "storiche" fossero precise e mostrassero solo elementi corretti e situazioni realistiche, ma nei fumetti Disney la cosa non funziona così. O meglio può anche accadere che per propria scelta un autore decida di creare una storia ambientata in un preciso periodo facendola coerente e corretta anche dal punto di vista storico, così come un autore potrebbe decidere di fare una storia coerente e realistica dal punto di vista tecnico-scentifico o della cultura materiale di un dato popolo., e saremo tutti contenti. Ma se questo non avviene non mi sognerei di razionalizzare il mio personale pensiero o i mie personali gusti con delle motivazioni di quelle espresse nei post precedenti per il semplice motivo che non c'è nessuna regola per cui un autore se vuole ambientare una storia nel 1929 non possa inventarsi elementi immaginari, situazioni storicamente inesistenti e se lo fa non significa che la storia non va bene, che questo non ha senso ec... Queste critiche non sono costruttive sono solo fini a se stesse e non offrono nessuno spunto , tanto più che per alcuni dubbi le risposte sono state date, chiaramente sono giustificazioni inventate perchè la situazione è anche inventata perchè si tratta di un fumetto Disney e non della storia reale! Se per ci si domanda come mai il governo centrale Americano non è intervenuto, la domanda è legittima così come lo sono le possibili risposte in base alla visione che ognuno di noi ha di quel mondo immaginario. Non c 'è una risposta canonica in quanto la situazione non è storicamente reale . Quindi per alcuni la risposta potrà essere perchè il Calisota è una città stato (riferendoci ad una storia di Bark) per latri la risposta potrà essere perchè durante la crisi il governo aveva altro a cui pensare e siccome il Calisota gode di forte autonomia nessuno è intervenuto ec..Si può essere d'accordo o meno ognuno è libero di pensarla come vuole, non cè una risposta giusta o sbagliata, trattandosi di una avventura di fantasia e non ha senso continuare a cercare motivazioni storico-sociali per cercare di dimostrare il perchè Paperopoli non può essere una citta stato o perchè non ha storicamente senso che il governo non intervenga se questa è una citta USA. Questo lo sappiamo tutti che non sono cose realmente plausibili ma qui non si sta parlando di eventi reali ma solo di fantasia , anche se locata in un preciso periodo storico .
Se dici non credo che Gervasio abbia immaginato che Paperopoli sia una città stato, stai dando per scontato un qualcosa che non puoi sapere immagini quindi di sapere cosa ha realmente pensato Gervasio. Altrimenti avresti detto... non ho idea di come la pensa Gervasio, qualcuno sa se ha detto o mostrato in qualche sua altra storia il suo punto di vista sulla questione? Questo è un discorso costruttivo!
Le mappe mentali altrui sono le cose che esponi e come le esponi quello che è il tuo sentito ed il tuo pensiero così come lo hai esposto, non è immaginare quello che pensi, quello sarebbe "lettura del pensiero" un altro atteggiamento che molte persone hanno , quindi è tuttaltro che infantile ma si basa esclusivamente su le tue argomentazioni e su come esponi il tuo pensiero.
Il fatto che un lungo post sia comprensibile in Italiano non significa che esponga con la giusta sintesi il proprio pensiero. Comunque tu lo hai espresso pur senza dirlo esplicitamente ed è quanto ho riportato sopra ...siccome sei uno storico appassionato non gradisci l'idea che una storia ambientata in un preciso periodo mostri "inesattezze" ed incongruenze con la realtà storica. Ma questo è un tuo personale punto di vista non una valutazione oggettiva! Anche io sono un cultore della storia ma non provo particolare fastidio se una avventura Disney o una di Asterix pur riferendosi a ben precisi momenti della storia sono piene di incongruenze ed errori , perchè mi rendo conto che nei fumetti funziona così e non li percepisco come "inesattezze" da spiegare o da trovare una motivazione , non mi domando ..ma come mai? ma lo sceneggiatore ha fatto degli errori! ma questo non è possibile nel nel 1929!, ma la società american non era quella! ma Washington non è intervenuta non è credibile! ec.. E se proprio voglio trovarne una semplicemente me la invento (tanto anche la storia è pura fantasia) ma non ritengo che il mio punto di vista sia quello giusto e non troverei strano che qualcuno la pensi diversamente da me.
No, attenzione. Sono uno studioso rompiscatole, ma non ho mai preteso una "quanto più possibile aderenza alla realtà storica" da un fumetto Disney, tant'è che nell'ultima parte del mio precedente intervento ho sottolineato l'importanza della fantasia e della creatività. Quando voglio leggere un testo di saggistica storica so benissimo a chi e dove rivolgermi, sicuramente non a Topolino, che ha ben altra funzione.
Tornando a Gervasio, invece, io lettore non posso certo immaginare che, nella sua testa, Paperopoli sia effettivamente un'enclave americana giuridicamente scorporata dagli USA, quando ci sono per l'appunto più di settant'anni di storie che complessivamente fanno intendere l'esatto contrario: la logica e l'esperienza vorrebbero che, anche leggendo le gesta di Fantomius, si stiano seguendo un contesto e una logica verosimilmente statunitensi. E affermo ciò perché non mi risulta che nemmeno Gervasio abbia mai esplicitato lo status speciale della città e del suo territorio, sic et simpliciter.Mi sembra molto diverso da "non credo che Gervasio abbia immaginato che Paperopoli sia una città stato", il pensiero che hai cercato di indovinare (per farla semplice, "non credo" ≠ "non mi risulta").
Non sono sicura di aver capito bene se tu davvero intendi un patto scritto e firmato a mo' di contratto, visto quante volte lo stai rimarcando come fosse una cosa negativa, comunque io quando penso a patto con il lettore penso a cose di questo genere (https://www.scritturaefficace.com/2019/04/13/il-patto-narrativo-la-promessa-che-facciamo-ai-nostri-lettori/)Grazie, Vale, santa donna.
Luxor, Cuordipietra viene eletto grazie all'appoggio dei ricchi di Paperopoli, per i quali Fantomius è una minaccia a tutti gli effetti.
I voti e le opinioni dei poveracci, evidentemente, non contano nulla. E nel 1930 non ci vedo niente di strano.
Cioè, quindi escludendo il fatto che Famedoro non si sarebbe mai potuto candidare a sindaco, per me non una cosa da poco, ma tant’è, ora mi vieni a dire che nel 1930 in America le elezioni erano solo appannaggio dei ricchi e dei nobili?
Pensa, io credevo che nel 1930 potessero votare tutti e che un voto valesse uno per tutti, ignoravo che Paperopoli fosse composta soprattutto da gente ricca o che il loro voto valesse doppio o triplo, ora è tutto chiaro!
Luxor, Cuordipietra viene eletto grazie all'appoggio dei ricchi di Paperopoli, per i quali Fantomius è una minaccia a tutti gli effetti.
I voti e le opinioni dei poveracci, evidentemente, non contano nulla. E nel 1930 non ci vedo niente di strano.
Cioè, quindi escludendo il fatto che Famedoro non si sarebbe mai potuto candidare a sindaco, per me non una cosa da poco, ma tant’è, ora mi vieni a dire che nel 1930 in America le elezioni erano solo appannaggio dei ricchi e dei nobili?
Pensa, io credevo che nel 1930 potessero votare tutti e che un voto valesse uno per tutti, ignoravo che Paperopoli fosse composta soprattutto da gente ricca o che il loro voto valesse doppio o triplo, ora è tutto chiaro!
Luxor, Cuordipietra viene eletto grazie all'appoggio dei ricchi di Paperopoli, per i quali Fantomius è una minaccia a tutti gli effetti.
I voti e le opinioni dei poveracci, evidentemente, non contano nulla. E nel 1930 non ci vedo niente di strano.
Cioè, quindi escludendo il fatto che Famedoro non si sarebbe mai potuto candidare a sindaco, per me non una cosa da poco, ma tant’è, ora mi vieni a dire che nel 1930 in America le elezioni erano solo appannaggio dei ricchi e dei nobili?
Pensa, io credevo che nel 1930 potessero votare tutti e che un voto valesse uno per tutti, ignoravo che Paperopoli fosse composta soprattutto da gente ricca o che il loro voto valesse doppio o triplo, ora è tutto chiaro!
Probabilmente Gervasio riteneva che in una situazione di Crisi i voti si possono comprare facilmente. Poi non so se nel 1930 questa era una possibilità concreta negli USA, Presumibilmente lo è nella Disneyana Paperopoli del 1929 sempre secondo la visione dell'autore
Forse perchè gli elementi così come li hai espressi non fornivano reali spunti di discussione visto che partivano dal presupposto che siccome la storia è ambientata nel 1930 ti saresti aspettato che...la situazione non è verosimile in quanto dal punto di vista storico...queste incongruenze storico- realistiche fanno si che la storia non era credibile, come si può spiegare questo o l'altro fatto ec... Diverso sarebbe stato se lo spunto di discussione partiva dal fatto, chiaro a tutti, che semplicemente ha te la storia non piace perchè essendo uno studioso ed appassionato di storia avresti gradito che questa essendo ambientata nel 1930 mostrasse una più realistica e storicamente verosimile sceneggiatura. E' questo è ragionevole i gusti sono gusti anche a me farebbe piacere che le storie "storiche" fossero precise e mostrassero solo elementi corretti e situazioni realistiche, ma nei fumetti Disney la cosa non funziona così. O meglio può anche accadere che per propria scelta un autore decida di creare una storia ambientata in un preciso periodo facendola coerente e corretta anche dal punto di vista storico, così come un autore potrebbe decidere di fare una storia coerente e realistica dal punto di vista tecnico-scentifico o della cultura materiale di un dato popolo., e saremo tutti contenti. Ma se questo non avviene non mi sognerei di razionalizzare il mio personale pensiero o i mie personali gusti con delle motivazioni di quelle espresse nei post precedenti per il semplice motivo che non c'è nessuna regola per cui un autore se vuole ambientare una storia nel 1929 non possa inventarsi elementi immaginari, situazioni storicamente inesistenti e se lo fa non significa che la storia non va bene, che questo non ha senso ec... Queste critiche non sono costruttive sono solo fini a se stesse e non offrono nessuno spunto , tanto più che per alcuni dubbi le risposte sono state date, chiaramente sono giustificazioni inventate perchè la situazione è anche inventata perchè si tratta di un fumetto Disney e non della storia reale! Se per ci si domanda come mai il governo centrale Americano non è intervenuto, la domanda è legittima così come lo sono le possibili risposte in base alla visione che ognuno di noi ha di quel mondo immaginario. Non c 'è una risposta canonica in quanto la situazione non è storicamente reale . Quindi per alcuni la risposta potrà essere perchè il Calisota è una città stato (riferendoci ad una storia di Bark) per latri la risposta potrà essere perchè durante la crisi il governo aveva altro a cui pensare e siccome il Calisota gode di forte autonomia nessuno è intervenuto ec..Si può essere d'accordo o meno ognuno è libero di pensarla come vuole, non cè una risposta giusta o sbagliata, trattandosi di una avventura di fantasia e non ha senso continuare a cercare motivazioni storico-sociali per cercare di dimostrare il perchè Paperopoli non può essere una citta stato o perchè non ha storicamente senso che il governo non intervenga se questa è una citta USA. Questo lo sappiamo tutti che non sono cose realmente plausibili ma qui non si sta parlando di eventi reali ma solo di fantasia , anche se locata in un preciso periodo storico .
Se dici non credo che Gervasio abbia immaginato che Paperopoli sia una città stato, stai dando per scontato un qualcosa che non puoi sapere immagini quindi di sapere cosa ha realmente pensato Gervasio. Altrimenti avresti detto... non ho idea di come la pensa Gervasio, qualcuno sa se ha detto o mostrato in qualche sua altra storia il suo punto di vista sulla questione? Questo è un discorso costruttivo!
Le mappe mentali altrui sono le cose che esponi e come le esponi quello che è il tuo sentito ed il tuo pensiero così come lo hai esposto, non è immaginare quello che pensi, quello sarebbe "lettura del pensiero" un altro atteggiamento che molte persone hanno , quindi è tuttaltro che infantile ma si basa esclusivamente su le tue argomentazioni e su come esponi il tuo pensiero.
Il fatto che un lungo post sia comprensibile in Italiano non significa che esponga con la giusta sintesi il proprio pensiero. Comunque tu lo hai espresso pur senza dirlo esplicitamente ed è quanto ho riportato sopra ...siccome sei uno storico appassionato non gradisci l'idea che una storia ambientata in un preciso periodo mostri "inesattezze" ed incongruenze con la realtà storica. Ma questo è un tuo personale punto di vista non una valutazione oggettiva! Anche io sono un cultore della storia ma non provo particolare fastidio se una avventura Disney o una di Asterix pur riferendosi a ben precisi momenti della storia sono piene di incongruenze ed errori , perchè mi rendo conto che nei fumetti funziona così e non li percepisco come "inesattezze" da spiegare o da trovare una motivazione , non mi domando ..ma come mai? ma lo sceneggiatore ha fatto degli errori! ma questo non è possibile nel nel 1929!, ma la società american non era quella! ma Washington non è intervenuta non è credibile! ec.. E se proprio voglio trovarne una semplicemente me la invento (tanto anche la storia è pura fantasia) ma non ritengo che il mio punto di vista sia quello giusto e non troverei strano che qualcuno la pensi diversamente da me.
Trovami un rigo, un singolo rigo, in cui ho affermato o fatto passare l'idea che l'ultima storia di Fantomius non m'è piaciuta.
Altrimenti sei cortesemente pregato di non giocare a indovinare i miei pensieri e di non ricostruire mappe mentali altrui sulla base di tue supposizioni rabberciate su pochissimi elementi che, in questo caso, nulla dicono a proposito dei gusti personali.
Allo stesso modo, non mi sarei aspettato nulla di tutto quello che ho posto come dubbio, legittimo e abbondantemente ragionato, se non ci fossero stati i presupposti logici per farlo. Avrei semplicemente archiviato la storia e via, avanti con la prossima, da diligente consumatore.
Per il resto, ho scritto più che chiaramente questa cosa qualche messaggio fa:No, attenzione. Sono uno studioso rompiscatole, ma non ho mai preteso una "quanto più possibile aderenza alla realtà storica" da un fumetto Disney, tant'è che nell'ultima parte del mio precedente intervento ho sottolineato l'importanza della fantasia e della creatività. Quando voglio leggere un testo di saggistica storica so benissimo a chi e dove rivolgermi, sicuramente non a Topolino, che ha ben altra funzione.
Invece, per quanto riguarda Paperopoli città stato "secondo Gervasio", io ho detto questo:Tornando a Gervasio, invece, io lettore non posso certo immaginare che, nella sua testa, Paperopoli sia effettivamente un'enclave americana giuridicamente scorporata dagli USA, quando ci sono per l'appunto più di settant'anni di storie che complessivamente fanno intendere l'esatto contrario: la logica e l'esperienza vorrebbero che, anche leggendo le gesta di Fantomius, si stiano seguendo un contesto e una logica verosimilmente statunitensi. E affermo ciò perché non mi risulta che nemmeno Gervasio abbia mai esplicitato lo status speciale della città e del suo territorio, sic et simpliciter.Mi sembra molto diverso da "non credo che Gervasio abbia immaginato che Paperopoli sia una città stato", il pensiero che hai cercato di indovinare (per farla semplice, "non credo" ≠ "non mi risulta").
Sì, lo so. Non ho rispettato il mio precedente proposito di non intervenire più sulla questione, ma non ho potuto resistere davanti all'attacco frontale di chi predica il dialogo costruttivo con gli altri... giocando però solo con l'imposizione delle sue regole.
P.S. Consiglio comunque un'attenta e robusta revisione delle bozze prima dell'invio dei messaggi, pure se si scrivono di fretta o da telefono: è sempre molto utile.
P.P.S. Leggendo anche la tua risposta a Hero of Sky, sul patto tra autore e lettore non ho più parole. Evidentemente c'è un equivoco di fondo, perché io continuo a dire A e tu continui a rispondere Z. Con la retorica profusa nel tuo ultimo messaggio stai quasi facendo passare Gervasio per lo sprovveduto che in realtà non è, io te lo dico.Non sono sicura di aver capito bene se tu davvero intendi un patto scritto e firmato a mo' di contratto, visto quante volte lo stai rimarcando come fosse una cosa negativa, comunque io quando penso a patto con il lettore penso a cose di questo genere (https://www.scritturaefficace.com/2019/04/13/il-patto-narrativo-la-promessa-che-facciamo-ai-nostri-lettori/)Grazie, Vale, santa donna.
.Luxor, Cuordipietra viene eletto grazie all'appoggio dei ricchi di Paperopoli, per i quali Fantomius è una minaccia a tutti gli effetti.
I voti e le opinioni dei poveracci, evidentemente, non contano nulla. E nel 1930 non ci vedo niente di strano.
Cioè, quindi escludendo il fatto che Famedoro non si sarebbe mai potuto candidare a sindaco, per me non una cosa da poco, ma tant’è, ora mi vieni a dire che nel 1930 in America le elezioni erano solo appannaggio dei ricchi e dei nobili?
Pensa, io credevo che nel 1930 potessero votare tutti e che un voto valesse uno per tutti, ignoravo che Paperopoli fosse composta soprattutto da gente ricca o che il loro voto valesse doppio o triplo, ora è tutto chiaro!
Innanzitutto abbassa i toni, io ti avevo fatto un favore a cercare di chiarirti le idee.
Non ci vedo niente di strano che le influenze di una minoranza ricca condizionino un'elezione a sindaco, visto che purtroppo la democrazia perfetta e infallibile non esiste.
Luxor, Cuordipietra viene eletto grazie all'appoggio dei ricchi di Paperopoli, per i quali Fantomius è una minaccia a tutti gli effetti.
I voti e le opinioni dei poveracci, evidentemente, non contano nulla. E nel 1930 non ci vedo niente di strano.
Cioè, quindi escludendo il fatto che Famedoro non si sarebbe mai potuto candidare a sindaco, per me non una cosa da poco, ma tant’è, ora mi vieni a dire che nel 1930 in America le elezioni erano solo appannaggio dei ricchi e dei nobili?
Pensa, io credevo che nel 1930 potessero votare tutti e che un voto valesse uno per tutti, ignoravo che Paperopoli fosse composta soprattutto da gente ricca o che il loro voto valesse doppio o triplo, ora è tutto chiaro!
Probabilmente Gervasio riteneva che in una situazione di Crisi i voti si possono comprare facilmente. Poi non so se nel 1930 questa era una possibilità concreta negli USA, Presumibilmente lo è nella Disneyana Paperopoli del 1929 sempre secondo la visione dell'autore
Scusami se mi permetto, ma come dici ad altri di non entrare nella mente dell’autore gradirei facessi lo stesso anche tu.
Cioè, se tu mi vuoi dare la tua personale versione della storia allora ben venga, ma se mi scrivi che “probabilmente Gervasio riteneva che...” allora fai la stessa cosa che rimproveri ad altri, o sbaglio?
Per carità, magari hai un rapporto di stretta amicizia con Gervasio, magari avete discusso di queste tematiche spuntate fuori tra ieri ed oggi è le vostre idee coincidono, però non mi sembra corretto fare tu stesso ciò di cui accusi gli altri, o no?
Detto ciò, di spiegazioni valide ai miei dubbi possono essercene a decine, Famedoro avrebbe potuto falsificare il suo status di cittadino americano, avrebbe potuto truccare le elezioni, avrebbe potuto corrompere gli scrutinatori, avrebbe potuto comprare direttamente i voti ai cittadini promettendo lavoro, risorse o quello che vuoi, addirittura Famedoro avrebbe potuto decidere di restare nell’ombra e lasciare il posto di sindaco ad un fantoccio, e così non ci sarebbero state molte delle grane riscontrate, ma converrai con me che qualcosa non va nella costruzione della storia se si lascia che sia il lettore a dover presumere troppo.
Ribadisco che a me la storia è piaciuta, ma l’avrei apprezzata ancora di più se non avessi riscontrato quelle che, almeno per me, sono criticità non da poco.
Cuordipietra viene eletto grazie all'appoggio dei ricchi di Paperopoli, per i quali Fantomius è una minaccia a tutti gli effetti.Questo post di Vincenzo che ha innescato una polemica 'minore' ma parallela a quelle su altre questioni non è del tutto fuori luogo. In America il diritto al voto non è automatico: ancor oggi il cittadino americano che vuole votare deve registrarsi nelle liste del suo comune e in passato, soprattutto negli stati del Sud che contestavano il diritto di voto ai neri, questa registrazione era spesso ostacolata, diventando difficile se non 'impossibile'. Il cittadino veniva sottoposto ad una serie di domande di cultura generale (anche giuridica) per verificare la sua 'idoneità' al voto (non so se oggi ci siano ancora queste consuetudini) e se l'impiegato di turno (in accordo con altri se non proprio con le autorità maggiori) decideva di non dare il consenso, bastava che formulasse una serie di domande 'impossibili' per negare ufficialmente tale diritto. Immagino che ciò potesse accadere non solo al Sud nei confronti dei neri (dove gli ostacoli non erano solo 'giuridici' ma anche fisici, con gruppetti di persone bianche che spesso impedivano fisicamente agli afroamericani di accedere agli uffici di registrazione) ma anche in altre zone del paese nei confronti di altre fasce della società (i più poveri ed emarginati, i più ignoranti, altre minoranze etniche...). Tutto ciò considerando che l'affluenza al voto, nazionale o locale che sia e al di là di questi specifici 'ostacoli', in America non ha mai raggiunto percentuali elevate.
I voti e le opinioni dei poveracci, evidentemente, non contano nulla. E nel 1930 non ci vedo niente di strano.
In generale, io ho capito troppo tardi che con quelli come salimbeti non vale la pena discutere, perché non ci sarà mai alcuna possibilità di instaurare un dialogo costruttivoQueste affermazione nei confronti di salimbeti (e queste appena postate qui sopra) sono quantomeno 'ingenerose' e inesatte. Si possono avere opinioni diverse, utilizzare parole che magari vanno oltre certi intendimenti, provocando la reazione dell'interlocutore, però non si può dire che le varie discussioni passate e presenti con l'utente in questione non siano state dialoganti e costruttive. Riguardo Paperinik e Fantomius ho sempre avuto (e non credo di essere il solo) degli interessanti scambi di vedute con lui e sono sicuro che le contrapposizioni fra Gladstone e Salimbeti saranno inquadrate nella giusta misura, come è giusto si faccia tra persone intelligenti, appassionate e che, immagino, hanno fra loro una reciproca stima.
Salimbeti, ti stai arrampicando sugli specchi. Non credo di aver mai visto in un singolo individuo così tanta prosopopea in vita mia
è troppo chiedere di tenere la politica fuori da questo forum e di non insultare le idee altrui, qualsiasi esse siano?
CUTtranquillo, non me la prendo. Anzi, mi farà bene. Era nell'aria, dopotutto. Ho sicuramente esagerato con i toni, ma volevo solo che si capisse che in quello che dovrebbe essere un dibattito pacifico non sopporto certi atteggiamenti. Tutto qui. Spero che questo sia chiaro
Forse è il caso di chiedersi se abbia ancora senso mantenere questo tipo di comicità sul libretto, vista la qualità ormai da mesi in caduta libera esattamente come Super Pippo, protagonista della suddetta tavola autoconclusiva.Non sono molto d'accordo: è vero che la maggior parte delle TopoGulp degli ultimi mesi sono tremende (o, scusate il termine, cringe, o scialbe e non divertenti), il cui modello esplicativo lo ritrovo in quella di Faraci di qualche settimana fa, perfettamente utilizzabile come foto da pubblicare su qualche gruppo Facebook di over 55 che "signora mia, i giovani d'oggi..."; però ormai è una tradizione bella è assai duratura per cui mi dispiacerebbe molto se decidessero di toglierla (come fece Valentina De Poli nei suoi ultimi mesi di direzione).
L'idea che qualche riccone sfrutti l'assenza di Fantomius per fare carriera politica usando lo slogan "colui che ha sconfitto Fantomius" ci sta alla grande, peccato che Gervasio scelga Cuordipietra anziché un magnante o nobile locale facendo storcere il naso ai lettori. Era l'occasione per ripresentare un personaggio apparso nella saga, magari vittima dei suoi furti oppure creare un nuovo antagonista.Di quale personaggio parli? Creare un nuovo antagonista non sarebbe stato male anche se il coinvolgimento di Famedoro può essere interessante per i possibili allacci riguardanti Paperone.
Ma perché scomodare Paperone?Le presenze di Paperone e Cuordipietra sarebbero 'una tantum', ovviamente. Non dico che debbano diventare personaggi fissi del cast della saga di Fantomius.
E background di rivalità fra Paperone e Cuordipietra prima del torneo monetario è solo nel Transvaal nel fine '800.Certo. Io intendevo a partire dal presente, dai nostri anni.
Riguardo al lungo periodo fra il ritorno a Paperopoli e l'incontro dei nipoti, Rosa dice solo che si ritira dagli affari nel 1943 (cinque anni prima).Non sapevo questa data che immagino Don Rosa avrà specificato in una delle sue interviste. Dunque 4/5 anni di 'buen retiro' (per modo di dire) non nel Deposito ma nella sua villa (che oggi purtroppo non si vede più mentre fino agli anni '70 - se non oltre - compariva di tanto in tanto).
Non sapevo questa data che immagino Don Rosa avrà specificato in una delle sue interviste. Dunque 4/5 anni di 'buen retiro' (per modo di dire) non nel Deposito ma nella sua villa (che oggi purtroppo non si vede più mentre fino agli anni '70 - se non oltre - compariva di tanto in tanto).No, viene specificato nella terza tavola del capitolo 12 8)
Secondo me l'ottima recensione di Paperinika riassume perfettamente tutti gli aspetti di questo numero di Topolino e specificatamente della storia di Fantomius e delle problematiche derivanti dall'uso altalenante della continuity nel "gervasioverso". Non so se sbaglio, ma mi sembra di capire che in questa (ribadisco) pregiata recensione Paperinika, oltre a manifestare il suo pensiero, sia stata mossa dall'intento di fare sintesi e di "tirare le somme" del dibattito occorso in questo topic.Specifico solo che la recensione è stata scritta ben prima di leggere il topic, come sempre faccio per evitare "influenze esterne" D'altronde lo scopo della recensione è di dare un'opinione quanto più possibile obiettiva, e non di riassumere le opinioni espresse nei topic. Se poi le due cose vengono a coincidere, beh, evidentemente sia l'una che le altre sono basate su elementi concreti e in comune. ;)
Per me non ci sono problemi di continuity. Gervasio ha specificato le date nel passato di Fantomius, non nel presente di Paperinik. Quindi non è che la nascita di Paperinik debba essere per forza nel 1969 solo perché in quell'anno è uscita la storia. Paperinik non è nato in nessun anno specifico, è nato nel presente. E questo presente è il presente senza tecnologia che avevano nel 1969 ma è anche il presente con la tecnologia che abbiamo oggi. È l'eterno presente, pertanto non è che determinati elementi tecnologici determinano l'anno in cui si svolge la vicenda (l'ideale è non considerarli troppo), per quanto riguarda Paperinik. In quanto a Fantomius invece sì. Perché? Perché lì sono specificati gli anni e infatti c'è uno studio sugli oggetti d'epoca da parte dell'autore. Ma Paperinik agisce semplicemente nel presente, che sia il presente del passato (1969) o che sia il presente del presente (anni Venti del Duemila). Perché crearsi tutti questi ingarbugli mentali sul tempo? In fondo nessuno si chiede perché Topolino agiva nel Selvaggio West nelle strisce di Gottfredson e ora ha il cellulare. Dunque perché complicarsi la vita con Paperinik? Sul fatto che Gervasio faccia a metà un lavoro attento sulla continuity, ci sta perfettamente. Perché da un lato Fantomius è ambientato in un periodo specifico e quindi si possono considerare elementi temporali specifici (nel 1929 è accaduto questo, poi nel 1930 quello), mentre Paperinik è ambientato semplicemente nel presente e dunque la continuity (anche nelle storie di Gervasio vere e proprie del Diabolico Vendicatore) che c'è non sta in degli anni specifici (banalmente "prima è accaduto questo, poi quello").
Mi unisco anch'io nel farti i miei più sentiti auguri di pronta guarigione, Bunz.Mi associo all'augurio, Bunz, che offro anche da parte mia. :)
Torno su questo topic per due motivi, il primo, innanzitutto, è per dare il mio bentornato a Bunz e per fargli i miei migliori auguri per una guarigione completa!Grazie, Luxor! Non potevo non leggerla!
Il secondo è perchè ho appena letto l'ottima intervista che Gumi ha fatto a Marco Gervasio, qui il link, https://www.papersera.net/wp/2021/02/15/intervista-a-marco-gervasio, e, oltre a fare i miei complimenti ad entrambi, vorrei sottolineare come l'autore ha risposto più o meno indirettamente ai dubbi che avevo espresso qui sull'ultima storia di Fantomius.
Alcune perplessità mi restano, ma ora capisco meglio il punto di vista di Gervasio e apprezzo che ne abbia parlato e lo ringrazio per questo.
Le storie di Paperinik, ma in generale dei personaggi Disney, sono “senza tempo”, sono sempre “nel presente”, sia che mostrino cellulari e computer, sia che non ci siano questi elementi… così come nelle storie del Topolino del 2030 magari ci saranno tecnologie che ora non abbiamo, ma non per questo le storie di oggi saranno “il passato”.Wow! Praticamente il Mitico Idolo dei due Vendicatori ha la mia stessa visione del discorso temporale (da cui era venuta fuori una discussione qualche settimana fa): il passato di Fantomius ha date precise ed è preciso, mentre il presente di Paperinik è un presente allungato e indefinito. :)
Diverso è ovviamente se, come nella saga di Fantomius, ambiento le storie negli anni Venti e Trenta: lì c’è una indicazione precisa e in quegli anni posso (se voglio) mostrare elementi (come le sorelle di Paperone) che altri autori hanno fissato in quel periodo. Ciò non significa che se poi Fantomius va nel futuro e incontra Paperino, questo futuro debba essere per forza anch’esso “datato”. È quel futuro per Fantomius che per Paperino (e per me) è il presente, un presente come detto “indefinito”, che è sicuramente successivo agli anni di Fantomius, ma che non ha una data esatta (men che meno il 1969).
Dunque per me i “giorni nostri” sono i “decenni nostri” e andando avanti diventeranno i “secoli nostri”. Questa, ripeto, è la mia visione, che assolutamente non impongo a nessuno, se non a me stesso e alla mia narrativa. Queste mie spiegazioni spero che saranno apprezzate e capite dalla maggioranza di utenti e di lettori che si godono le storie senza ansie polemiche.