Ottimo l'esempio che tu hai fatto della radiolina smontata e rimontata. Quanti di noi hanno perso pomeriggi interi a fare questo? Penso tutti ! Anche se poi il risultato non era quello sperato, questo smanettare ci dava, magari inconsciamente, nozioni utilissime al cervello, all'autostima ed al carattere.
Premetto che siamo orribilmente off topic, però voglio risponderti perchè qui c'è uno spunto delizioso (al peggio mi bannano, e avrebbero ragione).
Volendo essere spocchiosissimi, c'è da dire che lo smontare la radiolina era anche una funzione della
noia.
Oggi apparirebbe stupido e - ironicamente -
puerile a molti bambini, allo stesso modo di perdere tempo a far muovere un pixel sullo schermo del Commodore 64, pieni di stimoli superficialmente "più interessanti" come sono.
La
prima prova dell'esame di stato di quest'anno, svolto stamattina dagli studenti, ci offre un'occasione di riflessione che cade a fagiuolo:
Se si vuole essere creativi, bisogna recuperare una certa dose di noia creatrice che era propria dell’otium.
È solo quando vi sono le condizioni e il tempo di riflettere, recuperando il taedium vitae - che per Seneca era
l’opportunità di "frequentare se stessi” (secum morari) - che possono rivelarsi intuizioni preziose, soluzioni impreviste.
Oggi come oggi, penso che ai ragazzini manchi soprattutto lo spazio dell'
otium, che dovrebbe essere cifra dell'infanzia.
Consapevole del rischio di risultare un barbagianni, mi viene da dire che da lì alle puzzette come minimo comun denominatore del pensiero autonomo la strada è breve.
Ormai in preda al barbagiannismo più estremo, osserverei anche che la parte più istruttiva dello smontare la radiolina era forse il momento in cui, ad apparecchio malamente rimontato, ti accorgevi di non avere svelato nulla del mistero del suo funzionamento (ohibò, forse che ci tocca
studiare per capire?).
Intendo il vorticoso cambiamento di usi, costumi e abitudini, attuato a folle velocità, a cui l'uomo non ha saputo far fronte.
Ti faccio un semplice e magari stupido esempio.
...
Che poi questo progresso non si sia esteso a tutte le aree del pianeta questo è ancora più agghiacciante !
Lampante.
Volevo solo puntualizzare sul fatto che i progressi
a grande e positivo impatto sociale di cui ci piace tanto parlare sono, in fin della fiera, quelli del ventesimo secolo.
I mutamenti della società degli ultimi 20 anni non mi sembrano tanto una funzione del
progresso tecnico-scientifico quanto quelli di 50 anni fa.
(Il che non esclude, sia chiaro, che la scienza continui ad avanzare a passo sostenuto e che, per dire, la mortalità per linfoma sia stata dimezzata rispetto a 20 anni fa, a quanto leggo).
io più che altro mi chiedo che fine abbiano fatto quel gruppo di autori (sceneggiatori e disegnatori) che solo poche settimane fa erano in modalità "OMMIODDIO! Perchè nessuno pensa ai bambini?" quando in Olanda hanno osato pubblicare una cover con Paperino mafioso... il loro silenzio è assordante!
Ma non è questo il punto, Artibani, accidenti...
Il punto non è lo humour scatologico, è la vuotezza di contenuti e la riproposizione del modello dei "cinque minuti di celebrità" che viaggia a gonfie vele sui
media per adulti.
E no,
non è la stessa cosa di una rubrica della posta normale (o del box "Uffa!" dei Topolino primi anni '90, quello di tre righe del tipo "Uffa alla discarica abusiva dietro casa mia!" firmato Valentina da Caserta).
In che modo non sia la stessa cosa è lasciato per esercizio al lettore.