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Topolino nella Seconda Guerra Mondiale

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bmax1968
Bassotto
PolliceSu

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PolliceSu
    Topolino nella Seconda Guerra Mondiale
    Sabato 20 Ago 2005, 01:33:28
    Bellissima storia "bellica" del 1942 in cui Topolino sconfigge un Gambadilegno nazista.
    Io ho la storia in un vecchio Oscar mondadori (1973), intitolato gli anni ruggenti di topolino, purtroppo la mia copia ha perso nel tempo parcchie pagine  :'(
    ..e in più consultando inducks vedo che non è stata neanche molto ristampata

      Re: Topolino nella Seconda Guerra Mondiale
      Risposta #1: Sabato 20 Ago 2005, 22:04:37
      "Gli Anni Ruggenti Di Topolino" è uno dei mitici primi Oscar Disney (il primo fu "Vita E Dollari Di PdP" se non erro del 1968 ).
      La storia che citi è interessante, credo che venne ristampata poco perchè nel dopoguerra la propaganda antinazista americana si affievolì parecchio in favore di quella antisovietica....le storie di Barks con i biechi funzionari Brutopiani erano infatti in sintonia con il clima da caccia alle streghe del periodo Meccartiano.
      « Ultima modifica: Sabato 20 Ago 2005, 22:45:32 da MarioCX »
      ...ho la febbre, ma ti porto fuori a bere...

        Re: Topolino nella Seconda Guerra Mondiale
        Risposta #2: Lunedì 22 Ago 2005, 16:44:44
        Se qualcuno è interessato al volumetto "Gli anni ruggenti di Topolino" guardi qui:
        http://cgi.ebay.it/Gli-Anni-Ruggenti-Di-Topolino_W0QQitemZ6554125426QQcategoryZ35852QQrdZ1QQcmdZViewItem

          Re: Topolino nella Seconda Guerra Mondiale
          Risposta #3: Venerdì 26 Giu 2009, 18:06:49
          Dall'Inducks si può vedere che nel mondo è stata ristampata in pochissime nazioni (in Italia più che in ogni altra parte, anche se l'ultima volta nel 1990): http://coa.inducks.org/story.php?c=YM+057
          Curiosamente è stata ristampata in Germania, ma solo in un'edizione limitata in lingua inglese, che presentava tutte le strisce dal 1930 al 1955.
          Il fatto che Gambadilegno sia qui una spia nazista (e qualche anno dopo comunista) conferma come nelle storie di Gottfredson (prima o dopo l'arrivo di Walsh) sia più o meno furbo, ma sempre cattivissimo.


            Re: Topolino nella Seconda Guerra Mondiale
            Risposta #4: Lunedì 29 Giu 2009, 20:14:37
            Il fatto che Gambadilegno sia qui una spia nazista (e qualche anno dopo comunista) conferma come nelle storie di Gottfredson (prima o dopo l'arrivo di Walsh) sia più o meno furbo, ma sempre cattivissimo.
            Più che altro opportunista, uno che lavora per i sovietici mica deve essere per forza cattivissimo ;) (però se si pensa che era nazista effettivamente... :P)
            Sono gran mogol [smiley=commosso.gif] [smiley=commosso.gif].. non so cosa dire, mi sembra ieri che litigavo nel sondaggio del miglior disney italiano [smiley=cheerleader2.gif] Bassotti ed evroniani d'ora in poi dinanzi a me [smiley=other_bow.gif] ( ;D)
            « Ultima modifica: Lunedì 29 Giu 2009, 20:16:48 da Doctor_Einmug »
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            Maximilian
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              Re:Topolino nella Seconda Guerra Mondiale
              Risposta #5: Sabato 13 Ott 2018, 15:02:52
              Walsh era solo alla sua seconda storia... ed ha già sfornato un capolavoro!

              Per festeggiare il "novantenario" di Topolino si era deciso di realizzare una serie di articoli su una storia, un autore od un aspetto particolare del personaggio: poichè il progetto è naufragato, condivido qui il mio lavoro destinato ad esso:

              Tutto è cominciato con un topo.
              Tutto è continuato con un uomo

              Innanzitutto premettiamo una cosa: io non festeggio Topolino perché è il primo personaggio da cui è nato il resto, perché la testata principale dei fumetti disneyani porta il suo nome, perché è il simbolo dell’azienda o per altre inezie del genere. Di queste minuzie niente mi importa. Io lo festeggio per ciò che il personaggio di Topolino è.

              Credo che egli sia tra tutti quelli disneyani il più versatile, il quale può venire inserito in ogni tipo di contesto, dalla follia allo stato puro firmata da Andrea Fanton all’estremo realismo di Mickey Mouse Mistery Magazine, dalle vicende in cui combatte per salvare il mondo a quelle che lo vedono semplicemente andare a pesca od accompagnare la fidanzata a fare compere, e mantenendo sempre la propria essenza e con una naturalezza che ha dello straordinario; che il medesimo personaggio possa spaziare fra così tanti (oserei dire tutti) registri narrativi al lettore non sembra né strano né forzato ma perfettamente naturale.

              Ora, deviando dal discorso generale per entrare nel dettaglio, vorrei parlarvi di una storia specifica che mi sta particolarmente a cuore: si tratta di Mickey Mouse on a secret mission (in italiano Topolino nella II guerra mondiale, di Walsh/Gottfredson).
              Ho letto più volte commenti di lettori dichiaranti che Topolino non può reggere un fumetto da solo e perciò ha bisogno di grandi comprimari, oppure che le sue avventure necessitano di una solida trama perché la sua personalità non è abbastanza forte (mentre invece altri personaggi possono sopperire, grazie alla propria caratterizzazione, alla prevedibilità della storia). Tutto falso.
              Il motivo principale per cui la vicenda che ho scelto di trattare è bella non sono i comprimari, la trama, i disegni, l’argomento o gli antagonisti (elementi comunque eccellenti) - non a caso ho deciso di parlare di una storia in cui Topolino agisce senza altri personaggi ricorrenti, con l’unica eccezione di Pietro, il quale comunque ha un ruolo minore rispetto alle altre apparizioni gottfredsoniane. Ciò che rende così speciale per me questa storia è il suo protagonista.
              In questa avventura il personaggio c’è tutto: si va dall’intimorito nei confronti di una minaccia così grande che non aveva mai affrontato, all’estremamente ardito e combattivo, passando per lo sfacciato verso chi gli propone di macchiarsi di tradimento. Abbiamo inoltre momenti in cui vagheggia sogni di gloria, manifesta disprezzo rivolto ai guerrafondai, apprezzamento verso la bellezza femminile o è addirittura tentato di mitragliare il suo mortale nemico. Non manca nemmeno di pronunciare una battuta poco felice nei confronti dei giapponesi, la quale è dovuta – ma non giustificata – dal  particolare periodo storico, ma che di certo aiuta a rendere il personaggio schietto e credibile. In parole povere, sprizza di vita ed io lo percepisco come se esistesse realmente.
              E poi, quando ripenso alla scena finale in cui Topolino compie quel folle volo, mi sento attraversato da una grande emozione e mi viene da canticchiare la Cavalcata delle Valchirie.


              Il personaggio non era mai stato così vivo e queste strisce fugano ogni dubbio su cosa sia il meglio che i fumetti disney abbiano da offrire.

              Bellissimo anche il modo di rendere le voci dei tedeschi: leggendo le battute sembra di sentire veramente parlare con questo accento.  Molto meglio dei personaggi di Osborne che seguivano sempre lo stesso schema; qui ci sono delle regole base (k e ch sostituiscono la g, t in luogo della d eccetera) che vengono applicate spesso ma non sempre, bilanciando ogni volta la quantità di storpiature linguistiche all'interno della frase: in questo modo si da l'idea di persone in difficoltà con una data lingua e che a seconda delle volte riescono o meno ad azzeccare la pronuncia giusta.
              Non posso esimermi dal citare alcune perle:

              - Vot... vos... dot?

              - schtanding schtill

              - No verstinkede amerikanisher

              - Ja! A muffie titled "Goot-bye, Amerika"

              - I luff this country

              - schteal

              - Qviet, schtupid!

              - choost

              - Chermany

              - Vun think I enchoy

              - Der headqvarter iss on der hook! Do somethink! Quick!

              - Enuff! You haff done enuff damatch

              - What are you doink!

              - He falls into der tar tank *

              - Ja! Der Amerikaner iss kaput!

              * Questa frase in particolare mi ha ricordato il castello di Thunder-den-Tronckh del Candido dove lo scopo di imitare l'accento tedesco è affine al fumetto.
              Nota a margine: mi sono stupito di trovare non solo t al posto di d e p in luogo di b, ma pure l'opposto, contrariamente a quanto ci si aspetta.

              In questa occasione Pietro viene presentato in subordine ad un altro antagonista, cosa che non succedeva dalle prime avventure con Lupo. Comunque il grassone riesce ad essere ottimamente tratteggiato e a ingaggiare un bel duello seppure breve (che arriva quasi al livello di quello del boscaiolo) posto curiosamente non al termine della vicenda ma circa a metà, coerentemente con il suo ruolo meno prominente.
              A proposito di quella lotta vorrei far notare che quando Topolino, appeso all'aereo, si lancia per prendergli il gilet, per poco molla la presa a centinaia di metri d'altezza!  :o
              E dopo si ripromette di sparargli. In realtà poi non lo fa... però prima ci pensa un attimo. (Goduria massima)

              C'erano già state vicende con una certa dose di epicità, ma sempre piuttosto limitata. Questa è la prima storia veramente epica
              Mentre la vivevo mi è accaduta una cosa mai capitata durante la lettura, o per lo meno mai a questi livelli: mi sono sentito esaltato

              Alla fine comunque non vengono nemmeno taciuti i bombardamenti da parte degli alleati che hanno devastato indiscriminatamente.

              Anche l'umorismo ha la propria parte: soprattutto durante i preparativi per conseguire l'idoneità al Pipistrello (indimenticabile l' "Ah però!" di fronte all'immagine della donna con tanto di espressione compiaciuta del dottore) ma pure battute come
              - "In Polonia non ho causato io più distruzione di chiunque altro?"
              Doppio senso involontario  ;D

              Come curiosità, si segnala la presenza di entità astratte, come la coscienza di Topolino e il subconscio di Gambadilegno.

              Per quanto riguardo l'aspetto grafico, mi astengo dal commentare: tutte le volte credo che Gottfredson abbia raggiunto la perfezione e tutte le volte si supera! La scena in cui il Pipistrello si tuffa in piscina è dinamismo allo stato puro

              Il fatto che Gambadilegno sia qui una spia nazista (e qualche anno dopo comunista) conferma come nelle storie di Gottfredson (prima o dopo l'arrivo di Walsh) sia più o meno furbo, ma sempre cattivissimo.
              E per forza, la sua caratteristica principale è quella. Senza...

              Più che altro opportunista, uno che lavora per i sovietici mica deve essere per forza cattivissimo  (però se si pensa che era nazista effettivamente...
              Quindi lavorare per Hitler significa essere cattivi, per Stalin no. E perchè, di grazia?
              Ma qui si sta prendendo un abbaglio bello grosso. Gambadilegno non è nazista. Essere tali significa farsi portatori di un'ideologia, che comprende la supremazia della razza ed altro. A Pietro cosa frega di ciò? L'unica cosa che gli interessa sono i soldi e sta dalla parte di chi lo paga, chiunque sia. Lo scambio di battute:
              - "Heil Hitler."
              - "Heil Hitler e non dimenticarti i miei 5000 dollari."
              è fin troppo esemplificativo di ciò.

              Mi rendo conto che questo messaggio sembri più un insieme di pensieri in libertà che non un discorso ragionato. Il fatto è che l'ho scritto in preda all'entusiasmo; entusiasmo che, da quando ho letto la storia, a gennaio, non mi ha più abbandonato.

              Ultima osservazione: tutte le fonti affermano che sia opera di Walsh e Gottfredson, tuttavia io non sono convinto e propendo di più per la seguente attribuzione:
              Testi : Dio
              Disegni: Dio 
              « Ultima modifica: Domenica 14 Ott 2018, 17:52:51 da Maximilian »

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                Re:Topolino nella Seconda Guerra Mondiale
                Risposta #6: Sabato 13 Ott 2018, 19:01:45
                @ Maximilian


                Risultati immagini per emoticon che applaude
                Sei una brava persona Topolino. E' questo il tuo guaio (Vera Ackerman)

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                Vincenzo
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                  Re:Topolino nella Seconda Guerra Mondiale
                  Risposta #7: Lunedì 15 Ott 2018, 17:48:49
                  Credo sia l'analisi più bella mai letta su questo forum. Complimenti, Maximilian.
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                    Re:Topolino nella Seconda Guerra Mondiale
                    Risposta #8: Giovedì 18 Ott 2018, 22:28:56
                    Più che altro opportunista, uno che lavora per i sovietici mica deve essere per forza cattivissimo  (però se si pensa che era nazista effettivamente...
                    Quindi lavorare per Hitler significa essere cattivi, per Stalin no. E perchè, di grazia?
                    Stai rispondendo ad un messaggio scritto quando avevo 15 anni  ;D Non so che dirti :-X
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                    PolliceSu
                      Re:Topolino nella Seconda Guerra Mondiale
                      Risposta #9: Domenica 4 Nov 2018, 17:30:09
                      C'è un aspetto molto interessante di cui mi ero soffermato in un'altra occasione, riguardo alla leggibilità in serie delle strisce malgrado l'esigenza di riassumere gli eventi precedenti:


                      Questa volta si fa il passo avanti supremo, annichilendo il problema: addirittura Topolino pone una domanda al termine di una striscia e Von Weasel gli risponde in quella successiva (mi riferisco alla scena immediatamente precedente all'arrivo in Germania)

                      Un'altra peculiarità si trova nella doppia vignetta ruotata di 90 gradi. In questo caso anche le battute seguono lo stesso orientamento del disegno, come se la vignetta fosse stata inizialmente pensata in verticale e girata in un secondo momento. Così, per leggere il fumetto il lettore è costretto a ruotare il foglio: in tal modo può osservare il salone dal soffitto spropositato in tutte le sue proporzioni; se invece si fosse limitato a guardare la striscia orizzontalmente, posizione dalla quale, secondo me, l'altezza dell'edificio sarebbe stata resa in maniera meno efficace.

                       

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