Assicurate entrambe, seppure "in differita". Nella stessa sera mi hanno messo il ritorno in 14 anni di X-Files e il ritorno dopo 59 in semifinale di Coppa Italia anni di altri "Grigi", ritorno analogamente paranormale. Ho dovuto aspettare...
Le mie aspettative erano basse, ma il primo episodio della serie mi ha ulteriormente deluso per non dire disgustato. Il disappunto sembrava poter essere fuori luogo durante il monologo iniziale di Mulder che si fonde con la realtà accaduta nel Nuovo Messico nord-occidentale nel 1947, ossia il precipitare di un UFO. Ma qualcosa stona, ossia l'utilizzo di una pessima CGI del tutto inadeguata alle tecnologie attualmente a disposizione. Non è che l'inizio... l'inizio di un episodio che cancella nove anni di storia in maniera insulsa, rendendo momenti come la battaglia sopra il ponte in Pennsylvania (Patient X/The Red and The Black) o le visioni di hombres, como animales, pero no hombres di Jorge Concepcion ad Arecibo parte della grande finzione rivelata da tale Tad O'Malley, youtuber evoluto ed arricchito, belloccio e suadente (entra di prepotenza come ennesimo vertice di un ennesimo triangolo amoroso voluto dagli autori ossia da Chris Carter). Mulder si accoda a O'Malley, trascina con sé una titubante Scully, scopre realtà che nelle sue lunghe indagini sul campo non aveva mai scoperto. Un gruppo di scienziati è in grado di far volare un velivolo con tecnologia aliena, una donna - Sveta, la cosa migliore dell'episodio almeno da un punto di vista estetico - narra di rapimenti alieni che però alieni non sono. Tutto ha origine dalla brutalità umana, che ha usato le conoscenze di alieni in realtà buoni, giunti sulla Terra per dirci che la guerra atomica è una cosa brutta. In realtà, gli alieni non c'entrano niente: un grande complotto fatto da umani mira a impossessarsi degli Stati Uniti prima e del mondo poi, attraverso guerre, avidità petrolifera, conflitti meteorologici e contaminazioni aeree: le scie chimiche e HAARP, per soddisfare chi si devasta di Mistero, Voyager e UFO Notiziario.
La narrazione si avvale di una recitazione che in Duchovny è smunta e nella Anderson limitata dal numero di espressioni facciali a lei consentite dalla chirurgia plastico-estetica. E di dialoghi che Carter ha allungato al punto da dover restringere in pochi istanti il finale: Mulder che per una vita ha lavorato nell'ombra, pretende che le rivelazioni siano diffuse dal notiziario online di O'Malley, ma Sveta viene costretta a dire che lo youtuber è un cialtrone che l'ha pagata per raccontare frottole, il sito del belloccio arricchito viene oscurata, l'hangar con l'UFO "terrestre" viene fatto saltare in aria con l'intera equipe di scienziati e la povera Sveta viene disintegrata da un velivolo spaziale-non spaziale. I cattivi hanno scoperto tutto in un paio d'ore, evidentemente. E dopo che Mulder e Scully si sono messi ad indagare. Ufficialmente, perché - colpo di scena! - a distanza di anni un uomo, Che Fuma, compare a sorpresa nonostante si sia preso in faccia una trentina di missili incendiari. Ottimo.
Il secondo episodio fila via meglio, si lega e non si lega alla mitologia. Regia e sceneggiatura sono di James Wong, già autore e regista di episodi di qualità. Il suo più celebre, Home, ritorna prepotentemente mescolandosi alla mitologia della stagione 8. In questo ricordo si perdono Mulder e Scully, la cui mente ritorna a William. Nonostante William e l'obbligo di riciclare e riscaldare minestre, Wong fa un lavoro discreto: regia pulita, fluida; testi e storia che non hanno bisogno di brusche accelerate per recuperare il tempo perduto nelle lungaggini autocelebrative di Carter.
Ne esce un prodotto di bassa qualità nel primo caso, con propaganda elettorale annessa (X-Files è sempre stato pro-Dem, quest'anno si vota, e i cattivoni ricordano parecchio i Repubblicani), una storia improbabile e un ripetersi di situazioni viste e straviste. Ciò che Carter poté mascherare durante la serie grazie allo charme degli argomenti trattati (fantascienza+complotti) e a due personaggi brillanti e anomali. Ma i buchi di sceneggiatura e le incongruenze nell'arco mitologico del primo X-Files erano tanti comunque. Qualcosa che oggi, insistendo su due protagonisti che non sono stati in grado di rinnovarsi, non regge più: scie chimiche e antenne in grado di causare terremoti sono robaccia. Vi fu un momento in cui X-Files poteva sopravvivere, rinunciando a quella parte di se stesso che era caduta in catalessi: il pubblico disse no e chiese a gran voce Mulder e Scully, odiando gli ottimi Doggett e Reyes. La mitologia da ossessione di Mulder divenne ossessione per Mulder, col risultato di avere eccellenti stand-alone nelle stagioni 8 e 9 e una contestuale narrazione orizzontale noiosa e priva di senso. Non c'è nemmeno più Manners a salvare capra e cavoli, mascherando le sceneggiature con regie di alto livello. Rimane una cover band di se stessa, che canta e ricanta lo stesso pezzo, in una catena di montaggio del riciclo.