Un commento così: out of character.
nell'ultimo periodo le cover della De Poli non mi piacevano proprio.
LAVORI IN CORSO • INDICE IN STATO PROVVISORIORagazzi,
Ok, sorry.Ormai, considerando che in serata o al più domani avremo l'indice, fa nulla... modifichiamo il post iniziale appena avremo chiaro l'indice.
Elimino?
era così difficile disegnare tutti e tre i nipotini con Paperino?Mi sfugge il motivo per cui una scelta del genere (mostrare due nipotini su tre) non possa magari avere a che fare con la trama... ma perchè bisogna sempre giudicare dalle apparenze?
Sono stati disegnati solo due nipotini perché, in questa maxi saga, solo Quo e Qui si dedicheranno al calcio. Qua invece seguirà la strada della musicaEcco, questa è una scelta interessante. Crea una rottura di simmetria nelle dinamiche dei nipotini, se gestita bene potrebbe portare a delle dinamiche inedite e più adulte
era così difficile disegnare tutti e tre i nipotini con Paperino? e fare il cerchio di centro campo più grande? sembra che il campo sia grande come una piccola aiuola e posto in cima a una collina (un po' come quello di Holly e Benji dove correvano in salita...)
Perdonami, ma non colgo il motivo :'D mi sembra un osservazione legittima, in effetti la curva dello sfondo ricorda un po' il campo di Holly e Benji, ahahahera così difficile disegnare tutti e tre i nipotini con Paperino? e fare il cerchio di centro campo più grande? sembra che il campo sia grande come una piccola aiuola e posto in cima a una collina (un po' come quello di Holly e Benji dove correvano in salita...)
Ecco uno dei principali motivi del perché molti utenti si stancano di frequentare il forum e partecipare alle discussioni.. :(
Be', aspetta. L'osservazione come l'ha fatta Paolo non è il massimo della simpatia. È il tono.Ecco uno dei principali motivi del perché molti utenti si stancano di frequentare il forum e partecipare alle discussioni.. :(Perdonami, ma non colgo il motivo :'D mi sembra un osservazione legittima, in effetti la curva dello sfondo ricorda un po' il campo di Holly e Benji, ahahah
Spero che la commemorazione di Chierchini non si fermi solo a un misero ciak...È invece così. Non c'è neanche scritto «In ricordo del Maestro Chiechini»... Niente.
Mi ricordo che spedii una mail alla redazione facendo il tuo stesso ragionamento. Sarebbe qualcosa di molto bello, facendo una trilogia + il numero di TL fuoriserie. Pensavo tre storie dove, alla fine, la Regina di Pacificus scopriva la vera identità di Paperone, zio del suo amante. Le storie sono state pubblicate però a distanza di un anno e oltre: io non ci riesco ad aspettare fino al 2020. :oMai dire mai io punto molto su questa nuova serie di fuori serie fatte per noi appassionati (dove spero in una maggiore libertà nello scrivere le storie e magari senza vincoli troppo stretti altrimenti questa iniziativa editoriale non avrebbe senso)
Credo che la storia sia stata pubblicata per il compleanno della piccola, passato ormai da una settimana.
-ilFu
Non sono d'accordo. Anzi, ritengo un esperimento interessante e inedito quello di rappresentare i nipotini come tre individui unici e non solo come un "tre in uno". La storia di Reginella non l'ho ancora letta, ma spero che sia all'altezza delle aspettative che, inevitabilmente, ci si crea al cospetto di un personaggio del genere☺️
Topolino 3327Reginella! Regina Reginella! Bella Reginella! Sì, quella Reginella! :heart: Grazie mille a Stabile, alla Martusciello e a Betrani per averla messa in questo numero!
*pullula per il salotto*
Qui, Quo, Qua in: Tre paperi in gioco - Tre per uno (Ep.1)
:-\
Out of character. Sarò sfiducioso, avrò pregiudizi, non avrò capito la storia, ma non mi è piaciuta. Giudico troppo presto? Sì.
"Ci sto dentro": ahhhhhhhhhhhhhhhhh! Obbrobrio.
Cos'è questa storia? Cosa mi vuole dire? Che Perina qui mi è piaciuto. Stop :P.
Reginella e il Crapulongo sbadigliante
:inLove:
Solo complimenti. Complimenti a Vito, ad Alessia Martusciello! Una fresca avventura, un filone senza Paperino. E alla fine la sovrana che capisce: sono tutti parenti del suo amore! Condivido l'opinione del Ladro Gentiluomo: datele un TL fuoriserie!
*pullula di nuovo*
Quanto non me la sento di condividerti :PSulla serie ennese quoto in tutto e per tutto Andi98. Ripeto: ho letto sui GC 42 la storia del compleanno di Paperino, e terrò sempre a mente una frase durante la lettura di Tre paperi in gioco: Nessuno è più ridicolo di un vecchio ridicolo.
Poi Nonna Papera, che deduce che Paperino e Reginella si possano conoscere...
Per il personaggio inserito ti chiedo se questo è biondo o scuro
Non sono d'accordo. Anzi, ritengo un esperimento interessante e inedito quello di rappresentare i nipotini come tre individui unici e non solo come un "tre in uno". La storia di Reginella non l'ho ancora letta, ma spero che sia all'altezza delle aspettative che, inevitabilmente, ci si crea al cospetto di un personaggio del genere☺️
A me non pare un'idea così inedita.
Non è un tòpos particolarmente accentuato, tuttavia, seppur in maniera provvisoria o con una certa superficialità, sono comparse diverse storie che tentavano di differenziare i tre nipotini in base ai comportamenti o agli hobby (WhizzKids è stata la più recente, se la mia memoria non mi inganna), al punto che, semmai si pensasse di raggrupparle tutte assieme, nascerebbero delle forti contraddizioni tra le varie caratterizzazioni imposte.
In ogni caso, questa nuova prova di Enna per ora non mi ha convinto.
Mi dispiace, ma un Paperino così premuroso e patetico, si sa, non è proprio nelle mie corde. Inoltre, mi è sembrato un po' pretestuoso il riferimento al periodo in cui i nipotini tripartivano i discorsi e si completavano le frasi a vicenda, mi pare che in tempi recenti questo tipo di approccio non si sia più visto, e quindi tale insistenza mi è parsa fuori luogo.
Oltretutto, Qua con quella parlata giovanile è quasi improponibile, e non tanto perché arreca vituperio alla lingua italiana. Sarò io, però mi sembra che certe espressioni siano quasi anacronistiche rispetto a quelle che si sentono oggi - e queste non le sentivo almeno dai tempi delle medie... e sono passati parecchi anni - però mentre leggevo ho avvertito un effetto quasi surreale. Insomma, si è ricaduti nel solito errore: tentare di emulare senza successo il gergo giovanile.
Forse questa miniserie si riprenderà nei prossimi episodi: probabilmente Enna doveva solo creare un pretesto che favorisse la rottura del trio e che permettesse di seguirli individualmente, però ciò non toglie che l'inizio non sia stato dei migliori... ma bravo Perina, in ogni caso, che coi suoi disegni puliti e strutturati dà un valore aggiunto ad una sceneggiatura piuttosto debole.
Probabilmente ho esagerato affermando che quello di una caratterizzazione più completa e "unica" dei nipotini fosse un filone del tutto inedito e inesplorato. Sicuramente inusuale e piuttosto raro, considerando il fatto che, ripeto, i nipotini non sono ancora considerati individui unici a trecentosessanta gradi, ma, come ho detto prima, un "tre in uno", un cervello diviso in tre parti...
Per quanto riguarda Paperino, sono d'accordo per quanto riguarda una sua versione eccessivamente smielata di cui hanno fatto frequentemente uso alcuni autori in questi anni, ma... In questo caso la versione di Paperino è perfettamente funzionale alla storia. Denoto semplicemente la preoccupazione di uno zio che vede i nipoti non più così uniti come un tempo e decide di trovare un metodo per far sì che riscoprano questo legame. Ma questo non lo rende di certo out of character, dato che la personalità di Paperino, per quel che mi riguarda, non è per niente fuori dagli schemi disneyani.
Per quanto concerne il gergo giovanile, hai ragione quando affermi che certe espressioni siano addirittura anacronistiche e fuori uso da anni (nonostante non lo possa confermare con certezza, poiché non sono per niente avvezzo ad utilizzare tale linguaggio), ma il fatto che Qua ne usufruisca, ponendo il caso che siano effettivamente termini adolescenziali, è perfettamente funzionale alla trama, che vede i tre paperotti affrontare questa quasi improvvisa crisi, appunto, adolescenziale. A mio modestissimo parere, potrà uscirne qualcosa di buono: stiamo a vedere.
Primo di tutto la zia, praticamente sua coatenea... Poi Nonna Papera, che deduce che Paperino e Reginella si possano conoscere... Poi il definire "aiutante" Ciccio e non nipote mi ha un po' pesato...Sono d'accordo con Pato Donald riguardo la troppa somiglianza fisica fra Reginella e sua zia (che poteva essere disegnata un po' più alta, con striature bianche nei capelli, tanto per non renderla una gemellina) e con l'affermazione di Nonna Papera che parla di Ciccio 'solo' come suo aiutante, quando è un suo nipote, sebbene in linea indiretta rispetto agli altri (Paperino, Gastone, Paperoga) visto che è figlio della figlia di suo fratello Casey. Un nipote ti potrà anche aiutare in fattoria ma tu agli altri non lo presenterai mai come 'aiutante', bensì come 'nipote che ti aiuta', semmai.
Ci si allontana dalla concezione Disney per andare verso quella Marvel (la formazione del direttore ha quelle radici) con saghe - termine sempre più spesso utilizzato sul Libretto, come anche "miniserie" - ed eventi che diventano man mano più ricorrenti e strutturali nella programmazione del giornalino necessari a mantenere sempre alta l'attenzione del lettore. Per assicurarsi l'acquisto di più numeri consecutivi.
I cambiamenti sono sempre meno destinati ad esaurirsi con la singola storia per ricominciare da capo come se nulla fosse accaduto in quella successiva. Come nelle storie supereroistiche alla "nothing will never be the same", i cambiamenti sono destinati a restare e ad influenzare gli eventi futuri. Lo status quo è mutato in modo permanente.
Finchè si tratta di rendere "permanente" la separazione dei caratteri/gusti dei tre nipoti sono pienamente d'accordo. Ma considerarli adolescenti al di fuori di questa serie è assurdo. Avranno al massimo 10 anni e non vedo il motivo di trattarli come teenager.Ho riletto l'editoriale. Parola per parola. Testualmente: Si tratta, come capirete presto, di una saga piuttosto importante, destinata a ridefinire alcune caratteristiche dei nostri amati nipotini.
E di nuovo: alcune saghe del prossimo autunno saranno diretta conseguenza dei fatti narrati in queste pagine.Scrive alcune saghe, non tutte le storie. E poi bisogna vedere quanti autori seguiranno questi cambiamenti: non sappiamo se hanno fatto una riunione degli sceneggiatori di spicco come quella dei colleghi disegnatori. A propoisto, potrebbero esserci anche delle novità grafiche.
Se non erro questa dovrebbe essere la prima di una serie di storie su Reginella: resto fiducioso, considerando il nome dell'autore (che dovrebbe firmare anche i successivi episodi).Erri: è la seconda.
Con quanta superficialità è stata analizzata da molti "Tre Paperi in Gioco"! Ovviamente, come dacché tempo è tempo accade, ci si concentra solo sul linguaggio e mai sul messaggio che una storia vuole dare. Il fatto che sia stato usato questo (supposto) slang giovanile, per quale motivo deve essere un aggravante per la riuscita della storia? L'intento di usare tale linguaggio è semplicemente quello di caratterizzare Qua, nient'altro. Piena fiducia a Bruno Enna
Con quanta superficialità è stata analizzata da molti "Tre Paperi in Gioco"! Ovviamente, come dacché tempo è tempo accade, ci si concentra solo sul linguaggio e mai sul messaggio che una storia vuole dare. Il fatto che sia stato usato questo (supposto) slang giovanile, per quale motivo deve essere un aggravante per la riuscita della storia? L'intento di usare tale linguaggio è semplicemente quello di caratterizzare Qua, nient'altro. Piena fiducia a Bruno Enna
Con quanta superficialità è stata analizzata da molti "Tre Paperi in Gioco"! Ovviamente, come dacché tempo è tempo accade, ci si concentra solo sul linguaggio e mai sul messaggio che una storia vuole dare. Il fatto che sia stato usato questo (supposto) slang giovanile, per quale motivo deve essere un aggravante per la riuscita della storia? L'intento di usare tale linguaggio è semplicemente quello di caratterizzare Qua, nient'altro. Piena fiducia a Bruno Enna
Dimentichi che il linguaggio è essenziale in un fumetto, e che qualunque messaggio, per quanto bello o profondo possa essere, non splenderà mai della propria lucentezza se avvolto da una cornice informe.
Sul linguaggio della storia, come abbiamo peraltro già avuto modo di confrontarci, sono state mosse critiche più che fondate e per niente superficiali, giacché Enna vuole affrontare una tipica crisi adolescenziale rivolgendosi ai ragazzi che oggi leggono Topolino, e non a quelli di dieci anni fa, e di conseguenza la caratterizzazione di Qua non risulta né vincente né centrata per il pubblico di riferimento. E questo, in realtà, non è un problema del solo Enna, bensì di molti altri suoi talentuosi colleghi: vogliono parlare di determinati argomenti dimostrando o di non avere l'adeguata sensibilità, o di non essere in grado di comprenderli appieno. Se la storia fosse stata scritta lo scorso decennio, Qua sarebbe risultato naturale e perfetto, perché l'adolescente di quel periodo si sarebbe trovato davanti ad un suo simile, con quel linguaggio e con quegli atteggiamenti, ma per un adolescente di oggi l'effetto straniante sarebbe innegabile.
Commento molto divertente, ho ridacchiato un minuto buono.Con quanta superficialità è stata analizzata da molti "Tre Paperi in Gioco"! Ovviamente, come dacché tempo è tempo accade, ci si concentra solo sul linguaggio e mai sul messaggio che una storia vuole dare. Il fatto che sia stato usato questo (supposto) slang giovanile, per quale motivo deve essere un aggravante per la riuscita della storia? L'intento di usare tale linguaggio è semplicemente quello di caratterizzare Qua, nient'altro. Piena fiducia a Bruno Enna
Aho scusa zio, non avevo capito che stavamo parlando di Proust. Il senso della storia è stato sviscerato a più riprese, si è parlato di tie-in, saghe, continuity. A me in questo momento interessa altro. Il linguaggio di Qua in questa storia è cringe, è innaturale, è ridicolo. Massimo rispetto per Bruno Enna che è sempre uno dei miei autori preferiti, ma sta roba doveva essere scritta da un giovane, da qualcuno che sappia come parlano i giovani visto che quello è il punto. Inutile dire che tra le persone di meno di cinquant'anni è già diventato un meme.
Per concludere: piena fiducia giusto se sei il Presidente della Repubblica, questa è solo una brutta storia di Topolino. Calmiamoci un po', va'.
(dopo aver letto l'editoriale di Bersani, molto personalizzato nella sua prima metà: in questo senso spero non diventi una DePoli al maschile).Questo dovrebbe essere un insulto, un plauso, o un paragone uscito malissimo? -_-
Sulla questione editoriale concordo anche io con il sempre attento Cornelius: la personalizzazione estrema che ne faceva la DePoli utilizzandolo alla stregua di un diario privato, mi convinceva assai poco, laddove lo preferisco con maggiore attinenza editoriale alle storie del numero in oggetto o a quelle pianificate nel prossimo futuro.la penso all'esatto opposto. La De Poli così era umana. Una di noi
Con quanta superficialità è stata analizzata da molti "Tre Paperi in Gioco"! Ovviamente, come dacché tempo è tempo accade, ci si concentra solo sul linguaggio e mai sul messaggio che una storia vuole dare. Il fatto che sia stato usato questo (supposto) slang giovanile, per quale motivo deve essere un aggravante per la riuscita della storia? L'intento di usare tale linguaggio è semplicemente quello di caratterizzare Qua, nient'altro. Piena fiducia a Bruno Enna
Dimentichi che il linguaggio è essenziale in un fumetto, e che qualunque messaggio, per quanto bello o profondo possa essere, non splenderà mai della propria lucentezza se avvolto da una cornice informe.
Sul linguaggio della storia, come abbiamo peraltro già avuto modo di confrontarci, sono state mosse critiche più che fondate e per niente superficiali, giacché Enna vuole affrontare una tipica crisi adolescenziale rivolgendosi ai ragazzi che oggi leggono Topolino, e non a quelli di dieci anni fa, e di conseguenza la caratterizzazione di Qua non risulta né vincente né centrata per il pubblico di riferimento. E questo, in realtà, non è un problema del solo Enna, bensì di molti altri suoi talentuosi colleghi: vogliono parlare di determinati argomenti dimostrando o di non avere l'adeguata sensibilità, o di non essere in grado di comprenderli appieno. Se la storia fosse stata scritta lo scorso decennio, Qua sarebbe risultato naturale e perfetto, perché l'adolescente di quel periodo si sarebbe trovato davanti ad un suo simile, con quel linguaggio e con quegli atteggiamenti, ma per un adolescente di oggi l'effetto straniante sarebbe innegabile.
Certamente. Sono io il primo a dire che il linguaggio è fondamentale per la riuscita di una storia. Ma non ti puoi basare solo su quello per poterla analizzare come, invece, molti hanno fatto. E, ripeto, sono io il primo a dire che il linguaggio utilizzato da Qua non rappresenta quello di un adolescente del 2019. Ma per giudicare la storia non ci si può basare solo su quello. La mia osservazione sulla "superficialità" non è rivolta alle critiche sul linguaggio, ribadisco, fondate e pertinenti, ma sul soffermarsi solamente su quest'ultimo punto per giudicare l'intera saga (peraltro, ancora non pubblicata per intero)
E come parlano gli adolescenti di oggi, sentiamo. Mandate una lettera alla redazione se pensate di essere così esperti.
Non lo so, concentrarsi su un dettaglio simile per criticare a tutto spiano mi sembra come denigrare il Re Leone perchè c'è Pumbaa che scorreggia, capisco in pieno lo sfogo di Atius.
Poi ci credo che la maggior parte degli autori si è rotta le scatole del forum e di chi lo frequenta.
Un paragone (non vedo perché uscito malissimo)(dopo aver letto l'editoriale di Bersani, molto personalizzato nella sua prima metà: in questo senso spero non diventi una DePoli al maschile).Questo dovrebbe essere un insulto, un plauso, o un paragone uscito malissimo?
E come parlano gli adolescenti di oggi, sentiamo. Mandate una lettera alla redazione se pensate di essere così esperti.
Non lo so, concentrarsi su un dettaglio simile per criticare a tutto spiano mi sembra come denigrare il Re Leone perchè c'è Pumbaa che scorreggia, capisco in pieno lo sfogo di Atius.
Poi ci credo che la maggior parte degli autori si è rotta le scatole del forum e di chi lo frequenta.
Con quanta superficialità è stata analizzata da molti "Tre Paperi in Gioco"! Ovviamente, come dacché tempo è tempo accade, ci si concentra solo sul linguaggio e mai sul messaggio che una storia vuole dare. Il fatto che sia stato usato questo (supposto) slang giovanile, per quale motivo deve essere un aggravante per la riuscita della storia? L'intento di usare tale linguaggio è semplicemente quello di caratterizzare Qua, nient'altro. Piena fiducia a Bruno Enna
Dimentichi che il linguaggio è essenziale in un fumetto, e che qualunque messaggio, per quanto bello o profondo possa essere, non splenderà mai della propria lucentezza se avvolto da una cornice informe.
Sul linguaggio della storia, come abbiamo peraltro già avuto modo di confrontarci, sono state mosse critiche più che fondate e per niente superficiali, giacché Enna vuole affrontare una tipica crisi adolescenziale rivolgendosi ai ragazzi che oggi leggono Topolino, e non a quelli di dieci anni fa, e di conseguenza la caratterizzazione di Qua non risulta né vincente né centrata per il pubblico di riferimento. E questo, in realtà, non è un problema del solo Enna, bensì di molti altri suoi talentuosi colleghi: vogliono parlare di determinati argomenti dimostrando o di non avere l'adeguata sensibilità, o di non essere in grado di comprenderli appieno. Se la storia fosse stata scritta lo scorso decennio, Qua sarebbe risultato naturale e perfetto, perché l'adolescente di quel periodo si sarebbe trovato davanti ad un suo simile, con quel linguaggio e con quegli atteggiamenti, ma per un adolescente di oggi l'effetto straniante sarebbe innegabile.
Certamente. Sono io il primo a dire che il linguaggio è fondamentale per la riuscita di una storia. Ma non ti puoi basare solo su quello per poterla analizzare come, invece, molti hanno fatto. E, ripeto, sono io il primo a dire che il linguaggio utilizzato da Qua non rappresenta quello di un adolescente del 2019. Ma per giudicare la storia non ci si può basare solo su quello. La mia osservazione sulla "superficialità" non è rivolta alle critiche sul linguaggio, ribadisco, fondate e pertinenti, ma sul soffermarsi solamente su quest'ultimo punto per giudicare l'intera saga (peraltro, ancora non pubblicata per intero)
Abbi bontà Atius, ma come ho detto l'intero punto della saga è proprio quello di avvicinarsi ai giovani. E c'è un personaggio che parla come una specie di parodia di Bart Simpson, coi tormentoni di vent'anni fa. Enna è sempre bravo (è uno scrittore straordinario), la storia è scritta "bene" rispetto alle altre sul numero che sembrano il prodotto di sceneggiatori alle prime armi (ma al tempo stesso, non so come, senili) ma il linguaggio di Qua, il giovanilismo affettato del tutto mi fanno desistere dal leggere i restanti episodi della serie. Il problema non è la separazione fra i tre nipotini, lo spaesamento di Paperino e così' via, questi sono elementi potenzialmente interessanti: ma se chi deve portare a casa un progetto così delicato non sa come parlano i giovani, la cosa assume quasi i contorni di una parodia involontaria.
E come parlano gli adolescenti di oggi, sentiamo. Mandate una lettera alla redazione se pensate di essere così esperti.
Non lo so, concentrarsi su un dettaglio simile per criticare a tutto spiano mi sembra come denigrare il Re Leone perchè c'è Pumbaa che scorreggia, capisco in pieno lo sfogo di Atius.
Poi ci credo che la maggior parte degli autori si è rotta le scatole del forum e di chi lo frequenta.
Mi è piaciuta molto la prima puntata della serie di Enna e devo diire che non mi ha disturbato l'uso di espressioni giovanili. Devo dire che me ne aspettavo molte di più e, per essere sincero, avevo paura che venissero utilizzate espressioni orripilanti come balzare, skinnare o cringe.
Inoltre ho trovato molto più in character questo linguaggio usato da QQQ che dal professore di YDD ch chiede di essere taggato dai sui studenti sui social. SmBho SmBho