Volevo spendere due parole sull'ultimo prologo castyano. Casty è l'unico autore, che io conosca almeno, che, nello spazio di appena cinque pagine, riesce a parlare con disinvoltura e senza esplicitarlo dell'altra faccia del progresso, quella disumanizzante, del conformismo, in un certo senso del consumismo, del processo, a cui stiamo tristemente assistendo, della fine della privacy, e delle tecniche di controllo e manipolazione delle masse. Questa, il parlare di temi non banali, e il più delle volte implicitamente, è una caratteristica tipicamente castyana. Nutro una stima infinita verso di lui, l'avrete capito, ed è anche per queste cose che, col tempo, è diventato decisamente il mio autore Disney preferito (a parere di chi scrive La Marea dei Secoli dovrebbe essere lettura consigliata nelle scuole, per esempio)mi piace ogni sua storia, anche quelle più ordinarie,e le rileggo spesso. In un certo qual senso mi sento affine a lui...vado un po' ot, ma con cognizione di causa. Mi infastidisce molto sentire parlare di progresso unito sempre e solo a termini negativi. La disumanizzazione dell'essere umano è una costante della nostra storia (schiavitù, massacri di massa, sfruttamento minorile, per citarne alcuni), solo recentemente (fine della WWII) si è posto un limite a tutto ciò facendo valere diritti sociali e civili (costituzionalizzandoli), quindi è proprio grazie al progresso (non il contrario) che si è umanizzato l'uomo.
A proposito di Bum Bum e il distintivo sospirato, invece, si nota un positivo distacco da quelle derive infantili che hanno pervaso i recenti numeri di Topolino, con lo sceneggiatore che ripropone la propria creatura in tutta la sua essenza, evitando che i personaggi e le situazioni si pieghino a favore di un certo buonismo fin troppo imperante, anzi, la comicità dei dialoghi è brillante, soprattutto se rapportata a quella piuttosto spicciola di Gagnor che gioca troppo sugli stessi luoghi comuni o sulle medesime contrapposizioni. In particolare, ho osservato con somma gioia che i testi di Mastantuono, rispetto a quelli di altri sceneggiatori, sono più incisivi e ben si amalgamano con le scenette che vogliono rappresentare, regalando un bell'effetto umoristico che da troppo tempo mancava sulle pagine del Topolino, laddove si puntava piuttosto a far ridere a parole o con storpiature.
Insomma, una storia che può piacere anche ad un pubblico più grandicello perché nella sua leggerezza non si trascina in cadute di stile ma racconta a tutti gli effetti qualcosa, e lo fa soprattutto con tanta verve e umorismo, elementi che nell'universo Disney non devono mai mancare. Sicuramente si avverte un cambio di qualità quando sia ai testi sia ai disegni c'è dietro la medesima persona, tuttavia questo mette in luce quella "dialettica" tra sceneggiatura e disegni che andavo esponendo in un mio precedente commento: entrambi concorrono alla forza della rappresentazione, però l'una non può fare il lavoro dell'altra, e per questo si devono relazionare, non a caso, quando accade che una delle due parti non è all'altezza, si ha sempre l'impressione che manchi qualcosa o, in alternativa, che si poteva fare di più.
Ma l'intervista a Massimo De vita com'è? purtroppo il topo deve ancora arrivarmi...Niente di che, due domande in vista della storia che uscirà nel numero sucessivo :P
BUM BUM E IL DISTINTIVO SOSPIRATOIl modo in cui è stato "evocato" lo zio Temistocle mi ha lasciato veramente perplesso, a partire dalla sua apparizione a pag. 21 in cui Bum Bum Ghigno lo chiama "immagine olografica". Ciò mi fa sospettare che si tratti di una censura volta a rimuovere l'idea della MORTE.
In questo ritorno del Ghigno ho notato la presenza di due personaggi spesso evocati ma mai veramente presenti (lo zio poliziotto e il sosia furfante, tra profili in ombra, ologrammi e ricordi)
Anche io sono convinto ci sia stata una opera di riscrittura per trasformare in vivo ciò che era trapassato e infatti lo scrivo nella recensione. L'ologramma poi è una cosa talmente gratuita e farlocca che nessuno avrebbe potuto nè scriverla (e parliamo di mastantuono, mica di un novellino) nè farla passare in fase di editing (a meno che...). Pazienza, tocca abituarsi a questo stato di coseBUM BUM E IL DISTINTIVO SOSPIRATOIl modo in cui è stato "evocato" lo zio Temistocle mi ha lasciato veramente perplesso, a partire dalla sua apparizione a pag. 21 in cui Bum Bum Ghigno lo chiama "immagine olografica". Ciò mi fa sospettare che si tratti di una censura volta a rimuovere l'idea della MORTE.
In questo ritorno del Ghigno ho notato la presenza di due personaggi spesso evocati ma mai veramente presenti (lo zio poliziotto e il sosia furfante, tra profili in ombra, ologrammi e ricordi)
A pag. 34Spoiler: mostra
A questo punto non facevano prima a non far 'morire' lo zio, rendendolo un interessante parente da utilizzare nelle future storie del Ghigno?
Non facevano prima a lasciare tutto così come era stato pensato dall'autore?
Tutti dialoghi (soprattutto il primo) che farebbero presupporre l'esistenza terrena dello zio TemistoclePer me invece sono tutti dialoghi che fanno pensare a una riscrittura. Quei personaggi in origine avrebbero potuto dire qualunque cosa. Ma rendiamoci conto dell'enormità della cazzata che sono andati ad inventarsi per giustificare l'apparizione: un ologramma! Spuntato dal nulla in un ufficio di un commissariato di polizia!!