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Valentina De Poli non è più il direttore di Topolino

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Pluto80
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PolliceSu   (1)
    Re:Valentina De Poli non è più il direttore di Topolino
    Risposta #135: Martedì 13 Nov 2018, 17:05:58
    Concordo pienamente con quanto scritto da Carlo Chendi, se lo dice anche lui da addetto ai lavori, ho avuto la conferma che sia proprio così!
    Vedremo un po' cosa succederà; secondo me ci sarà un ulteriore sviluppo di pubblicazioni on line ed il "cartaceo" andrà sempre più a scomparire, purtroppo.
    Dico purtroppo perchè appartengo alla generazione dei quarantenni che sono cresciuti con le varie riviste pubblicate nelle edicole e vi assicuro, almeno per me, che ancora oggi vedere dal giornalaio, comprare, sfogliare un Topolino e sentirne il profumo della carta stampata non ha eguali

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      Re:Valentina De Poli non è più il direttore di Topolino
      Risposta #136: Martedì 13 Nov 2018, 17:08:48
      Pochi giorni fa un appassionato del mondo Disney, commentando il recente annuncio della piattaforma streaming Disney+, chiedeva su Facebook: "Secondo voi sostituirà l'Home Video?", riferendosi alla modalità di fruizione casalinga dei film rappresentata oggi da DVD e Bluray e, fino a una quindicina di anni fa, dalle videocassette.
      La mia risposta è stata ovviamente affermativa. Internet, le reti veloci e soprattutto la portabilità, hanno velocemente mutato la modalità di fruzione di tutti i contenuti. Ormai cinema, musica, fumetti, libri, quotidiani, periodici, videogiochi, ridotti a file scaricabili in tempi sempre più brevi, sono ormai avulsi dal loro supporto (cartaceo, analogico o digitale) e fruibili da dispositivi sempre connessi.
      Probabilmente le pubblicazioni cartacee resteranno ancora a lungo, così come le edizioni in lp/cd degli album musicali o bluray dei film. Ma saranno stampati in un numero di copie sempre minore e venduti ad un costo sempre più alto per accontentare un pubblico di appassionati ridotto.
      Marco Travaglini


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        Re:Valentina De Poli non è più il direttore di Topolino
        Risposta #137: Martedì 13 Nov 2018, 19:30:16
        Facciamo un esempio: c'è un malato grave che ha un tumore. Tutti si affrettano a dire che la malattia è causa del suo stile di vita, dieta non sempre appropriata, vita sedentaria, eccetera. In realtà la «malattia è il tumore» non lo stile di vita che il «malato» conduce.
        Nel caso della Valentina De Poli nessuno ha detto che il vero problema, la causa della «malattia», non era la sua gestione. Ma «il tumore», cioè la grave crisi di tutta la «carta stampata» nel mondo occidentale.

        La vendita del "supporto per leggere” cartaceo non funziona più.

        Alcune edicole hanno chiuso

        quelli dello zoccolo duro non bastano


        la produzione di storie, indipendentemente dal contenuto dei periodici che dirigeva, le vendite continuavano a calare, Non sarà il «contenuto» - storie e nuovi personaggi - che faranno vendere più copie. Vendite che continueranno a calare, e calerebbero anche se i vari giornali proponessero ogni volta capolavori e li stampassero su fogli d'oro.   

        Quindi onore al merito a Valentina De Poli.
        Carlo Chendi paragona ad un "tumore" la grave crisi di tutta la carta stampata nel mondo occidentale.


        Ora, ammesso e non concesso che il paragone sia proprio, è indubbio che quel "tumore" era annunciato. Ed era proprio annunciato - sempre per usare il termine di Chendi - da uno "stile di vita" che inevitabilmente avrebbe portato al tumore e che in questo caso, si chiama: introduzione impressionante e progressiva, come mai nella storia prima, di tecnologie nuove. Queste tecnologie nuove hanno fatto sì che, soprattutto le nuove generazioni e in buona parte anche le vecchie, abbiamo cambiato completamente le loro abitudini ed i loro gusti, portando inevitabilmente al - o ai - "tumore" in questione.
        Ora, demonizzare le nuove tecnologie - che comunque fatti due conti, non sono poi così negative ma hanno tanti lati positivi - o avere nostalgia del "bel tempo che fu", non serve certamente per curare - perché fortunatamente oggi molti tumori si curano o, in subordine, si può allungare la vita di una persona ammalata - il "tumore" ma, viceversa, serve mettere in campo gli anticorpi a nostra disposizione se non per invertire la tendenza, per allungare i tempi e goderci questi ultimi anni in buona compagnia di ottime storie.


        Gli effetti del "tumore" sono stati certamente che le vendite del supporto per leggere cartaceo sono in drastico calo e, di conseguenza, più che alcune, tante edicole hanno chiuso e, vorrei tanto sbagliarmi, che probabilmente anche altre ancora, seguiranno lo stesso destino.


        In questo marasma rivoluzionario rimangono quelli dello zoccolo duro che, secondo Chendi, non possono però bastare per risolvere il problema.


        Come potergli dare torto, oggettivamente parlando, visto lo scenario che abbiamo e che si prospetta?


        E allora torniamo agli anticorpi che noi abbiamo per avere una speranza di invertire le cose o, alla meno peggio per allungarle.


        In realtà noi abbiamo un solo anticorpo - ed è quello a cui Chendi non crede per nulla, ma l'alternativa unica è la morte - ed è la qualità!


        Sì, perché solo quella può dare speranza che le cose possano cambiare. La qualità è l'unica che potrebbe tenere assieme e non indebolire quello zoccolo duro ed invogliare le nuove leve ad avvicinarsi ai fumetti cartacei o su supporti tecnologici.


        Venendo al nostro Topolino. riempirlo di storie scadenti e assolutamente infantili, come si sta facendo ora, farà sì che lo zoccolo duro diventerà sempre più sottile fino a sparire e, nulla varranno quelle poche leve nuove che forse si acquisteranno, per salvarlo.
        Se invece si punterà sulla qualità, lo zoccolo duro, rimarrà invariato sicuramente e ... forse, le leve nuove saranno maggiori e, se questo avverrà, si potrà anche sconfiggere "il tumore".


        Quanto a Valentina De Poli, ora, dopo questa lettera di Chendi, più che mai sono convinto, che lei sia stata in effetti la vittima sacrificale, ma non tanto o non solo, di un momento storico, ma di un sistema ottuso che non sa apprezzare il merito e la validità professionale delle persone.


        Quindi: onore al merito a Valentina de Poli.
        Sei una brava persona Topolino. E' questo il tuo guaio (Vera Ackerman)

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        Max
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          Re:Valentina De Poli non è più il direttore di Topolino
          Risposta #138: Mercoledì 14 Nov 2018, 00:06:18
          Mi ha fatto molto piacere leggere l'intervento di Carlo Chendi, anche solo per il fatto che conferma quanto faccio notare da mesi, se non anni, senza apparentemente molto credito: in particolare il fatto che una testata da edicola comporta una diffusione e delle rese tali che, per farla restare in attivo, occorre almeno un 50% circa di vendite, cosa che avviene con grande difficoltà, ed in generale la grande crisi del settore che ha ridotto notevolmente il pubblico portando molte testate ad essere destinate ad una nicchia troppo piccola per poter durare e le altre comunque a tirature minime rispetto al passato (con conseguenti margini di guadagno piccoli, quando ci sono, e notevoli perdite quando mancano). Non sono d'accordo, però, se si considera il fattore sociale come fosse l'unica causa della situazione attuale, per quanto sia indubbiamente quella preponderante. Non è certo colpa della De Poli se il fumetto Disney si trova nella situazione attuale (tanto più che, come già chiarito, non è lei a stabilire la politica editoriale) ma è pur vero che in questo ultimo decennio questa politica non è stata adeguata al mercato: ne è prova evidente il recente fallimento di quasi tutte le nuove testate lanciate mentre invece quelle storiche continuano a reggere. Sicuramente si poteva fare di più, e molto per attirare tutti coloro che non leggono o non compravano più i fumetti Disney. Voglio dire cioè che la qualità ha necessariamente la sua parte e, se il fattore sociale non si può cambiare, si può invece puntare su questa. Si sarebbe potuto fare da anni e invece tuttora escono testate e one shot con selezioni di storie troppo poco attente (andate a verificare e vedrete che quando le cose andavano molto diversamente, a fine anni '90, non era così) ed un Topolino sul quale i grandi autori sono ancora troppo poco presenti e molte scelte sono ben poco attrattive (lettering digitale con un font pessimo, colorazione con toni quasi velati di grigio, anche questi confrontabili con quelli di vent'anni fa, poco o nulla di coinvolgente extra-fumetto). Inoltre è stata trascurata proprio quella nicchia di appassionati esigenti, lo zoccolo duro, che raramente in questi anni ha trovato testate adatte a quello che cerca, e si è trovato davanti proposte disarmanti come volumi privi di redazionali. Una barca, quindi, che non poteva evitare la tempesta ma che l'ha affrontata commettendo errori banali e spesso incredibili. Non credo che le fumetterie debbano essere il futuro su cui puntare, quantomeno non fintanto che si può ancora fare qualcosa per stabilizzare il mercato dell'edicola. Perché quelle 5000 copie che si vendono nelle edicole stampandone e diffondendone 12000 non è per nulla vero che si venderebbero ugualmente nelle (poche) fumetterie, per tutta una serie di motivi che non sto qui ad elencare. Lunga vita al fumetto Disney in Italia che deve all'edicola la sua stessa natura e che in edicola deve restare finché sarà possibile, puntando sulla qualità.
          « Ultima modifica: Mercoledì 14 Nov 2018, 00:10:45 da Max »

            Re:Valentina De Poli non è più il direttore di Topolino
            Risposta #139: Mercoledì 14 Nov 2018, 11:19:09
            carlo chendi secondo me fotografa bene la situazione ma dice cose anche un po contraddittorie.
            nel senso : "la colpa è della situazione non della direttrice". ok. allora però se il problema è che le edicole sono in crisi. e il pubblico generalista cala...
            il senso di buttare in edicola 200 giornalini spesso con storie messe a casaccio dentro (e che si ripetono sempre uguali pure in 2 giornalini contemporanei) quale sarebbe? visto che questo tipo di pubblicazioni sono evidentemente dirette al pubblico "generalista" (che non ci sta più?)
            di chi è la responsabilità di questa strategia? una responsabilià a monte ci sta. non sarà allora della direttrice ma di qualcuno sarà.

            sulla soluzione proposta concordo. l'avevamo detta (fra le tante) credo pure su questo forum: meno testate ma pensate per gli appassionati e per la distribuzione in fumetteria. ok. però qua serve la qualità dell'offerta. perchè se mi proponi i vattelapesca a nastro con storie messe a muzzo dentro non vendi sti giornalini neppure nelle fumetterie. cioè la soluzione non si limita solo a fare meno tiratura...
            « Ultima modifica: Mercoledì 14 Nov 2018, 11:23:49 da RocK »

              Re:Valentina De Poli non è più il direttore di Topolino
              Risposta #140: Mercoledì 14 Nov 2018, 13:56:49
              Si torna a parlare di "qualità". Ma come si definisce la qualità, e in che modo questa potrebbe invertire un trend globale?

               A margine, dispiace per edicole e fumetterie ma viva il digitale in tutte le sue forme per comodità, costi e sostenibilità ambientale.
              « Ultima modifica: Mercoledì 14 Nov 2018, 14:26:29 da Manuel Crispo »
              “O con amore o con odio, ma sempre con plutocratica sicumera”.

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                Re:Valentina De Poli non è più il direttore di Topolino
                Risposta #141: Mercoledì 14 Nov 2018, 14:27:44
                carlo chendi secondo me fotografa bene la situazione ma dice cose anche un po contraddittorie.
                nel senso : "la colpa è della situazione non della direttrice". ok. allora però se il problema è che le edicole sono in crisi. e il pubblico generalista cala...
                il senso di buttare in edicola 200 giornalini spesso con storie messe a casaccio dentro (e che si ripetono sempre uguali pure in 2 giornalini contemporanei) quale sarebbe? visto che questo tipo di pubblicazioni sono evidentemente dirette al pubblico "generalista" (che non ci sta più?)
                di chi è la responsabilità di questa strategia? una responsabilià a monte ci sta. non sarà allora della direttrice ma di qualcuno sarà.

                sulla soluzione proposta concordo. l'avevamo detta (fra le tante) credo pure su questo forum: meno testate ma pensate per gli appassionati e per la distribuzione in fumetteria. ok. però qua serve la qualità dell'offerta. perchè se mi proponi i vattelapesca a nastro con storie messe a muzzo dentro non vendi sti giornalini neppure nelle fumetterie. cioè la soluzione non si limita solo a fare meno tiratura...

                concordo in tutto e per tutto! E' vero che le generazioni odierne sono orientate sul digitale, è vero che va rivisto l'intero modus operandi di vendita diminuendo le tirature, ma è anche vero che si è pensato più alla quantità che alla qualità finora, a volte con errori evidenti e non curanti del lettore. Giusto per fare un esempio, questi due volumi erano entrambi in vendita a Lucca in anteprima per il compleanno di Topolino, giudicate voi:


                  Re:Valentina De Poli non è più il direttore di Topolino
                  Risposta #142: Mercoledì 14 Nov 2018, 14:44:15
                  Sul finire degli anni '90 ho smesso di leggere Topolino, l'ho comprato poi saltuariamente nei primi anni 2000 ma purtroppo non mi è più piaciuto granché.
                  Finchè poi nel 2013 all'avvicinarsi della pubblicazione del numero 3000 ho cominicato a prendere i numeri dal 2990 in poi con l'intenzione di fermarmi poco dopo il 3000.
                  Invece ho continuato ad acquistarlo ininterrottamente tutte le settimane grazie al fatto che ho ritrovato una rivista piacevole. Merito questo senza dubbio della direttrice De Poli per le linee guida date alla redazione e agli staff di autori e disegnatori.
                  Di sicuro in questi anni ci sono stati numeri poco riusciti ma nel complesso ha creato in me quella fidelizzazione che mi sta portando tuttora ogni settimana ad acquistarlo in edicola, come stamattina.
                  Ovviamente mi è dispiacito per il cambio della direzione, vedremo quali novità ci riserveranno i prossimi mesi.
                  Da quello che ho letto negli ultimi messaggi sembra poi che una delle soluzioni ipotizzate sia quello di lasciare l'edicola per pubblicare solo in fumetteria.
                  Peccato però che le fumetterie siano soprattutto in città mentre le edicole, seppur in calo, sono diffuse ovunque (anche nel paesino più piccolo ce n'è almeno una).
                  E consideriamo che in Italia ci sono più di 8.000 comuni con poche grandi città e molti paesi medio/piccoli.
                  Quindi, per chi vuole continuare a leggere su carta e non ha l'accesso facile alle fumetterie la soluzione sarebbe l'abbonamento (ma chi compra di tanto in tanto in edicola non farà certo un abbonamento, per cui quello sarà un cliente perso).
                  Questo per dire che se venisse tolta la distribuzione delle edicole a mio parere non tutti si riverseranno nelle fumetterie ma buona parte si rassegnerà pensando che Topolino libretto non esista più.







                  « Ultima modifica: Mercoledì 14 Nov 2018, 14:48:06 da Orazio »

                    Re:Valentina De Poli non è più il direttore di Topolino
                    Risposta #143: Mercoledì 14 Nov 2018, 15:07:18
                    In ogni caso... ci sono servizi come primaedicola che permette di farsi recare materiale in edicola e un paio di anni fa diverse edicole avevano aderito ed erano diventate Panini Point e quindi, nei fatti, potevano fare riordini di materiale arretrato nello stesso modo di molte fumetteria e, se non ho capito male, avevano accesso allo stesso bacino delle fumetterie.
                    Nei fatti quindi recuperare qualcosa di quel mercato non dovrebbe essere impossibile.

                    Per il resto l'esempio de "il grande Mickey" e "Mickey superstar" è tanto corretto per la tempestività che scorretto per il pubblico di riferimento essendo riferiti a due mercati (fumetteria ed edicola) diversi  (per quanto connessi). E intendiamoci a me fa rabbia dato che li ho preordinati in fumetteria e non vado a disdire a chi ordina specificatamente per me per non metterlo in crisi quindi mi becco le stesse storie 2 volte.

                    *

                    Cornelius
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                      Re:Valentina De Poli non è più il direttore di Topolino
                      Risposta #144: Mercoledì 14 Nov 2018, 15:34:56
                      L'esempio fatto vedere da Carpi87 ti fa capire che le storie vengono spostate da un albo all'altro proprio a blocchi. A parte le diverse destinazioni (fumetterie ed edicole) questa "Operazione Mickey 90°" poteva essere maggiormente diversificata: 90 anni di storie (soprattutto americane e italiane, ma anche scandinave e francesi) non dovevano permettere una tale 'copiatura' fatta a pacchetti di 4/5 titoli messi qui e là. Centinaia e centinaia di ottime storie dovevano garantire una copertura quanto più eterogenea e diversificata di tutti i nuovi albi/libri/volumi usciti per l'occasione.

                      Valentina De Poli avrebbe meritato di dirigere il Topo e tutto il fumetto Disney non negli irriconoscenti anni 2000 (anni di grandi cambiamenti non tutti positivi) ma in quelli del secolo precedente: quantomeno avrebbe avuto soddisfazioni non solo nella qualità del prodotto concepito ma anche nella quantità di quello venduto. Fortuna, in ogni caso, che c'è stata lei in questo triste periodo editoriale: se non fosse stato per la sua passione, il suo talento, la sua capacità di riavvicinare autori allontanatisi e di riprendere personaggi dimenticati, mi chiedo dove sarebbe andato a finire il fumetto disneyano: forse sarebbe sparito del tutto o, più probabilmente, starebbe annaspando senza neanche la consolazione di essere di qualità.
                      « Ultima modifica: Mercoledì 14 Nov 2018, 15:37:29 da Cornelius Coot »

                        Re:Valentina De Poli non è più il direttore di Topolino
                        Risposta #145: Mercoledì 14 Nov 2018, 16:14:28
                        le edicole, seppur in calo, sono diffuse ovunque (anche nel paesino più piccolo ce n'è almeno una).

                        Purtroppo non è più così da anni.
                        In provincia di Rieti dove ho casa, non ci sono edicole nel raggio di 50 km (50!), da Rieti verso Roma la prima edicola è a Passo Corese.
                        E la situazione è analoga in tante altre parti "sperdute" d'Italia, d'altronde se chiudono in città, le edicole non possono che chiudere anche in piccoli paesi,
                        i quali a loro volta si stanno spopolando.

                        *

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                          Re:Valentina De Poli non è più il direttore di Topolino
                          Risposta #146: Mercoledì 14 Nov 2018, 16:23:11

                           A margine, dispiace per edicole e fumetterie ma viva il digitale in tutte le sue forme per comodità, costi e sostenibilità ambientale.

                          Attenzione a parlare di sostenibilità ambientale in merito al digitale: i server dove vengono stoccati i dati che viaggiano in Internet
                          si trovano all'interno di fabbriche fisiche che consumano elettricità e acqua quanto delle metropoli.
                          E in alcuni  casi, come per il sito Alìbabà, tali strutture sono alimentate da centrali a carbone (carbone nel 2018!).

                          I realtà non c'è niente di virtuale in Internet, se non il materiale finale di cui fruisci,
                          ma tutto "il contenitore" di quel materiale è ben piantato sul pianeta Terra e divora energia.
                          Inoltre c'è l'annoso problema dello smaltimento dei supporti informatici (che inquinano tanto),
                          della loro obsolescenza programmata e delle condizioni amvbientali e lavorative dove essi vengono prodotti.
                          Non ultimo, più prodotti tecnologici hai in casa, più elettricità consumi
                          e la produzione di elettricità, per ora, ha un costo ambientale abbastanza alto.
                          Lo stesso discorso varrà per l'auto elettrica, ma in quel caso almeno smetteremo di bruciare petrolio.

                          Purtroppo tutto deriva dall'essere umano, che per campare si è inventato una società energivora.
                          A riguardo consiglio la visione della prima parte di "Report" dello scorso lunedì 12 novembre.

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                            Re:Valentina De Poli non è più il direttore di Topolino
                            Risposta #147: Mercoledì 14 Nov 2018, 16:58:57
                            In ogni caso... ci sono servizi come primaedicola che permette di farsi recare materiale in edicola e un paio di anni fa diverse edicole avevano aderito ed erano diventate Panini Point e quindi, nei fatti, potevano fare riordini di materiale arretrato nello stesso modo di molte fumetteria e, se non ho capito male, avevano accesso allo stesso bacino delle fumetterie.
                            Nei fatti quindi recuperare qualcosa di quel mercato non dovrebbe essere impossibile.

                            Per il resto l'esempio de "il grande Mickey" e "Mickey superstar" è tanto corretto per la tempestività che scorretto per il pubblico di riferimento essendo riferiti a due mercati (fumetteria ed edicola) diversi  (per quanto connessi). E intendiamoci a me fa rabbia dato che li ho preordinati in fumetteria e non vado a disdire a chi ordina specificatamente per me per non metterlo in crisi quindi mi becco le stesse storie 2 volte.

                            sì, ma te che a Lucca me li metti uno di fianco all'altro e non mi dici niente o fai il furbo o non sai niente di niente di quello che stai vendendo. E non tutti fanno come il sottoscritto che vanno a leggere l'indice prima di acquistarli, perchè magari hai da prendere altre 4-5 anteprime e la gente dietro spinge e ti fa andare di fretta  ;)

                              Re:Valentina De Poli non è più il direttore di Topolino
                              Risposta #148: Mercoledì 14 Nov 2018, 17:05:06
                              Si torna a parlare di "qualità". Ma come si definisce la qualità, e in che modo questa potrebbe invertire un trend globale?

                               A margine, dispiace per edicole e fumetterie ma viva il digitale in tutte le sue forme per comodità, costi e sostenibilità ambientale.

                              la qualità di cui parlo non serve a invertire un trend globale. serve a non affossare ancora di più la faccenda.
                              se nelle fumetterie porti 1000 volumi di un giornalino invece di 1000000....ti rimarranno lo stesso tutte sul groppone perchè non è che nelle fumetterie trovi il gonzo che si sciroppa tutto. anzi. trovi il vero appassionato che cerca roba tipo le storie di casty (per dire)

                              quindi senza puntare sulla qualità neppure ridurre le tirature e ridurre i luoghi in cui distribuisci le copie risolverà niente.

                              poi chendi dice che la gente compra su amazon. ok. panini lo tiene un negozio su amazon?

                              quello che voglio dire. ok non è colpa della de poli ma non è nemmeno colpa solo della congiuntura attuale o della sfortuna. sono stati fatti errori evidenti. certo. sembra da presuntuosi dirlo eh.
                              però se si scrive "non ci sta mercato" e poi vedi fiorire 200 testate al mese...la logica dove sta?

                              a sto punto in edicola tieni solo paperinik, topolino, grandi classici, classici e paperino (mese) e poi in fumetteria fai uscire i volumi tipo "i signori della galassia", "tesori", e roba tipo "platinum, pink, evergreen edition" (per fare esempi di ciò che io personalmente reputo "qualità" delle pubblicazioni disneyane e adatte agli appassionati e quindi al mercato delle fumetterie)
                              « Ultima modifica: Mercoledì 14 Nov 2018, 17:12:17 da RocK »

                                Re:Valentina De Poli non è più il direttore di Topolino
                                Risposta #149: Mercoledì 14 Nov 2018, 18:35:42

                                poi chendi dice che la gente compra su amazon. ok. panini lo tiene un negozio su amazon?


                                Credo che Chendi si riferisca ad Amazon come a un sito qualunque di acquisti su Internet,
                                per indicare la migrazione dall'acquisito in edicola verso l'acquisto in Rete.

                                Comunque Panini che deve farci con Amazon (che propone condizioni capestro alle grosse distribuzioni) se ha il proprio sito?

                                 

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